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DON BOSCO, RITORNA!
Quel che Don Bosco diceva ai suoi giovani e che noi oggi non diciamo più
Presentazione
Il
lettore potrà chiedersi il perché di questa riedizione delle
meditazioni che Don Bosco scrisse per i suoi giovani nel celebre
libretto «Il Giovane provveduto», a più di cento anni dalla loro prima
pubblicazione.
Il motivo è che queste pagine sono un tesoro di
sapienza del quale anche i giovani di oggi (specialmente quelli di
oggi!) hanno estremo bisogno.
In una società materialistica come
la nostra in cui tutto pare essere divenuto lecito, invece di
richiamare i giovani a un cristianesimo autentico, fondato sul Vangelo
e vissuto nella rinuncia e nel sacrificio, abbiamo offerto loro solo
«ideali sociali» o «valori umani». Quale meraviglia se i giovani di
oggi sono crollati moralmente, trascinando nella rovina gli stessi
valori sociali ed umani che avevamo loro proposto?
Don Bosco
invece è riuscito a formare generazioni di giovani santi perché li
richiamava insistentemente alle verità eterne, alla realtà della
morte, del giudizio di Dio, del Paradiso e dell'Inferno eterno, della
necessità di pregare, di fuggire il peccato e le occasioni che inducono
a peccare, e di accostarsi frequentemente ai Sacramenti.
E in
realtà, anche se i tempi sono mutati, la natura umana ferita dal
peccato originale, resta sempre la stessa; le Verità eterne non mutano,
e la Croce e la Grazia di Cristo sono necessarie oggi come allora se ci
si vuole salvare!
A Don Bosco affidiamo la diffusione di questo
libretto che è Suo e che lo fa ritornare tra i giovani del nostro
tempo, per i quali trascriviamo le parole con cui Egli invitava a
iniziarne la lettura:
«Miei cari, io vi amo con tutto il cuore,
e basta che siate giovani perché io vi ami assai. Troverete scrittori
di gran lunga più virtuosi e più dotti di me, ma difficilmente potrete
trovare chi più di me vi ama in Gesù Cristo e più di me desidera la
vostra vera felicità».
Don Angelo Albani
Don Massimo Astrua
BREVE VITA DI DON BOSCO
Giovannino
Bosco nacque il 16 Agosto 1815 in una piccola frazione di Castelnuovo
D'Asti, in Piemonte, chiamata popolarmente «i Becchi».
Ancora
bimbo, la morte del babbo gli fece sperimentare il dolore di tanti
poveri orfanelli dei quali si farà padre amoroso. Trovò però nella
mamma Margherita, un esempio di vita cristiana che incise
profondamente nel suo animo.
A nove anni ebbe un sogno
profetico: gli parve di essere in mezzo a una moltitudine di fanciulli
intenti a giocare, alcuni dei quali però, bestemmiavano. Subito,
Giovannino si gettò sui bestemmiatori con pugni e calci per farli
tacere; ma ecco farsi avanti un Personaggio che gli dice: «Non con le
percosse, ma con la bontà e l'amore dovrai guadagnare questi tuoi
amici... Io ti darò la Maestra sotto la cui guida puoi divenire
sapiente, e senza la quale, ogni sapienza diviene stoltezza».
Il
personaggio era Gesù e la maestra Maria Santissima, alla cui guida si
abbandonò per tutta la vita e che onorò col titolo di «Ausiliatrice
dei cristiani».
Fu così che Giovanni volle imparare a fare il
saltimbanco, il prestigiatore, il cantore, il giocoliere, per poter
attirare a se i compagni e tenerli lontani dal peccato. «Se stanno con
me, diceva alla mamma, non parlano male».
Volendosi far prete
per dedicarsi tutto alla salvezza dei fanciulli, mentre di giorno
lavorava, passava la notte sui libri, finché all'età di vent'anni potè
entrare nel Seminario di Chieri ed essere ordinato Sacerdote a Torino
nel 1841, a ventisei anni di età.
In quei tempi Torino era
ripiena di poveri ragazzi in cerca di lavoro, orfani o abbandonati,
esposti a molti pericoli per l'anima e per il corpo. Don Bosco
incominciò a radunarli la Domenica, ora in una Chiesa, ora in un prato,
ora in una piazza per farli giocare ed istruire nel Catechismo finché,
dopo cinque anni di enormi difficoltà, riuscì a stabilirsi nel rione
periferico di Valdocco e aprire qui il suo primo Oratorio.
In
esso i ragazzi trovavano vitto e alloggio, studiavano o imparavano un
mestiere, ma soprattutto imparavano ad amare il Signore: San Domenico
Savio, era uno di loro.
Don Bosco era amato dai suoi «brichini»
(così Egli li chiamava) fino all'inverosimile. A chi gli domandava il
segreto di tanto ascendente rispondeva: «Con la bontà e l'amore cerco
di guadagnare al Signore questi miei amici». Per essi sacrificò tutto
quel poco denaro che possedeva, il suo tempo, il suo ingegno che aveva
fervidissimo, la sua salute. Per essi si fece santo.
Per essi
ancora fondò la Congregazione Salesiana, formata da sacerdoti e laici
che vogliono continuare l'opera sua e alla quale diede come «scopo
principale di sostenere l'autorità del Papa» (Memorie Biografiche,
VII, 622; X, 762 e 946).
Volendo estendere il suo apostolato
anche alle fanciulle fondò, con Santa Maria Domenica Mazzarello, la
Congregazione della Figlie di Maria Ausiliatrice, che oggi è diffusa
in tutto il mondo.
Dedicò tutto il suo tempo libero, che spesso
sottrasse al sonno, per scrivere e divulgare facili opuscoli per
l'istruzione cristiana del popolo.
Stremato di forze per
l'incessante lavoro, si ammalò gravemente. Particolare commovente:
molti giovani offrirono per lui al Signore la propria vita.
Una delle ultime sue raccomandazioni fu questa: «Dite ai giovani che li aspetto tutti in Paradiso...».
Spirava il 31 gennaio 1888, nella sua povera cameretta di Valdocco, all'età di 72 anni.
Il 1 aprile 1934, Pio XI, che ebbe la fortuna di conoscerlo personalmente, lo proclamò Santo.
1. IL FINE DELL’UOMO
Tu
sai, mio caro giovane, che sei stato creato da Dio a Sua immagine,
senza alcun merito da parte tua. Sai anche che Dio ha voluto farti Suo
figlio nel Santo Battesimo; e che ti ha amato con tanta tenerezza da
assegnarti come scopo della vita di essere un giorno FELICE PER SEMPRE
CON LUI in Paradiso.
Perciò tu non sei al mondo solo per godere,
per diventar ricco, per mangiare e bere come le bestie; il tuo fine è
infinitamente più nobile e sublime: è di amare e servire Dio in questa
vita e di goderLo nell'altra per tutta l'eternità.
Quelli che
pensano solo a soddisfare il proprio corpo con azioni, discorsi e
divertimenti cattivi, quando verrà l'ora della morte si troveranno in
gran pericolo di andare eternamente perduti; mentre chi avrà amato e
servito il Signore, quando sarà in fin di vita proverà una grande gioia
al pensiero di vedere Gesù.
