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1945
« La tua vita è dolore che dà amore » (Momenti della Passione)
... Gesù, quali sono le carezze [= sofferenze] che riceverò da Te in
questo nuovo anno? Sono piena di timore, più ancora, di sgomento. Venga
ciò che deve venire. Per quanto potrò essere ferita ed umiliata, con
la tua grazia divina, a tutto dirò: - Benvenuto; si faccia la volontà
di Gesù! - ... Vorrei nascere ora, ma conoscerti già, per non macchiare
per nulla il mio corpo; vorrei che con me rinascesse il mondo intero e
che tutto già ti conoscesse, per non lasciarsi macchiare... (diario,
4-1-1945).
... Sento che tante strade sono bagnate con il mio sangue. Vedo tanta
rivolta e indignazione... Il mio corpo è una sola piaga. Il sangue del
capo, spillato dalle spine, mi bagna tutto il corpo. A braccia aperte
mi consegno alla croce: mi lascio crocifiggere.
Un grido continuo: - Padre, Padre mio, anche Tu mi hai abbandonata!
Sono la tua vittima; mi do a Te per le anime. - O mio Dio, se io avessi
volontà, preferirei l'inferno a questa sofferenza [rivivere la
Passione] e ai momenti dei miei colloqui con Te. Sì, perché là, non
parlandoti e non ascoltandoti, non temerei di ingannarmi e di
ingannare nessuno e non sarei tanto perseguitata dal mondo. Perdonami
lo sfogo: sento orrore all'inganno e alla bugia. Sento timore di me
stessa e paura dei venerdì: sparissero e sparissi anch'io nel tuo amore
infinito! Venga tutta la sofferenza, venga la croce, venga la morte.
Abbraccio tutto: sono la tua vittima, Gesù. - Da queste sofferenze
passai ad un profluvio di luce, pace e dolcezza... Gesù mi parlò: - ...
È stato un anno di amore, un anno colmo di salvezza. Figlia mia, fiore
angelico, beniamina della divina Trinità, beniamina di Maria e di
tutta la corte celeste, il tuo dolore ha arricchito il cielo ed è
scritto in lettere d'oro... Ti attende un anno di amarezze ma anche di
gioie: le sperimenterai come sole che appare e rapidamente si nasconde
tra le nubi. Ma non temere: questa è la tua vita. È vita che dà vita; è
dolore che dà amore... - (diario, 5-1-1945).
La gratitudine di Alexandrina
« ... Ha capito dai miei scritti ciò che Gesù ha chiuso nel mio cuore?
Che tormento per me! Non so come custodire e difendere tesoro così
prezioso! La mia anima è in continua agonia; la mia vita è sempre piena
di timori; il demonio è instancabile nel tormentarmi. Di qui, quanta
tortura, amarezza, dolore! Affiora in me ciò che è cattivo: debolezza e
miseria. Ciò che è di Gesù non arriva a vivere: appare e fugge tosto
verso di Lui. Oh, se mi facessi comprendere, se avessi un po' di luce,
se amassi un po' Gesù e le anime! Allora sarei felice; la mia gioia
sarebbe piena! Mio buon padre, se mi conoscesse, non avrebbe di me così
santa stima. Non arriverà l'ora in cui lei potrà venire qui? Ho tanto
bisogno di luce e di guida! Come resisterò a questi furti [dei due
direttori spirituali] che mi hanno fatto? Mio Dio, perdono a tutti! Ho
ricevuto quanto mi ha mandato i. Molte grazie come prova della mia
gratitudine per tanti benefici. Sono certa che Gesù ne è contento: Egli
ama la gratitudine per ciò che da Lui riceviamo e le promette perfino
nuovi benefici e grazie. Si degni Lui di ripagarle tutto. Per favore,
ringrazi i padri e tutti di codesta Casa per le preghiere e gli auguri
inviatimi... » (lettera a d. Umberto, 5-1-1945).
« ... Mi spiace di non avere istruzione: in primo luogo, per non sapere
parlare a Gesù, amarlo, ringraziarlo, lodarlo come merita; anche se
rimanessi in ginocchio tutta l'eternità non gli pagherei mai quanto ho
ricevuto da Lui; in secondo luogo, per ringraziare il mio caro medico
con quelle parole di lode e di riconoscenza che merita.
Gesù, con la sua bontà infinita, supplisca come soltanto Lui sa e può
fare. Da parte mia so dire soltanto « grazie » per quanto fa per questa
poveretta che nulla può, nulla sa, nulla vale. Che sarebbe di me se
Gesù non l'avesse posto al mio fianco in questi tristi giorni della mia
vita, in tutto è rivolta, disprezzo, calunnia e umiliazione? Che mare
di dolore! E io tanto sola, senza luce, senza guida nel mio cammino
orribile!
Tenteranno di rubarmi anche il mio santo medico, che tante volte mi è
stato di appoggio con parole di grande conforto e con sante attenzioni?
Avverrà come hanno fatto con coloro che erano luce e sostegno alla mia
anima?
Sia lodato Dio in tutti; con tutto sia amato e riparato; di tutto si
serva per salvare il mondo intero. Se mi lasceranno sola, rimarrà Gesù
con me! Che io muoia di dolore, di abbandono, di disprezzo, purché nel
mio cuore rimanga sempre Gesù, che gli uomini non mi possono rubare!
Soltanto il peccato, soltanto il demonio lo possono.
Ma costa tanto questa vita amara! Solo con lo sguardo in Gesù
crocifisso, solo per suo amore e per le anime la si può sopportare... »
(lettera al dott. Azevedo, 8-1-1945).
Insidie violente e persistenti
... Come sono tremende le insidie del demonio! Soffro tanto per questi
assalti! Se il mondo sapesse che cosa è l'inferno, cos'è la perversità
e la furia del demonio, certamente non peccherebbe tanto! Stanotte
venne contro di me con una violenza che pareva voler tutto distruggere.
