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Canterò in eterno la Misericordia del Signore. Diario - Sr.
Faustina
II QUADERNO
G.M.G.
+
Canterò in eterno la Misericordia del Signore Di fronte a tutto il
popolo, Poiché questo è il più grande attributo dì Dio, E per noi un
miracolo continuo. Scaturisci dalla Trinità Divina, Ma da un unico
amorevole grembo; La Misericordia del Signore apparirà all'anima, In
tutta la sua grandezza, quando cadrà il velo. Dalla sorgente della Tua
Misericordia, o Signore, Sgorga ogni felicità e vita, Perciò voi
creature tutte ed elementi Cantate in estasi l'inno della Misericordia.
Le viscere della Misericordia di Dio sono state aperte per noi Dalla
vita di Gesù morto sulla Croce, Non dovresti perciò dubitare né
disperare, o peccatore, Ma confidare nella Misericordia, poiché anche
tu puoi diventare santo. Due sorgenti in forma di raggi sono scaturite
Dal Cuore di Gesù, Non per gli Angeli, né per i Cherubini o i Serafini,
Ma per la salvezza dei peccatori.
+ G.M.G. O VOLONTÀ DI
DIO, SII IL MIO AMORE.
O
mio Gesù, Tu sai che non avrei scritto nemmeno una lettera
dell'alfabeto dì mia iniziativa, e se scrivo lo faccio soltanto per un
ordine preciso della santa obbedienza.
DIO E ANIME. Sr. M. Faustina, del Santissimo Sacramento
+ O Gesù, o Dio nascosto, Il mio cuore Ti sente, Benché Ti coprano i
veli. Tu sai che Ti amo.
+ Wilno, 24.XI.193i G.M.G. + Secondo Fascicolo. Dio SIA ADORATO.
O
SS.ma Trinità, in cui è racchiusa la vita interiore di Dio Padre,
Figlio e Spirito Santo, o gioia eterna, inimmaginabile abisso d'amore,
che ti espandi su tutte le creature e le rendi felici, onore e gloria
al Tuo Nome per i secoli dei secoli. Amen. Quando vengo a conoscere la
Tua grandezza e la Tua bellezza, o mio Dio, gioisco indicibilmente per
il fatto che il Signore, al quale servo, è tanto grande. Con amore e
con gioia faccio la Sua santa volontà e quanto più Lo conosco, tanto
più ardentemente desidero amarLo. Ardo dal desiderio di amarLo sempre
più.
+ Il 14.
In
questo giovedì, mentre si faceva l'adorazione notturna, sin dall'inizio
non mi è stato possibile pregare. Una strana aridità si era impadronita
di me, non riuscivo a riflettere sulla dolorosa Passione di Gesù.
Allora mi stesi sui pavimento a forma di croce ed offrii la dolorosa
Passione di Gesù al Padre Celeste in riparazione dei peccati del mondo
intero. Quando mi alzai da terra dopo quella preghiera andai al mio
inginocchiatoio, ad un tratto vidi Gesù li vicino. Gesù aveva l'aspetto
uguale a quello che aveva durante la flagellazione. Teneva nelle mani
una veste bianca, che mi fece indossare, ed un cordone col quale mi
cinse i fianchi e mi copri con un manto rosso, tale e quale a quello
con cui fu coperto Lui durante la Passione, ed un velo dello stesso
colore e mi disse: « Tu e
le tue
compagne avrete un abito così. La Mia vita, dalla nascita alla morte
sulla Croce, sarà la vostra regola. Specchiati su di Me e vivi secondo
questo modello; desidero che tu penetri più a fondo nel Mio spirito e
tenga presente che sono mite ed umile di Cuore ». Una
volta
avvertii nell'anima una sollecitazione a mettermi all'opera ed a
compiere tutto ciò che Dio esigeva da me. Entrai un momento in cappella
ed udii questa voce nell'anima: « Perché
hai paura? Pensi forse che Mi manchi l'onnipotenza e non possa venirti
in aiuto?».
Ed in quell'istante avvertii nell'anima una forza singolare e nulla mi
sembravano tutte le contrarietà che mi potevano capitare
nell'adempimento della volontà di Dio. Venerdì, durante la S. Messa,
quando la mia anima era inondata dalla felicità di Dio, sentii
nell'anima queste parole: «
La Mia
Misericordia è giunta alle anime attraverso il Cuore divino e umano di
Gesù, come un raggio di sole attraverso un cristallo».
Sentii
nell'anima e compresi che ogni avvicinamento a Dio ci viene concesso
per Gesù, in Lui e per Lui. Un giorno in cui terminò la novena a Ostia
Brama, verso sera, dopo che erano state cantate le litanie, un
sacerdote portò il Santissimo Sacramento nell'ostensorio. Quando lo
posò sull'altare, vidi subito il Bambino Gesù, che allungava le Sue
braccine verso Sua Madre, che allora aveva l'aspetto vivo. Quando la
Madonna parlava con me, Gesù allungava le braccine verso il popolo lì
riunito. La Madre Santissima mi disse dì accettare tutte le richieste
di Dio come una bambina senza indagare minimamente; in caso contrario
la cosa non sarebbe piaciuta a Dio. In quell'istante scomparve il
Bambino Gesù e la Madonna perse l'aspetto vivo e l'immagine del
santuario rimase come era prima. La mia anima allora venne inondata da
una gioia ed un'esultanza grande e dissi al Signore: « Fa' di me quello
che ti piace; sono pronta a tutto. Ma Tu, Signore, non allontanarTi da
me nemmeno un istante ».
+ G.M.G. IN ONORE DELLA
SANTA TRINITA’.
Pregai
la Madre Superiora di autorizzarmi a digiunare per quaranta giorni,
prendendo una fetta di pane ed un bicchiere d'acqua al giorno. Ma la
Madre Superiora non mi diede il permesso per quaranta giorni, ma solo
per sette giorni, uniformandosi al parere del confessore. «Non posso
esonerarla del tutto dagli impegni, e ciò per riguardo verso le altre
suore che potrebbero obiettare qualche cosa. Sorella, io le do il
permesso, quando è possibile, di dedicarsi alla preghiera o di prendere
nota di alcune cose, ma per quanto concerne il digiuno non riesco ad
escogitare nulla ». Poi aggiunse: « Adesso vada, sorella, può darsi che
mi venga qualche idea ». La domenica mattina compresi interiormente
che, quando la Madre Superiora mi aveva destinata in portineria durante
i pasti, pensava di potermi dare la possibilità di digiunare. Al
mattino non andai a colazione, ma poco dopo mi recai dalla Madre
Superiora e le dissi: « Dato che ho servizio alla porta, mi sarà molto
facile evitare di essere notata ». E la Madre Superiora mi rispose: «
Quando l'ho messa in tabella, pensavo proprio a questo ». Adesso
capisco perché avevo avuto interiormente lo stesso pensiero.
24.XI.1935.
Domenica,
primo giorno. Andai subito davanti al Santissimo Sacramento e mi offrii
insieme a Gesù, che è nel SS.mo Sacramento, all'Eterno Padre. E subito
udii nell'anima queste parole: «Lo
scopo tuo e delle tue compagne è
quello di unirti a Me nella maniera più stretta per mezzo dell'amore.
Concilierai la terra col cielo, mitigherai la giusta collera di Dio ed
impetrerai la Misericordia per il mondo. Affido alle tue cure due perle
preziose per il Mio Cuore, che sono le anime dei sacerdoti e le anime
dei religiosi; per loro pregherai in modo particolare; la loro forza
dipenderà dal vostro annientamento. Le preghiere, i digiuni, le
mortificazioni, le fatiche e tutte le sofferenze, le unirai alla
preghiera, al digiuno, alla mortificazione, alla fatica ed alla
sofferenza Mia ed allora avranno valore di fronte al Padre Mio».
Dopo
la santa Comunione vidi Gesù, che mi disse queste parole: «Oggi penetra
nello spirito della Mia povertà ed organizza tutto, in modo che i più
poveri non abbiano nulla da invidiarti. Non nei grandi palazzi e negli
splendidi arredamenti, ma in un cuore puro e umile trovo la Mia
compiacenza ». Quando restai sola, cominciai a riflettere
sullo spirito
di povertà. Vedo chiaramente che Gesù non aveva nulla, benché fosse il
Padrone dell'universo. Nasce in una mangiatoia presa in prestito;
durante la vita fa del bene a tutti, ma Egli stesso non ha dove posare
il capo. E sulla croce vedo il massimo della Sua povertà, poiché non ha
nemmeno la veste su di Sé. O Gesù, col solenne voto di povertà,
desidero assomigliare a Te; la povertà mi sarà madre. Come non si
possiede nulla esternamente e non si dispone di nulla come proprietari,
così occorre non desiderare nulla interiormente. Come è grande la Tua
povertà nel Sant.mo Sacramento! C'è mai stata un'anima così abbandonata
come Te, o Gesù, sulla croce? La castità - questo voto, lo si capisce
per se stesso - proibisce tutto ciò che è vietato dal sesto e dal nono
comandamento di Dio, naturalmente azioni, pensieri, parole, sentimenti
e... Comprendo che il voto solenne si differenzia dal voto semplice, lo
comprendo in tutta la sua estensione. Mentre riflettevo su ciò, sentii
nell'anima queste parole: “Sei
la Mia sposa per l'eternità, la tua
purezza dev'essere maggiore di quella degli angeli, poiché con nessun
angelo ho rapporti di così stretta intimità come con te. La più piccola
azione della Mia sposa ha un valore infinito; un'anima pura ha una
potenza incalcolabile davanti a Dio”. L'obbedienza. « Sono venuto a
fare la volontà del Padre Mio. Sono stato ubbidiente ai genitori,
ubbidiente ai carnefici, sono ubbidiente ai sacerdoti ».