Ti raccomando di non imitare quei
disgraziati che si illudono dicendo: «Ora commetto questo peccato, ma
poi me ne confesserò», perché Dio maledice ci pecca nella speranza del
perdono! Ricordati che tutti quelli che ora sono all'Inferno avevano la
speranza di pentirsi in tempo, ma poi non vi sono riusciti. Chi ti dice
che avrai il tempo di confessarti? Chi ti assicura che tu non muoia
subito dopo il peccato e che in un istante, senza neppure accorgerti,
ti abbia a ritrovare nell'Inferno? E non è una pazzia farsi una ferita
nella speranza che poi il medico la guarisca? Non rimandare quindi la
tua conversione, ma in questo stesso momento detesta e abbandona il
peccato, che è la somma di tutti i mali, e che impedendoti di
raggiungere il fine per cui sei creato, ti priva di tutti i beni.
Molti
giovani, pur sapendo di essere creati da Dio per amarlo e servirlo, non
mettono in pratica quello che sanno, e pensano a tutto fuorché a
salvarsi. Non è sufficiente conoscere la religione, ma bisogna anche
praticarla. San Luigi, che essendo di famiglia nobile e ricca poteva
permettersi piaceri, ricchezze e onori, rinunciò a tutto, pensando:
«Che mi giovano queste cose per l'eternità?».
Anche tu
comportati così: hai solo un'anima da salvare e se perdi quella hai
perduto ogni cosa. Anche se diventassi un grand'uomo, ricco, sapiente,
onorato da tutti, ma non ami Dio e perdi l'anima tua, che cosa ci ha
guadagnato?
Di' dunque così: «Sono stato creato da Dio per
salvarmi l'anima, e la voglio salvare a qualunque costo! Quindi amare
Dio e salvare l'anima sarà d'ora innanzi l'unico scopo di tutte le me
azioni! Si tratta di essere o sempre beato o sempre dannato: vada
dunque ogni cosa, purché io mi salvi!».
«Gesù, perdona i miei
peccati e fa che io non Ti offenda mai più; aiutami con la tua grazia
affinché d'ora in poi io ti ami e ti serva fedelmente per tutta la mia
vita». «Maria, Madre mia, fa che io salvi l'anima mia!».
2. IL PECCATO MORTALE
Se tu, mio caro giovane, sapessi cosa fai quando commetti un peccato mortale!
Tu
VOLTI LE SPALLE A DIO, a quel Dio che ti ha creato, e disprezzi i Suoi
doni e la Sua amicizia. Quando pecchi, di fatto tu dici al Signore: «Va
via da me, io non ti voglio più amare, nè servire, né riconoscere per
il mio Dio. Il mio dio è quel piacere, quella vendetta, quella
collera, quel discorso cattivo, quel giornale, quel cinema, quella
bestemmia...».
Si può immaginare una ingratitudine più
mostruosa di questa? Eppure questo tu hai fatto tutte le volte che hai
offeso il tuo Dio!
L'ingratitudine ti apparirà ancora più grande
se pensi che per peccare tu ti servi di quelle stesse cose che Dio ti
ha date per amarLe. Orecchie, occhi, bocca, lingua, mani, piedi... sono
tutti doni di Dio: e tu te ne sei servito per offenderLe!
Ma
ancor più comprenderai l'enormità del peccato, se pensi che per
cancellarlo Gesù è morto per te sulla Croce! Dall'alto della Croce Gesù
ti dice: «Vedi quanto ti ho amato? Ti ho creato dal nulla, ti ho dato
tutto quanto sei ed hai, ti ho dato la mia stessa Vita divina, e tu mi
hai offeso! potevo lasciarti morire quando eri in peccato e invece ti
ho conservato in vita ed ho versato il mio Sangue per non lasciarti
cadere nell'Inferno. Perché disprezzi il mio Amore? perché ti servi dei
miei doni per offendermi?».
Da ultimo devi pensare che Dio,
benché buono e infinitamente misericordioso, resta grandemente sdegnato
quando Lo offendi. Quanto più pecchi e quanto più a lungo tu vivi in
peccato, tanto più tu provochi l'ira di Dio contro di te. C'è infatti
da temere che il numero dei peccati colmi la misura, e che Dio, alla
fine, ti abbandoni. Quanta gente che, abusando della misericordia di
Dio, ha sempre rimandato la propria conversione, non ha poi avuto il
tempo di chiedere perdono e si trova ora a bruciare nell'Inferno!
Ma
tu sei ancora in tempo! Chiedi subito perdono a Gesù, dicendoGli: « O
Gesù, quel poco di vita che mi resta non voglio più sciuparlo nei
peccati, ma lo adoprerò per amarti e per piangere il male che Ti ho
fatto! Gesù, ora Ti amo, e non voglio offendertimai più!».
3. LA MORTE
La morte è la separazione dell'anima dal tuo corpo e il totale abbandono delle cose di questo mondo.
TUTTI SANNO DI DOVER UN GIORNO MORIRE, ma nessuno sa dove e come morrà.
Tu
non sai se la morte ti coglierà nel tuo letto o sul lavoro, o per
strada, o altrove. La rottura di una vena, un infarto, un tumore che
forse già cresce nel tuo organismo, una caduta, un incidente, un
terremoto, un fulmine ed altre mille cause che tu ora nemmeno sospetti
possono privarti della vita. E ciò può avvenire di qui a un anno, a un
mese, a una settimana, a un'ora e, forse, appena finita la lettura di
questa meditazione.
Quanti sono andati a letto la sera in buona
salute, e la mattina furono trovati morti! Quanti ancor oggi muoiono
improvvisamente! E dove si trovano ora? Se erano in Grazia di Dio,
beati loro! sono per sempre felici. Ma se erano in peccato mortale, ora
sono eternamente perduti!
Dimmi, mio caro giovane, se tu dovessi morire in questo momento, che ne sarebbe della tua anima?
Benché il luogo e l'ora della tua morte ti siano sconosciuti, tu sai con certezza che dovrai morire.
Speriamo
pure che la tua ultima ora non venga improvvisamente, ma, lentamente,
per ordinaria malattia. Ad ogni modo verrà un giorno in cui, steso su
un letto, starai per passare all'eternità assistito da un Sacerdote e
circondato dai parenti che piangono. Avrai la testa piena di dolori,
gli occhi oscurati, la lingua riarsa, le labbra secche, il sudore
gelato e il cuore debolissimo. Appena spirata l'anima, il tuo corpo
verrà vestito con un abito e messo nella cassa. Qui i vermi
incominceranno a rodere le tue carni, e ben presto di te non resterà
niente altro che quattro ossa spolpate e un po' di polvere. Prova ad
aprire un sepolcro, e vedrai come è ridotto quel giovane un tempo pieno
di salute, quel potente, quell'ambizioso, quel superbo!