Malizie, parole e lezioni sconce. Il mio corpo pareva già disfatto per
tanta stanchezza... - Non voglio peccare, mio Gesù, voglio l'inferno
piuttosto che il piacere. Ciò che io voglio, o Gesù, è non perdere un
momento di consolazione e di riparazione per Te e di salvezza per le
anime... - Bastarono queste parole perché il demonio aumentasse la sua
furia... Fuggì soltanto alla voce di Gesù che disse: - Se tu potessi
vedere, figlia mia, come sono offeso in quest'ora contro la virtù della
purezza, moriresti di orrore e di dolore. Ma la tua riparazione mi fa
dimenticare le molte offese. Questa consolazione posso averla soltanto
da una vergine di purezza angelica. - ... - Eccomi pronta per tutto,
mio Signore!... La purezza è la virtù che maggiormente amo e per cui
soffro di più: solo per Tua grazia e misericordia non Ti ho offeso
gravemente... - (diario, 8-1-1945). ... [Il demonio mi dice]: - Dónati
a me, come ti sei donata a Dio; bacia me con amore come baci il
crocifisso. Guarda che io non ti faccio soffrire...; bada che Dio non
ha cielo da darti. Godi con me, godi i piaceri del mondo. -
Egli mi impedisce di invocare Gesù. Si colloca fra me e Lui perché non
mi oda e danza davanti a me. Mi dà i suoi ordini delittuosi e, siccome
non cedo, si arrabbia e sento come se mi torcesse e pestasse tutta. Il
mio corpo sembra rimanere infranto da lui. Sono soltanto gli effetti
perché non si avvicina fino a toccarmi. Le palpitazioni del cuore si
accavallano, fanno un grande rumore. Dopo le lotte, a volte, sento una
brezza che mi rialza e mi ricolloca nella mia posizione. Questa notte
non fu così. Caduta di fianco ai cuscini, senza potermi sollevare e
nemmeno fare un minimo movimento, non resistevo più in quella
posizione. Molto triste, ripetevo: - Soccorrimi, soccorrimi, Gesù! -
Sentii Gesù al mio fianco: - Figlia mia, amore dell'Amore, il mio
divino soffio basta ad elevarti spiritualmente ed anche a rimetterti al
tuo posto. - Sentii il soffio di Gesù e, nello stesso istante, mi
trovai sui miei cuscini. Gesù continuò: - Dimmi, figlia mia, che vuoi
da Me? - Il tuo amore! - - Che vuoi che lo faccia? - La tua divina
Volontà. -
Gesù mi strinse dolcemente al suo divin Cuore e aggiunse: - La mia
volontà è che tu abbia coraggio nelle sofferenze che ti chiedo e che tu
ripari in questa forma. Ripara, ripara, mia vergine pura, vergine pazza
di amore per Me. - Poco dopo mi addormentai in un leggero e breve
sonno... (diario, 11-1-1945).
«Dolore che salva, amore che tutto vince» (Momenti della Passione)
... Che orrore per le sofferenze e le estasi dei venerdì, che orrore
per gli assalti del demonio! Oggi ho avuto dei momenti nei quali mi
pareva che avrei quasi detto di no a Gesù per tutto. Mi sentii sola in
una prigione con le mani legate, gli occhi chiusi nella tristezza più
profonda, le labbra mute che non rispondevano a nulla. Sentivo il mio
corpo lacerato da flagelli e preso a calci. In tale stato, mi venne in
mente la sofferenza di quando Gesù permetteva la mia crocifissione
[fisica]. Sentivo anche il mio sangue scorrere e il cuore come
calpestato. Nella mia anima avevo sguardi di tenera compassione per
coloro che mi facevano soffrire. Mi terrorizzavano talmente l'inferno
e la perdita irreparabile delle anime che amavo quegli orrori invece di
aborrirli: li amavo per salvare le anime, convinta che solo il dolore
le poteva salvare.
Venne il demonio durante queste terribili sofferenze. Combattei e
rimasi in un bagno di sudore. Quando tentava di istruirmi sul peccato,
mi chiedeva che gli dessi il mio cuore con amore... Orrore, orrore!
Momenti di tanto pericolo. Alzai gli occhi al cielo e chiesi soccorso e
la lotta cessò... Rimasi con lo sguardo fisso al cielo dicendo a Gesù
che non volevo peccare... - Mio Gesù, sono la tua vittima, ma con
questo aumento di dolore, di orrore e di paura, non potrò vincere: non
resisto a tanto. Devi soffrire e resistere Tu: lo sai che da me non
posso nulla! - Venne Gesù e mi parlò tanto affettuosamente: - Figlia
mia, fiore solitario, gioiello dell'umanità, dolore che salva, amore
che tutto vince, giardino del paradiso, Io ho seminato in te ed il
mondo viene a te per raccogliere fiori di virtù, fiori di amore. Figlia
mia, tesoro nascosto, in te si racchiudono ricchezze divine. Tesoro
nascosto, perché quasi tutto ciò che Io ho depositato in te resta
misconosciuto. Figlia mia, bianca colomba, colomba angelica, la tua
vita è un gorgheggio di lode a Gesù, alla Trinità divina e alla mia
Madre santissima. Vengo a te, sono in te... Sei porto di asilo, sei
porto di salvezza, sei rifugio dei peccatori, salvezza della umanità.
È terrorizzante il combattimento? Non temere... - - O mio Gesù, sono
tanto piccolina, come puoi trovarmi? Sono soltanto miseria, come puoi
fissare in me i tuoi sguardi divini? Ho vergogna, non posso alzare i
miei occhi a guardarti. Abbi compassione! Sono fiore, sono giardino,
sono tutto ciò che mi dici perché Tu hai seminato, Tu hai coltivato.
Sei Tu il giardiniere, sei Tu il fiore, sei tutto, tutto, mio Gesù! Sei
il porto di salvezza perché la salvezza stessa sei Tu. Osserva e vedi
il mio dolore, abbi compassione. Voglio amarti e non so come; voglio
soffrire per salvare il mondo e non so soffrire. Temo di venire meno,
temo di cadere e di non rialzarmi più... - ... Sei la piccola di Gesù,
sei la piccola di Maria. Con Lei salverai il mondo che ti fu affidato,
che devi salvare. Te l'ho dato; è tuo; non temere; non ti sarà
rubato... Ricevi il mio amore: distribuiscilo abbondantemente a tutta
l'umanità. Fra poco sarà ovunque conosciuto il tuo dolore, sarà
diffuso il tuo amore ineguagliabile. (diario, 12-1-1945).
« È legato con una sola ala »
... Il giorno 13 [gennaio], tra le visite che io più stimo, ci fu
quella di colui che già aspettavo e che aveva lasciato un vuoto nella
mia anima. L'aspettavo, eppure lo ricevetti freddamente: tutto mi era
indifferente. Lo guardavo e talvolta mi pareva di non vederlo, come non
fosse realtà. Era un carcerato uscito dalla prigione, venuto a
visitare un cadavere che gli apparteneva. O dolore, amarezza, tenebre
spaventose! È già tardi per darmi gioia, è già tardi perché la mia
anima possa ricevere consolazione! I miei occhi parevano non vedere il
secondo padre che mi avevano rubato; cosa avverrà quando mi
restituiranno il primo? - Gesù, sono la tua vittima: il tuo amore e la
salvezza delle anime ad ogni costo, ad ogni costo! E ora soffro per la
mia freddezza, la mia indifferenza verso quella persona cui devo tanto.
Mi pare di averlo disgustato e ferito: o Gesù, tutto per tuo amore! -
Durante la notte, quasi sempre sveglia e unita a Gesù, in un mare di
dolori del corpo e dell'anima, fui assalita crudelmente dal demonio:
lottai per quasi due ore...
Udii Gesù dirmi: - Animo, figlia amata!... La tua morte dà vita alle
anime. Non ho lasciato provare a te conforto dalla visita del mio d.
Umberto né a lui di vederti consolata. Fu a profitto delle anime: fu
perché gli uomini vedano ciò che è un'anima abbracciata alla croce e
salda nell'amore di Gesù; così non interpreteranno le cose dal lato
dell'entusiasmo. Di' al mio d. Umberto il mio ringraziamento per essere
venuto a dar vita all'anima della mia sposa, della mia vittima amata...
