Le preghiere di Madre Pierina

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PREGHIERE INEDITE DI M. PIERINA

Quando Madre Pierina fece coniare le note medaglie, fu pregata dal suo direttore spirituale di comporre due preghiere sul tema delle scritte apposte alle medaglie stesse. Una scritta dice: «Ilumina Domine vultum tuum super nos»; (Fa risplendere, o Signore, il tuo volto su di noi); l'altra: «Mane nobiscum, Domine» (Signore rimani con noi»).

Le due preghiere vennero distribuite tra le consorelle, scritte dalla stessa Madre Pierina sul retro di una immagine dei Volto Santo. Pubblichiamo, in due volte, il testo di tali preghiere, accompagnandole con un breve commento steso da un biografo di Madre Pierina.

 

Illumina, Signore, la Tua faccia sopra di noi, perché solo alla luce Tua divina possiamo comprendere le arcane, dolorose bellezze del Tuo Santo Volto.

Le lagrime di sangue, che bagnarono le Tue guance immacolate, mi dicono la Tua agonia nel Getzemani, il martirio spaventoso dell'animo Tuo di fronte all'orrenda visione dell'ingratitudine dei peccati, che spinto dal Tuo infinito amore hai voluto addossarti.

I Tuoi occhi velati, mi parlano di tristezza mortale, e la Tua bocca divina pare aprirsi a ripetere: Padre, perdona loro perché non sanno quel che fanno.

O Gesù, lascia che noi, contemplando il Tuo S. Volto, penetriamo negli abissi di dolore e di amore del Tuo Cuore, facciamo nostre le Tue pene, e uniamo le nostre povere riparazioni alle Tue. Vorremmo asciugare le Tue lacrime con l'accettazione generosa del Tuo Santo Volere, col sacrificio e con le sofferenze. Vorremmo o Gesù, contemplarti, con lo stesso dolore con cui Ti contemplò Maria SS. nella Tua dolorosa Passione, ma essendo ciò impossibile alla nostra miseria, deponiamo le nostre intenzioni, le nostre opere, i nostri cuori, nelle Sue Mani, perché li purifichi e li renda più graditi al Tuo divino sguardo.

O Gesù, lascia che ripetiamo coi Salmista, la bella invocazione: Il mio Volto Ti ha cercato: Il Tuo Volto cercherò lo o Signore (Sal. XVI) e nell'attesa di contemplarti svelatamente in Cielo, fa che camminiamo sempre alla luce del Tuo Santo Volto, perché le sembianze Tue divine, si imprimino nei nostri cuori e sia nostra gioia il patire per Te. Così sia.

 

Commento

Chi abbia una qualche conoscenza della vita di Madre Pierina, sa bene quanto lei abbia sofferto. Riuscì sempre, nel suo quotidiano comportamento, a celare la segreta sofferenza che le logorava il fisico ed anche lo spirito. La sua vita fu un autentico Calvario e si chiuse, come per il Signore, con una emblematica morte, in croce. Provate a leggere e rileggere questa preghiera e fermatevi un attimo alle parole centrali: «O Gesù, lascia che noi, contemplando il Tuo Santo Volto, penetriamo negli abissi di dolore e di amore del Tuo Cuore, facciamo nostre le Tue pene, e uniamo le nostre povere riparazioni alle Tue!».

Ma come? potreste chiedervi. Lei che soffriva, chiede al Signore di poter penetrare negli abissi del Suo dolore e del Suo amore? In verità, non si può conoscere a fondo il proprio dolore, se non si può conoscere e capire il dolore degli altri se non si conosce e capire il dolore degli altri se non si conosce e non si capisce il dolore e l'amore di Colui che è l'Altro in senso compiuto, poiché in Gesù si è raccolto ed è stato espiato il dolore dei mondo. Si noti poi la significativa associazione dolore-amore, così profondamente biblica e cristiana. C'è dolore e dolore. Non ogni dolore è costruttivo, anzi, mai può esserlo se non lo attraversa l'amore. Ce lo conferma San Paolo in un noto passo della seconda lettera ai Corinti: « Vi è una tristezza secondo Dio che produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza dei mondo produce la morte» (7,10).

Madre Pierina, al pari dei Santi, comprese questa singolare e straordinaria verità e forse per questo riuscì a non far pesare mai sugli altri la sua intensa sofferenza. Già nel maggio dei 1933, scriveva in una lettera: «Oh! cerchiamo una volta per sempre Gesù... non nelle consolazioni, ma nella croce di ogni giorno, di ogni istante!... Questa non ci mancherà mai, e i nostri desideri di soffrire potranno sempre essere soddisfatti». Non si può cercare il dolore che si trasforma in croce per gli altri; si cerca, invece, il dolore che è prova e testimonianza di amore per gli altri.