Mio caro
figliolo, leggendo queste righe pensa che parlano di te, come di tutti
gli altri uomini! Ora il demonio, per indurti a peccare, vorrebbe
distoglierti da questi pensieri e scusare le tue colpe, dicendoti che
non c'è poi un gran male in quel piacere, in quella disobbedienza, nel
tralasciare la Messa alla festa, e così via; ma quando verrà il
momento della tua morte sarà lui stesso a rivelarti la gravità di
questi e di altri tuoi peccati, e te li metterà innanzi alla tua
coscienza! Cosa farai allora? Guai a te se in quel momento sarai in
disgrazia di Dio!
Non dimenticare, o mio giovane amico, che dal momento della morte dipende la tua eterna salvezza o la tua eterna dannazione.
Due
volte ci viene accesa dinnanzi una candela: nel Battesimo e in punto di
morte. La prima volta per farci vedere i precetti della Legge divina
che dovremo osservare, e la seconda per farci vedere se li abbiamo
osservati. Alla luce di quella candela quante cose si vedranno! Vedrai
se avrai amato il tuo Dio, oppure se lo avrai disprezzato; se avrai
onorato il Suo santo Nome o se lo avrai bestemmiato; vedrai le feste
profanate, le Messe perdute, le impurità commesse, gli scandali dati, i
furti, gli odii, le superbie... oh Dio! tutto vedrai in quel momento
nel quale ti si aprirà dinnanzi la porta dell'eternità!
Grande e
terribile momento da cui dipende una eternità di gloria o di tormenti!
Capisci quel che ti dico? Ti dico che da quel momento dipende l'andare
in Paradiso o all'Inferno; l'essere per sempre felice o disperato, per
sempre figlio di Dio o per sempre schiavo di Satana; per sempre godere
con gli Angeli e i Santi in Cielo o gemere e bruciare per sempre con i
dannati nell'Inferno!
Perciò preparati a quel grande momento
facendo subito un atto di pentimento e più presto che puoi una santa
Confessione. Decidi poi di vivere sempre in Grazia di Dio, perché come
si vive così si muore.
4. IL GIUDIZIO
IL
GIUDIZIO DIVINO è la sentenza che Gesù pronuncerà al termine della
nostra vita, con la quale fisserà la nostra sorte per l'eternità.
Appena
la tua anima sarà uscita dal corpo, comparirà davanti al Giudice
divino, che ti domanderà conto strettissimo del bene e del male che hai
fatto durante la tua vita.
Con un sol colpo d'occhio, come in una luce improvvisa, tu vedrai tutta la tua vita messa a confronto con la volontà di Dio.
Allora
sarai terrorizzato per i peccati commessi dei quali non ti sei pentito,
per le preghiere tralasciate, per gli scandali dati. Vedrai le anime
che tu con i tuoi cattivi esempi hai condotto al peccato che ti
maledicono nell'Inferno e che chiedono la tua condanna. Vedrai i demoni
ansiosi di trascinarti con loro e, sotto di te l'Inferno spalancato
che sta per riceverti.
Cercherai allora di alzare i tuoi occhi
imploran sul volto di Cristo, ma non riuscirai a sostenerne lo sguardo.
Invocherai l'aiuto della Madonna, ma essa non potrà più far nulla per
te.
Allora, non trovando scampo griderai alle montagne e alle
pietre che ti coprano e che ti annientino, ma esse non si muoveranno.
La tua anima immortale non potrà rifugiarsi neppure nel nulla. Allora
tu stesso, riconoscendo la Giustizia di Dio, invocherai l'Inferno come
una liberazione!
Mio caro giovane, tu sei ancora in tempo per
evitare un giudizio di condanna! Chiedi subito perdono a Dio dei tuoi
peccati e comincia da oggi una vita veramente cristiana. In quel giorno
tremendo sarai felice di aver amato Gesù e di aver osservato i Suoi
Comandamenti. Anche le sofferenze che ora patisci ti saranno in quel
momento fonte di gioia. Vivi quindi oggi come vorresti essere vissuto
allora!
5. L’INFERNO
Chi
rifiuta Dio fino all'ultimo, cioè anche mentre muore, continuerà a
rifiutarlo per sempre! Perciò la Giustizia divina, nel rispetto della
libera scelta fatta dalla sua creatura, la allontana per sempre da Sé,
lasciandola andare al destino di chi ha rifiutato il Sommo Bene per
scegliere il sommo male, cioè L'INFERNO ETERNO.
La prima pena
che i dannati patiscono nell'Inferno è la pena dei sensi, che saranno
tormentati da un fuoco che brucia orribilmente senza mai consumare.
Fuoco negli occhi, fuoco nella bocca, fuoco in ogni parte.
Ogni
senso subisce la propria pena conformemente all'uso cattivo che se ne
è fatto in vita. Gli occhi sono atterriti dalla vista dei demoni e
degli altri dannati. Le orecchie non odono che urla e pianti di
disperazione. L'odorato soffre per il fetore e la bocca per la sete e
la fame canina.
Il ricco Epulone in mezzo ai tormenti infernali,
alzò lo sguardo al cielo e chiese, supplicando, una goccia d'acqua per
temperare l'arsura della sua lingua: ma anche questa goccia d'acqua gli
fu negata!
Oh! Inferno, Inferno! Quanto sono infelici quelli che cadono nei tuoi abissi!
Mio
caro giovane, se tu dovessi morire in questo momento, dove andresti?
Se ora non puoi tenere un dito sopra la fiammella di una candela senza
gridare dal dolore, come potrai sopportare il tormento di tutte quelle
fiamme per tutta l'eternità?
La seconda pena che i dannati soffrono nell'Inferno è la pena del danno.
Essa
è senza paragone più terribile di quelle dei sensi, perché è la
privazione completa ed eterna del Bene Infinito per il quale siamo
stati creati. Come i nostri polmoni hanno bisogno dell'aria per vivere,
così la nostra anima ha bisogno di Dio; e come la morte per annegamento
è la morte più terribile che ci sia, così non vi è pena più terribile
per l'anima del prepotente bisogno che sente di «respirare» Dio. Senza
contare che la sofferenza dell'annegato dura pochi minuti, mentre la
sofferenza del dannato dura per sempre!
E con la privazione di
Dio il dannato è privato anche della compagnia degli Angeli, della
Madonna, dei Santi e dei suoi cari defunti, che non vedrà mai più.
Giovane
caro! Come potrai ancora vivere in peccato, ora che conosci quali
terribili pene aspettano chi non si decide ad amare veramente Dio? Non
aspettare a convertirti! Come puoi sapere se questa non sia l'ultima
chiamata, e che se non vi corrispondi non ne avrai altre per salvarti ?
«Gesù
mio, ti ringrazio di avermi fatto conoscere il pericolo eterno al
quale tante volte mi sono esposto con i miei peccati. Tieni viva in me
quella santa paura che ora sento nel cuore: essa mi aiuterà a vincere
tutte le tentazioni e così a salvare l'anima mia!».
6. L’ETERNITA’ DELLE PENE
Pensa,
o mio caro giovane, che sa andrai all'Inferno NON NE USCIRAI MAI PIÙ!
Nell'Inferno infatti non solo si soffrono tutte le pene, ma si soffrono
in eterno. Passeranno cento anni da quando sarai nell'Inferno, ne
passeranno mille, e l'Inferno incomincerà allora; ne passeranno
centomila, cento milioni, passeranno milioni di secoli, e l'Inferno
sarà al suo inizio.