Da' le mie grazie, benedizioni e amore a lui e a tutta la
congregazione. Egli è legato per una sola ala: gli è stato impedito
solo per metà di volare. Per questo dispenso benedizioni e grazie a
tutta la congregazione... Voglio che ti sostenga, dal momento che non
lo può fare colui che lo desidera, il tuo p. Pinho, cui hanno impedito
ogni volo e, non soddisfatti, lo attaccano da ogni lato. - ...
(diario, 16-1-1945).
Cristo crocifisso in trasparenza (Momenti della Passione)
Dove sono incamminata? O Gesù, che sarà di me? Tutto è paura e terrore!
Cammino affrettatamente per strade scure e strette. Cado svenuta: mi
schiaccia il peso delle umiliazioni. Sono trascinata da ruvide corde.
Sento il mio volto per terra, con le guance molto ferite. Il dolore di
acute spine mi penetra perfino nel cuore: è dolore che pare darmi la
morte. Sento le ginocchia, le spalle e tutto il corpo in dolorose
piaghe.
Piena di vergogna per tanta curiosità, nella tristezza più profonda che
si possa immaginare, cammino a stento, cadendo varie volte. In questo
cammino mi viene incontro la donna [Veronica] che ha compassione del
mio dolore: con quale tenerezza e amore pulisce il mio volto coperto di
sudore, sangue e polvere! Vincoli della più stretta amicizia legano i
nostri cuori. E’ indicibile ciò che vorrei dire di lei, le lodi che
vorrei farle; come vorrei che si parlasse di questo suo atto eroico!
Giunta in cima alla montagna, che sconforto sento in me! È sconforto di
amore. Tutto mi causa orrore: la morte, l'abbandono, o mio Dio! In
ginocchio alzo gli occhi all'eterno Padre; Gli do il mio segno di
accettazione di tutto. Abbasso gli occhi, mi raccolgo in me e,
nell'abbraccio più intimo, stringo l'universo al mio cuore. Mi offro
alla morte. I carnefici continuano il loro barbaro compito: quadro
terrificante! Che ripugnanza e vergogna di me stessa! Il mio corpo e la
mia anima si disfano in lebbra. Attendo la mia ora. Passai dal dolore
all'amore, dal Calvario al Tabor. Cominciai a sentire fortemente nel
petto l'amore di Gesù e la sua divina Presenza in me. Udii subito la
sua Voce dolce e soave: - Era mio desiderio, mia colomba diletta, che
il mondo conoscesse in quale modo mi dono alla mia sposa, all'anima
vergine, che il mondo conoscesse e comprendesse questo amore: l'amore
con cui ti amo, l'amore con cui ami Me, l'amore alle anime, l'amore
alla croce. Era mio desiderio, grande desiderio, che il mondo
conoscesse la tua vita, vita di amore purissimo, vita di eroismo senza
riserve. La tua vita è un quadro ricchissimo ove è riprodotta la vita
divina, la vita più completa di Cristo crocifisso. Gli uomini, figlia
mia, si oppongono con mezzi poco edificanti a questa vita che lo
volevo fosse conosciuta per il bene delle anime. - - O mio Gesù, non
avendo volontà mia, voglio ciò che Tu vuoi. Se non fosse così, vorrei
vivere nascosta; vivere come se non vivessi; vivere come se non fossi
mai esistita, a patto però di amarti e di salvare le anime. Ma se vuoi
diversamente, il rimedio è nelle tue mani: fa' che gli uomini agiscano
in altro modo. -
- No, no, mia cara, non è così. - - Perdonami allora, o mio Gesù, se Ti
ho offeso. - Sta' tranquilla: non mi hai fatto dispiacere. Dove sono le
grazie che Io diedi loro? Non se ne servirono, mi disprezzarono in
esse, in esse mi calpestarono. Si servirono della propria volontà, del
proprio orgoglio, dei propri giudizi e di false luci. Che dolore per il
mio divino Cuore! Coraggio, figlioletta, vince la mia divina causa e
vincono coloro che per essa combattono. Tu sei vera via, sei strada
regale fiancheggiata da ambe le parti dalle meraviglie del Signore.
Fortunate le anime, fortunati i peccatori che vi entrano e vanno così
al porto di salvezza. Il tuo sguardo, la tua dolcezza, la tua grazia
attirano le anime a te e da te vengono a Me... - (diario, 19-1-1945).
Sete di salvare il mondo
Non so dire ciò che avviene nella mia anima, ma lo sa Gesù, sa che non
mento... Sento di essere un cumulo di peccati, di corruzione; un
cumulo di freddezza, di ingratitudine, di dimenticanze nei riguardi di
Gesù, mi pare di essere un mare di sangue. Che dolore nel sentire che
ho fatto tutto e più nulla posso fare per il mondo! Ma, mio Dio, che
cosa ho fatto io se tutto ciò che soffro e faccio non mi appartiene? Il
come posso sentire che ho fatto tutto per la salvezza del mondo? Non ho
dato per esso la mia vita, ma questa stessa l'ho già offerta a Gesù.
Che cosa è questo mare di sangue che io sento di essere? Lo sai Tu,
Gesù: è quanto basta. Mi pare che tutta l'umanità vi sia immersa. Oh,
se io sapessi ciò che posso fare per salvarla! E i poveri bambini del
limbo? Non tralascio la mia offerta, la mia richiesta a Gesù di andare
a battezzarli. Se io potessi, e Gesù lo consentisse, vorrei stare in
ginocchio fin che dura il mondo, per ottenere da Gesù questa grazia:
battezzare le creaturine. Mi pare di morire di compassione per loro.
E le anime che stanno all'inferno!... La mia anima sente un dolore
indicibile, non tanto per i tormenti che soffrono là, ma piuttosto
perché non potranno mai vedere Dio. Oh, che tenebrosa sofferenza!...
Non so cosa mi dico: vorrei soffrire tutto per rimediare a tutti questi
mali. - O Gesù, mio amore, Tu vedi, Tu sai la sincerità delle mie
parole: non escono soltanto dalle mie labbra, ma dal più intimo del mio
cuore, tra il più grande dolore e l'agonia della mia anima. Sì, mio
buon Gesù: non è inganno la mia vita, come qualcuno afferma. Per grazia
e misericordia tua non ho mai pensato di ingannare. Vi è in me qualcosa
di buono e lodevole? Non lo sento, non lo conosco. Ma se vi è,
appartiene a Te, non è mio. Quante spine feriscono questo cuore che non
esiste se non per soffrire! Dal più intimo dell'anima Ti chiedo perdono
per coloro che tanto crudelmente mi fanno soffrire. La mia anima sente
che molti di costoro vogliono ora pulirsi servendosi di me, ma non
possono: io sono uno straccio immondo; si sporcherebbero di più. -
Oh, quanto sono addolorata! Ma, piuttosto soffrire milioni di volte,
innocente, che una sola volta, colpevole. Non voglio perdere la mia
unione con Dio un solo momento... Ho passato tutta la notte sveglia. Ho
chiesto molte cosea Gesù. Ho ripetuto la mia offerta di vittima. L'ho
ringraziata del beneficio di non dormire perché così posso fargli
maggior, compagnia, vivere di più la sua vita e confidarmi da sola con
Lui... Durante queste confidenze a Gesù, fui assalita dal demonio. Usò
astuzia, malizia e parole vergognose che non posso dire... (diario,
22-1-1945).
