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ANNO 1918

Angosce - Aridità - Abbandono - Tenebre

12 marzo. - Grazie, Maria, d'avermi liberata da tutti i pericoli e d'avermi ben impiegato le vacanze. Grazie, Maria. Maria, voglio dirti molte cose. Ma il mio linguaggio è così povero che non sa dire che tremando quanto ti amo. Maria, tu che sei Vergine, ai tuoi piedi, voglio cantare le tue lodi; ma la voce ècosì debole che formulo soltanto lamenti. Provo della pena poiché, dopo aver pregato ed essermi mortificata, non ho ottenuto che papà, Miguel e Lucho facciano un ritiro. Ma che la volontà di Dio si compia.

Mercoledì santo. - Abbandono, aridità, agonia… Non ne posso più. Mi fa malissimo il petto e la schiena. Vedo tutto così tristemente perché non potrò essere Carmelitana se sono di salute così cagionevole.

Aprile. - Soffro l'abbandono in un modo orribile. Gesù mi ha abbandonata perché sono infedele. Non ascolta più le mie preghiere e mi lascia senza la sua grazia per vincermi, così che sono disperata.

Gesù, abbi pietà di me. Tu sai che ti amo. Madre soccorrimi nelle tenebre'. Niente. Gesù non è nella mia anima. La Vergine non mi risponde. Gesù, abbi pietà della tua sposa infedele. Sì. Ti amo. Non mi abbandonare. Grazie! Per la tua parola, Gesù, hai disperso completamente la tempesta.

10 aprile. - Sono in uno stato così terribile... in collera. Con il desiderio di comportarmi male. Disperata per le suore. Senza gusto per l'orazione, poiché non trovo che aridità. Sento le conseguenze della disperazione; manco in ogni istante al mio dovere. Gesù mi ha detto oggi che è stato perché mi attacco alle creature. Vorrei essere cara a loro, piango perché non so che mi succede, e non ho persone che mi consiglino, che mi aiutino. Madre Izquierdo è adirata e ciò per me è un tormento.

15 aprile. - Madre Rios è ammalata. Che la volontà di Dio si compia. Mi sono comportata molto bene perché lei guarisca, se è la volontà di Dio.

16 aprile. - Gesù mi ha detto di fare sempre la sua volontà con gioia, anche se sento l'abbattimento. Che non guardi più al domani per mantenermi in pace. Voglio avere davanti a me questa massima. Oggi comincio l'opera del mio (...)

Come non essere folle di Gesù?

Gesù, il solo capace di farmi innamorare

25 maggio. - Mi sono confessata da Padre Lopez. Ho gustato una pace che non trovavo da più di tre mesi. Mi ha chiesto di supplicare Nostro Signore di donarmi la forza di essere buona e che lui me la concederà. Se sono in questo stato è perché Gesù spera che mi offra ancora di più. Bisogna che in ogni momento sia rinnovata la mia intenzione e che mi offra completamente a Dio alla sua divina volontà senza decidere nulla per rapporto alla mia vocazione. Che viva in spirito di fede e che ripeta la preghiera giaculatoria: Gesù, dolce, ecc.

Festa della Madre Barat. Le sono molto riconoscente perché mi ha fatto un grande favore.

Si è predicato a meraviglia sull'educazione che consiste nel prendere possesso delle facoltà per Dio. La prudenza è la scienza dei santi, dei saggi. La prudenza e la modestia formano i cardini sui quali si appoggiano le altre virtù. L'educazione della donna è più importante di quella dell'uomo, perché lei, in seguito educherà.

28 maggio. - Ho un'ammiratrice. Ho paura che lei mi faccia perdere tutto quello che ho guadagnato in umiltà: lei non fa che contemplarmi. Mio Dio, ti domando d'essere dimenticata, disprezzata. Gesù, non desidero l'amore delle creature.

7 giugno - Festa del Sacro Cuore. E un anno che ho ricevuto la medaglia delle Figlie di Maria. Che grazia mi ha accordato mia Madre! Ho promesso a Nostro Signore di rinunciare completamente alla mia volontà: fare sempre quello che non mi piace. Penso che è impossibile non essere folle d'amore per Gesù quando egli è degno di tutta la mia venerazione di tutto il mio amore e di tutta la mia devozione. Che l'ami un po' in confronto all'amore che egli ha per me! Come non essere folle di lui?

