[ Ritorna al sito Gesu confido in Te! - Torna all'indice ]
A A A A A

CAPITOLO 9

 

L'Altissimo rinnova a Maria santissima i suoi favori e i benefici, e le dà nuovamente il titolo di Regina di ogni cosa creata come ultima preparazione all'incarnazione.

 

99. Il nono e ultimo giorno di quelli in cui l'Altissimo preparò più da vicino la sua dimora per santificarla con la sua venuta, decise di rinnovare le sue meraviglie e moltiplicare i prodigi, riepilogando i favori e i benefici che sino a quel giorno aveva comunicato alla principessa Maria. Tuttavia, l'Altissimo operava in lei in modo tale che, quando tirava fuori dai suoi tesori infiniti cose antiche, ne aggiungeva sempre di nuove; e tutti questi gradi e queste meraviglie erano ben convenienti, trattandosi di un Dio che si umilia fino a diventare uomo ed eleva una donna ad essere madre sua. Veramente Dio, per discendere ad uno di questi estremi, cioè ad essere uomo, non poté mutare natura, né di ciò vi era necessità, poiché, restando immutabile in se stesso, poté unire alla sua persona la nostra natura. Ma perché una donna mortale giungesse a dare la sua stessa carne, affinché Dio vi si unisse facendosi uomo, pareva necessario che ella attraversasse uno spazio infinito e venisse a porsi tanto distante dalle altre creature, quanto vicina al medesimo Dio.

100. Giunse dunque il giorno nel quale Maria santissima doveva restare in quest'ultima disposizione tanto prossima a Dio, quanto lo è l'essere madre sua. E in quella notte, nell'ora più silenziosa, fu chiamata dal Signore, come era accaduto le altre volte. Rispose l'umile e prndente Regina: «Il mio cuore è pronto, Signore e re altissimo, affinché in me si compia la vostra volontà». Subito fu portata in corpo e anima dai suoi angeli, come nei giorni precedenti, nel cielo empireo e posta dinanzi al trono dell'Altissimo. Allora sua Maestà onnipotente la sollévò e la collocò al suo fianco, assegnandole il seggio ed il posto che doveva occupare per sempre alla sua presenza. Questo era il più alto e il più vicino al medesimo Dio, dopo quello riservato all'umanità del Verbo, perché superava senza comparazione quello di tutti gli altri beati messi insieme.

101. Da quel posto vide subito la Divinità con visione astrattiva, e sua Maestà, nascondendole la dignità di madre di Dio, le manifestò così alti e nuovi misteri, che per la loro profondità e per la mia ignoranza non posso spiegare. Vide di nuovo in Dio tutte le cose create, e molte possibili e future. Le furono mostrate quelle corporee, poiché l'Altissimo gliele fece conoscere in se stesse per mezzo di immagini sensibili, come se le avesse avute tutte presenti ai sensi e come se nella sfera della facoltà visiva le avesse percepite con gli occhi del corpo. Conobbe tutta insieme l'opera dell'universo, che prima aveva conosciuto nelle sue parti, e le creature in esso contenute, tutte distintamente, come se le avesse avute presenti in un quadro. Vide tutto l'ordine, l'armonia, la connessione che hanno fra sé e come tutte dipendano dalla volontà divina, la quale crea, governa e conserva ciascuna di esse nel suo luogo e nel suo essere. Vide di nuovo tutti i cieli e tutte le stelle, il purgatorio, il limbo e l'inferno, con tutti quelli che vivevano in quelle caverne. Inoltre, poiché il posto dove stava la Regina delle creature era elevato al di sopra di tutte, e sopra di sé aveva solo Dio, tale fu anche la conoscenza che le venne data, perché questa era inferiore solamente al Si-gnore e superiore ad ogni cosa creata.