Se un Angelo portasse ai dannati la notizia
che Dio li vuole liberare dall'Inferno quando saranno passati tanti
milioni di secoli quante sono le gocce d'acqua del mare, le foglie
degli alberi e i granelli di sabbia della terra, questa notizia
riempirebbe di gioia l'Inferno. «È vero - direbbero i dannati - che
devono passare tanti secoli, ma un giorno finiranno!». Invece
passeranno tutti questi secoli e tutti i tempi immaginabili, e
l'Inferno sarà sempre da capo!
Se almeno il povero dannato
potesse ingannare se stesso e illudersi pensando: «Chissà che forse un
giorno Dio mi potrà fare uscire da questo tormento... Ma neppure
questo sarà possibile, perché è lo stesso dannato, che in punto di
morte ha tenuto ferma la sua volontà contro Dio, a non volerla più
cambiare ora che è entrato nella eternità. Sarà lui stesso a volere per
sempre quelle fiamme che lo bruciano, quei demoni che lo tormentano, e
a respingere per sempre quel Dio che ha offeso! Ciò che deve riempire
di spavento noi che siamo ancora su questa terra, è il pensiero che
quella eterna fornace è continuamente aperta sotto i nostri piedi, e
che basta un solo peccato mortale per cadervi dentro.
Mio giovane amico, capisci ciò che leggi? Una pena eterna per un solo peccato mortale che forse commetti con tanta facilità!
Ascolta
dunque il mio consiglio: se la coscienza ti rimorde per qualche
peccato mortale (fosse anche uno solo) va presto a confessarti e
comincia subito una vita buona. Per questo scegliti un santo sacerdote
al quale potrai ricorrere per chiedere aiuto e, se necessario, per fare
una confessione che abbracci tutta la tua vita.
Ricordati sempre
che pur di non cadere nell'Inferno qualunque sacrificio che tu possa
compiere è ben poca cosa, perché tutti i sacrifici di questo mondo
durano poco mentre l'Inferno dura per sempre!
«O Gesù, che sei
morto sulla Croce per preservarmi dall'Inferno eterno, fa che anch'io
muoia al peccato in questa vita per poter salvare l'anima mia
nell'eternità».
7. IL PARADISO
Quanto fa spavento il pensiero dell'Inferno, così è consolante quello del PARADISO CHE DIO HA PREPARATO per coloro che lo amano.
Se
tu potessi godere contemporaneamente tutte le gioie di questo mondo,
dalle bellezze del creato ai cibi più prelibati, dalle musiche più
soavi agli affetti più puri, sappi che tutto ciò è nulla in confronto
alle gioie che ti aspettano in Paradiso!
Pensa infatti alla
gioia che proverai incontrando i tuoi parenti ed amici, che ti verranno
incontro per accoglierti con loro; pensa alla bellezza e nobiltà degli
Angeli e dei Santi che a milioni e milioni lodano il loro Creatore. In
Paradiso vedrai la grande moltitudine di giovani che conservarono
intatta la virtù della purezza e di quelli che la riconquistarono col
pentimento e la penitenza: e li vedrai tutti felici di una felicità che
non sarà loro tolta mai.
Ma sappi che tutte le gioie del
Paradiso sono nulla in confronto della gioia che si prova nel vedere
Dio! Come il sole illumina e abbellisce tutto il mondo, così Dio con la
Sua presenza illumina e abbellisce tutto il Paradiso e riempie i
fortunati abitatori di piaceri inesprimibili. In Lui vedrai come in
uno specchio, tutte le cose, godrai tutti i piaceri, amerai tutti i
Santi del Cielo.
San Pietro sul monte Tabor, per aver guardato
una sola volta il volto di Gesù raggiante di luce, si sentì riempito di
tanta dolcezza che fuori di sè esclamò: «O Signore, come è bello star
qui con Te!». E vi sarebbe rimasto per sempre. Pensa quindi alla tua
gioia nel poter contemplare ed amare non per un solo istante, ma per
sempre, quel Volto divino che innamora gli Angeli ed i Santi e che
abbellisce tutto il Paradiso!
E pensa quale gioia sarà per te
contemplare e baciare il volto purissimo ed amabile di Maria, che sulla
terra tante volte hai invocato e che ora ti riceve come figlio
carissimo e ti presenta a Gesù!
Fatti dunque coraggio, mio caro
figliolo: se anche ti toccherà patire qualche cosa in questo mondo, non
importa; il premio che ti aspetta in Paradiso ricompenserà
infinitamente tutti i tuoi patimenti.
Allora sì potrai dire:
«Sono salvo! Sarò per sempre con il Signore!». Allora sì benedirai il
momento in cui lasciasti il peccato, il momento in cui facesti quella
buona confessione e incominciasti a frequentare i Sacramenti, il
giorno in cui lasciasti i cattivi compagni, le cattive letture e i
cattivi spettacoli... Allora, pieno di gratitudine ti volgerai a Dio,
ed a Lui canterai la tua lode per tutti i secoli.
8. LA CONOSCENZA DI DIO
Alza
gli occhi, o figlio mio, ed osserva quanto esiste in cielo e sulla
terra. Il sole, la luna, le stelle, l'aria, l'acqua, il fuoco sono
tutte cose che un tempo non esistevano. È stato Dio, con la sua
onnipotenza, che le ha tratte dal nulla, creandole; e perciò Dio si
chiama Creatore.
Questo Dio che è sempre stato e sempre sarà,
dopo aver creato le cose che ci sono nel cielo e sulla terra, ha dato
l'esistenza all'uomo, la più perfetta di tutte le creature visibili.
Perciò i nostri occhi, la bocca, la lingua, le orecchie, le mani, i
piedi... sono tutti doni del Signore.
L'uomo si distingue da
tutti gli altri animali soprattutto perché ha un'anima che pensa,
ragiona, vuole e conosce ciò che è bene e ciò che è male. Quest'anima è
un puro spirito e perciò non può morire col corpo; ma quando questo
sarà portato al sepolcro, essa comincerà un'altra vita che non finirà
più.
Se l'anima in questa vita fece del bene, sarà sempre beata
con Dio in Paradiso dove godrà tutti i beni in eterno; se invece operò
il male verrà punita con un terribile castigo nell'Inferno, dove patirà
per sempre il fuoco e ogni altra sorte di tormenti.
Bada per
altro, figlio mio, che noi siamo tutti creati per il Paradiso, e Dio,
che è padre pieno d'amore, condanna all'Inferno solo coloro che lo
hanno meritato con i propri peccati.
Oh, quanto ci ama il
Signore! e quanto desidera che noi compiamo opere buone per renderci
poi partecipi di quella grande ed eterna felicità che ha preparato per
tutti in Cielo!
9. I GIOVANI SONO MOLTO AMATI DA DIO
Noi
tutti, o caro giovane, siamo stati creati per il Paradiso, dobbiamo
perciò indirizzare ogni nostra azione a questo gran fine.
A far
questo deve spingerci il premio che Dio ci ha promesso e il castigo che
ci ha minacciato, ma assai più IL GRANDE AMORE CHE EGLI CI PORTA.