8 giugno. - Ho una pena così grande.... Madre Izquierdo è come in collera con me. Non so cosa le ho fafto. Lei non è per me la stessa Madre di prima. Le porto lo stesso affetto e la stessa confidenza. Ecco mi attende l'amore. Perché, mio Gesù, mi metti questo freddo intorno al mio povero cuore? Ah! È perché tu mi ami. Tu mi vuoi circondare del tuo solo amore perché non mi attacchi a nessuna creatura. Ciò mi serve per vedere che l'amore non esiste sulla terra, ma solamente in Dio perché se le anime dolci, scelte, sante possono dimenticare ed essere indifferenti, che sarà delle altre persone? Tu solo Gesù sei l'unico capace di rendermi innamorata.

Sono contenta, felice e molto riconoscente a Nostro Signore e alla Vergine perché tutti si sono comunicati quest'anno. Mio Gesù sii il Gesù di Betania.

Fiat - Sofferenze senza lacrime

La mia uscita dal collegio è decisa

11 luglio. - Fiat voluntas tua, ecco la mia preghiera. Non chiedo altro. Questa mattina, Gesù mi ha chiesto di non piangere a causa della mia uscita dal collegio, perché è la sua volontà. Gli ho detto allora che le suore mi credono ingrata; ma lui mi ha fatto vedere quanto sono attaccata a quello che le creature dicono e che io sarò riconoscente pregando per loro. Voglio offrire questo sacrificio per papà e i miei fratelli. Quando ho inteso la Madre dirmi: "Ami tu il Cristo?". Arrossii per l'emozione e mi zittii, lei mi disse: “Voi non mi rispondete di tutto cuore? "Io le dissi: sarei un mostro se non lo amassi. Gesù è buono per questa umile schiava! Gesù, il tuo amore mi annienta e mi confonde!

19 luglio. - Nostro Signore mi chiede di mortificarmi in tutto. Non solamente in ciò che mi piace ma anche durante i pasti: che mangi di tutto un po'. Tutta la giornata mi sento debole, ma la offro a Gesù. Ma il Padre mi ha detto di non privarmi del nutrimento, e un altro Padre mi ha permesso di digiunare una volta alla settimana e non so che fare. Credo che la migliore cosa sia di consultare Gesù.

15 luglio. - Madre, prostrata ai tuoi piedi ti prometto di osservare perfettamente la Regola perché egli si converta. Madre ti offro il sacrificio della mia uscita dal collegio senza rimpianto. Tu sai quanto l'amo. Di più, Rebeca... Madre, tutto per lui. Comincio a non toccare alcun dolce di nessuna specie fino a che parto.

17 luglio. - Ieri ho detto a Gesù che se fosse realmente lui a parlarmi, faccia in modo che Madre Izquierdo mi ponga questa domanda: "Ami Nostro Signore?" Quale non è stato il mio turbamento

20 luglio. - Ho sofferto come mai nella mia vita. Sono felice. È stato il cielo per me. Mi si ècariato un molare mi si è rotto così non l'ho potuto togliere. C'è stato un momento nel quale ho perso la testa per il dolore. Ciò mi ha fatto piangere ma non ne potevo più. Ho offerto tutto ciò a Nostro Signore. Ho sofferto tutto il giorno ed ho fatto come se non soffrissi. Gesù voglio soffrire per i miei peccati!

21 luglio. - Ho molto male a un dente ma non dico niente, voglio soffrire in silenzio.

Madre, tra quindici giorni sarà il giorno della mia uscita dal collegio e benché sia triste voglio fare la volontà di Dio con gioia. Pregate molto per me; inizierò a lottare con il mondo e penso ch~ durante le vacanze domanderò il permesso di andare al Carmelo. Vedo che questa è la volontà di Dio perché le difficoltà che mi sembravano insormontabili si sono appianate. Penso di condurre una vita di preghiera: mi alzerò alle 5 e mezza e farò dalle 6 alle 7 la meditazione. Alle 11.50 esame. A metà giornata lettura spirituale e alla sera un'ora di preghiera.