Comprendo,
Gesù, lo spirito dell'obbedienza ed in che cosa consiste. Esso non
riguarda solo l'esecuzione esteriore, ma interessa anche la mente, la
volontà ed il giudizio. Dando ascolto ai superiori, obbediamo a Dio.
Poco importa se sia un angelo od un uomo a comandarmi in nome dì Dio:
io debbo essere sempre obbediente. Non scriverò molto sui voti, poiché
essi sono per sé chiari e basati sul concreto, mi accingo piuttosto a
gettare uno sguardo generale su questa congregazione.
+ RIASSUNTO GENERALE.
Non
ci saranno mai case sfarzose, ma una modesta chiesetta e presso questa
una piccola comunità, un piccolo gruppetto di anime, che sarà composto
di non più di dieci elementi, oltre ad altri due che dovranno sbrigare
le varie necessità della congregazione all'esterno e fare i vari
servizi in chiesa. Non porteranno un abito, ma vestiranno come i laici.
Avranno i voti, ma semplici e saranno strettamente sottomesse alla
superiora, che starà dietro la grata. Avranno parte a tutti i beni
spirituali della congregazione, ma non ce ne potrà essere mai più di
due, preferibilmente una. Ogni casa sarà indipendente dall'altra,
tuttavia per la regola, i voti e lo spirito saranno unite fra dì loro
nel modo più stretto. In casi eccezionali però si potrà inviare una
suora da una casa all'altra, come è possibile e, per la fondazione di
una nuova casa, prendere alcune religiose, se è necessario. Ogni casa
sarà soggetta all'Ordinario del luogo. Ogni religiosa abiterà in una
cella a parte, tuttavia la vita si svolgerà in comune, si riuniranno
assieme per la preghiera, per i pasti e la ricreazione. Ogni religiosa
che emette la professione, non vedrà più il mondo, nemmeno attraverso
la grata, che verrà ostruita da un panno scuro, ed anche i colloqui
saranno strettamente limitati. Sarà come una persona morta, che il
mondo non comprende e che non comprende il mondo. Deve interporsi fra
la terra e il cielo ed implorare incessantemente da Dio Misericordia
per il mondo e forza per i sacerdoti, affinché le loro parole non
risuonino invano ed affinché essi stessi riescano a mantenersi nella
loro inconcepibile dignità - sebbene così esposti - senza alcuna
macchia... Non importa se di queste anime ce ne saranno poche, ma
saranno anime eroiche. Per le anime pusillanimi e deboli non ci sarà
posto. Fra di loro non ci sarà alcuna divisione in cori, né si
divideranno in madri e mammine, né in reverende e reverendissime, ma
saranno tutte uguali fra loro, anche se all'origine c'era fra loro una
grande differenza. Sappiamo chi era Gesù e come si è umiliato e con chi
ha avuto rapporti. Porteranno una veste uguale a quella che Egli ha
portato durante la Passione, e non solo la veste, ma dovranno imprimere
su di sé le impronte per le quali Egli si distinse, e queste sono: la
sofferenza ed il disprezzo. Ognuna dovrà tendere al massimo
rinnegamento del proprio io e ad amare l'umiltà, e quella che si
distinguerà maggiormente in questa virtù, sarà idonea a dirigere le
altre. Dato che il Signore ci ha fatte compagne della Sua Misericordia,
anzi di più, dispensatrici, dobbiamo avere un grande amore per ogni
anima, a cominciare dalle anime elette fino alle anime che ancora non
conoscono Dio. Con la preghiera e la mortificazione giungeremo fino ai
paesi selvaggi, aprendo la strada ai missionari. Ricorderemo che il
missionario è come il soldato al fronte, che non può resistere a lungo
se non è sostenuto da forza esterna che non partecipa direttamente alla
battaglia, ma gli fornisce tutto ciò di cui ha bisogno. Questo è
rappresentato dalla preghiera. Ognuna pertanto deve distinguersi per
spirito di apostolato. Mentre questa sera stavo scrivendo nella mia
cella, ho udito questa voce: « Non
uscire da questa congregazione, abbi
pietà di te stessa. Ti attendono grandi sofferenze ». Mi
sono girata in
direzione della voce, ma non ho visto nulla ed ho continuato a
scrivere. Ad un tratto ho avvertito un sussurro e queste parole: «
Appena esci, ti distruggeremo. Non ci tormentare ». Quando ho guardato,
ho visto molti brutti ceffi, ma appena ho fatto col pensiero il segno
della croce, sono spariti tutti immediatamente. Quanto è orribilmente
brutto satana! Povere le anime dannate, che debbono vivere in sua
compagnia; la sola sua vista è più ripugnante di tutte le pene
dell'inferno.
Dopo un momento ho udito questa voce nell'anima: « Non
aver paura di nulla, non ti capiterà niente se Io non voglio
». Dopo
queste parole del Signore, una forza misteriosa è entrata nella mia
anima e gioisco immensamente della bontà di Dio. Il postulato. Età
richiesta per essere accolta. Ogni persona dai quindici ai trent'anni
può essere accolta. In primo luogo bisogna badare allo spirito dal
quale è animata una data persona ed al carattere e vedere se ha una
volontà decisa ed il coraggio di seguire le orme di Gesù e questo con
gioia ed esultanza, poiché Dio ama chi dà gioiosamente. Deve
disprezzare il mondo e se stessa. La mancanza della dote non sarà mai
motivo di mancata accettazione. Ci devono essere naturalmente tutte le
formalità; non accogliere quando ci sono situazioni imbrogliate.
Inoltre non possono essere accolte persone melanconiche, propense alla
tristezza, con malattie infettive, caratteri ambigui, sospettosi,
inadatti alla vita religiosa. Bisogna fare grande attenzione nella
scelta dei membri, poiché basta una persona inadatta per mettere in
subbuglio tutto un convento. La durata del postulato. il postulato
durerà un anno. un quel periodo una data persona dovrebbe vedere se
quel tipo di vita le piace e se è adatto o meno a lei e nello stesso
tempo la maestra deve controllare attentamente se quella data persona è
adatta o meno a quel sistema di vita. Dopo un anno, se risulta che ha
buona volontà ed un sincero desiderio dì servire il Signore, bisogna
accoglierla in noviziato. Il noviziato deve durare un anno senza alcuna
interruzione. Le novizie devono essere istruite sulle virtù che
riguardano i voti e sull'importanza dei voti stessi. La maestra deve
mettere ogni impegno nel dar loro una solida formazione. Le eserciti
nell'umiltà, poiché solo un cuore umile osserva con facilità i voti e
prova grandi gioie che Dio elargisce alle anime fedeli. Non avranno
l'impegno di un lavoro di responsabilità, in modo che possano dedicarsi
liberamente al proprio perfezionamento. Sono rigorosamente tenute ad
osservare le regole e le norme in vigore, come del resto le postulanti.
Dopo un anno di noviziato, se la novizia si è mostrata fedele, si può
ammetterla a pronunciare i voti per un anno; questi devono essere
ripetuti per tre anni. Allora può già avere incarichi di
responsabilità, ma apparterrà al noviziato ed una volta alla settimana
deve partecipare alle lezioni assieme alle novizie e gli ultimi sei
mesi li passerà del tutto in noviziato, per prepararsi bene alla
professione solenne. Per quel che riguarda il vitto, non faremo uso di
carne. il vitto sarà tale che anche per questo i poveri non abbiano
nulla da invidiarci. Tuttavia nei giorni di festa ci potrà essere
qualche differenza rispetto ai giorni normali. Ci saranno tre pasti al
giorno; osserveremo rigorosamente i digiuni nello spirito primitivo e
soprattutto i due grandi digiuni. Il vitto sia identico per tutte le
suore, escludendo qualsiasi eccezione, in modo che la vita comunitaria
sia osservata in tutta la sua integrità, sia per il vitto che per il
vestiario, come per l'arredamento della cella. Però se qualche suora si
ammala, dovrà avere ogni miglior trattamento.
Per quanto riguarda la
preghiera. Un'ora dì meditazione, santa Messa e santa Comunione, le
preghiere, due esami di coscienza, l'ufficio, il rosario, la lettura
spirituale, un'ora dì preghiera durante la notte. Per quanto riguarda
l'ordine del giorno e l'orario, si può far meglio quando cominceremo a
vivere secondo questo sistema. Ad un tratto udii nell'anima queste
parole: « Ti assicuro
una entrata fissa con la quale vivrai. L'impegno
tuo è una totale fiducia nella Mia bontà, il Mio impegno è quello di
darti tutto ciò di cui hai bisogno. Divento Io stesso dipendente dalla
tua fiducia; se la tua fiducia sarà grande, la Mia generosità non
conoscerà limiti ».