Il sole e la luce del giorno hanno cessato di esistere nel mondo? Mi
pare che la notte più tormentosa ed oscura abbia invaso tutto: non v'è
luce, non gioia, non vita. Sono morta e sento che sono morti tutti
coloro che mi sono cari. È venuto il medico. Mi pareva di non vederlo:
era come un cadavere vicino ad un altro. Come sempre, nella sua bontà
e santità cercò di sollevarmi dal mio sfinimento, di infondermi
coraggio e fiducia. O mio Dio, che indifferenza! Quanto diceva pareva
non riguardarmi. Avevo perfino paura di lui, molta paura. - Gesù,
toglimi tutto, dammi il tuo divino Amore in cambio di tutto quello che
mi togli. Dammi un'infinità di anime; dammi l'immensità del tuo
infinito amore. Voglio amarti con questo amore e amarti per quelle
anime che ti chiedo. Ho sete, Gesù, ho sete; sete che mi brucia e mi
consuma; sete che qui sulla terra non può mai essere saziata; ho sete
di amarti e di vederti amato da quella infinità di anime che ti chiedo;
ho sete di soffrire, soffrire sempre più per conquistare c salvare per
Te quelle anime. - O mondo, o mondo! Senza volere appartenerti, senza
volere amarti, ti amo pazzamente, ti voglio ad ogni costo; non posso
lasciarti, mondo caro, senza vederti interamente salvo. Queste ansie,
questi desideri non mi appartengono; non nascono da me: io sono morte,
soltanto morte. Siano di chi si voglia, appartengano a chi si voglia,
sono per Gesù; sono per consolarlo, sono per amarlo. - O mio Gesù,
lega il mio cuore al Tuo; che nulla ci possa separare. Lega a Te anche
i cuori del mondo intero. Non voglio che vi sia in questa povera
umanità altra cosa all'infuori dell'amore: amore puro al tuo Cuore
divino. Voglio che questa mia vita sia tutta una vita solo di lode a
Te. Che posso desiderare di più? Come soffrire di più? Vorrei
strapparmi il cuore e consegnarlo alle fiamme del più ardente amore e
poterti dire: « questo è l'amore di tutta l'umanità »... - (diario,
25-1-1945).
« Ti ho resa simile a Me » (Momenti della Passione)
... Che triste giovedì! Quanta falsità mi preparano! È già notte: mi
sento in un importante raduno, in un convito di grande intimità [ultima
cena]; le conversazioni sono orientate a dar conforto. Nella mia anima
si presentano due quadri tanto differenti: un tradimento senza pari e
un amore senza pari; un amore, una dolcezza, una tenerezza tali verso
quel tradimento che nessun cuore le può comprendere. Quanti richiami
pieni di dolcezza verso quel tradimento. Ma il traditore resiste: a
nulla si arrende; non si trova bene vicino a quell'Agnello vittima
innocente. Non so esprimere la bontà e la delicatezza di Gesù. Vorrei
che la mia anima fosse un libro ove tutti potessero apprendere le
manifestazioni di bontà, le tenerezze, l'amore di Gesù (diario,
25-1-1945).
Gesù oggi mi chiede due sacrifici: uno dell'anima, l'altro del corpo;
dell'anima perché devo dettare tutto ciò che sento e soffro, del corpo
perché è tanto grave il mio stato che non posso muovere le labbra per
parlare: mi pare che ad ogni parola che pronuncio mi vengano strappati
il cuore e le viscere. Confido in Gesù che mi aiuterà a dettare almeno
le sue divine parole [dell'estasi] ... Fin dal mattino avevo questa
impressione: io correvo verso la morte e la morte verso di me; correvo
perché impulsi d'amore mi obbligavano a correre. Soltanto il sangue e
la morte avrebbero salvato il mondo e io volevo salvarlo.
Quante volte, nel tragitto, caddi sfinita, sembrandomi di perdere la
vita! Perdere la vita per dar vita mi dava forza, e riprendevo a
camminare. Sul Calvario, in croce, il mio sangue usciva a fiotti. Calma
e serena, con lo spirito tutto in Dio, aspettavo il momento della più
grande felicità: il momento della salvezza. Poi venne Gesù, tanto pieno
di amore e di tenerezza per me: - Figlia mia, tabernacolo divino ove io
abito, prigione di dolcezza e d'amore! Ho legato il mio Cuore al tuo
con i vincoli del più santo amore. Mi hanno legato a te i tuoi lacci
incantevoli... Nulla ci può separare; non vi è nulla che possa tagliare
i vincoli coniugali che ci uniscono. O mia colomba... per il tuo amore
serafico il mondo mi amerà... Sei e sarai sempre la calamita dei
peccatori. - O sì, Gesù, voglio attirarli a Te, a qualsiasi costo. Ti
chiedo la grande grazia di racchiuderli tutti nel tuo divin Cuore. Che
nessuno si perda. Non Ti rifiuto sofferenze, ma Tu non negarmi anime. -
Figlioletta, eroina del mondo senza pari, così come senza pari sono il
tuo dolore ed il tuo amore. Sei ricca e potente. Ho preparato in te un
armamento forte, armamento di guerra: non armi né fuoco distruttore, ma
armamento delle virtù più eroiche... non solo per combattere per il
Portogallo, ma per il mondo intero. Combatterai e vincerai...
Mia sposa amata, nuovo vangelo ove è scritta, in modo indelebile, la
vita di Cristo crocifisso: vita di dolore, vita di amore, vita di
follie per le anime, vita di carità, vita di scienze e dottrine di
Cristo Redentore. Ti ho resa simile a Me, ti ho modellata su di Me,
vittima cara, innocente salvatrice, sbocciata in questo fortunato
calvario. Salvami le anime, mettile al sicuro sotto il manto che ti è
stato dato dalla mia Madre benedetta... -
Gesù mi tenne fra le sue braccia per alcune ore: mi ricordava la madre
che non abbandona il suo figlioletto quando è moribondo. Io soffrivo
molto, ma ero confortata dalle tenerezze di Gesù. Tanta sua bontà verso
di me mi confonde, mi annienta (diario, 26-1-1945).
Rugiada di sangue che irrora l'umanità intera
... Quanto più soffro tanto più desidero soffrire, ma soffro
terribilmente. Amo il dolore, lo voglio, e ne ho il più grande terrore.
Corro verso le sofferenze in una bramosia pazza di abbracciarle e al
tempo stesso mi pare che mi facciano piangere lacrime di sangue e
vorrei nascondermi ad esse. O orrore, tremendo orrore! Voglio soffrire
e voglio fuggire il dolore. In questi ultimi giorni in cui ho avuto
tanto da dare a Gesù, non ho potuto avere un momento di gioia
nell'offrirgli le mie sofferenze. Ripetevo spesso: - Tutto per Te, o
Gesù, e per le anime! - Ma questo tutto che offrivo a Gesù non era mio,
non era nulla. Passai giorni e notti in questo stato: a dare, a
offrire, senza aver nulla da dare, nulla da offrire... Dissi a Gesù: -
Non soffro? Accetta i desideri che ho di soffrire.