28 luglio. - Ho molta pena perché una settimana sola mi separa dall'uscita ma voglio fare questo sacrificio eroicamente senza versare lacrime. Ciò che mi fa soffrire di più è rindifferenza di Madre Izquierdo per me. Dopo averla amata come l'ho amata io, dopo averla lasciata leggere nella mia anima, ecco cosa ho ottenuto. Ciò mi fa capire che le creature anche le più sante non sanno amare. Addio a tufta la tenerezza umana. Non trovo che in Gesù solo questo amore costante, un amore senza limiti, un amore infinito.

29 luglio. - La mia uscita dal collegio è decisa. Ho pena perché lascio il collegio dove ho vissuto con Nostro Signore, al riparo da tutti i pericoli del mondo.

30 luglio. - Sono andata a trovare la Madre vicaria. Mi ha dato dei consigli molto saggi e dolci. Mi ha detto di rassegnarmi a partire, perché questa è la volontà di Dio. Che sono l'angelo tutelare della famiglia. Che vada tutti i giorni alla messa e faccia tutti i giorni la meditazione. Che sono la bambina di Maria, e l'imiti nell'essere umile e nel sopportare le umiliazioni. Che non mi lasci turbare dalle impressioni ma conservi la serenità del viso malgrado le contrarietà e le afflizioni. Che sia molto affettuosa con mamma. In questo periodo la ringrazi non solo con parole ma con le azioni di tutto ciò che fa per me, e nel consolarla dalle afflizioni l'aiuti in tutto. Che sia molto affettuosa con papà. Con i miei fratelli, che sia un angelo che li consiglia. Dovrò essere così virtuosa e devota che la virtù diventi simpatica a tutti. Studierò poiché oggigiorno più che mai la donna deve essere istruita. Infine, lei mi disse che rimarrò sempre nel cuore delle madri e che potrò contare sulle loro preghiere e i loro sacrifici. Potrò considerare il Sacro Cuore come la mia casa ed andare a cercare i consigli di cui avrò bisogno.

31 luglio. - Mi sono tolta il dente, grazie a Dio ma anestetizzato con il cloroformio. Ho sofferto con questo dente quanto non è possibile dire. Ho passato delle notti insonni e ieri ho pianto dal dolore; ma alla sera mi sono ripromessa di non piangere per offrirlo a Dio e ho sopportato il dolore tutta la notte senza lamentarmi. Amo il mio dente perché mi ha fatto soffrire

2 agosto. - Oggi, primo venerdì senza comunicarmi perché non ho potuto alzarmi. Ho molta pena, ma dopotutto rho nel mio cuore e sono con lui. Ho parlato molto ieri con Herminita, domandandole d'essere pia. Mi sono proposta di cambiare completamente. Che Gesù sia la nostra unione e che la nostra amicizia sia un atto continuo di lode di gloria.

"Parla Signore!", (Ritiro del 1918)

7 agosto. - Sono entrata in ritiro: "Parla Signore poiché la tua serva ti ascolta". Vorrei dire con la Santa Vergine: Fiat mihi secundum Verbum tuum. La mia piccola casa sarà chiusa a tutto ciò che è del mondo, ed aperta solamente al cielo. Come Maddalena, mi pongo in ascolto di Nostro Signore "L'unica cosa necessaria". Voglio conservare il silenzio e mortificare il mio sguardo.

FINE DELL'UOMO. - Amare e servire Dio e così aspettare il cielo. Questo fine è grande: conoscere Dio, questo Dio immensamente perfetto, questo Dio eterno, immutabile, potente, misericordioso e buono. Questo Dio è il mio fine. Chi sei tu mio Dio e chi sono io? Io, creatura formata dalle tue mani, creatura nata dal nulla, formata di argilla, ma con un'anima simile a Dio, intelligente e libera destinata a darti la gloria del mondo visibile. Mio Dio, noi siamo così miserabili che ci ribelliamo contro te, nostro creatore. Perdonami! Invece di amarti, ti offendiamo. Ci hai imposto un solo comandamento e noi non lo rispettiamo. A che serve guadagnare il mondo intero se tu perdi l'anima? Che importano le ricchezze gli onori la gloria gli affetti umani che passano e finiscono in confronto della mia anima che è immortale e che è costata il sangue di Gesù Cristo, del mio Dio? Deve valere tanto se il diavolo sta in agguato per perderla. Quindi o salvo la mia anima o la perdo per sempre. Ma io la voglio salvare.