Sul lavoro. Come persone povere, eseguiranno da
sole tutti i lavori che si debbono fare in convento. Ognuna deve
rallegrarsi se le capita un lavoro umiliante o contrario alla sua
natura, poiché le sarà d'aiuto per la propria formazione interiore. La
superiora cambierà spesso le mansioni delle suore ed in questo modo le
aiuterà a staccarsi completamente da quelle minuzie, alle quali le
donne hanno una particolare tendenza ad affezionarsi. In verità qualche
volta mi vien da ridere quando vedo coi miei occhi delle anime, che
hanno lasciato cose veramente grandi, attaccarsi a delle cianfrusaglie
che non valgono nulla. Ogni suora starà per un mese in cucina, non
escludendo nemmeno la superiora. Provino tutte qualsiasi fatica può
capitare in convento, abbiano tutte sempre retta intenzione in tutto,
poiché al Signore le situazioni poco chiare non piacciono affatto. Si
accusino esse stesse delle mancanze esterne e chiedano la penitenza
alla superiora; lo facciano in spirito di umiltà. Si amino
vicendevolmente di un amore superiore, di un amore puro, vedendo in
ogni consorella l'immagine dì Dio. La caratteristica particolare di
questa piccola congregazione è l'amore, e qui non restringano il
proprio cuore, ma vi racchiudano il mondo intero, dando concreta
testimonianza ad ogni anima per mezzo della preghiera secondo la
propria vocazione. Se secondo questo spirito saremo misericordiose,
anche noi troveremo Misericordia. Ognuna dovrebbe avere un grande amore
per la Chiesa. Come una brava figlia che ama la Madre prega per lei,
così ogni anima cristiana deve pregare per la Chiesa, che per lei è
Madre. E che dire poi di noi religiose, che ci siamo impegnate in modo
particolare a pregare per la Chiesa? Quanto è grande dunque il nostro
apostolato, sebbene sia così nascosto. Queste piccole cose quotidiane
saranno deposte ai piedi di Gesù come un'offerta di implorazione per il
mondo. Ma, affinché l'offerta sia gradita a Dio, deve essere pura e
affinché l'offerta sia pura, il cuore deve liberarsi da ogni
attaccamento naturale ed indirizzare tutti i sentimenti verso il
proprio Creatore, amando in Lui tutte le creature, secondo la Sua santa
volontà. E se ognuna si comporta così, in spirito di fervore, apporterà
gioia alla Chiesa. Oltre ai voti vedo una regola importantissima,
sebbene tutte siano importanti; metto tuttavia questa al primo posto,
ed è la regola del silenzio. Per la verità, se questa regola venisse
osservata rigorosamente, sarei tranquilla anche per le altre. Le donne
hanno una grande propensione a parlare. In verità lo Spirito Santo non
parla alle anime distratte e ciarliere, ma per mezzo delle sue tacite
ispirazioni parla alle anime raccolte, alle anime silenziose. Se
venisse osservato scrupolosamente il silenzio, non ci sarebbero
mormorazioni, amarezze, maldicenze, chiacchiere, non verrebbe
maltrattato l'amore del prossimo, in una parola molte mancanze
verrebbero evitate. Una bocca silenziosa è oro puro e dà testimonianza
della santità interiore.
Ma ora desidero parlare subito della seconda
regola, cioè del « parlare ». Tacere quando si deve parlare è
un'imperfezione e talvolta anche un peccato. E perciò tutte devono
partecipare alla ricreazione, e la superiora non esoneri le suore dalla
ricreazione, se non per un motivo molto importante. La ricreazione sia
allegra nello spirito di Dio. Durante la ricreazione c'è la possibilità
di conoscersi a vicenda; ognuna esprima la propria opinione con
semplicità per l'edificazione delle altre, e non per una qualche
superiorità, oppure, Dio ne scampi, per bisticciare. Ciò sarebbe
contrario alla perfezione ed allo spirito della nostra vocazione che
deve distinguersi per l'amore. Due volte al giorno ci sarà una
ricreazione di mezz'ora. Se qualche suora ha infranto il silenzio è
tenuta ad accusarsi subito alla superiora ed a chiedere la penitenza; e
la superiora per tale mancanza dia una penitenza pubblica, poiché se si
comporterà diversamente, dovrà rispondere essa stessa davanti al
Signore. Sulla clausura. Nei locali delimitati dalla clausura non potrà
entrare nessuno, senza una speciale autorizzazione dell'Ordinario e ciò
in casi eccezionali, come l'amministrazione dei sacramenti alle
ammalate o l'assistenza e la preparazione alla morte o in occasione di
funerali. Può capitare anche l'assoluta necessità dì fare entrare
dentro la clausura qualche operaio per riparazioni da fare nel
convento, ad ogni modo occorre ottenere prima una chiara
autorizzazione. La porta che conduce dentro la clausura deve essere
sempre chiusa e la chiave deve averla solo la superiora. Dell'andata in
parlatorio. Nessuna suora può andare in parlatorio senza un permesso
speciale della superiora e la superiora non deve concedere permessi per
andare di frequente in parlatorio. Coloro che sono morte per il mondo,
non devono ritornarvi nemmeno con colloqui, ma se la superiora ritiene
opportuno che una suora vada in parlatorio, si attenga alle seguenti
norme: accompagni essa stessa quella suora, e se non può, incarichi una
sua sostituta, la quale è obbligata alla discrezione e non riferirà
quello che ha ascoltato in parlatorio, ma informerà dì tutto la
superiora. I colloqui devono essere brevi, a meno che un riguardo per
la persona non li prolunghi un po', ad ogni modo non deve mai venire
scostato il panno della grata, se non in casi eccezionali, come può
capitare in seguito ad una insistente richiesta del padre o della
madre. Delle lettere. Ogni suora può inviare lettere sigillate
all'Ordinario dal quale dipende la casa. All'infuori di ciò, per ogni
lettera chiederanno il permesso e la consegneranno aperta alla
superiora, e la superiora deve regolarsi con spirito d'amore e con
prudenza. Essa ha il diritto d'inviarla o di trattenerla, secondo
quello che sarà per la maggior gloria di Dio, ma desidererei tanto che
questi scritti ci fossero il più raramente possibile. Aiutiamo le anime
con la preghiera e la mortificazione e non con gli scritti. Sulla
confessione. I confessori per la comunità, sia quello ordinario, che
quello straordinario, li assegna il Vescovo. Ci sarà un confessore
ordinario che ascolterà le confessioni di tutta la comunità una volta
la settimana. Il confessore straordinario verrà ogni tre mesi ed ogni
suora è tenuta a presentarsi a lui, anche se non intende fare una vera
confessione. Sia il confessore ordinario che quello straordinario non
rimarranno in carica oltre i tre anni.
Alla fine del triennio ci sarà
una votazione segreta ed in base a questa la superiora sottoporrà la
richiesta delle suore all'Ordinario. Ad ogni modo il confessore può
essere confermato per un secondo ed anche per un terzo triennio. Le
religiose si confesseranno vicino alla grata chiusa. Anche le
conferenze che verranno tenute alla comunità, si svolgeranno attraverso
la grata coperta da un panno scuro. Le suore non parleranno mai fra di
loro della confessione e dei confessori; preghino piuttosto per loro,
affinché Dio li illumini nel dirigere le loro anime. Della santa
Comunione. Le suore non parlino del fatto che una si accosta più di
rado e un'altra più spesso alla santa Comunione. Si astengano
dall'emettere giudizi su questa materia, su cui non hanno diritto di
parlare. Ogni giudizio in merito appartiene esclusivamente al
confessore. La Superiora può interrogare una data suora, però non al
fine di conoscere il motivo per cui non si accosta alla santa
Comunione, ma allo scopo di facilitarle la confessione. Le superiore
non si azzardino ad entrare nell'ambito della coscienza delle suore. La
superiora può disporre che qualche volta la comunità offra la Comunione
per una determinata intenzione. Ogni suora deve preoccuparsi della
massima purezza dell'anima, in modo da poter accogliere ogni giorno
l'Ospite divino. Una volta che ero entrata in cappella, vidi i muri di
una casa mezzo scombinata: le finestre erano prive dì vetri, la porta
non era ultimata, c'era solo l'intelaiatura. Tutto ad un tratto sentii
nell'anima queste parole: «
Qui deve stare quel convento ». Per la
verità non mi piacque molto che dovesse sorgere li, fra quelle rovine.
Giovedì. Mi sono sentita molto sollecitata a dare inizio al più presto
all'opera, secondo il desiderio del Signore. Quando mi sono accostata
alla santa confessione, ho anteposto una mia opinione all'opinione del
confessore.