Non amo? Accetta le ansie che ho di amare. Non sono io? Non vivo? Non
ho nulla da offrire? Accetta tutto come se io vivessi, se io soffrissi,
se tutto mi appartenesse... -
Sento nella mia anima tanti brutti tormenti. Sento anche i rimorsi, o
non so che cosa, di varie persone che mi hanno fatto soffrire. Che è
questo, mio Gesù? Non bastano le sofferenze che mi hanno causato, devo
anche soffrire il tarlo che rode la loro anima? Sono la tua vittima, o
Gesù. Peccare non voglio, ma tutto ciò che serve per amarti e darti
gloria: voglio tutto, accetto tutto... ... Le spine non cessano di
cadere su di me; cadono con tanta forza! Mi feriscono il corpo, mi
feriscono l'anima. Sono già due giorni che non mi portano Gesù: dove
trovar la forza per sopportarle? Stanno sempre scolpiti davanti a me i
quadri tristissimi che Gesù impresse nella mia anima: il mondo, il
limbo, l'inferno. Quante volte mi manca il respiro perché non vedo
nessun rimedio, non posso far nulla per loro! Da due giorni la mia
anima sente una pioggerella minuta, come di nebbia, ma è pioggia di
sangue che irrora l'umanità intera. Soffro immensamente per questo: non
per il vedere e sentire tale pioggia di sangue in quanto è rugiada
d'amore, rugiada che dà tutto, ma perché questo sangue che irrora esce
proprio da me, esce dal mio cuore, dalle vene del mio corpo. O che
dolore! Il dolore è l'unico mezzo per portare la vita al mondo! O
pomeriggio del giovedì che mi porta tutto questo! Che mare di
sofferenza!... da ben pochi compresa!... (diario, 1-2-1945).
Gesù si diede a me legandomi sempre più a Lui (Momenti della Passione)
... Giunse il venerdì, triste venerdì! Vidi la mia croce: era ancora
presto; la preparavano con premura: era necessaria, qualsiasi sentenza
avessi ricevuto. Nella mia anima sentivo la mansuetudine, la bontà
senza pari; allo stesso tempo, contro questa mansuetudine e bontà,
sentivo l'odio, il rancore, il disprezzo ed una autorità orgogliosa:
un orgoglio senza pari. Belve contro l'Agnellino più piccolo ed
innocente! Che dolore per Lui, così pieno di bontà! Ancor prima che
fosse elaborata la sentenza contro l'Agnello innocente, sentii
quell'autorità orgogliosa che con furore diabolico si strappava da
cima a fondo le vesti... Salii molto a stento la montagna del Calvario,
con l'impressione di spirare. Gridai continuamente: - Padre, Padre
mio, anche Tu mi lasci? Anche Tu mi abbandoni? -
Il mio sangue scorreva.
Si nascose il sole con vergogna per tanta malizia. E io, svestita, in
grande confusione sulla croce, sotto gli sguardi della canaglia più
vile! I miei vestiti furono tagliati e distribuiti... L'anima tremava
di dolore e di paura, come il corpo trema per il freddo.
Chiamavo sempre ad alta voce Gesù; Egli venne portando un sole luminoso
e ardente. Cessarono il tremito dell'anima, la paura e ogni dolore:
avevo solo pace, avevo solo luce e amore. Il cuore cominciò a ricevere
una vita che non so spiegare; il petto mi si incendiò in fiamme. Quale
soavità potei godere per molto tempo!...
... Udii inni meravigliosi; non comprendevo bene, ma so che erano
rivolti a Gesù Sacramentato. Udii le parole « Corpus Domini Jesu
Christi » e sentii che Gesù si diede a me legandomi sempre più a Lui.
Gli angeli continuavano a cantare: da quel coro di angeli usciva un
ricco canale che giungeva a me comunicandomi fiamme di fuoco e molte
cose. Gesù mi disse: - Questo canale, figlia mia, esce dal Cuore della
tua e mia Madre benedetta. Da esso ricevi in grandissima abbondanza il
nostro amore; ricevi le nostre grazie, virtù e doni: ricchezze divine
e tutto ciò che è del cielo. Da esso ricevi vita per vivere, vita per
dare alle anime. È questa la rugiada, il sangue che sentì cadere sulla
umanità: è una fusione delle mie ricchezze, delle mie grazie e del tuo
dolore. Sei una nuova corredentrice. Comunico tutto a te attraverso il
canale della mia Madre benedetta: sei tu con Lei a salvare il mondo.
(diario, 2-2-1945).
Soffrire tutto senza dettare più nulla!
« ... Ho un grande debito! Ho tanto da ringraziarla: preghiere,
lettere piene di conforto, tante e tante cose!... Come la ricambierò?
Incarico Gesù e Mammina di farlo per me.
I vomiti sono cessati, ma mi sento tanto ammalata: non ho forza, né
disposizione per nulla. Mi sarebbe piaciuto farle trovare, al suo
ritorno da Lisbona, qualche mia parola, ma non l'ho potuto fare. Grazie
delle notizie che mi ha dato di Alexandrina e della persona trovata a
Fatima. Il Signore permetta che la Sua causa trionfi, a Suo onore e
gloria per il bene delle anime: è ciò che mi interessa; a me non
importa l'essere umiliata.
Dio voglia che lei, dopo la predicazione, possa venire qui, come
promette nella sua ultima lettera. Ho tanto bisogno di parlarle: mi
pare di soffocare. Povera anima mia, come è triste il mio vivere!... Il
demonio, mentre avevo la crisi di vomiti, non usò delle sue malizie, ma
chiacchierava e mi affliggeva, dicendomi che, dopo un po' di riposo, mi
avrebbe trascinata nuovamente alla vita di peccato. Le chiedo il favore
di ringraziare d. Previsano per la sua lettera; a lui e a tutti i
sacerdoti salesiani i nostri rispettosi saluti e ringraziamenti per le
preghiere. Non mi sono dimenticata di unirmi a loro nella festa di D.
Bosco... Saluti e santi ricordi a tutti i novizi e ai confratelli. Ella
potrebbe ora dispensarmi dal dettare il mio diario spirituale: faccio
un sacrificio tanto grande!... Mi lasci soffrire tutto senza dettare
più nulla... » (lettera a d. Umberto, 6-2-1945).
Nella sofferenza, grande dolcezza di essere moneta per le anime (Momenti della Passione)
... Sento che non posso resistere a tanto... Non posso restar qui sulla
terra di più... Voglio lasciare il mondo e voglio portarlo con me; non
lo voglio e lo amo; non gli appartengo ed è mio; aborro tutto ciò che è
del mondo e voglio abbracciare il mondo al punto da non lasciarlo
più... Voglio entrare nel cielo, ma con tutta l'umanità. Mio Gesù, che
devo mai fare?... Non so quali maggiori sofferenze io possa desiderare
per il mio corpo...
