GESU’, TU COME LA VEDI?

AMICO - Mio adorato Gesù, mi fa una gran pena saperti chiuso lì dentro, stretto, stretto come un topo in trappola. Se potessi ti porterei in casa mia, nella mia cameretta, almeno avresti più spazio e poi potremmo stare più tempo insieme. Qui sei solo e vorrei che tu dormissi, piuttosto di saperti triste per l'abbandono di tutti. È vero che ci sono momenti, alla domenica, per esempio, e alla mattina quando c'è la messa, che di gente ne viene abbastanza, ma poi, tutto il resto della giornata... che fai?
Quando arrivo io, vorrei raccontarti tante cose, tutto quello che mi è capitato, quello che ho sentito dire per tenerti informato, ma poi, arrivato qui, mi dimentico tutto e mi pare che ti basti che io stia con te. A me dispiace un mondo che intorno si parli di tutto e non si parli mai dì te, come se tu non esistessi, e la gente è tutta piena di problemi, arrabbiata. A me sembrano tutti pazzi.
Gesù, tu, come la vedi? Da dove sei come lo vedi il mondo?


GESÙ - Mio amico adorato, ti ringrazio dei sentimenti che hai verso di me e ti dico la verità, per me, basterebbe il tuo amore, la tua amicizia a giustificare la mia presenza in questo tabernacolo. Non pensare ché io stia qui stretto: il mio corpo, ormai non è più come il tuo e in questo tabernacolo ci sto benissimo e sono circondato di puri spiriti, gli angeli, che non occupano spazio e non mi lasciano mai solo.
A me fa tanto piacere che tu venga a raccontarmi tante cose e ascoltarti, ma tu devi sapere che io da qui, so tutto e vedo tutto perché il mio cuore è come un satellite, che è posto tanto in alto, che ha la possibilità di scrutare, non solo quello che appare, ma anche la profondità dei cuori.
Tutto quello che tu mi dici lo so, purtroppo che la gente è tanto agitata e sofferente perché si è dimenticata del mio amore e si agita per tante inutili cose piuttosto che venirsi a sfogare con me e ad imparare come si ama e si porta con pazienza la croce.
Mi chiedi come vedo tutto questo? Con molto amore: aspetto pazientemente che si ricordino di me e vengano da me a ricevere il perdono e la gioia della mia grazia, cioè tutta quella beatitudine che ho nel cuore e che vorrei riversare abbondantemente nel cuore di tutti.
Tu aiutami ad essere come un canale del fiume della mia bontà, perché se vedranno che tu, dopo l'incontro con me, diventi più buono, più obbediente, più felice, verranno a cercare la sorgente che è il mio tabernacolo e tu diventerai una piccola guida verso il mio cuore.
Gli uomini, sono distratti da tante cose e soprattutto non mi conoscono... sono come pecore senza pastore, un gregge disperso che brancola qua e là e rischia di cadere in bocca ai lupi rapaci. Non sono cattivi, sono spaventati, come uno che nella notte ha smarrito la via e non sa più trovare la strada di casa.
Tu, amico mio, devi diventare per i tuoi compagni e anche per i grandi, come una freccia indicativa della salvezza, facendo vedere che sei tutto puntato su di me. Voglio che tu sia come la segnaletica stradale, perché io sono la VIA per tutti. Io vedo che tutti gli uomini mi cercano affannosamente, senza nemmeno accorgersene, e nel loro cuore hanno un grande desiderio di me... Sii tu il mio piccolo pastorello amico che raduna tutti gli agnellini dispersi e li porta all'ovile del mio cuore.

AMICO - Gesù, mio carissimo amico e mio pastore, se tu mi starai sempre vicino e mi aiuterai, se mi saprai indicare quelle pecorelle che ti cercano veramente, io te le condurrò con gioia qui nel tuo ovile, dove la porta è sempre aperta, perché tu ci attendi sempre.
(Ora parla, cuore a cuore con Gesù e digli chi vorresti condurre presto da lui, perché diventasse suo amico). Mammina mia, quando non ci sono io, sta' tu vicina a Gesù, in modo che non si senta mai solo, ma sta' vicina anche a me, tanto tu lo puoi, in modo che non abbia a combinare fesserie invece di essere di buon esempio ai miei compagni. Ti mando un bacione con tutto il cuore. Ciao!