102. Mentre la divina Signora stava assorta nell'ammirazione di ciò che l'Altissimo le manifestava ed ella gli restituiva in tutto la lode e la gloria che si doveva a un simile Signore, sua divina Maestà le rivolse queste parole: «Eletta e colomba mia, io ho creato e conservo con la mia provvidenza in tanta varietà e bellezza tutte le creature visibili, che conosci, solo per l'amore che porto agli uomini. Inoltre, fra tutte le anime che finora ho creato, e fra quelle che ho deciso di creare fino alla fine del mondo, si deve scegliere e trarre una comunità di fedeli, i quali siano segnati e lavati nel sangue dell'Agnello, che toglierà i peccati del mondo. Essi saranno il frutto speciale della redenzione, che egli deve operare, e godranno dei suoi effetti per mezzo della nuova legge della grazia e dei sacramenti che con essa darà loro il Redentore; infine, quelli che persevereranno giungeranno a partecipare della mia gloria ed amicizia. Per questi eletti prima di tutto ho creato opere tanto numerose e degne di ammirazione, e se tutti avessero voluto servirmi, adorare e conoscere il mio santo nome, per tutti e per ciascuno singolarmente - per quanto dipende da me - avrei creato tanti tesori, perché ciascuno di essi potesse possederli».

103. «Quand'anche, poi, avessi creato una sola delle creature che sono capaci della mia grazia e gloria, questa sola avrei fatto padrona e signora di ogni cosa, tanto più che darle potere su tutto il creato è meno che farla partecipe della mia amicizia e felicità eterna. Tu, mia sposa, sei la mia eletta e hai trovato grazia ai miei occhi; per questo ti costituisco signora di tutti questi beni e te ne do il possesso e il dominio, affinché, se sarai sposa fedele come ti voglio, tu possa dispensarli e distribuirli a chi attraverso di te o per tua intercessione me li chiederà, poiché per questo li deposito nelle tue mani». In quel momento la santissima Trinità pose sul capo della nostra principessa Maria una corona, consacrandola suprema regina di ogni cosa creata. Questa corona era scolpita e smaltata con alcune cifre che dicevano: «Madre di Dio», senza però che ella le comprendesse in quel momento, in cui le conobbero solo gli spiriti divini. Essi rimasero stupefatti della magnificenza del Signore verso questa giovane fortunatissima e benedetta fra le donne, e senza dubbio la riconobbero e venerarono come loro legittima Regina e come signora loro e di tutto il creato.

104. La destra dell'Altissimo operava tutti questi portenti, in modo molto opportuno e davvero degno della sua infinita sapienza, perché prima di scendere dal cielo per prendere carne nel grembo verginale di questa Signora, conveniva che tutti i sudditi di questo grande Re riconoscessero come regina e signora sua madre, offrendole per questo la dovuta venerazione. Era ben giusto e conveniente che Dio la facesse prima regina e poi madre del Principe dell'eternità, poiché chi doveva partorire il principe doveva essere necessariamente regina e come tale essere riconosciuta dai suoi vassalli, mentre non vi era impedimento perché gli angeli la conoscessero, né c'era bisogno di tenerla loro nascosta. Anzi, era come un debito dell'Altissimo verso la propria maestà divina, che colei che aveva scelto come propria dimora fosse preparata e arricchita con la massima dignità e perfezione, altezza e magnificenza che fosse possibile comunicarle. E così i santi angeli la riconobbero ed accettarono, onorandola come Regina e signora.

105. Per dare l'ultimo tocco a questa prodigiosa opera di Maria santissima, il Signore stese il suo braccio onnipotente e di sua iniziativa rinnovò lo spirito e le facoltà di questa grande signora, dandole nuove illuminazioni, attitudini e qualità, delle quali non si possono spiegare la grandezza e le condizioni con termini terreni. Questa era l'ultima pennellata con cui veniva ritoccata questa viva immagine di Dio, perché in essa e da essa potesse prendere forma il Verbo eterno, il quale, per essenza, era immagine dell'eterno Padre e impronta della sua sostanza. Così, questo tempio di Maria santissima fu rivestito dentro e fuori meglio di quello di Salomone, con l'oro purissimo della divinità, senza che in alcuna parte si potesse scoprire in lei la benché minima traccia di figlia di Adamo. Ella fu dunque tutta divinizzata con attributi divini perché, dovendo il Verbo uscire dal seno dell'eterno Padre per scendere in quello di Maria, la preparò in modo tale da ritrovare in lei la similitudine possibile tra Madre e Padre.