In un primo momento non mi sono resa conto della cosa, ma
mentre facevo l'ora santa ho visto Gesù nell'aspetto che ha
nell'immagine, il quale mi ha detto che tutto ciò di cui parla con me e
quello che mi chiede, debbo comunicarlo al confessore ed alle
superiore. « E fa'
soltanto quello per cui ottieni il permesso ». E
Gesù mi ha fatto conoscere quanto poco Gli piaccia un'anima che agisce
di proprio arbitrio. In quell'anima ho riconosciuto me stessa. Ho
scorto in me quest'ombra dì spirito arbitrario, mi sono gettata nella
polvere davanti alla Sua Maestà e col cuore spezzato Gli ho chiesto
perdono. Gesù però non ha permesso che rimanessi a lungo in quello
stato d'animo, ma un Suo sguardo divino ha riempito la mia anima dì una
gioia così grande, che non ho parole per esprimerla. Gesù poi mi ha
fatto sapere che debbo interrogarlo di più e consigliarmi con Lui. In
verità quanto è dolce lo sguardo del mio Signore, il Suo occhio penetra
nella mia anima fin negli angoli più segreti; c'è intesa fra il mio
spirito e Dio senza pronunciare nemmeno una parola, sento che Egli vive
in me e io in Lui. All'improvviso vidi quell'immagine in una piccola
cappellina sconosciuta e vidi che quella cappellina in un attimo
divenne una chiesa grande e bella e in quella chiesa vidi la Madonna
col Bambino in braccio. Ad un tratto il Bambino scomparve dalle braccia
della Madonna e vidi l'immagine viva di Gesù crocifisso. La Madonna mi
disse di comportarmi come Lui, che, nonostante le gioie, aveva sempre
guardato intensamente la croce ed aggiunse che le grazie che Iddio mi
concedeva non erano soltanto per me, ma anche per le altre anime. il
Bambino Gesù che vedo durante la santa Messa, non è sempre identico;
talvolta è molto esultante e altre volte non guarda affatto verso la
cappella. Ora il più delle volte è lieto, quando celebra la santa Messa
il nostro confessore. Sono rimasta enormemente stupita nel vedere
quanto lo ami il Bambino Gesù. Qualche volta lo vedo con la fascia
colorata.
Prima di venire a Wilno e prima di conoscere questo
confessore, avevo visto una volta una chiesa non grande e accanto ad
essa questa comunità. Quel convento aveva dodici celle, ogni religiosa
doveva avere la sua cella a parte. Vidi un sacerdote che mi aiutava
nella sistemazione di quel convento e che poi conobbi alcuni anni dopo,
ma l'avevo già conosciuto in visione. Vidi come sistemava tutto con
grande dedizione in quel convento ed era aiutato anche da un altro
sacerdote, che finora non ho conosciuto. Vidi la grata di ferro, dietro
la quale c'era un panno scuro. In quella chiesa le suore non andavano.
il giorno dell'Immacolata Concezione della Madonna, durante la santa
Messa, sentii un fruscio di vesti e vidi la Madre Santissima
risplendente e di una bellezza straordinaria. Aveva una veste bianca
con una sciarpa azzurra e mi disse: « Mi dai una grande gioia quando
adori la SS.ma Trinità per le grazie ed i privilegi che mi ha concesso
». E scomparve subito. Delle penitenze e delle mortificazioni. Al primo
posto ci sono le mortificazioni interiori, ma praticheremo anche
mortificazioni esteriori, esattamente indicate in modo che tutte
possano praticarle. Esse sono: tre giorni alla settimana faremo digiuno
stretto. I giorni sono: venerdì, sabato e mercoledì. Ogni venerdì, per
il tempo necessario a recitare il salmo 50, il Miserere, si
sottoporranno alla disciplina, tutte alla stessa ora, nelle proprie
celle. L'ora indicata, le tre del pomeriggio, l'offriranno per i
peccatori che stanno per morire.
Durante i due grandi digiuni come nei
giorni del trimestre nelle vigilie, il vitto sarà questo: durante il
giorno un pezzo di pane ed un po' d'acqua. Ciascuna procuri di
praticare queste mortificazioni, che sono prescritte per tutte, ma se
qualche suora desidera qualche cosa dì più, chieda il permesso alla
superiora. Ed ecco un'altra mortificazione generale: a nessuna suora è
permesso entrare nella cella dì un'altra, senza un permesso speciale
della superiora; la superiora invece deve entrare talvolta anche
inaspettatamente nelle celle delle suore, non per una qualche forma di
spionaggio, ma in spirito d'amore e per la responsabilità che ha
davanti a Dio. Nessuna chiuderà nulla a chiave; la regola sarà la
chiave generale per tutte. Un giorno, dopo la santa Comunione, vidi
all'improvviso il Bambino Gesù che era accanto al mio inginocchiatoio e
si reggeva all'inginocchiatoio con entrambe le manine. Benché fosse
presente come un Bambino piccolo, la mia anima fu presa da timore e da
paura, poiché vedevo in Lui il mio Giudice, il mio Signore e Creatore,
davanti alla cui santità tremano gli angeli, e dall'altra parte la mia
anima veniva inondata da un amore ineffabile, sotto l'influsso del
quale mi sembrava di morire. Vedo ora che Gesù prima fortifica la mia
anima e poi la rende idonea a trattare familiarmente con Sé, poiché
diversamente non potrei sopportare quello che provo in quel momento. Il
comportamento delle suore verso la superiora. Tutte le suore rispettino
la superiora come Gesù stesso, come ho ricordato parlando del voto
dell'obbedienza; trattino con lei con fiducia infantile, non mormorino
mai, non disapprovino i suoi ordini, poiché questo non piace affatto al
Signore. Ognuna si comporti con spirito dì fede nei confronti delle
superiore, chieda con semplicità tutto quello di cui ha bisogno. Dio ce
ne guardi e non si ripeta mai, anzi non avvenga mai, che qualcuna di
voi debba essere motivo di tristezza o di lacrime per la superiora.
Ognuna sappia che, come il quarto comandamento obbliga i figli a
rispettare i genitori, lo stesso è per una religiosa verso la
superiora. Non è una buona religiosa quella che si permette e osa
giudicare la superiora. Siano sincere con la superiora e le parlino con
semplicità infantile di tutto e delle loro necessità. Le suore si
rivolgeranno alla loro superiora in questi termini: « La prego, suora
superiora ». Non le baceranno mai la mano ed ogni volta che
l'incontreranno lungo i corridoi, come pure quando andranno nella cella
della superiora, diranno: « Sia lodato Gesù Cristo », facendo un lieve
inchino col capo. Le suore fra di loro diranno: «La prego suor... »
aggiungendo il nome. Nei confronti della superiora si comportino con
spirito di fede e non con sentimentalismi oppure con adulazione, cosa
indegna di una religiosa e che la degraderebbe molto. Una religiosa
dev'essere libera come una regina e lo sarà se vivrà con spirito di
fede. Non dobbiamo ascoltare e rispettare la superiora perché è buona,
santa, prudente, no, non per questo, ma soltanto perché per me occupa
il posto di Dio ed ascoltando lei, obbedisco a Dio stesso. il
comportamento della superiora verso le suore.
La superiora deve
distinguersi per l'umiltà e per l'amore verso ciascuna suora, senza
alcuna eccezione. Non si regoli sulla base della simpatia o
dell'antipatia, ma secondo lo spirito dì Cristo. Sappia che Iddio le
chiederà conto di ogni suora. Non faccia prediche alle suore, ma dia
l'esempio di una profonda umiltà e di rinnegamento di sé e questo sarà
l'insegnamento più efficace per le suddite. Sia risoluta, però mai
aspra, abbia pazienza se la importunano con le stesse identiche
domande, anche se dovesse ripetere cento volte la stessa cosa, ma
sempre con la medesima calma. Cerchi di rendersi conto delle necessità
delle suore e non aspetti che le vengano a chiedere questo o quello,
poiché è differente l'indole delle anime. Se s'accorge che qualche
suora è triste oppure sofferente, cerchi di aiutarla in tutti i modi e
di confortarla; preghi molto e chieda lumi per sapersi comportare con
ognuna di loro, poiché ogni anima è un mondo diverso. Iddio ha diversi
modi di trattare con le anime, che talvolta per noi sono
incomprensibili ed inconcepibili, perciò la superiora sia prudente per
non danneggiare l'azione di Dio in qualche anima. Non richiami mai le
suore quando è nervosa, inoltre i rimproveri debbono essere sempre
accompagnati da parole d'incoraggiamento. Occorre far capire ad
un'anima che deve riconoscere il proprio errore, ma non bisogna
abbatterla. La superiora deve distinguersi per l'amore concreto verso
le suore; prenda ogni difficoltà sulle proprie spalle; per alleggerire
gli impegni alle suore, non pretenda alcun servizio da parte delle
suore, le rispetti come spose di Gesù e sia sempre pronta a servirle
sia dì giorno che di notte; sia più propensa a pregare che a comandare.