Infatti, benché Dio ami tutti gli uomini come Suoi figli, tuttavia ha
un particolare amore per i giovani e «trova la Sua delizia nello stare
con loro».
Dio ama i giovani perché da essi si aspetta molte
opere buone; li ama perché sono in un'età semplice, umile, innocente e,
in generale, non sono ancora divenuti preda del nemico infernale.
Anche
Gesù ha dato prove di speciale benevolenza per i giovani. Egli ci
assicura che considera come fatto a Sè tutto il bene fatto ai fanciulli
e minaccia terribilmente chi dà loro scandalo. Ecco le Sue parole: «Se
qualcuno scandalizzerà uno di questi piccoli che credono in Me, sarebbe
meglio per lui che gli fosse legata al collo una macina da mulino e che
fosse gettato nel profondo del mare».
Gesù gradiva che i
fanciulli lo seguissero, li chiamava a Sè, e dava loro la Sua santa
benedizione. Diceva: «Lasciate che i fanciulli vengano a Me, e non
glielo proibite!», facendoci così comprendere che i giovani sono la
delizia del Suo cuore.
Poiché Gesù ti ama tanto tu pure lo devi
amare, facendo tutto ciò che a Lui piace ed evitando tutto quanto lo
potrebbe disgustare.
10. LA SALVEZZA DELL’ANIMA DIPENDE ORDINARIAMENTE DAL TEMPO DELLA GIOVINEZZA
Sono
due i luoghi preparati per noi nell'altra vita: l'Inferno per i
cattivi, dove si soffre ogni male; e il Paradiso per i buoni, dove si
godono tutti i beni.
Il Signore ti avverte che SE TU COMINCERAI
AD ESSERE BUONO DA GIOVANE, lo sarai anche per tutto il resto della tua
vita, che verrà così coronata con una eternità di gloria. Ma che se al
contrario comincerai da giovane una vita cattiva, quasi sicuramente
continuerai così fino alla morte, e andrai all'Inferno.
Perciò
se vedi uomini anziani dediti al vizio, all'ubriachezza, alla
bestemmia... puoi benissimo dire che quei vizi cominciarono in
gioventù. Dice infatti il Signore: «La strada presa nella giovinezza,
invecchiando non verrà più abbandonata».
Mi dirai: «Se comincio ora a servire il Signore, diverrò triste!»
Ti
rispondo che non è vero! Triste sarà colui che serve il demonio, perché
quantunque si sforzi di stare allegro, sentirà notte e giorno la voce
della coscienza che gli dice: «Sei nemico di Dio e sei sull'orlo
dell'Inferno!» Del resto, chi più allegro e sereno di San Luigi
Gonzaga, di San Filippo Neri e di San Vincenzo de' Paoli? Eppure la
loro vita è stata una continua pratica di ogni virtù.
Fatti
dunque coraggio! Scegli la strada della virtù, e ti assicuro che ti
troverai contento e sperimenterai quanto è dolce e soave servire il
Signore.
11. LA PRIMA VIRTU’ DI UN GIOVANE E’ L’OBBEDIENZA AI PROPRI GENITORI
Come
una tenera pianticella, anche se piantata in un buon terreno, può
prendere una cattiva piega e finire male se non è coltivata e, per così
dire, guidata fino a una certa grossezza, così tu, mio caro giovane, ti
piegherai sicuramente verso il male se non ti lascerai guidare da chi
ha cura della tua educazione e del bene della tua anima.
LA TUA
GUIDA SONO I TUOI GENITORI ed anche quelle persone che ne fanno le
veci. Ad essi devi ubbidire docilmente se vorrai essere felice. Dice
infatti il Signore: «Onora il padre e la madre e vivrai a lungo sulla
terra».
Mi domanderai: «Come devo fare per onorare i miei genitori?». Ti rispondo: «Con l'ubbidirli, rispettarli e assisterli».
Con
l'ubbidirli: e perciò quando ti comandano qualche cosa falla
prontamente, senza mostrarti seccato. Non devi essere come quei
brontoloni che ad ogni comando alzano le spalle o rispondono malamente.
Chi fa così non solo manca verso i genitori, ma verso Dio stesso.
Gesù, che era Dio, ha voluto essere sottomesso alla Sua mamma e a San Giuseppe proprio per insegnarci ad obbedire.
In secondo luogo tu devi avere per i tuoi genitori un grande rispetto.
Perciò devi stimarli, e se hanno qualche difetto cercare di coprirlo, perché siano stimati anche dagli altri.
Infine
devi aiutarli più che ti è possibile sia in casa che fuori. Divenuto
grande dovrai aiutarli anche con il tuo denaro e assisterli nella loro
vecchiaia. Soprattutto non dimenticarli mai nelle tue preghiere.
Perciò
concludo col dirti: «Sii ubbidiente e diverrai santo; ma se
disubbidirai, molto facilmente prenderai una strada che ti condurrà
alla perdita di ogni virtù.
12. IL GIOVANE CRISTIANO RISPETTA LE CHIESE E I SACERDOTI
Poiché
tu, o caro giovane, SEI CRISTIANO, devi amare e rispettare tutto ciò
che appartiene a Gesù Cristo, specialmente le chiese e i sacerdoti. La
chiesa è la casa di Dio nella quale andiamo per pregare. Entrando in
Chiesa fatti il segno della Croce con l'acqua benedetta e poi
genuflettiti fino a terra dicendo a Gesù che sta nel Tabernacolo:
«Gesù, mio Dio, ti adoro e ti amo!». Poi inginocchiati nel banco e
prega con raccoglimento.
Se sei con dei compagni non lasciarti
distrarre ridendo o parlando senza necessità: basta una parola o un
sorriso per rovinare tutta la preghiera e dare cattivo esempio agli
altri. San Stanislao Kostka stava in Chiesa con tanta devozione che
sovente non sentiva neppure i genitori che lo chiamavano quando era
ora di tornare a casa.
Ti raccomando anche di avere un grande
rispetto per i sacerdoti e per i religiosi, pregando per loro affinché
siano santi per poter santificare le anime. Quando parli di loro abbi
come norma questo detto: «Dei ministri di Dio o parlar bene o tacere».
Da
ultimo voglio esortarti a non aver vergogna di dimostrarti cristiano
anche fuori di Chiesa. Perciò quando passerai davanti a una chiesa o a
qualche immagine della Madonna, saluta Gesù e Maria con un segno di
croce o altro gesto di venerazione. Ti mostrerai così vero cristiano e
Dio ti ricolmerà di benedizioni per il buon esempio che avrai dato al
tuo prossimo.
13. IL NUTRIMENTO DELL’ANIMA SONO LA PAROLA DI DIO E LA LETTURA DI BUONI LIBRI
Come
il nostro corpo senza cibo si indebolisce e muore, così avviene per la
nostra anima se non le diamo IL SUO CIBO, cioè la parola di Dio.
