GESU’ IL BAMBINO DI DIO

AMICO - Gesù, mio carissimo amico, il tuo bambino è ancora qui con te per dirti a nome di tutti, che noi bambini ti vogliamo bene e ti ringraziamo di tutto quello che hai fatto e fai per noi. Mi piacerebbe tanto, Gesù, poterti portare qui tutti i miei compagni, ma non ne vogliono sapere e anzi mi scherzano; ma a me non me ne frega niente, vengo e basta.

GESÙ - Grazie, mio carissimo amico, anch'io desidererei che tutti i bambini del mondo venissero a trovarmi nel Tabenacolo, come fai tu e mi dispiace soprattutto che non mi conoscono, né come amico, né come fratello, pazienza, io attendo sempre con amore e manderò te a far capire a loro quanto sia bello lo stare con me e godere della mia amicizia.
Se tu sarai un bambino secondo il mio cuore ed imparerai sempre più a vivere la mia stessa vita di Bambino di Dio, vedrai che poco alla volta seguiranno te, come seguivano me per le strade della Palestina.

AMICO - Mi piacerebbe, Gesù, trascinare qui tutti i bambini del mondo e cantare il Padre nostro forte forte, come quando si grida "Goal" allo stadio! Insegnami a diventare come te Bambino di Dio.

GESU’ - Anch'io, come te sono stato bambino piccolo piccolo ma sono diventato grande e grosso, come un uomo normale abituato a lavorare con mia Mamma e con Giuseppe che faceva il falegname. Lavoravo sodo sai, ma ero felice con loro di lavorare e di pregare cantando le lodi di Dio. Tu sai che ero anche Dio e potevo dire al vento: "Calmati", ad un cieco: "Vedici", ad un lebbroso: "Sii guarito" e ad un morto: "Alzati"! Ti ricordi quel bambino della vedova di Naim e di quella ragazzina che risuscitai toccandola e dicendole "Talita Kum"? Ebbene, io veramente uomo, veramente Dio ero obbedientissimo a mio Papà e non facevo mai nulla che Lui non fosse contento.
Mi spiego subito.
Da sempre, quando avevo capito che Lui lo desiderava che io venissi a salvare gli uomini, gli avevo detto: "Eccomi, manda me"! Ma sono venuto quando Lui ha voluto, a fare quello che Lui voleva: salvare proprio quelli disperati, nel luogo e nel tempo che Lui ha stabilito e a dire e a dare tutto quello che Lui mi aveva detto di dire e di dare.
La mia mamma, i miei discepoli, con chi andare, cosa fare, tutto lo aveva stabilito mio Papà ed io ero arcifelice di sapere che Lui era contento, perfino giorno e ora della mia passione e della mia morte! Io dissi sempre "Sì" a mio Papà.
Vedi? essere bambini di Dio, come me, vuol dire essere sempre obbedienti a tutte quelle cose che Dio-Amore ci chiede, sia che ci piacciano, sia che non ci piacciano.
Io ringraziavo sempre, mio Papà, per tutte quelle cose belle che mi permetteva di fare guardando sempre Lui, perché io facevo quello che vedevo fare a Lui, come Lui operava anch'io facevo. È bello, non è vero, lavorare insieme con il proprio Papà? lo l'ho sempre fatto, tanto che quando stavo per morire gli ho consegnato il compito finito, felice e soddisfatto di poter ritornare fra le sue braccia, anche se avevo inventato l'eucarestia per rimanere accanto a te ed insegnarti ad obbedire come un bambino buono.

AMICO - Gesù, mi sento diventare rosso come un peperone, dalla vergogna: siamo proprio molto diversi! Troppo, miseria! Anche a me piacerebbe essere così obbediente, ma è più forte di me e... non sempre, ma qualche volta... ! Proverò a fare come m'insegni tu, Gesù, ma tu stammi vicino e richiamami quando vedi che non sono obbediente: nella puntualità agli orari, nella fedeltà agli impegni di studio e di lavoro che mi vengono assegnati e soprattutto a fare tutto con amore, senza mettere subito il muso e sfogarmi sui miei fratelli.
Grazie Gesù per la pazienza che hai con me e aiutami ad essere veramente, come te, un bambino di Dio che il Padre guarda con predilezione perché vede che tu continui a vivere in Lui, obbediente, mite ed umile di cuore. Sarei proprio felice di far contento Paparino tuo e mio e sentirlo dire: "Tu sei il mio figlio diletto"! Aiutami Gesù e ci riusciremo!
(Fermati ancora un po' e cerca di dire a Gesù le tue difficoltà nella obbedienza e nella bontà).