Abbia un cuore sensibile per le sofferenze delle suore ed essa stessa
studi e si concentri su di un libro aperto, Gesù Crocifisso. Preghi
sempre fervorosamente per impetrare luce, e soprattutto quando ha
qualcosa d'importante da decidere con qualche suora. Si guardi bene
dall'entrare nell'ambito delle loro coscienze, poiché in questo campo
ha la grazia solo il sacerdote; ma può capitare che qualche anima senta
il bisogno di confidarsi con la superiora. La superiora quindi può
ricevere le confidenze dì un'anima, ma non dimentichi il segreto,
poiché nulla disgusta maggiormente un ‘anima del fatto che si dica ad
altri ciò che essa ha detto in fiducia, cioè in segreto. Le donne hanno
sempre la testa debole a questo riguardo; di rado s'incontra una donna
che abbia la mente di un uomo. Procuri di essere profondamente unita a
Dio e Dio governerà tramite lei, la Madonna sarà la superiora di quel
convento e noi saremo le Sue figlie fedeli.
15.XII.33.
Oggi,
dal primo mattino, una forza misteriosa mi spinge ad agire, non mi dà
pace nemmeno per un minuto; un ardore misterioso si è acceso nel mio
cuore che mi spinge all'azione, non riesco a contenerlo, è un martirio
silenzioso noto soltanto a Dio. Faccia di me quello che Gli piace, il
mio cuore è pronto a tutto. O Gesù, o mio carissimo Maestro, non
allontanarTi da me nemmeno per un istante. Gesù, Tu lo sai bene quanto
io sono debole da sola, pertanto la mia debolezza Ti obbliga a rimanere
sempre con me. Una volta ho visto Gesù con una veste chiara. Fu nella
serra. «Scrivi quello che
ti dirò: Per Me è una delizia unirMi a te;
attendo con un grande desiderio e non vedo l'ora che giunga il momento
in cui abiterò sacramentalmente nel tuo convento. Il Mio Spirito
riposerà in quel convento; benedirò in modo particolare i dintorni dove
il convento si troverà. Per amore verso di voi allontanerò tutti i
castighi che vengono equamente inflitti dalla giustizia del Padre Mio.
Figlia Mia, il Mio Cuore si è piegato alle tue suppliche; il tuo
compito ed impegno qui sulla terra è quello di impetrare la
Misericordia per il mondo intero. Nessun'anima troverà giustificazione
finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la
prima domenica dopo Pasqua dev'essere la festa della Misericordia ed i
sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed
insondabile Misericordia. Ti nomino dispensatrice della Mia
Misericordia. Dì al confessore che quest'immagine deve venire esposta
in chiesa e non nel convento dentro la clausura. Attraverso questa
immagine concederò molte grazie alle anime, perciò ogni anima deve
poter accedere ad essa ». O Gesù mio, Verità eterna, non
temo nulla,
nessuna difficoltà, nessuna sofferenza; di una cosa soltanto ho paura,
offendere Te. O Gesù mio, preferirei non esistere piuttosto che
rattristarTi. O Gesù, Tu sai che il mio amore non conosce nessuno,
soltanto Te, in Te è immersa l'anima mia. Quanto dovrebbe essere grande
il fervore di ogni anima che vive in questo convento, se Iddio desidera
abitare con noi. Ognuna ricordi che, se non siamo noi anime consacrate
a supplicare Dio a concedere Misericordia, chi Lo supplicherà? Ogni
suora arda come una pura vittima d'amore davanti alla Maestà di Dio, ma
per essere gradita a Dio, si unisca strettamente a Gesù; soltanto con
Lui, in Lui e per Lui, possiamo piacere a Dio.
21.XII.1935.
Una
volta il confessore mi disse di andare a vedere una casa e controllare
se era la stessa che avevo visto in visione. Quando andai col mio
confessore a vedere quella casa, o meglio quelle macerie, a colpo
d'occhio riconobbi che tutto era tale e quale l'avevo visto in visione.
Quando toccai le tavole che erano inchiodate in sostituzione della
porta, in quel preciso momento ebbi come un lampo, una forza penetrò
nella mia anima dandomi la certezza assoluta; mi allontanai presto da
quel luogo, con l'anima piena di gioia. Mi sembrava che una forza
m'inchiodasse a quel luogo. Gioii enormemente avendo visto la piena
corrispondenza dì quelle cose con quelle che avevo visto in visione.
Quando il confessore parlò della sistemazione delle celle e di altre
cose, conobbi tutto identico a come mi aveva detto Gesù. Sono oltremodo
lieta che Iddio operi per mezzo di lui, ma non mi stupisco affatto per
questo, che Iddio gli dia tanta luce, dato che in un cuore puro ed
umile abita Iddio che è la luce stessa e tutte le sofferenze e le
contrarietà esistono affinché sia manifestata la santità di un'anima.
Quando tornai a casa, entrai subito nella nostra cappella, per riposare
un momento ed all'improvviso udii nell'anima queste parole: « Non aver
paura di nulla, Io sono con te; queste questioni sono nelle Mie mani e
Io le realizzerò secondo la Mia Misericordia, e niente si può opporre
alla Mia volontà ».
ANNO 1935. VIGILIA DI
NATALE.
Fin dal
mattino il mio spirito fu immerso in Dio. La Sua presenza mi penetrò da
una parte all'altra. Verso sera, prima di cena, entrai un momento in
cappella, per scambiare l'oplatek con coloro che sono lontano, che Gesù
ama molto ed ai quali io debbo molta riconoscenza. Quando scambiai
l'oplatek in spirito con una certa persona, udii nell'anima queste
parole: « Il suo cuore
per Me è il paradiso in terra». Quando uscii
dalla cappella, in un attimo m'investì l'onnipotenza di Dio. Compresi
allora quanto Dio ci ama. Oh, se le anime potessero rendersi conto di
ciò e comprenderlo almeno in parte!
IL GIORNO DI NATALE.
La
Messa di mezzanotte. Durante la santa Messa ho visto di nuovo il
Bambino Gesù, straordinariamente bello, che allungava sorridendo le Sue
manine verso di me. Dopo la santa Comunione ho sentito queste parole: «
Io sono sempre nel tuo
cuore, non solo nel momento in cui Mi accogli
nella santa Comunione, ma sempre ». Ho vissuto queste
feste in una
grande gioia. O Santissima Trinità, Dio eterno, il mio spirito annega
nella Tua bellezza; i secoli per Te sono nulla, Tu sei sempre lo
stesso. Oh, quanto è grande la Tua Maestà! Gesù, quale è il motivo per
cui nascondi la Tua Maestà, hai abbandonato il trono del cielo e dimori
in mezzo a noi? Il Signore mi rispose: « Figlia Mia, l'amore Mi ha
condotto qui e l'amore Mi trattiene. Figlia Mia, se sapessi che grande
merito e ricompensa ha un atto di puro amore verso di Me, moriresti
dalla gioia. Lo dico affinché ti unisca continuamente a Me per mezzo
dell'amore, poiché questo è lo scopo della vita della tua anima; questo
atto consiste in un atto di volontà. Sappi che un'anima pura è umile;
quando ti umilii e ti annienti davanti alla Mia Maestà, allora
t'inseguo con le Mie grazie, faccio uso della Mia onnipotenza per
innalzarti ».
Una volta che il confessore mi aveva dato per penitenza
da recitare un «Gloria Patri », la cosa mi prese moltissimo tempo; ogni
tanto cominciavo e non arrivavo a finire, poiché il mio spirito stava
unendosi a Dio e non riuscivo ad esser presente a me stessa. Infatti
certe volte, nonostante la mia volontà, vengo investita
dall'onnipotenza di Dio e sono tutta immersa in Lui tramite l'amore, ed
in quei casi non so quello che avviene attorno a me. Quando dissi al
confessore che quella breve preghiera mi prendeva talvolta moltissimo
tempo e che certe volte non riuscivo a recitarla, il confessore mi
disse di recitarla subito lì, nel confessionale. Il mio spirito però
era immerso in Dio e non riuscivo a pensare a quello che volevo,
nonostante cercassi di sforzarmi. Allora il confessore mi disse: « La
reciti con me ». Ripetei parola per parola, ma mentre ripetevo ogni
parola, il mio spirito si immergeva nella Persona che avevo nominato.