Mi
chiederai: «Dove posso trovare questo cibo? Ti rispondo: «Nei buoni
libri e nella predicazione dei sacerdoti». Per prima cosa ti esorto
perciò a dedicare ogni giorno un po' di tempo nel leggere qualche libro
che ti faccia conoscere ed amare Gesù, come il Vangelo, o il libro
della Imitazione di Cristo, la Storia Sacra o la vita di un Santo.
La
parola di Dio la potrai trovare anche nella predicazione dei buoni
sacerdoti che spiegano il Vangelo o il Catechismo. Le prediche vanno
ascoltate con grande attenzione, cercando di imprimerle bene nella
memoria e applicandole a te stesso.
14. COME TI DEVI COMPORTARE NELLE TENTAZIONI
Anche
alla tua giovane età, mio caro amico, il demonio cerca di ingannarti
per farti cadere nel peccato, e così rendere la tua anima sua schiava e
nemica di Dio. Perciò dovrai star bene attento a non soccombere QUANDO
SARAI TENTATO, cioè quando il demonio ti suggerisce di fare il male.
Per
riuscirvi dovrai per prima cosa fare di tutto per non avere tentazioni.
II che ti riuscirà facile se starai molto attento a, fuggire le
occasioni di peccato, cioè i compagni cattivi, i discorsi, i
giornaletti e gli spettacoli scandalosi; e se cercherai di stare
sempre occupato in qualche lavoro o studio. Quando non sai cosa fare,
va pure a giocare, ma fa in modo che il demonio non ti trovi mai
disoccupato.
Se poi, pur facendo quanto ti ho detto, subirai
qualche tentazione, non fermarti ad aspettare che essa prenda possesso
del tuo cuore, ma chiedi subito aiuto a Gesù e alla Madonna. Anche il
pensiero della morte, che potrebbe colpirti improvvisamente, ti
aiuterà a respingere la tentazione.
Ricordati infine che anche i
Santi furono tentati, e che ogni vittoria sulle tentazioni è una prova
che tu dai a Gesù del tuo amore per Lui.
15. RIMEDI CONTRO GLI INGANNI DEL DEMONIO
Il
primo inganno che il demonio suole usare per ingannare le anime dei
giovani è LO SCORAGGIAMENTO. «Come è possibile - insinua il maligno -
che tu possa per cinquanta, sessant'anni o più vivere nella virtù e
lontano dai piaceri?».
Quando il demonio ti suggerisce questo,
tu rispondigli così: «Chi mi assicura che io giungerò fino a quell'età?
La mia vita è nelle mani di Dio e può anche darsi che oggi sia l'ultimo
giorno della mia vita. Quanti ragazzi della mia età ieri erano allegri
e pieni di salute ed oggi sono già nella tomba! E non potrebbe accadere
altrettanto anche a me? E se anche dovessi faticare alcuni anni per il
Signore, non ne sarò ricompensato in modo sovrabbondante da una
eternità di gloria e di gioia in Paradiso?».
Il secondo inganno del demonio è di farti credere che la vita santa ti farà cadere NELLA TRISTEZZA.
«Tu
sei giovane - insinua il demonio - e se ti metti a pensare all'eternità
e all'Inferno diventerai melanconico e potresti anche impazzire».
A
queste insinuazioni tu risponderai così: «È vero che il pensiero di
un'eternità infelice e di un supplizio che non finirà è un pensiero
tetro e spaventoso, ma se può farmi impazzire al solo pensarvi, che
cosa sarà mai l'andarvi? È meglio pensarci adesso e non caderci in
avvenire, che allontanarne ora il pensiero e poi cadervi per
l'eternità!».
D'altra parte, o caro giovane, se il pensiero
dell'Inferno ci riempie di terrore, il pensiero del Paradiso ci riempie
di gioia. I santi infatti, pur pensando all'eternità delle pene non
erano tristi, ma allegri, perché avevano fiducia di evitarle vivendo
sempre in pace con Dio.
Fatti dunque coraggio! Prova a servire il Signore e vedrai quanto è dolce e soave amarLo con tutto il cuore.
16. COME CONSERVARE LA VIRTU’ DELLA PUREZZA
Ogni
virtù dei giovani è un prezioso ornamento che li rende cari a Dio e
agli uomini. Ma la virtù regina, la virtù angelica, LA SANTA PURITA’, è
un tesoro di tal pregio che i giovani che la possiedono divengono
simili agli Angeli di Dio nel Cielo, sebbene siano ancora sulla terra.
Questa
virtù è come il centro attorno a cui si raccolgono e si conservano
tutti i beni; e se per disgrazia si perde, tutte le altre virtù sono
perdute.
Ma questa virtù, o mio caro giovane, che fa di te un
altro angelo del Cielo e che tanto piace a Gesù e a Maria, è insidiata
più di ogni altra dal nemico delle anime, che sferra attacchi furibondi
per fartela perdere o per indurti almeno a macchiarla.
Per
questo motivo io voglio suggerirti alcune regole, o armi spirituali,
con le quali riuscirai certamente a conservarla e a respingere il
nemico tentatore.
L'arma principale che ti suggerisco è la
ritiratezza. La purezza è infatti come un diamante di inestimabile
valore, che va gelosamente custodito e non esposto imprudentemente in
pubblico. San Gregorio Magno dice che chi porta pubblicamente un tesoro
per la strada, presto o tardi verrà derubato.
Gesù dice infatti: «Questo genere di tentazioni non si vincono se non con il digiuno e con la preghiera».
Col
digiuno, cioè con la mortificazione dei sensi, tenendo a freno gli
occhi, la gola, fuggendo l'ozio, non dando al corpo se non il riposo
strettamente necessario.
Gesù ti raccomanda inoltre di
ricorrere alla preghiera, ma fervorosa, piena di fede e perseverante
fin tanto che non sia cacciata la tentazione. Un modo di pregare facile
e che potrai ripetere anche nella tua mente è l'uso delle giaculatorie,
come ad esempio: "Gesù mio, misericordia". "Gesù, salvami". "O Maria
concepita senza peccato, prega per me che ricorro a Te".
Preghiera è anche baciare il Crocifisso o la medaglia della Madonna.
Ma se tutte queste armi non bastassero ad allontanare la tentazione, allora ricorri all'arma invincibile della presenza di Dio.
Dio
infatti è Padrone assoluto della nostra vita e può farci morire in ogni
momento; come potremo quindi offenderLo in Sua presenza? La Bibbia
racconta che il Patriarca Giuseppe quando era schiavo in Egitto, a chi
lo tentava di commettere un'azione nefanda, rispose: «Come posso io
commettere questo male alla presenza del mio Signore?». Così anche Tu
devi riflettere quando sarai tentato: «Come posso offendere il mio Dio
che mi sta guardando, che mi ha creato, che è morto per me sulla Croce
e che è Padrone assoluto della mia vita?».
Io Ti posso assicurare, o caro giovane, che se farai come Ti ho detto non cadrai mai nella tentazione.
17. LA DEVOZIONE ALLA MADONNA
Un
sostegno indispensabile per te, o caro giovane, è la devozione a Maria
Santissima. Se sarai devoto di Lei, ELLA TI FARA’ DA MADRE, ti coprirà
col Suo Manto, ti colmerà di benedizioni in questo mondo e ti darà,
alla fine, il Paradiso. Qualsiasi grazia Le domanderai, ti sarà
concessa purché non sia cosa che torna a danno della tua anima. Io
perciò ti raccomando di chiedere tre grazie speciali necessarie a
tutti, ma specialmente a te che sei giovane.