Continuo a soffrire i rimorsi, quel tarlo che rode le anime di alcune
persone... Soffro per la infelicità di qualcuno che mi ha ferito
tanto... Sento e vedo i tormenti che mi aspettano. Sento che sono
bersagliata: le pietre mi colpiscono il cuore. Sento che mi ritiro da
un convivio, che fuggo verso la solitudine per poter piangere in
silenzio.
Quante lacrime di sconforto e di vergogna nel vedermi rivestita di
tutte le cattiverie e trovarmi in tale stato alla presenza dell'eterno
Padre! L'amore mi spinge incontro al dolore. A labbra mute, ad occhi
chiusi, mi consegno: vado verso la morte. Una pioggia di spine cade su
di me: il mio corpo diventa come lebbroso. Ma io sto a braccia aperte,
con un tenero sorriso ed una mansuetudine senza pari: nascondo e
dissimulo tutto.
O mio Gesù, io vorrei, solo per la tua gloria, saper dire ciò che
avviene in me, ciò che Tu soffristi per noi! Oh, quale tenerezza, quale
bontà, o innocente, innocente Gesù! (diario, 8-2-1945).
Se ogni giorno, dopo i miei leggeri sonni, mi sveglio immersa in
grande dolore e tristezza, tale sofferenza raddoppia al venerdì. Non ho
parole né capacità per esprimerla. Oggi mi sono svegliata stanchissima.
Mi pareva che i miei capelli fossero inzuppati di sangue, e così pure i
vestiti incollati al corpo. Mi trovavo sola in una oscura prigione.
Sentivo il dolore dell'abbandono in cui mi avevano lasciato coloro che
mi erano più cari: dove erano le loro proteste di non abbandonarmi?
Tutto questo è come un libro a caratteri ben chiari, stampato nella
mia anima; non sono immaginazioni. Tante volte mi sforzo di distrarmi
per vedere se scompare questa sofferenza. Mi inganno: è ferita
profonda, è dolore vivissimo che solo Gesù e Mammina possono addolcire.
Venne poi il demonio sotto forma di lupo e di leone, facendo davanti a
me scene orribili... Io vorrei che le anime conoscessero le sue astuzie
diaboliche perché non si lasciassero ingannare! Con la venuta di Gesù
Sacramentato, con il calore del suo divino Amore che Egli mi ha fatto
sentire intensamente, ho ripreso un po' di vita.
Il suo conforto mi incoraggiò a percorrere il cammino del Calvario. Fui
tanto maltrattata! Caddi tante volte sotto il peso della croce e con
delle corde fui trascinata indietro per lunghi tratti. Cadevo con il
volto a terra e brani delle mie carni lacerate rimanevano tra le
pietre. Tutte le sofferenze che mi attendevano annientavano il mio
cuore: era una oppressione che lo soffocava e gli toglieva la vita.
Sulla croce, abbandonata da tutti, nell'udire le ingiurie più
infamanti, sentivo scorrere sul mio corpo i rigagnoli del sudore della
morte; vi si univano le gocce di sangue che cadevano in abbondanza dal
mio capo e dalle mie piaghe. Nella sofferenza sentivo grande dolcezza
di essere moneta per le anime; ma non potevo avere neppure un sorriso.
In questo abisso di dolore venne Gesù: - ... Figlia mia, sei un mare
immenso di ricchezza, sei porto di salvezza. Quando sarai in cielo
presso il trono divino e là giungeranno suppliche in tuo nome a favore
dei peccatori in pericolo, quando tu dirai « Padre mio, desidero che
quel peccatore si salvi », nello stesso momento egli sentirà il tocco
della grazia: tutti, per te, saranno salvi. Tu sarai un filo d'oro
finissimo che li legherà a Me per sempre. - - O mio Gesù, giacché, per
tua bontà e potere infinito, mi farai così potente nel cielo, fa' che
già fin d'ora in terra tutti i peccatori che io Ti nominerò si
convertano e siano salvi. - - Chiedi, chiedi, figliolina, sei potente.
Affida al mio Cuore quanti vorrai. La tua vita sulla terra è fare il
bene alla terra stessa, è diffondervi il bene... Ascolta, figlia mia
amata, i tali (e mi fece i nomi) sono in pericolo di perdersi: sono
tanto accecati dalle passioni! Mi offendono tanto gravemente, tanto
scandalosamente!... - - O Gesù, voglio offrirmi a Te per consolarti e
per salvarli. Scegli la riparazione che vuoi; dammi la tua grazia, la
tua forza divina: con esse sono pronta per qualsiasi sacrificio.
(diario, 9-2-1945).
...Ieri passai più di tre ore a parlare di Gesù con una persona lontana
da Lui da molti anni. Non ricordo che abbia frequentato mai la chiesa.
Ne rimasi bagnata di sudore e stanca tanto da non poter più muovere le
labbra per pronunciare parola. Ma questo mio sforzo non fu senza
ricompensa: Gesù permise che per qualche tempo ne provassi gioia.
Quella persona mi diede segni di pentimento e mi promise di cambiare
vita. Mi pare proprio che, fra pochi giorni, sarà strappata al potere
di satana. Ah, se io vedessi in tale disposizione tutti coloro che sono
lontani da Gesù! Voglio soffrire, voglio soffrire, voglio salvarli: li
amo, sono di Gesù (diario, 13-2-1945).
Devo trasformare un mondo di roccia (Momenti della Passione)
... È certo che Gesù soffre in me, tuttavia il dolore mi domina e sono
sfinita. Sento che la morte sta camminando verso di me: la morte che io
sospiro tanto, che io voglio-chiamare vita, che mi introduce nel gaudio
celeste. Non faccio caso allora delle mie tristezze, delle sofferenze
ed amarezze e mi metto a pregare per tutti coloro che amo e per il
mondo intero. Non dimentico coloro che sono causa di tante mie
sofferenze: prego per loro; voglio che Gesù dia loro amore, voglio che
dia loro il cielo. Sento di essere il mondo: un mondo di roccia
durissima, un mondo chiuso e sento che sto dentro di esso. Devo
trasformare questa roccia da duro sasso in pietre preziose, in oro
fino. Quale sforzo, dentro questa roccia senza potermi muovere! Devo
smuoverla, disfarla. Devo farne un mondo bello, gradito a Gesù. - O
Gesù, guarda il martirio che mi consuma. Che devo fare per il mondo?
Come trasformarlo? Come consolerò e rallegrerò il tuo divin Cuore? -
Mi è venuta meno l'azione dello Spirito Santo: mi pare di non avere le
sue grazie, le sue luci. Sono una povera che non ha e non potrà avere
nulla.
- Che sarà di me, Gesù? Non posso vivere senza di Te; senza di Te nulla
posso soffrire... - ... Mi fa male il ricordarmi che oggi è giovedì:
che sofferenze mi portano questi giorni! [giovedì e venerdì].