Una volta, parlando di un certo sacerdote, Gesù mi disse che questi
anni sarebbero stati l'ornamento dei suoi anni di sacerdozio; i giorni
della sofferenza sembrano sempre più lunghi, ma anch'essi passeranno,
benché procedano così lentamente, che talvolta ci sembra che vadano
quasi indietro, ma la loro fine verrà presto e poi ci sarà la gioia
eterna ed inesprimibile. L'eternità... chi riesce a concepire ed a
comprendere anche solo quest'unica parola che proviene da Te, o Dio
ineffabile, cioè l'eternità? So che le grazie che mi concede Dio sono
talvolta esclusivamente per certe anime. Questa consapevolezza mi dà
una grande gioia, mi rallegro sempre del bene delle altre anime, come
se lo possedessi io stessa. Una volta il Signore mi disse: « Mi
feriscono di più le piccole imperfezioni delle anime elette, che i
peccati delle anime che vivono nel mondo ». Mi rattristai
molto per il
fatto che Gesù dovesse soffrire a causa delle anime elette, ma Gesù mi
disse: « Non finisce con
queste piccole imperfezioni, ti rivelo un
segreto del Mio Cuore, quello che soffro da parte delle anime elette:
l'ingratitudine per tante grazie è il nutrimento continuo per il Mio
Cuore da parte delle anime elette. Il loro amore è tiepido, il Mio
Cuore non può sopportarlo, queste anime Mi costringono a respingerle da
Me. Altre non hanno fiducia nella Mia bontà e non vogliono mai gustare
la dolce intimità nel proprio cuore, ma Mi cercano chissà dove,
lontano, e non Mi trovano. Questa mancanza di fiducia nella Mia bontà è
quella che Mi ferisce maggiormente. Se la Mia morte non vi ha convinti
del Mio amore, che cosa vi convincerà? Spesso un'anima Mi ferisce
mortalmente e in tal caso nessuno Mi consola. Fanno uso delle Mie
grazie per offenderMi. Ci sono delle anime che disprezzano le Mie
grazie e tutte le dimostrazioni del Mio amore; non vogliono ascoltare i
Miei richiami ma vanno nell'abisso infernale. La perdita di queste
anime, Mi procura una tristezza mortale. In questo caso, benché sia
Dio, non posso aiutare in nulla l'anima, poiché essa Mi disprezza;
essendo libera Mi può disprezzare, oppure Mi può amare. Tu,
dispensatrice della Mia Misericordia, parla a tutto il mondo della Mia
bontà e così conforterai il Mio Cuore. Molte più cose ti dirò, quando
parlerai con Me nel profondo del tuo cuore; lì nessuno può ostacolare
la Mia azione, lì riposo come in un orto chiuso».
L'interno della mia
anima è come un grande e magnifico mondo, in cui abita Iddio insieme a
me. All'infuori di Dio nessun altro può accedervi. All'inizio di questa
mia vita con Dio, ero oltremodo timorosa e cieca. il Suo bagliore mi
aveva accecato e pensavo che Egli non fosse nel mio cuore, eppure erano
momenti nei quali Iddio lavorava nella mia anima e l'amore diveniva più
puro e più forte ed il Signore portò la mia volontà alla più stretta
unione con la Sua santa volontà. Nessuno può comprendere quello che sto
vivendo in questo magnifico palazzo della mia anima, dove dimoro
continuamente col mio Amato. Nessuna cosa esterna mi ostacola nei
rapporti familiari con Dio; anche se usassi i termini più incisivi,
questo e questo, non esprimerei nemmeno l'ombra di quello che prova la
mia anima inebriata di felicità e d'amore inesprimibile, così grande e
puro, quale è la sorgente dalla quale proviene, cioè Dio stesso.
L'anima è totalmente imbevuta di Dio da parte a parte, lo sento
fisicamente ed il corpo partecipa a questa gioia; sebbene capiti che le
ispirazioni di Dio siano diverse nella stessa anima, tuttavia
provengono dalla stessa identica fonte. Una volta vidi Gesù assetato e
sul punto di svenire e mi disse: « Ho
sete». Quando porsi l'acqua al
Signore, la prese ma non bevve e scomparve subito. Era vestito come
durante la Passione. “Quando
rifletti su quello che ti dico nel
profondo del cuore, ne ricavi un vantaggio maggiore di quello che
avresti leggendo molti libri. Oh! se le anime volessero ascoltare la
Mia voce, quando parlo nel profondo dei loro cuori, in breve tempo
giungerebbero al massimo della santità”.
8.1.1936.
Quando
andai dall'Arcivescovo e gli dissi che Gesù voleva da me che pregassi
per impetrare la Misericordia divina per il mondo e che sorgesse una
congregazione che impetrasse la Misericordia divina per il mondo e lo
pregai perché mi concedesse l'autorizzazione per tutto quello che Gesù
voleva da me, l'Arcivescovo mi disse queste parole: « Per quanto
riguarda le preghiere, sorella, l'autorizzo, anzi l'esorto a pregare il
più possibile per il mondo e ad impetrare per esso la Misericordia di
Dio, poiché tutti abbiamo bisogno di Misericordia e certamente anche il
confessore non le impedisce di pregare secondo questa intenzione. Per
quanto riguarda questa congregazione attenda, sorella, che le cose si
dispongano un po' più favorevolmente. Questa faccenda per sé è buona,
ma non bisogna affrettarsi; se è volontà di Dio, un po' prima o un po'
dopo si farà. Per qual motivo non dovrebbe esserci? Dopotutto ci sono
tante diverse congregazioni, quindi anche questa sorgerà, se Dio lo
vuole. La prego di stare pienamente tranquilla; il Signore può tutto.
Procuri di stare strettamente unita a Dio e stia di buon animo ».
Queste parole mi procurarono una grande gioia. Dopo che avevo lasciato
l'Arcivescovo, udii nell'anima queste parole: « Per confermare il tuo
spirito parlo attraverso i Miei rappresentanti, in conformità di quello
che esigo da te, ma sappi che non sarà sempre così. Ti contrasteranno
in molte cose e per questo si manifesterà in te la Mia grazia e che
questa faccenda è Mia, ma tu non aver paura di nulla, Io sono sempre
con te. Sappi ancora questo, figlia Mia, che tutte le creature, sia che
lo sappiano, sia che non lo sappiano, sia che vogliano, sia che non
vogliano, fanno sempre la Mia volontà».
Una volta vidi all'improvviso
Gesù che aveva un aspetto di grande Maestà e mi disse queste parole: «
Figlia Mia, se vuoi creo
in questo momento un nuovo mondo più bello di
questo e passerai in esso il resto dei tuoi giorni ».
Risposi: « Non
voglio nessun mondo, io voglio Te, Gesù, voglio amarTi con lo stesso
amore col quale Tu ami me, di una cosa Ti supplico, rendi il mio cuore
capace di amarTi. Mi stupisco molto, Gesù mio, che Tu mi abbia fatto
una simile domanda, infatti che ne farei di questi mondi, anche se me
ne offrissi mille? Che profitto ne avrei? Tu sai bene, Gesù, che il mio
cuore muore di nostalgia per Te; tutto quello che è al di fuori di Te,
per me è nulla ». In quel preciso momento non vidi più
nulla, ma una
forza strana avvolse la mia anima ed un fuoco misterioso si accese nel
mio cuore ed entrai in una specie di agonia per Lui ed inaspettatamente
udii queste parole: « Con
nessun'anima mi unisco, così intimamente e in
questo modo, come con te, e questo per la profonda umiltà e l'amore
ardente che hai per Me ».
Una volta udii nell'anima queste parole: « Ho
presente ogni palpito del tuo cuore; sappi, figlia Mia, che un solo tuo
sguardo verso qualcun altro, Mi ferirebbe più di molti peccati commessi
da un'altra anima ». L'amore scaccia la paura dall'anima.
Da quando ho
cominciato ad amare Iddio con tutto il mio essere, con tutta la forza
del mio cuore, da quel momento è scomparsa la paura e, benché mi si
parli in qualunque modo della Sua giustizia, non ho alcun timore di
Lui, perché L'ho conosciuto bene. Dio è amore ed il Suo Spirito è la
pace. Ed ora vedo che le mie azioni scaturite dall'amore, sono più
perfette delle azioni che ho compiuto per timore. Ho posto la mia
fiducia in Dio e non temo nulla, mi affido completamente alla Sua santa
volontà, faccia di me quello che vuole, io in ogni caso Lo amerò
sempre. Quando mi accosto alla santa Comunione, prego e supplico il
Salvatore di voler frenare la mia lingua, affinché non offenda mai
l'amore del prossimo. O Gesù, Tu sai quanto io desideri ardentemente
nascondermi, affinché nessuno mi conosca, eccetto il Tuo dolcissimo
Cuore. Desidero essere una modesta violetta nascosta tra l'erba,
sconosciuta in un magnifico giardino recintato, dove crescono
magnifiche rose e gigli. La bella rosa e lo stupendo giglio si vedono
da lontano, ma per vedere la piccola violetta bisogna abbassarsi molto,
solo il profumo la fa scoprire. Oh, come sono contenta di potermi
nascondere così! O mio Sposo Divino, il fiore del mio cuore ed il
profumo del mio amore puro sono per Te. La mia anima è immersa in Te, o
Dio eterno. Dal momento in cui Tu stesso mi hai attratto verso di Te, o
mio Gesù, più Ti conosco più ardentemente Ti desidero. Ho appreso nel
cuore di Gesù che in paradiso, per le anime elette, c'è un paradiso a
parte dove non possono entrare tutti, ma solo le anime elette. Una
felicità inconcepibile nella quale sarà immersa l'anima. O Dio mio, non
riesco proprio a descrivere questo nemmeno in minima parte. Le anime
sono imbevute della Sua Divinità, passano da bagliore a bagliore in una
luce immutabile, ma mai monotona, sempre nuova, ma che non cambia mai.
