LA «MAMMA MARIA»
«Accanto a lei si imparava ad amare la Madonna».
È questa la frase ripetuta da tutte le persone che avvicinarono Luigina
e che ebbero poi con lei rapporti di sincera amicizia.
Riportiamo il racconto della signora Isotta che le è stata accanto,
negli ultimi dieci anni della sua vita, assistendola, ricevendo le
varie visite ed accudendo alla casa. Dal suo racconto, semplice ma
genuino, possiamo «intravedere» un poco dell'unione di Luigina con la
Madonna: la sua «Mamma Maria».
«Fin da piccola ho sempre avuto un grande amore per Gesù e una profonda
devozione per il Sacro Cuore. Quando conobbi Luigina, la devozione che
io provavo per la Mamma Celeste, invece, era piuttosto sbiadita. Fu
proprio lei quindi, a poco a poco, ad introdurmi nella conoscenza della
Madonna ed a «capire» la nostra dolcissima e misericordiosa Mamma del
Cielo. Mi spiegava con tanta pazienza e persuasione che amando ed
invocando la Madre non toglievo nulla al figlio. Anzi Lo glorificavo
ancor di più. Era attraverso Lei che passavano tutte le Grazie Divine.
Insegnandomi ad amare la Madre di Dio mi fece così «toccare con mano»
la Sua potenza ed i Suoi interventi.
Posso dichiarare che la presenza della Madonna, se così posso
esprimermi, in casa di Luigina era sempre continua. Vi aleggiava «una
certa aria» tutta particolare che non respiravo in nessun altro luogo.
Devo dire di più. Molte mattine, arrivando già stanca e sofferente alle
gambe, mi domandavo come avrei fatto a passare tutta la giornata da lei
e poi alla sera rientrare a casa mia dove avevo due figli da accudire.
Ebbene, appena io varcavo la porta di Luigina, era come se le mie forze
ritornassero in pieno e per tutta la giornata non percepivo la minima
stanchezza. Alla sera però, appena giunta in strada per incamminarmi
all'autobus che mi riportava in famiglia, le mie forze sparivano ed ero
di una stanchezza indescrivibile.
Per dieci anni posso dichiarare che fu sempre così. Io sono certa che
questo sentirmi bene in casa di Luigina era una grazia speciale della
Mamma che, servendosi di un povero mezzo come me, poteva sollevare,
almeno materialmente, la Sua Prediletta.
In certi momenti ed in giorni speciali, come il primo sabato di ogni
mese e nelle festività liturgiche della Mamma, Luigina aveva vere
visioni e colloqui con Lei. Questi doni e grazie specialissimi erano
però preparati e seguiti da gravi sofferenze, tanto è vero che più di
una volta, arrivando al mattino, trovavo Luigina come se fosse in fin
di vita.
Una volta mi feci coraggio e timidamente le chiesi come avvenivano
queste apparizioni mariane. Ricordo ancora perfettamente l'umile e
dolce sorriso con il quale mi guardò e con semplicità mi spiegò che la
Mamma Maria si faceva sempre preannunciare da una indescrivibile
armonia musicale e da canti angelici. Poi le si mostrava al centro di
una grande luce - per cui tutt'intorno a lei ogni cosa scompariva. Era
lì, sorridente e splendente; di una luminosità e di un fulgore
meravigliosi. Luigina poi, leggendo nel mio pensiero, proseguì
spiegandomi che i messaggi erano brevi, concisi, fatti di poche parole.
Molte volte rispondeva alle domande di Luigina, altre volte le dava
messaggi per qualche persona in particolare. Mi disse anche che il
colore del mantello della Mamma non era sempre lo stesso. Il colore
simboleggiava, a seconda dei casi, uno «stato d'animo» differente. Ad
esempio: il viola indicava a Luigina la penitenza, il rosa la
delicatezza e l'umanità, il rosso l'amore.
Poi, quando la Madonna se ne andava, si allontanava indietreggiando
dolcemente, senza mai voltarsi e lasciava il Suo profumo. Un profumo
così intenso che, ricordo bene, impregnava la Cappella o anche la casa
per tutto il giorno.
Naturalmente la voce di «questi favori celesti» che Luigina riceveva,
si propagava fra le varie persone che la frequentavano, lasciandone
alcune incredule. E ciò contribuiva a creare in lei dei dubbi dolorosi
che la facevano diffidare di se stessa. Questo avveniva anche perché il
demonio la tormentava in merito, «soffiandole» che era una povera
illusa e una visionaria. Lei stessa però fu per molti anni la prima a
non desiderare queste manifestazioni mistiche e per molto tempo le
combattè tutte. E questo fu un vero «stillicidio del cuore» e lo stato
di dubbio durò per parecchi anni.