PROGETTI. - Il mio fine è dì amare Dio e di servirlo perché se amo Dio, compio la sua divina volontà. Quale è la sua divina volontà? Che sia coerente e perfetta. Come diventare più facilmente perfetta? Per mezzo dei consigli evangelici: obbedienza, castità e povertà. Devo servire Gesù Cristo che mi ha chiamato e che è la mia salute.

IL PECCATO. - Il suo nome solo mi fa fremere. È una rivolta contro Dio così santo. Un peccato è bastato perché gli angeli cadessero in un istante all'inferno. Il peccato originale portò la morte nel mondo ed infine crocifisse Nostro Signore sul Calvario. Quale orrore, mio Dio! Preferirei morire mille volte piuttosto che offenderti, così leggermente, perché tu sei mio Padre, mio Amico, il mio Sposo adorato: Tu hai ricordato e punito un peccato veniale a Sara, a Mosè, a Davide ecc. e tu non mi punisci, che ti ho offeso mille volte. Perdono!

LA MORTE. - Tutti noi dobbiamo morire. Tutto passa e noi pure. Ogni giorno ci avviciniamo all'eternità. Perché ci affezioniamo alle cose che muoiono? Gli onori non hanno nulla in comune con la virtù e sono delle creature miserabili che rendono loro omaggio. La ricchezza si perde. Non vale nulla e non porta la felicità. Gli applausi, l'affetto si attenuano e si estinguono davanti a qualche defezione. Dio solo può esaudirci. Lui è la verità ed il bene immutabile. Egli è l'amore eterno. Gesù mio e Madre mia, fate che appartenga a Lui per sempre! Perché niente attrae la mia attenzione sulla terra, se non c'è il Tabernacolo. Conservami pura per te. Fa che alla mia morte possa dire: quale fortuna che io finalmente vada a perdermi nell'oceano infinito del Cuore di Gesù, mio Sposo adorato.

IL GIUDIZIO. - Renderemo conto di tre cose: dei vantaggi, dei nostri peccati e delle nostre opere, secondo quella che fu la nostra intenzione. Oh! mio Dio non sono una santa malgrado i benefici di cui mi hai colmato! Perdonami perché lo sarò d'ora innanzi. Madre, fate che sia santa!

Sono andata a confessarmi. Sono molto consolata. Ho detto tutto al Padre. Mi ha completamente soddisfatto. Vorrà dire che dormirò sette ore. Mi ha permesso di portare un cilicio tre volte la settimana, per un'ora. Mi ha detto di fare tre quarti d'ora di preghiera la mattina ed un quarto d'ora il pomeriggio. Posso rinnovare il voto fino all' 8 settembre.

L'INFERNO. - Non mi spaventa tanto tranne il pensiero di Santa Teresa: "I dannati non possono amare Dio".

IL FIGLIO PRODIGO. - Mio Gesù, ecco che mi sacrifico di più. Il tuo amore, Gesù per una creatura così ingrata. Mi prostro ai tuoi piedi e lì, confusa, ti domando perdono. Si mio Gesù. Da ora vorrei vivere sempre accanto a te. Amore, consuma questa miserabile creatura!!

LA CENA. - Mi sembra che quando parlo dell'eucaristia senta qualche cosa di straordinario in me perché non posso né pensare, né fare nulla. Sono come paralizzata e so che se in quel momento mi venissero degli slanci di amore, non potrei resistere. Mio Gesù, mi anniento, davanti al tuo amore! Tu Dio del cielo, della terra, dei mari, delle montagne, del firmamento costellato di stelle; tu, Signore, che sei adorato dagli angeli in estasi d'amore; tu, Gesù - Uomo; tu, Pane! Annientarsi, niente è abbastanza! Se ci avessero lasciato una reliquia di te, ciò sarebbe una prova d'amore degna della nostra venerazione, ma rimanere tu stesso sapendo che sarai oggetto di profanazione, di sacrilegio, di ingratitudine, di abbandono, Signore, sei tu folle d'amore? Non solo in un luogo della terra, ma in tutti i Tabernacoli della Terra. Signore, quanto sei buono, il tuo amore è così grande che tu vai giusto a sembrare un nulla! Ancora di più, tu sparisci per lasciar vedere "un nulla criminale".