106. Non conosco nuove espressioni per descrivere come vorrei gli effetti che tutti questi favori produssero nel cuore della nostra grande Regina e signora. La mente umana non arriva a concepirli; come giungeranno le parole a spiegarli? Quello però che in me suscita maggiore meraviglia nella luce che ho ricevuto di questi misteri così sublimi, è l'umiltà di questa donna celeste e la contesa tra lei ed il potere divino. È raro prodigio vedere questa giovane, Maria santissima, che viene esaltata alla più alta dignità e santità dopo Dio, mentre lei si abbassa fino a mettersi al di sotto di tutte le creature; è miracolo d'umiltà riscontrare come, in forza di questa umiltà, non veniva in mente a questa signora di poter essere la madre del Messia. Non solo, ma di sé non immaginò neanche cose grandi o per lei troppo alte. Non s'innalzarono i suoi occhi, né il suo cuore s'inorgogli, anzi, quanto più le opere del braccio del Signore la esaltavano, tanto più aveva una bassa considerazione di sé. Fu certamente giusto che Dio onnipotente guardasse alla sua umiltà e che per essa, da allora in poi, tutte le generazioni la chiamassero fortunata e felice.

 

Insegnamento che mi diede la Regina del cielo

 

107. Figlia mia, non è degna sposa dell'Altissimo colei che nutre per lui un amore interessato e servile, perché la sposa non deve amare né temere come la schiava, tantomeno deve servire in vista dello stipendio giornaliero. Per quanto il suo amore debba essere filiale e generoso, tenuto conto dell'alta dignità e della bontà immensa del suo sposo, deve essergli molto grata vedendolo tanto ricco e liberale e avendo egli creato, per l'amore che porta alle anime, tanta varietà di beni visibili perché siano tutti a vantaggio di chi serve sua divina Maestà; ma soprattutto deve essergli grata per i tesori nascosti, delle cui delizie egli ricolma coloro che lo temono 7 come figli, persuasi di questa verità. Voglio dunque che ti consideri assai obbligata verso il tuo Signore, padre, sposo ed amico, sapendo quanto sono ricche le anime che per grazia arrivano ad essere sue figlie e a lui molto care, poiché come padre onnipotente ha preparato beni tanto numerosi e vari per i suoi figli, e tutti per ciascuno di essi, se fosse necessario. Di fronte a tanti benefici che ricevono senza misura, il disamore degli uomini è ingiustificato e la loro ingratitudine non ha scuse.

108. Rifletti, dunque, carissima: tu non sei né straniera né ospite in questa casa del Signore che è la sua santa Chiesa, ma sei familiare e sposa di Cristo fra i santi, nutrita con i suoi favori e arricchita con regali nuziali. E poiché tutti i tesori dello sposo appartengono anche alla sua legittima sposa, considera di quanto ti fa partecipe e signora. Godi di tutti questi benefici come familiare, e come figlia e sposa tanto favorita ricerca l'onore di lui, mostrandoti riconoscente per tutti questi favori e queste opere, come se fossero state create dal tuo Signore solo per te. Amalo e onoralo sia per te stessa che per gli altri, con i quali è stato così generoso, imitando in tutto questo, per quanto possono le tue deboli forze, quello che hai saputo che io feci. Figlia, mi sarà assai gradito che tu esalti e lodi con amore fervoroso l'Onnipotente, la cui divina destra mi favorì ed arricchi così tanto in questi nove giorni, al di sopra di ogni considerazione umana.