Rassicurata poi, dai padri spirituali che si succedettero alla guida
della sua anima, accettò «tutto» come Volontà Divina, custodendo il
soprannaturale con il più grande riserbo e distacco. E quando la
Madonna disponeva che, per il bene di un'anima, ella aprisse un poco lo
scrigno che racchiudeva i segreti del Cielo, allora ubbidiva.
Una notte, durante la quale Luigina dormiva, la Madonna la chiamò e le
impose di alzarsi immediatamente, di affacciarsi alla finestra e di
guardare giù nell'autoparco della polizia che stava giù di fronte. Gina
prontissima ad eseguire i voleri divini, ubbidì. Guardò e, secondo
l'ingiunzione della Mamma, chiamò al telefono il «113». Chi rispose
dall'altra parte del filo chiese se fosse un «palo», al che ella
rispose: «Sono una povera malata e, non potendo dormire, sto in
finestra. Ho visto due uomini collocare bombe, altri due sono al di
fuori». Frattanto giunse la celere che trovò le bombe e prese i
malviventi. Erano dei brigadisti che volevano far saltare in aria
l'autoparco della polizia. La mattina seguente fu annunciato alla radio
che una voce di donna, nella notte, aveva fatto da Via Urbino una
telefonata segnalando il pericolo. Se le bombe fossero esplose
avrebbero provocato ingenti danni e, per di più, molte vittime. La
Madonna si era servita della sua umile protetta per scongiurare una
inqualificabile distruzione e strage.
Un altro fatto, testimonia Isotta, e che ben pochi conosceranno è senza
dubbio quello avvenuto nel 1937, durante il quale la Mamma Maria le
rivelò che un giorno
Ella sarebbe apparsa a Roma alle Tre
Fontane, a tre bambini e alloro papà.
Solo negli ultimi anni, prima della morte, Luigina racconterà, a pochi
intimi e separatamente, quanto fosse buona con lei la Mamma e quante
«lezioni» le diede fin dal momento della sua prima apparizione del 15
Agosto 1935 ad Itri, quando ormai in fin di vita la miracolò. Una di
queste «lezioni» avvenne proprio nel 1937 quando, con le sue giovani
dell'associazione «Figlie di Maria» della Garbatella, Luigina andò alla
vicina Abbazia delle Tre Fontane, ai luoghi del martirio dell'apostolo
Paolo e poi si diresse al boschetto degli eucalipti. Mentre le ragazze
si riposavano, chiacchierando tra loro, lei si inoltrò tra le piante
secolari fino ad una grotta.
All'improvviso sentì una voce e si vide davanti la Mamma. Gli occhi
della Vergine, sereni ma molto mesti, si posarono su un punto. Luigina
seguì lo sguardo e con orrore vide gli ossicini di un aborto. Capì
immediatamente e, fatta una piccola buca, seppellì quei poveri resti di
una creaturina che non potè vedere la luce e vi posò sopra una
medaglietta.
Allora la «Bella Signora» sorrise compiaciuta.
A questo punto bisogna chiarire che quella grotta naturale, purtroppo,
era diventato un posto malfamato e ricettacolo di quanto si voleva far
scomparire: tonache abbandonate, croci spezzate, feti in
decomposizione. E sarà proprio qui, che dieci anni dopo, la Vergine si
mostrerà in maniera tangibile e la terra di peccato e il misero
ricovero per le dissacrazioni e le oscenità diventerà un luogo santo,
consacrato alla preghiera.
Il sabato in Albis, 12 Aprile 1947, la Madonna bianco vestita,
ammantata di verde, cinta di rose, scalza e con un libro fra le mani,
apparirà a tre bambini ed al loro papà, Bruno Cornacchiola e si
definirà: la Vergine della Rivelazione.
Esattamente dieci anni prima Luigina ne aveva ricevuto il preannuncio:
«
Tornerò in questo luogo. Mi servirò di un uomo che oggi perseguita la
Chiesa, vuole uccidere il Papa... Ora vai in San Pietro, troverai una
signora, così vestita... Lei ti condurrà dal fratello Cardinale.
Porterai a Lui il Mio Messaggio. Da questo luogo stabilirò a Roma il
trono della mia gloria... Inoltre dirai al Cardinale che presto sarà il
nuovo Papa».
Luigina fece esattamente ciò che la Mamma le ordinò. Recatasi in San
Pietro trovò la signora descritta: era la Marchesa Pacelli, sorella del
Cardinale Eugenio Pacelli. Ebbe un colloquio con il Porporato al quale
riferì tutto ciò che la Madonna desiderava. Però all'ultima frase il
Cardinale la guardò e, con il suo modo di parlare un po' «staccato», le
disse: «Se sono rose fioriranno».