O SS.ma Trinità, fatti conoscere alle anime! O mio Gesù, non c'è nulla
di meglio per un'anima delle umiliazioni. Nel disprezzo c'è il segreto
della felicità, quando l'anima viene a conoscere che è una nullità, la
miseria personificata e che tutto quello che ha di buono in sé, è
esclusivamente dono di Dio. Quando l'anima si avvede che tutto quello
che ha in sé le è stato dato gratuitamente e che di suo c'è solo la
miseria, questo la mantiene continuamente umile davanti alla Maestà di
Dio e Dio, vedendo l'anima in tale disposizione, l'insegue con le Sue
grazie. Quando l'anima si sprofonda nell'abisso della sua miseria, Dio
fa uso della Sua onnipotenza per innalzarla. Se c'è sulla terra un
anima veramente felice, questa è soltanto un'anima veramente umile.
All'inizio l'amor proprio soffre molto per questo motivo, ma Iddio,
dopo che l'anima ha affrontato valorosamente ripetuti combattimenti, le
elargisce molta luce, con la quale essa viene a conoscere quanto tutto
sia misero e pieno di illusioni. Nel suo cuore c'è soltanto Iddio.
Un'anima umile non ha fiducia in se stessa, ma pone la sua fiducia in
Dio. Dio difende l'anima umile e Lui stesso s'introduce nelle sue cose
segrete ed è allora che l'anima esperimenta la più grande felicità, che
nessuno può comprendere.
Una volta di sera venne da me una delle Suore
defunte, che in precedenza era già stata da me alcune volte. Quando
l'avevo vista la prima volta era in uno stato di grande sofferenza, poi
man mano venne in condizioni di sempre minor sofferenza e quella sera
la vidi splendente di felicità e mi disse che era già in paradiso. Mi
disse inoltre che Dio aveva provato con quella tribolazione questa
casa, poiché la Madre Generale aveva dubitato non prestando fede a
quello che avevo detto di quest'anima. Ma adesso, in segno che solo ora
è in paradiso, Iddio benedirà questa casa. Poi mi si avvicinò e mi
abbracciò affettuosamente e disse: « Ora debbo andare ». Compresi
quanto è stretto il legame che intercorre fra queste tre tappe della
vita delle anime, cioè fra la terra, il purgatorio e il paradiso. Ho
notato parecchie volte che Dio ha sottoposto a prove delle persone per
il fatto che, come mi dice, non Gli piace l'incredulità. Una volta
quando notai che Dio stava per provare un certo arciprete, che era mal
disposto e non credeva a questa causa, ne fui addolorata e pregai Dio
per lui ed il Signore gli alleviò le sofferenze.
A Dio dispiace molto
la diffidenza verso di Lui e per tale motivo alcune anime perdono molte
grazie. La diffidenza di un'anima ferisce il Suo dolcissimo Cuore, che
è pieno di bontà e di amore inesprimibile per noi. C'è una grande
differenza col dovere del sacerdote, che talvolta non deve credere per
poter accertare a fondo la veridicità dei doni o quelle grazie in una
data anima; e quando lo fa per poter convincere meglio un anima e
condurla ad una più profonda unione con Dio, ne avrà una grande,
incalcolabile ricompensa. Ma non dare alcun peso e diffidare delle
grazie di Dio in un'anima, per il solo fatto che non si riesce a
sviscerarle ed a comprenderle col proprio cervello, questo non piace al
Signore. Ho una gran pena per quelle anime che si imbattono in
sacerdoti inesperti. Una volta un sacerdote mi chiese di pregare
secondo la sua intenzione; promisi di pregare e chiesi una
mortificazione. Quando ottenni il permesso per una certa
mortificazione, mi sentii spinta nell'anima a cedere a quel sacerdote
per quel giorno tutte le grazie che la bontà di Dio mi aveva destinate.
E pregai Gesù che si degnasse di mandare a me tutte le sofferenze e le
tribolazioni esteriori ed interiori che quel sacerdote doveva soffrire
quel giorno. Iddio accolse in parte questo mio desiderio e subito, non
si sa come, cominciarono a venir fuori varie difficoltà e contrarietà,
a tal punto che una delle Suore disse ad alta voce queste parole: « Il
Signore deve entrarci in qualche modo in questa faccenda, poiché tutti
ce l'hanno contro Suor Faustina ».
I fatti riportati erano talmente
infondati, che alcune suore li sostenevano ed altre li negavano ed io
in silenzio li offrivo per quel sacerdote. Ma non finì qui; provai
sofferenze interiori. Dapprima fui presa da un'indisposizione e da
un'avversione verso le suore, poi uno strano dubbio cominciò a
tormentarmi e non riuscii a concentrarmi per la preghiera, mentre varie
questioni mi frullavano in testa dandomi preoccupazioni. Quando, vinta
dalla stanchezza, entrai in cappella, un dolore misterioso compresse la
mia anima e cominciai a piangere silenziosamente. Ad un tratto udii
nell'anima questa voce: « Figlia
Mia, perché piangi? Dopotutto ti sei
offerta da sola per questa sofferenza. Sappi che quello che tu hai
ricevuto per quell'anima, è una parte molto piccola. Egli soffre ancora
di più ». E chiesi al Signore perché si comportasse a
questo modo con
lui. Ed il Signore mi rispose che lo faceva per la triplice corona che
gli era stata destinata: della verginità, del sacerdozio e del
martirio. E subito la gioia invase la mia anima, al pensiero della
grande gloria che avrebbe ottenuto in paradiso. Allora recitai il Te
Deum per questa particolare grazia di Dio, cioè per aver appreso che
Iddio si comporta così con coloro che intende avere vicino a Sé. E
pertanto sono niente tutte le sofferenze, in confronto a quello che ci
attende in paradiso. Un giorno, dopo la nostra santa Messa,
all'improvviso vidi il mio confessore che stava celebrando la santa
Messa nella chiesa di San Michele, davanti all'immagine della Madonna.
Era l'offertorio della santa Messa e vidi il Bambino Gesù che si
stringeva a lui, come se fosse fuggito davanti a qualcuno e cercasse
rifugio presso di lui. Tuttavia, quando giunse il tempo della santa
Comunione, scomparve come al solito. Ad un tratto vidi la Madre SS.ma
che Lo copri col suo manto e disse: «
Coraggio, Figlio mio, coraggio,
Figlio mio», e disse ancora qualche cosa che non mi riuscì
di sentire.
Oh! come desidero ardentemente che ogni anima esalti la Tua
Misericordia. Felice l'anima che invoca la Misericordia del Signore!
Proverà quello che il Signore ha detto e cioè che la difenderà come Sua
gloria. E chi oserà combattere contro Dio? Ogni anima esalti la
Misericordia del Signore con la fiducia nella Sua Misericordia, per
tutta la vita, e specialmente nell'ora della morte. Anima cara, non
aver paura di nulla, chiunque tu sia; quanto più grande è il peccatore,
tanto maggiore è il diritto che ha alla Tua Misericordia, o Signore. O
bontà incomprensibile, Iddio per primo si abbassa verso il peccatore. O
Gesù, desidero esaltare la Tua Misericordia per migliaia di anime. So
bene, o Gesù mio, che debbo parlare alle anime della Tua bontà, della
Tua inesprimibile Misericordia.
Una volta che una certa persona mi
aveva chiesto di pregare per lei, quando m'incontrai col Signore, Gli
dissi queste parole: «
Gesù, io amo in modo particolare le anime che
ami Tu». E Gesù mi rispose con queste parole: « Ed io concedo grazie
particolari a quelle anime, per le quali tu intervieni presso di Me
».
Gesù mi difende in modo misterioso, questa è veramente una grande
grazia di Dio, che sto sperimentando da parecchio tempo. Una volta che
si era ammalata gravemente, tanto che ne mori, una delle Suore e si era
riunita tutta la Comunità, e c'era anche il sacerdote che diede
l'assoluzione all'inferma, vidi all'improvviso una moltitudine di
spiriti delle tenebre. In quel momento, dimenticandomi che ero in
compagnia delle Suore, presi l'aspersorio e li spruzzai con acqua
benedetta e scomparvero subito. Ma quando le Suore giunsero in
refettorio, la Madre Superiora mi fece notare che non avrei dovuto
aspergere l'ammalata in presenza del sacerdote, al quale appartiene
tale funzione. Accettai l'ammonizione in spirito di penitenza, ma so
per esperienza che l'acqua benedetta reca un grande sollievo al
moribondi. Mio Gesù, Tu vedi quanto sono debole da sola, perciò dirigi
Tu stesso tutte le mie questioni. Sappi, o Gesù, che io senza di Te non
m'accosto nemmeno ad un problema, ma con Te affronto le cose più
difficili.
29.1.1936.
La sera, quando ero nella cella, ad
un tratto vidi una grande luce e in alto in quella luce una grande
croce grigio scura ed all'improvviso venni attratta vicino alla croce e
l'osservai attentamente, ma non capii nulla e pregavo per comprendere
cosa volesse significare. Improvvisamente vidi Gesù e scomparve la
croce. Gesù era seduto su una grande luce, i suoi piedi e le gambe fino
alle ginocchia erano immersi in quella luce in modo tale che io non li
vedevo. Gesù si piegò verso di me, mi guardò amabilmente e mi parlò
della volontà del Padre Celeste. Mi disse che « l'anima più perfetta e
santa è quella che fa la volontà del Padre Mio, ma tali anime sono
poche». Guarda con un amore particolare l'anima che vive
secondo la Sua
volontà. E Gesù mi disse che io adempio la volontà di Dio in modo
perfetto, cioè perfettamente e disse: « Per questo Mi unisco a te in
modo così particolare e intimo e tratto familiarmente con te
».