LA PASSIONE. - Egli soffre dalla sua nascita perché egli sa che va a soffrire. Egli desidera ardentemente soffrire e rimprovera San Pietro scandalizzato quando lui stesso gli chiede di non morire. Egli soffre perché ama ed è un Dio infinito che soffre per i peccati della sua vile e miserabile creatura. Soffre delle ingiurie, soffre nel suo spirito, soffre nel suo corpo.

L'OBBEDIENZA. - 1) Obbedire con spirito di fede, vedendo Dio nei superiori; 2) obbedire come Nostro Signore fu obbediente a Nazareth.

IL CIELO. - Possedere Dio, vederlo faccia a faccia, amarlo per l'eternità. Comprendere tutti i misteri, conoscerlo. Che bello!!

Lascio il collegio - Propositi

Ho passato giorni meravigliosi. in ogni momento di ritiro sono stata con lui nella piccola cappella, vicino a lui. Abbiamo tanto parlato... Ho provato tanti dubbi sulla mia vocazione. Mi sono chiesta se sarò Carmelitana, ma Gesù mi ha detto che questa è la sua volontà.

Lascio il collegio. Non è possibile descrivere come soffro. Mio Dio, come tutto passa e finisce! Come ci affezioniamo a ciò che è transitorio! Non ho pianto ma ho il cuore in lacrime. Ho assistito all'apertura del semestre e vedendo che non avrò alcun incarico ho sentito il mio cuore infrangersi. Addio, madri che mi avete insegnato il cammino della virtù, che mi avete mostrato la via della bontà più completa, qui sulla terra e la via del cielo. Addio, dimora del Cuore di Gesù dove ho vissuto tre anni con te. Addio compagne tanto amate, addio. Il vostro affetto rimarrà sempre nella mia memoria. Addio, addio a tutti. Vado con lui. Lo seguo e raggiungo la felicità. Non piangerò. Voglio offrire questo sacrificio a Dio con generosità. Tutto per te, jesù, fino alla morte.

Propositi per tutta la vita: 

1) Non abbandonare la meditazione, la comunione e la messa; 

2) Farò l'esame di coscienza e reciterò le mie preghiere del mattino e della sera in ginocchio;

3) Farò una lettura spirituale e conserverò nella mia anima un raccoglimento che mi faccia rimanere unita a Gesù e separata completamente dal mondo;

4) Avrò del carattere. Non mi lascerò trascinare dal sentimento e dal cuore, ma dalla ragione e dalla coscienza;

5) Farò con gioia la volontà di Dio, tanto nelle afflizioni quanto nelle gioie, senza mostrare sul mio viso quello che mi passa nel cuore. Mai piangere pensando a ciò che dice Santa Teresa: bisogna aver un cuore d'uomo e non di donna;

6) Non mancherò mai di rispetto né nella mia condotta né nelle parole.

Fine del collegio

Gloria a Dio solo!

Quante impressioni diverse! Della pena di lasciare il mio collegio, le Madri e le mie care compagne alle quali sono tanto riconoscente. Come sono state buone per me, quale affetto mi hanno testimoniato, a me che sono così poco degna! Ho compiuto il mio sacrificio senza piangere. Ho veramente sentito in me una forza superiore alle mie: e stato Gesù che mi ha donato il coraggio in quel momento. Ho sentito che il mio cuore si rompeva nel dire addio alla mia vita da collegiale e ciò nonostante non ho pianto perché avevo promesso a Nostro Signore di agire così, al fine di prepararmi al grande sacrificio che devo fare tra qualche mese. D'altra parte, ho risentito l'attrazione della vita di fuori, della vita di famiglia che avevo abbandonato da piccola; mi ritrovai tra i miei per fare del bene e sacrificarmi, in ogni istante per ciascuno di loro. Ma ho anche lasciato Rebeca. Era la prima volta che noi saremmo state separate. Era il preludio della nostra separazione sulla terra; ma vedo la mano affettuosa del mio buon Gesù che prepara anche il nostro cuore per compiere il sacrificio.