In chiusura della preghiera, leggiamo le parole: «... e sia nostra gioia il patire per Te!».

Nello scrivere una preghiera, Madre Pierina ha impartito una lezione a quanti oggi la ricordano, la pregano, la imitano. La misura del dolore che salva è l'amore, è il patimento per Colui che nel dolore Immeritato ha redento il mondo.

 

A GESÙ SACRAMENTATO Mane nobiscum Domine

Sì, o dolcissimo Gesù, rimani con noi, che si fa sera, e un raggio della Tua Divina Faccia, che noi adoriamo sotto i veli eucaristici, illumini le nostre menti, e dissipi le tenebre che avvolgono la povera umanità. Gesù amabilissimo, rimani con noi, a consolarci nelle angosce della vita, ad insegnarci a soffrire con Te, nella pace e ad impreziosire il nostro dolore.

Rimani con noi, Maestro amabile di verità, perché fiduciosi camminiamo all'eterna salvezza, nel trionfo del Regno di Dio.

O Gesù, rimani con noi, nutrendoci delle Tue Carni Immacolate, perché germoglino i Vergini, gli Apostoli, i Santi a rinnovare la faccia della terra.

Gesù dolcissimo, fonte di ogni bene, rimani con noi nella Eucaristia, e nel Tuo Vicario in terra, perché tutti uniti in un solo Pastore, glorifichiamo Dio qui, nella luce della fede, per glorificarlo eternamente nella visione e nell'amore, in Paradiso.

Così sia.

Commento

In questa preghiera Madre Pierina ha voluto ripetere ad ogni capoverso, l'espressione «rimani con noi».

La struggente invocazione dei discepoli di Emmaus, fu certamente vissuta con intensità da Madre Pierina. Il 2 settembre del 1941, ella annotava nel suo Diario:... «non ne posso più! Alleluja, Alleluja... Come mi sento sola».

Può sembrare strano che una persona che fece dell'amore e della dedizione la propria norma di vita, abbia avvertito così duramente la solitudine interiore. Eppure, mi sembra che l'insistenza sulla parola «rimani» lascia appunto trasparire quasi la paura dell'abbandono. È conciliabile tale paura con la fede viva? Certamente. La fede è certezza «di cose sperate», come scrive l'autore della lettera agli Ebrei ed è una risposta a Dio resa possibile soltanto dal sostegno della Sua grazia.

Il timore dell'abbandono, la paura che il Signore ci lasci, è il medesimo che a Pietro, sulle acque, faceva affondare i piedi; è il motivo per cui il padre del fanciullo indemoniato che dice a Gesù: «Credo, Signore: aiuta la mia incredulità. (Mc. 9,23).

Poi ritorna; in questa preghiera, il tema costante di Madre Pierina: «Gesù amabilissimo, rimani con noi a consolarci nelle angosce della vita, ad insegnarci a soffrire con Te nella pace, e ad impreziosire il nostro dolore».

Non è una invocazione egonistica, una domanda di aiuto per sé, ma piuttosto l'implorazione di un'anima la quale sa bene che la condizione primaria affinché Cristo rimanga con noi è il lasciarci invadere dal suo amore, dal suo insegnamento, dalla sua pace.

Si osservi poi la sensibilità ecclesiale di Madre Pierina. La sua preghiera non è semplice dialogo personale, ma espressione della sua partecipazione alla vita della Chiesa, della sua comunione con tutta la Chiesa. La preghiera, infatti, termina così: «Gesù dolcissimo... rimani con noi nella Santa Eucaristia e nel Tuo Vicario in terra, perché uniti in un solo Pastore, glorifichiamo Dio qui, nella fede, per glorificarlo eternamente nella visione e nell'amore in Paradiso.

Senso di partecipazione alla Chiesa e precisa percezione che la vita di unione con Dio comincia già su questa terra, anticipazione della lode a Dio nella gloria della visione.

Il motivo centrale di questa preghiera, tuttavia, rimane la ripetuta invocazione dei discepoli di Emmaus: invocazione straordinariamente attuale oggi in cui, per la dissipazione provocata dalla vita sociale, avvertiamo l'alienazione da lui Madre Pierina è cosciente che il Signore è padrone del cielo e della terra e che la sua presenza è continua, indipendentemente dalla nostra consapevolezza.

Ella insiste nel supplicare che Egli rimanga con noi. Toccherà poi a ciascuno di noi avvertire la presenza di Dio, scoprirlo in mezzo a noi. Lo troveremo, se lo cercheremo. Come scriveva S. Bernardo: «Solo Tu, Signore, anche se non trovato, non sei mai cercato invano!».