Comprendiamo ora perché Pio XII abbia dato tanto rapidamente credito ai
fatti delle Tre Fontane quando si verificarono nel 1947 e perché, solo
pochi mesi dopo l'Apparizione, il 5 Ottobre, in Piazza San Pietro abbia
impartito la Sua Benedizione alla statua della Vergine che stava per
essere portata nella grotta.
Pio XII era già al corrente di tutto: da dieci anni!
Bruno Cornacchiola, il veggente fortunato, più tardi seppe dal gesuita
Padre Lombardi, fattosi tramite tra lui e il Pontefice, che, quando
fece leggere a Pio XII il Messaggio della Vergine, molto commosso il
Papa disse: «Io già sapevo».
Vi erano molti altri fatti che testimoniavano ai presenti in casa le
apparizioni della Mamma Maria a Gina. Oltre alle intense ondate di
profumo straordinario, arrivava improvvisamente una pioggia di petali
di rose che, volteggiando nella stanza, si posavano dolcemente sui
mobili, sul letto o per terra.
Luigina scrisse alcuni brevi Messaggi che la Mamma indirizzò a lei e
alcune preghiere. Ne scegliamo alcuni che illustrano splendidamente
come il rapporto d'amore e di donazione di Gina alla Mamma fosse
continuo e totale.
«O Mamma, vedi che ancora sono al di sotto delle tue atroci pene.
Perciò voglio che la mia povera oblazione sia di vittima amorosa con
Te, Vittima Divina, ed allontana da me ogni umana soddisfazione».
La Mamma Celeste: «
Ti farò vivere con generosa fortezza le contingenze
della vita e vincere fermamente gli ostacoli».
«Quante volte nella notte la Mamma mi fa prendere lo stillicidio del
Santo Padre! Lo stringe al Suo Materno Cuore, l'offre a Gesù e Questi
fa scendere una pioggia di petali: tante grazie per il mondo».
«
A tutte le famiglie ove si dirà la Mia Invocazione: Maria salvaci,
stenderò la Mia Mano, stringerò i singoli membri al Mio Cuore e li farò
camminare allegramente anche fra mille tribolazioni». «
Io, la Mamma,
sono Madre Universale e la tua fede Gina sia universale. Prega, soffri
ed offri per tutti i popoli».
«
Gina, ama, fortemente ama chi ti fa soffrire, prega forte per i tuoi
nemici».
«
Che indifferenza! Gli uomini... gli uomini non sanno capire. Ma i
figli che camminano nelle tenebre non mi fanno paura, Gina. Quelli
della luce..., per questi è adirato il Padre. Oh, quanta falsa pietà.
Soffri, soffri!»
«Gina non affliggerti per le tue croci: guai se non fosse così.
Dovresti aver timore solo se tu non sanguinassi. Coraggio!»
«
Gina, soffri ed offri per amor Mio e di Gesù. Sino alla tua totale
consumazione!»
«
Ti ho detto di essere una lanterna accesa nel cuore della notte. Sai
perché? Per fugare tante tenebre che il demonio semina in queste ore
per tutti i popoli, specie le lotte continue contro la Chiesa; per le
amarezze del Papa, per i traviamenti e viltà di anime consacrate, per
le insidie della gioventù attraverso la stampa, gli spettacoli; da
tante sette e partiti votati anche a levare la purezza dei cristiani.»
«
Gina non lamentarti, non desiderare nulla: lasciati deridere,
calpestare, calunniare. Queste sofferenze tuffale nel Mio Amore per le
anime.
Quanti oltraggi riceve il Mio Cuore! Voglio bearmi col trattenermi nel
tuo cuore».
«
Figliola scrivi a caratteri di fuoco nel tuo cuore queste parole e
comunicale ai cuori sacerdotali che conosci perché ne facciano tesoro.
Oh! se gli uomini sapessero come l'Eterno Padre, con la calamita del
Suo Amore misericordioso, va cercando nei cuori dei Suoi figli il
granellino d'oro del più piccolo atto di buona volontà nel volersi
redimere. Oh! come tanti non lo sprecherebbero! A chi vedi che a questo
granellino si appiglia, incoraggialo e dirai queste Mie parole: Venite
a Me o miei figli affaticati ed oppressi da qualsiasi pena. Io, con il
Mio Amore, vi condurrò a Gesù, quindi a Dio, l'Eterno». «A
coloro che
tu mi raccomandi: siano più forti ed accettino le sofferenze con più
amore. Oh! come gli uomini sprecano la moneta d'oro di quei momenti
preziosi e non comprendono che la stessa sofferenza prepara loro
grazie. Sì, tante grazie! Il Signore vuol vedere in ogni cuore la
generosità stragrande di saper offrire nel dolore - Oh! il Mio Cuore
soffre a vedere che la maggior parte degli uomini è indifferente a
questo!»