Il mio cuore è anche terrorizzato. Un sentiero sconosciuto si apre davanti ai miei occhi e l'incognita produce sempre diffidenza. In più, entro nel mondo; questo mondo così perverso. Sto per infos-sarmi nell'atmosfera fredda e glaciale dell'indifferenza sociale. Vi soccomberò? Dio sa quello che ho sofferto! A ciò bisogna aggiungere che le Madri credono che sia partita perché l'ho voluto io. Come sono lontana dal compiere la mia volontà! Sono state le circostanze che mi hanno obbligato a lasciare il mio piccolo collegio, asilo di pace, di innocenza e di gioia. Era, soprattutto, la volontà di Dio che mi ha chiamata con insistenza. Oggi sono nel mondo e vedo quale è la mia vita; trovo che vivere in Dio si può portare avanti ancora di più che al collegio. Quanti sacrifici sono sconosciuti a tutti! Di più, la mia vita è maggiormente vita di preghiera. Sono spesso sola nella mia stanza con Dio solo. Lo studio non occupa più i miei pensieri. Ora non devo pensare che a lui.

Un angelo di amica - A teatro

25 agosto. - Ho lasciato il collegio da più di quattordici giorni e la vita che, al collegio, mi sembra un mistero, trascorre, grazie a Dio, tranquillamente. Tutti i giorni faccio la comunione e la preghiera di tre quarti d'ora. Mi sforzo di vivere continuamente alla presenza di Dio.Quanto è buono Nostro Signore! Come non amarlo? Il giorno stesso della mia entrata nel mondo mi ha donato un'amica che è un angelo. Noi pensiamo di tutto la stessa cosa, le nostre anime sono tutte simili, anche se lei è una piccola santa ed io una miserabile. Noi passiamo le stesse esperienze e le dobbiamo tacere accuratamente. Tanto che sembra che noi non siamo amiche, ma noi usciamo insieme ed allora ne approfittiamo per conversare.

Oggi durante la meditazione, Nostro Signore mi ha mostrato il suo grande amore; come si è umiliato ed abbassato fino a sembrare matto, peccatore, blasfemo, impuro, ladro. Mi ha detto che per giungere ad unirmi a lui completamente, mi farà morire a me stessa, amarlo più di me stessa. Mi ha mostrato come devo "morire": 1) Nel ricercare le umiliazioni e non ricercare gli onori e la considerazione, ecc.; 2) Quando mi sovvengono dei pensieri di orgoglio, umiliarmi davanti a Nostro Signore, paragonare la sua intelligenza infinita alla mia che ècosì piccola e dire delle assurdità per essere umiliata come il Cristo che fu considerato un pazzo; 3) Mortificare la mia volontà non prendendo piacere in nulla ed amando le umiliazioni; 4) Vivere unita a lui. L'amo! Nessuno è simile a lui! Egli è eterno e le creature muoiono. Egli è immutabile, e le creature cambiano. Egli è onnipotente e le creature impotenti. Egli è saggio. Egli conosce il passato, il presente ed il futuro, e le creature conoscono appena qualche scienza.

Nostro Signore mi ha liberato da tutti i divertimenti; l'unico al quale assisto è il teatro. Quale impressione mi ha fatto la prima volta! Che grande indecenza! Che pena ho provato vedendo quelle donne avere così poco pudore! Come offende Dio! La mia anima è rimasta unita a lui. La Vergine mi ha protetto in un modo straordinario. Non mi ricordo di aver posseduto un rosario, l'avrei recitato e me ne lamentavo. Quando uscii per passeggiare nella stanza dei passi perduti, Lucho mi disse che era stato trovato un rosario. Me lo mostrò e facendo fmta di niente, lo presi e subito mi misi a reci tarlo Che riconoscenza la mia anima ebbe verso questa Madre gelosa della purezza che le avevo affidato. Le altre volte si giocheranno dei buoni pezzi. Non so come ringraziare il mio Gesù.