La prima grazia è che ti aiuti a non commettere mai peccato mortale per tutta la tua vita.
Tu
sai, infatti, cosa vuol dire cadere in peccato mortale? Vuol dire
rinunciare ad essere figli di Dio per diventare schiavi di Satana. Vuol
dire perdere quella bellezza che ti rende come un angelo agli occhi di
Dio, per diventare deforme come un demonio. Vuol dire perdere tutti i
meriti già acquistati per la vita eterna. Vuol dire restare sospeso
per un filo sottilissimo sopra la bocca dell'Inferno. Vuol dire fare
un'enorme ingiuria ad una Bontà infinita, e questo è il male più grande
che si possa immaginare. Credimi, mio caro amico, qualsiasi grazia la
Madonna dovesse concederti, sarebbe inutile senza quella di non cadere
mai in peccato.
Perciò, questa grazia dovrai chiederla mattino e sera e tutte le volte che a Lei ti rivolgi.
La seconda grazia che ti raccomando di domandare alla Madonna è quella di poter conservare la preziosa virtù della purità.
A
Lei dovrai chiedere di aiutarti in modo speciale a custodire gli
occhi, che sono le finestre per cui il peccato si fa strada nel nostro
cuore e attraverso le quali il demonio viene a prendere possesso
della nostra anima. Non fermarti mai a guardare cose contrarie alla
modestia. S. Domenico Savio, interrogato perché fosse tanto cauto negli
sguardi rispose: «Ho preso la decisione di distogliere gli occhi da
tutto ciò che non è puro per essere più degno di incontrare lo sguardo
della Madonna, Vergine Immacolata.
La terza grazia che dovrai
domandare alla Madonna, è di poter stare sempre lontano dai compagni
cattivi, cioè da coloro che fanno discorsi che non si farebbero alla
presenza dei genitori. Sta lontano da costoro, anche se fossero tuoi
parenti. Posso assicurarti che talvolta fa più danno la loro compagnia
che quella di un demonio. Felice te, o mio caro figliolo, se fuggirai
la compagnia dei malvagi! Sarai allora sicuro di camminare per la
strada del Paradiso; diversamente correrai un gravissimo rischio di
perderti in eterno.
Perciò, se sentirai dei compagni che
bestemmiano, che disprezzano la Religione o, peggio ancora, che dicono
parole contrarie alla virtù della modestia, devi fuggirli come la peste.
Ti
assicuro che quanto più i tuoi sguardi e i tuoi discorsi saranno puri,
tanto più Maria si compiacerà di te e tante più grazie ti otterrà da
Gesù.
Queste sono le tre grazie più importanti per la tua età,
che otterrai se reciterai ogni giorno il Santo. Rosario o almeno tre
Ave e tre Gloria con la giaculatoria: «Cara Madre, Vergine Maria, fa
che io salvi l'anima mia».
Con queste tre grazie camminerai fin
d'ora per la strada che ti renderà uomo onorato e con esse avrai la
certezza di raggiungere l'eterna felicità.
18. CONOSCERE CIO’ CHE DIO VUOLE DA TE
Nei
suoi eterni consigli Dio ha destinato ciascuno di noi ad una
condizione di vita per la quale ha preparato le grazie necessarie.
Come
in ogni altra circostanza della propria vita, così anche in questa il
cristiano deve cercare di CONOSCERE LA VOLONTÀ DI DIO, sull'esempio di
Gesù che è venuto sulla terra solo per compiere il volere del Suo
Eterno Padre.
È dunque molto importante, mio caro figliolo, che tu abbia a conoscere con chiarezza ciò che Dio vuole da te.
Per
far questo, è indinspensabile che tu abbia a passare illibata la
fanciullezza e la gioventù, oppure che tu abbia a riparare con una
sincera conversione gli anni disgraziatamente trascorsi nel peccato.
Altro
mezzo efficacissimo è la preghiera umile e perseverante. Potrai
chiedere luce a Dio durante la Santa Messa, specialmente nella Santa
Comunione, ripetendo le parole di San Paolo: «Signore, che vuoi che io
faccia?». Oppure quelle di Samuele: «Parla o Signore, che il tuo servo
ti ascolta!».
Devi anche essere deciso di fare ad ogni costo la
volontà di Dio, qualunque cosa ti possa accadere, e malgrado la
disapprovazione di chi giudica secondo il mondo.
Qualora i
genitori o altre persone volessero distorglierti dal cammino sul quale
Dio ti chiama, ricordati che quello è il momento di mettere in pratica
il grande avviso del Vangelo, di ubbiddire prima a Dio che agli uomini.
Con questo non ti dico di dimenticare il rispetto e l'onore che devi ai
tuoi genitori: con loro devi comportarti sempre rispettosamente e
umilmente, ma senza pregiudicare il supremo interesse dell'anima tua.
Da
ultimo potrai chiedere consiglio a persone sante e timorate di Dio,
specialmente al Confessore che conosce meglio di altri lo stato
dell'anima tua.
19. EVITARE L’OZIO
L'inganno principale che il demonio tende alla gioventù è L'OZIO, SORGENTE FUNESTA DI TUTTI I MALI.
Tu,
o caro giovane, devi sapere che l'uomo, è nato per il lavoro, e quando
non lavora è fuori del suo centro e corre grande rischio di offendere
il Signore. L'ozio, dice lo Spirito Santo, è il Padre di tutti i vizi,
mentre lo stare occupati, li combatte e li vince tutti.
Non vi è
tormento maggiore per i dannati dell'inferno, che il pensiero di aver
passato in ozio quel tempo che Dio aveva loro dato per salvarsi; e non
vi è consolazione più grande per i beati del Paradiso quanto il
pensiero che un po' di tempo impiegato per la gloria di Dio fece loro
guadagnare un bene eterno.
Con questo non voglio dire che tu
debba lavorare da mattino a sera senza alcun sollievo: devi anche
divertirti, scegliendo però divertimenti che non siano peccato, come lo
sport, la lettura di buoni libri e così via.
Ciò che mi preme
raccomandarti per ultimo è che anche durante il gioco tu abbia a
ricordarti qualche volta del Signore, offrendo a Suo onore e gloria lo
stesso divertimento.
20. EVITARE LE COMPAGNIE CATTIVE
VI SONO TRE CATEGORIE DI GIOVANI: i buoni, i cattivi, e quelli che non sono del tutto cattivi, ma nemmeno buoni.
Coi
primi potrai intrattenerti, e ne avrai vantaggio; con gli ultimi
tratta solo quando lo richiede la necessità, senza però entrare in
confidenza. I cattivi poi, si devono assolutamente fuggire.
Ma
quali sono questi compagni cattivi? Sono tutti quei giovani che in tua
presenza fanno discorsi osceni, dicono parole equivoche o scandalose,
mormorazioni, menzogne, bestemmie, oppure cercano di allontanarti
dalla Chiesa, ti consigliano di rubare, di disubbidire ai genitori, o
di trasgredire a qualche tuo dovere: tutti questi sono compagni
cattivi, dai quali dovrai guardarti più che dalla peste e dal diavolo
stesso.