Sull'imbrunire avevo l'impressione di percorrere delle strade: seguivo
il mio cammino ed ero schernita e additata come rea di ogni colpa da
quanti mi vedevano. A notte iniziata mi trovai in un banchetto di amici
ed in mezzo a quella amicizia sentivo un traditore che, poco dopo,
avrebbe dovuto baciarmi e provai il dolore che quel bacio mi avrebbe
causato. Sentivo di essere Gesù. Sul mio petto si reclinò un volto che
amavo tanto. Il mio cuore si intenerì di amore per lui. Che
conversazioni su tanti misteri, di tanta grandezza! In questo banchetto
lavai i piedi a coloro che mi attorniavano. Vi era in me acqua,
asciugamano e bacile. Uno di essi era confuso per il fatto che io gli
lavassi i piedi; bastarono uno sguardo e poche parole perché egli si
disponesse subito a spogliarsi e, se fosse necessario, che io lo
lavassi completamente. Potessi esprimere qui tutto l'amore, la bontà e
la tenerezza di Gesù, quanto bene farebbe alle anime! Ma non so dire di
meglio. - Supplisci Tu, o Gesù, alla mia incapacità. - (diario,
15-2-1945).
... Fin da stamattina sentii il mio cuore molto maltrattato. Le
umiliazioni lo spremevano: non aveva più sangue da dare al corpo. Andai
al mio calvario. Mi venne incontro Mammina: ci fu uno scambio di
sguardi profondi; i nostri cuori si unirono in uno stesso dolore. Lo
scambio dei nostri sguardi fu breve: dovetti avanzare maltrattata,
spinta, trascinata. Ma non si divise il dolore dei nostri cuori,
collegati come da due fili elettrici.
Ben presto giunsi alla sommità del calvario, ove fui inchiodata sulla
croce. Che lunga agonia! Il sangue scorreva; le piaghe si laceravano
sempre più. Le lacrime di Mammina scorrevano nel mio cuore. Ella era
un faro per me ed io per Lei: un faro che dava luce per mettere in
evidenza le nostre sofferenze. Ancor prima di spirare, sentii che mi
squarciavano il cuore: questo dolore mi fu anticipato, perché dopo
morte non lo avrei potuto sentire. Quando sentii il mio cuore
squarciato, lanciai il mio sguardo sul mondo e gli dissi: - E’ per te
che sono così! - Venne allora il mio Gesù: - ... Figlia mia, sei pazza
per le anime come lo sono Io. Ho fatto il tuo calvario simile al mio.
La tua vita è vita di Cristo: vive Cristo adombrato in te... Figlia
mia, sei fonte di salvezza per tutta l'umanità; sei fonte che non si
esaurisce; sei acqua che sazia tutto il mondo; tutti, in questa acqua,
possono purificarsi... - (diario, 16-2-1945).
Mio Dio, come sono varie le sofferenze che mi mandi!
All'alba cominciai a soffrire per il viaggio di Deolinda. Partiva con
persone che io stimo, per visitare persone che io amo tanto. Ero
contenta, ma avrei voluto andarvi anch'io. Offersi al Signore il
sacrificio di non manifestare i miei sentimenti. Ma alla fine non seppi
vincere e mostrai la mia penosa nostalgia. Rimasi sulla mia croce fatta
più dolorosa dalla preoccupazione per quanto avrebbe potuto avvenire
durante il viaggio, per la debolezza fisica di mia sorella, per il
pericolo di tutti, per il timore che non potessero passare a visitare
il mio p. Pinho, visita che gli avrebbe procurato un grande piacere. Mi
sentii anche più piccola nel vedere che persone riguardevoli si
scomodavano per noi: tale pensiero mi perseguita in questi giorni ogni
volta che ricevo la visita di qualcuno. Durante la notte ho sofferto la
conseguenza di quella giornata. Senza volerlo, ricordavo quanto era
avvenuto. Gesù non mi ha neppure dato il conforto della confessione; e
non è stato la prima volta... Bramo continuamente la visita del
confessore per purificare sempre più la mia anima. Ma, dopo essermi
confessata, che amarezza! Tuttavia sono in pace: la mia anima è
tranquilla perché sono sempre sincera e non penso ad ingannare.
- Accetta, Gesù, la mia amarezza. La voglio e la amo perché Ti amo e amo le anime. -
Vi erano due notti accostate: la notte là fuori e la notte dentro di
me. Il demonio, durante il giorno, mi aveva affermato che nel viaggio
era avvenuto un disastroso incidente alle persone a me tanto care. È
padre della menzogna. Infatti poco dopo erano arrivate, ma non ne avevo
provato gioia: Gesù non me la concesse. Sono stata alquanto tempo con
d. Umberto, venuto a darmi luce e a togliermi i miei dubbi. Non mi
pareva vero che fosse vicino a me: lo sentivo tanto lontano da non
avere nulla per poterlo raggiungere; il suo volto mi pareva soltanto un
guscio d'uovo. Mio Dio, come sono varie le sofferenze che mi mandi! ...
Durante la notte venne il demonio e chiamò i suoi colleghi: erano
molti. Grandemente afflitta, temevo di far sentire i miei gemiti. Il
maledetto mi diceva: - Zitta! Che non venga qui quel... (diceva brutti
nomi al sacerdote). Quando avrò fatto di te quello che voglio, andrò ad
ucciderlo. Morirà sotto i miei piedi. -
Io stavo sopra abissi spaventosi: mio Gesù, che oscurità! Solo di tanto
in tanto cadevano su di essi delle foglie bianche che mettevano
maggiormente in risalto il cupo delle tenebre... I demoni mi
lasciarono... Triste, molto triste, invocai Gesù.
- Va' avanti, figlia, a compiere la tua missione... Hai visto i petali
bianchi che cadevano su quegli abissi? Sono petali della tua
riparazione: con il loro candore illuminano le anime che stanno in
quelle tenebre... - Non ebbi paura che il demonio realizzasse davvero
la sua minaccia; ma al mattino, sentendo molto silenzio nella camera
vicina, mi venne il timore che il sacerdote fosse morto davvero. Il
Signore però non l'aveva permesso. Quando d. Umberto venne da me per
continuare a parlare delle cose dell'anima mia, io continuai a sentirmi
lontana, molto lontana, immersa in un mare di dolori nell'anima e nel
corpo. Dentro di me sentivo, ogni tanto, scosse terribili; una grande
ripugnanza nel dover dire ciò che avveniva in me. Mi sentivo piccola e
miserabile... (diario, 22-2-1945).
Il mondo viene ad alimentarsi al mio dolore (Momenti della Passione)
Non ho vita, non ho sangue: ho dato tutto, ho perduto tutto. Ho dato
tutto e mi pare che fu inutile. Sento una sconfitta tanto grande. Mio
Dio, mi pare di non esistere. Esiste la sofferenza ed è mia. Esiste il
mondo e ne ha bisogno. La mia anima sente una fame molto grande; ma
questa fame è del mondo, è il mondo che viene ad alimentarsi al mio
dolore: è un mondo di belve che approfitta quanto più può della mia
sofferenza. Non è niente, non soffro niente in paragone di quanto ha
bisogno la povera umanità.
Gesù, che sofferenza è questa! Mi pare che sto sradicandomi il cuore
dal petto, riducendolo in briciole per darlo al mondo, alle anime.