Quante tentazioni ho dovuto vincere per non agire con civetteria. Non posso negarlo, ciò costituisce un diversivo e m'incanta. Tuttavia, non posso farlo poiché sarebbe un'ingratitudine nei confronti del mio Gesù.

Consigli di Padre José - Angosce dell'anima

Settembre. - Il Padre Josél è venuto. Mi sono confessata da lui. Mi ha detto che ha pensato che debba entrare al Carmelo l'anno prossimo. Mi ha consigliato, quando sarò al Carmelo, di non fare delle penitenze straordinarie, e di essere molto prudente. Mi ha detto che anche se le novizie possono domandare il permesso di mortificarsi di più, non lo debbo domandare; perché vale di più osservare più perfettamente la regola che mortificarsi arbitrariamente e poi, ammalata, domandare una dispensa. E quando per necessità, mi saranno permesse, dovrò sempre protestare, alla superiora, che non desidero altro che seguire la regola. Mi ha anche consigliato di rendere mai conto dello stato della mia anima, né alla maestra delle novizie, né alla superiora, né più che dei consigli particolari di Nostro Signore, perché in seguito perderei la mia tranquillità.

Mi ha detto che se papà non mi dà il suo permesso, debbo rispondergli che Dio può togliermi a lui per sempre inviandomi una malattia e la morte. Lui sistemerà tutto con il Monastero perché, una volta avuto il permesso, non debba aspettare oltre. Quando dovessi avere degli scrupoli o delle tentazioni, dovrò sempre farli conoscere al confessore, non importa quale Padre, poiché Dio dona a loro la saggezza, ma mai ad una persona laica. Che sia molto fedele a Nostro Signore, respingendo ogni pensiero che non sia di amore per Nostro Signore, né di civetteria, lo stesso per i desideri perché sono delle tentazioni contro la verginità. Che non ponga mai lo sguardo su di un ragazzo e se devo conversare con lui, lo guardi pure ma con indifferenza e modestia. Debbo fare l'esame particolare a metà ed a fine giornata.

14 ottobre. - Soffrire! È il motto ed il grido del mio cuore, ma per ora soffro come mai. Sono le sofferenze dell'anima. Bisogna morire a sé stessi per vivere nascosti in Cristo. Non ho gusto per la preghiera, né per la comunione e perciò, sento il desiderio grande di unirmi a lui. Non sento la sua voce. Niente. Tenebre. Non posso meditare, e non posso fare nulla. Nostro Signore mi ha chiesto di offrirmi come vittima per espiare gli abbandoni, e le ingratitudini che egli soffre nel tabernacolo. Mi ha detto che mi farà provare il disprezzo, l'ingratitudine, l'umiliazione, l'aridità; infine lui vuole che soffra. È il mio unico desiderio: voglio soffrire, e anche quando soffro, ho un ardente desiderio di soffrire di più per unirmi a Nostro Signore.

15 ottobre. - Festa della mia Santa Madre. Ho scritto al Carmelo. Ho pregato molto Santa Teresa affinché possa celebrare, l'anno prossimo, la sua festa al Carmelo. Ho parlato ieri con lui e mi ha detto tre cose che sono necessarie per raggiungere l'unione completa.

Con me stessa:

1) Che non parli mai di me stessa né dica la mia opinione se gli altri non me la chiedono;

2) Che preferisca gli altri a me stessa, l'ultima, la serva di tutti;

3) Che consideri il mio poco valore, e che mi umili interiormente nel vedere quanto sono miserabile;

4) Che non mi dia alcun piacere in niente, e che ringrazi quando mi si domanda qualche sacrificio.

Con il prossimo:

1) Che abbia sempre nei rapporti con lui lo spirito di fede nel vedere Dio nel prossimo;

2) Quando parlo a qualche giovane che l'abbia presente e che veda la sua bellezza.

Con Dio:

1) Umile, annientata davanti a lui;

2) Amarlo e domandare la virtù della carità.