Ascolta quel che dice il Signore: «Chi cammina col
virtuoso sarà anch'egli virtuoso; ma l'amico dello stolto diverrà
simile a lui». In altre parole se tu avrai buoni amici andrai con loro
in Paradiso, ma se frequenterai compagni perversi, tu pure ti
pervertirai, con pericolo di perdere irreparabilmente l'anima.
Tu
mi dirai: «sono tanti i compagni cattivi, che per fuggirli tutti dovrei
andar via da questo mondo!». Lo so che sono molti i cattivi compagni,
ed è appunto per questo che ti raccomando caldamente di fuggirli! Che
se per non incontrarli fossi costretto a startene solo, sii certo che
avrai in tua compagnia Gesù, Maria Santissima e il tuo Angelo Custode.
Tuttavia
non ti sarà difficile riconoscere i buoni compagni: essi sono quei
giovani che frequentano i santi Sacramenti, che vanno a Messa, che con
le parole e con l'esempio ti aiutano ad adempiere i tuoi doveri e ti
allontanano dall'offendere il Signore. Questi amici frequentali pure,
perché ne avrai un grande vantaggio.
21. EVITARE LO SCANDALO
La
parola «scandalo» vuol dire «inciampo», e «scandaloso» è chi, o con
parole o con fatti, fa cadere gli altri nell'offesa di Dio.
Lo
scandalo È UN PECCATO ENORME perché ruba le anime a Dio e le consegna
al demonio che le condurrà all'Inferno. Perciò lo scandaloso è un vero
collaboratore di Satana.
Quando il demonio non riesce a
pervertire qualche giovane, allora ricorre agli scandalosi. Ma
disgraziati coloro che fanno ciò! Per essi vale la terribile
maledizione di Gesù: «Guai a che dà scandalo ad uno di questi fanciulli
che credono in Me! Purtroppo ci sono degli scandali nel mondo, ma guai
a chi ne dà! Sarebbe meglio per lui che gli si attaccasse una pietra da
mulino al collo e lo si gettasse nel profondo del mare!».
Se si
potessero togliere dal mondo tutti gli scandali, quante anime che vanno
eternamente perdute nell'Inferno, non cadrebbero in peccato e
andrebbero in Paradiso!
Perciò tu fuggi immediatamente le
persone e le cose scandalose più ancora che se incontrassi lo stesso
demonio. E prega per gli scandalosi, perché abbiano a capire in gran
male che fanno agli altri e a se stessi, e si convertano e si salvino.
22. NON FARE NE’ ASCOLTARE DISCORSI IMMORALI
Quanti giovani si trovano all'Inferno per aver dato ascolto ai discorsi cattivi!
I
DISCORSI INFATTI SONO COME IL CIBO: basta una goccia di veleno caduta
in un piatto di cibo sano, per dare la morte a chi lo mangia. Così
basta una parola maliziosa per insegnare il male a tanti giovani e per
avvelenarne l'anima col peccato.
Tu mi dirai: «So che ciò è
vero! Ma come posso evitarli se li sento fare a scuola, sul lavoro, nel
gioco, e perfino in casa mia?». Ti rispondo insegnandoti come dovrai
comportarti in questi pericoli:
Se sono persone più giovani di te che fanno cattivi discorsi, allora devi correggerle con coraggio e bontà.
Se
invece sono persone a te superiori, alle quali non ti conviene fare
rimproveri, allora cerca di non ascoltare occupandoti in altre cose,
mantenendoti serio e dicendo nel tuo cuore qualche preghiera.
Ma
se malgrado queste precauzioni capisci di trovarti in pericolo di
offendere il Signore, allora vattene via. Come ci insegna Gesù, è
meglio essere disprezzati, ed anche perdere una mano o un occhio,
piuttosto che andare all'inferno eterno con tutte e due gli occhi e con
tutte e due le mani.
Può anche darsi che qualcuno ti prenda in
giro per questo tuo comportamento: non farci caso! Verrà un tempo in
cui il loro riso si cambierà in pianto, nel più profondo dell'Inferno,
mentre il disprezzo che tu ora subisci si tramuterà nella eterna gioia
del Paradiso.
Senza contare che le stesse persone che a parole
ti disprezzano, nel loro cuore nutrono per te e per il tuo coraggio una
grande stima, e difficilmente oseranno ancora far discorsi cattivi in
tua presenza.
23. EVITARE LE LETTURE CATTIVE
Voglio
ora dirti una cosa che mi sta molto a cuore e che vorrei che tu non
dimenticassi mai: non leggere mai libri o giornali della bontà dei
quali non sei più che sicuro.
I libri e i giornali cattivi POSSONO DANNEGGIARTI IN DUE MODI: o perché sono osceni, o perché sono contro la religione.
I
libri e i giornali osceni sono purtroppo diffusi un po' dappertutto. Tu
non li dovrai neppure guardare, nè nelle edicole, nè se li vedi in
mano ad altri. Se ne trovassi qualcuno, straccialo subito, e avrai così
distrutto una pericolosissima arma di Satana.
Libri e giornali
cattivi sono anche quelli che parlano contro Dio, contro la Religione e
contro la Chiesa. Anche questi devi respingere e stracciare perché
mirano a distruggere in te e negli altri la Fede in Dio, senza della
quale nessuno può sperare di salvarsi, e per la quale milioni di
Martiri hanno versato il loro sangue.
Non devi neppure lasciarti
attirare a leggere questi libri o giornali con la scusa che contengono
bellezze letterarie o artistiche. Berresti tu infatti un liquore
avvelenato soltanto perché ti viene offerto in una tazza d'oro? No
certamente! Ebbene, tanto maggiormente dovrai perciò respingere
l'inganno di Satana che vuole avvelenare ed uccidere la vita dell'anima
tua.
24. NON PARTECIPARE AGLI SPETTACOLI IMMORALI
Un'altra
arma di Satana per rovinare i giovani e precipitarli con lui
nell'Inferno sono gli spettacoli cattivi oggi ormai tanto diffusi da
richiedere da te una fermissima volontà per evitarli.
Quanti
poveri giovani che non hanno saputo resistere fortemente all'invito
del demonio (che tante volte si vale dell'opera di compagni cattivi)
entrano in una sala cinematografica con l'anima pura, amica di Dio
piena di felicità, e ve ne escono con l'anima insozzata, schiava di
Satana e piena di rimorsi!
Quante anime innocenti si sono
infangate per aver voluto vedere certi spettacoli o per aver
partecipato a certe feste o a certi balli!
Anche tanti
spettacoli televisivi (aggiungiamo noi interpretando il pensiero di Don
Bosco), possono essere scandalosi. Perciò sappi chiudere il televisore
quando ti accorgi che invece di divertirti in modo onesto, ti sta
facendo del male! «Che ti serve infatti - ti dice Gesù - guadagnare
tutto il mondo (cioè aver visto tante cose) se poi perdi eternamente la
tua anima?».