Iddio
avvolge col Suo indicibile amore l'anima che vive secondo la Sua
volontà. Compresi quanto sia grande l'amore di Dio per noi, quanto Egli
sia semplice benché incomprensibile, quanto sia facile trattare con
Lui, benché la Sua Maestà sia così grande. Con nessuno ho tale facilità
di rapporto e tale libertà, come con Lui; neppure una madre naturale
con un figlio sinceramente affezionato si comprendono così, come
l'anima mia con Dio. Mentre ero in questa unione col Signore, ho visto
due persone e non mi fu nascosto il loro intimo; è triste lo stato di
queste anime, ma ho fiducia che anche loro finiranno col glorificare la
divina Misericordia. Nello stesso momento vidi anche una certa persona
ed in parte lo stato della sua anima e le grandi prove che Iddio manda
a quest'anima. Tali sofferenze riguardavano la sua mente, ed in una
forma così acuta, che ne provai dispiacere e dissi al Signore: « Perché
agisci così con lui? ». Ed il Signore mi rispose: « Per la sua triplice
corona ». Ed il Signore mi fece anche conoscere quale
ineffabile gloria
attende l'anima che è simile a Gesù sofferente su questa terra. Tale
anima sarà simile a Gesù anche nella gloria. Il Padre Celeste onora e
stima le nostre anime in quanto vede in noi la somiglianza col Figlio
Suo. Compresi che tale somiglianza a Gesù ci viene data qui, sulla
terra. Vedo delle anime pure ed innocenti, sulle quali Iddio esercita
la Sua giustizia e queste anime sono le vittime che sostengono il mondo
e completano ciò che è mancato alla Passione di Gesù. Di queste anime
non ce ne sono molte. Sono enormemente felice che Iddio mi abbia
concesso di conoscere simili anime. O Santissima Trinità, o Dio Eterno,
Ti ringrazio per avermi fatto conoscere la grandezza e la differenza
dei gradi di gloria che dividono le anime. Oh, che grande differenza
c'è fra un grado di più profonda conoscenza di Dio! Oh, se le anime
potessero saperlo! O mio Dio, se potessi conquistarne uno in più,
sopporterei volentieri tutti i tormenti che hanno patito i martiri
tutti insieme. Per la verità tutti questi tormenti mi sembrano nulla in
confronto alla gloria che ci attende per tutta l'eternità. O Signore,
immergi la mia anima nell'oceano della Tua Divinità e fammi la grazia
di conoscerTi, poiché più Ti conosco, più ardentemente Ti desidero ed
il mio amore per Te si rafforza. Sento nella mia anima una voragine
insondabile, che soltanto Dio può colmare. Mi sciolgo in Lui come una
goccia nell'oceano. Il Signore si è abbassato sulla mia miseria, come
un raggio di sole su di una terra arida e sassosa. E tuttavia sotto
l'influsso dei Suoi raggi la mia anima si è ricoperta di verde, di
fiori e di frutti ed è divenuta un bel giardino per il Suo riposo. O
mio Gesù, nonostante le Tue grazie, sento e vedo tutta la mia miseria.
Comincio la giornata lottando e la termino lottando, appena rimuovo una
difficoltà, al suo posto ne sorgono dieci da superare, ma non
m'affliggo per questo, poiché so bene che questo è il tempo della lotta
non della pace. Quando l'asprezza della battaglia supera le mie forze,
mi getto come una bimba nelle braccia del Padre Celeste ed ho fiducia
che non perirò. O mio Gesù, sono tanto propensa al male e questo mi
costringe ad una vigilanza continua su di me, ma nulla mi scoraggia, ho
fiducia nella grazia di Dio, che abbonda dov'è la più grande miseria.
Fra le più grandi difficoltà e contrarietà non perdo la serenità
interiore, né all'esterno l'equilibrio e questo scoraggia gli
avversari. La pazienza nelle contrarietà rafforza l'anima.
2.11.1936.
Fin
da quando mi svegliai la mattina al suono della campanella, s'impadronì
di me una tale sonnolenza che, non riuscendo a svegliarmi del tutto,
ricorsi all'acqua fredda e dopo due minuti la sonnolenza se ne andò.
Quando giunsi alla meditazione, mi si affollò nella mente tutto un
groviglio di pensieri insensati che mi fecero combattere per tutto il
tempo della meditazione. Lo stesso avvenne durante le preghiere, ma
quando usci la santa Messa nella mia anima stranamente regnò la quiete
e la gioia. Ad un tratto vidi la Vergine SS.ma col Bambino Gesù ed il
Nonno Santo,che era dietro la Madonna. La Madre Santissima mi disse: «
Eccoti il Tesoro più prezioso ». E mi diede il Bambino Gesù. Appena
presi il Bambino fra le braccia, scomparvero la Madonna e San Giuseppe
e rimasi sola col Bambino Gesù. Gli dissi: « Io so che Tu sei il mio
Signore e Creatore, benché sia così piccolo ». Gesù allungò le Sue
braccine e mi guardò sorridendo. Il mio spirito era colmo di una gioia
incomparabile. Gesù scomparve all'improvviso e la santa Messa era
giunta al momento di accostarsi alla santa Comunione. Andai subito
assieme alle suore a prendere la santa Comunione con l'anima ripiena
della Sua presenza. Dopo la santa Comunione sentii nel mio intimo
queste parole: « Io sono
nel tuo cuore quello Stesso che hai tenuto in
braccio ». Allora pregai il Signore per una certa anima,
affinché le
concedesse la grazia per la lotta e le togliesse quella prova. « Come
chiedi, così sarà fatto, ma il suo merito non diminuirà ».
Grande fu la
gioia della mia anima vedendo quanto Dio è buono e misericordioso; Dio
dà tutto quello che Gli chiediamo con fiducia.
Dopo ogni colloquio col
Signore, la mia anima viene singolarmente rafforzata, una quiete
profonda regna nella mia anima e mi rende talmente coraggiosa, che non
temo nulla al mondo; ho un solo timore, quello di rattristare Gesù. O
Gesù mio, Ti supplico per la bontà del Tuo dolcissimo Cuore, si calmi
il Tuo sdegno e mostraci la Tua Misericordia. Le Tue Piaghe siano il
nostro scudo di fronte alla giustizia del Padre Tuo. Ti ho
riconosciuto, o Dio, come sorgente di Misericordia, con cui si ravviva
e si nutre ogni anima. Oh, quanto è grande la Misericordia del Signore,
al di sopra di tutti i suoi attributi! La Misericordia è il più grande
attributo di Dio; tutto ciò che mi circonda mi parla di questo. La
Misericordia è la vita delle anime, la Sua compassione è inesauribile,
O Signore, guarda verso di noi, comportaTi con noi secondo la Tua
sconfinata pietà, secondo la Tua grande Misericordia.
Una volta ebbi il
dubbio che una cosa che m'era capitata avesse offeso gravemente Gesù.
Siccome non ero in grado di rendermene conto, decisi di non accostarmi
alla santa Comunione finché non mi fossi confessata, sebbene avessi
immediatamente espresso il mio dolore per l'accaduto. Ho infatti
l'abitudine di manifestare il mio dolore dopo ogni minima mancanza. Nei
giorni in cui non mi accostai alla santa Comunione non avvertii la
presenza di Dio, soffrii indicibilmente per questo motivo, ma lo
sopportai come punizione per il peccato. Quando mi confessai, ricevetti
un rimprovero, avrei potuto accostarmi alla santa Comunione, dato che
quello che mi era capitato non era un impedimento a riceverla. Dopo la
confessione, mi comunicai e tutto ad un tratto vidi Gesù che mi disse
queste parole: « Sappi,
figlia Mia, che per non esserti unita a Me
nella santa Comunione, Mi hai procurato un dispiacere maggiore di
quella piccola mancanza». Un giorno vidi una cappella e in
essa sei
suore che stavano accostandosi alla santa Comunione, amministrata dal
nostro confessore, che era vestito con cotta e stola. In quella
cappella non c’erano addobbi, né inginocchiatoi. Dopo la santa
Comunione vidi Gesù nell'aspetto che ha nell'immagine. Gesù passò oltre
e io Lo chiamai: «Come
puoi, Signore, passare e non dir nulla? Io non
faccio nulla senza di Te, devi rimanere con me e benedire me, questa
Congregazione e la mia Patria ». Gesù fece un segno di
croce e disse: «
Non aver paura di nulla,
Io sono sempre con te ». Negli ultimi due
giorni, prima della Quaresima, avemmo un'ora di adorazione riparatrice
assieme alle educande. Durante entrambe le ore vidi Gesù nell'aspetto
che ha dopo la flagellazione e fui colpita da un dolore così acuto, che
mi sembrava di provare nel corpo e nell'anima tutti quei tormenti.