Vorrei passar la vita a mendicare cuori che siano alimento, salvezza
dei peccatori. Vorrei gridare molto forte, vorrei che la mia voce
echeggiasse in tutta l'umanità: - O mondo, mondo ingrato, sono tua! Mi
do a te per Gesù e per la cara Mammina. È attraverso di Loro che passo
a te il mio sangue, la mia vita; è per mezzo di Loro che ti amo, che
sono tua; ti amo per salvarti, per consegnati a Gesù e a Mammina! -
Povera me, non ho nulla da dare; non so più cosa fare. Quali cose
terribili avvengono in me, causate dalle ansie insopportabili di amare
Gesù e salvare l'umanità!... (diario, 22-2-1945).
... Nella notte del 27 [febbraio] ebbi una visione di spine che mi
causò enorme sofferenza. Era un bosco fittissimo di spine, tutto spine:
salivano a tanta altezza intrecciandosi le une con le altre che non ne
vedevo la fine; tutte, molto grosse e lunghe, stavano per cadere su di
me... E sopra le spine cadeva continuamente la stessa pioggia rugiadosa
di sangue. La mia anima sente che dalle spine sta per sbocciare una
nuova fioritura di boccioli bianchi... Oggi, di mattina presto, ho
sentito nella mia anima, ho udito con i miei orecchi, forti rumori,
grandi colpi con cui aprivano la mia sepoltura. Era tanto profonda! È
giovedi. Corre verso di me la morte. La sepoltura è pronta. Viene su di
me il peso di tutte le umiliazioni. Non vi è nessun male che non dicano
contro di me. La mia anima vede tutto ciò che toglierà la vita al
corpo. La mia sepoltura è un pozzo, un abisso. Nulla è in me che dia
gioia: tutto quanto vi è di bello e potente è per me dolore.
Dal mio letto posso ammirare la grandezza del Creatore vedendo, oltre
la finestra, gli alberi coperti di fiori. Che prodigio! Il candore dei
fiori si trasforma in notte per la mia anima: tutti i loro petali
divengono frecce che penetrano nel mio cuore. Che fare, mio Dio?
Accettare tutto ciò che viene da Te. Vado alla morte con gli occhi
fissi nella Tua croce (diario, 1-3-1945).
Non vi pensavo e la mia anima mi ricordò in che giorno ero [venerdì].
Mi sentivo nella prigione, molto triste e sola. Soffrivo per avere gli
occhi bendati; soffrivo per tanta ingratitudine... Alla prima luce
vennero a prendermi. Il mio volto sentiva i grossi sputi. Fuori mi
attendeva una moltitudine di gente: quante sghignazzate udivo! Di
strada in strada, di casa in casa, in mezzo ad un gran chiasso, oggetto
di maltrattamenti, fui interrogata da signori assolutisti, pieni di
superbia, convinti di poter far tutto... Di fronte a tanta grandezza,
quanto ero piccola! Fui condannata. Presi la croce. Curva sotto il suo
peso mi muovevo quasi bocconi. Quante volte fui trascinata! Quante
lacrime sentii nel cuore! Trattata tanto crudelmente, ripetevo sovente
dentro di me: - Ti amo! Soffro per tuo amore! - Portavo la croce e
vedevo sul calvario quella di Gesù: era un faro che mi penetrava e mi
illuminava tutta. Mi sentivo attratta da essa e camminavo per
abbracciarla e possederla. Giunta colà, mi distesero sulla croce;
mentre mi stiravano le braccia e le gambe per inchiodarle e sentivo che
dalle piaghe uscivano fiotti di sangue, venne verso di me il demonio a
raddoppiare la mia sofferenza... Io, inchiodata sulla croce mani e
piedi, non potevo lottare. Quanto soffrivo! Fissavo il mio Gesù
crocifisso... Il demonio finalmente se ne andò, ma la tristezza amara,
l'abbandono, le lacrime non cessarono. Ma neppure mi abbandonarono le
lacrime e l'agonia di Mammina, né i suoi sguardi addolorati, pieni di
compassione per me. Afflitta e in agonia, gridai al cielo fino
all'ultimo respiro: - Padre, Padre mio, perché mi hai abbandonato? -
Non ero io che gridavo, era il mio cuore; non ero io a voler gridare:
mi obbligava a questo la violenta sofferenza dell'agonia. In quel
momento venne Gesù: - Figlia mia, sole della terra, fuoco dei cuori,
gioia del cielo! Sole che, con i suoi raggi luminosi, illumina
l'umanità; fuoco che brucia e purifica i cuori; gioia del cielo perché
viene benedetto il mio Nome santo per la vittima immolata, per la vita
che dà vite... Vengo da te per confidarti i miei dolori. Dimmi, vuoi
consolarmi?... -
- Gesù, cosa mi potrai chiedere che io non ti dia?... - ... Siccome con
tanta buona volontà e gioia mi dai tutto, ti privo della mia gioia,
della mia consolazione, come già ti ho privata della consolazione e
della gioia di coloro che ti sono cari. Riceverai da Me soltanto quel
conforto necessario per poter soffrire e vincere. Riceverai solo spine
[dal mondo], spine da tutte le parti ecco il senso della visione che ti
mostrai; vivrai in mezzo alle spine e in mezzo ad esse spirerai. La tua
anima pura ne uscirà per volare al cielo ad ardere d'amore... Le tue
spine non sono spine destinate a seccare; il tuo dolore coltiva il
terreno di quel bosco che ti mostrai; il tuo sangue lo irriga. Sono
spine che sbocciano, che danno rose... Tu partirai per il cielo, ma la
tua grazia, le tue virtù resteranno sulla terra... Voglio che la tua
vita sia presto, molto presto conosciuta: il mondo ne ha bisogno... -
Gesù, voglio soffrire solo io, solo io voglio piangere: lasciami nella
amarezza, nella tristezza infinita e resta Tu nella gioia e nella
consolazione completa. - (diario, 2-3-1945).
Sono madre che piange lacrime di sangue
Da domenica mi sento madre della umanità, madre tenera. Verso questo
amore viene contemporaneamente il dolore: dolore causato dai disordini
di questi fratelli che sento essere figli miei. Vorrei presentarmi ai
governanti di tutte le nazioni per chiedere che si riconcilino gli uni
con gli altri; ma vorrei una riconciliazione fatta di perdono durevole
perché non avvengano più gli stessi disordini. La brama di fare questo
è talvolta così grande che mi pare di volare presso di loro. Per
ottenere questa pace, sottoporrei il mio corpo ai più grandi supplizi e
sacrifici, anche se dovessi essere trascinata di nazione in nazione e
fare ciò che vi è di più costoso. Vorrei prendere nelle mie mani il
Cuore di Gesù e dire loro: - Guardate quanto è ferito! Sono i nostri
peccati che lo feriscono così. - ... Da sabato ho una grande paura di
Gesù. Da domenica si è aggiunta la paura di Mammina, con la quale non
oso più confidarmi; e così pure aumenta la paura per le persone care.
Desidero che il dott. Azevedo e d. Umberto vengano qui, ma allo stesso
tempo mi tormenta il timore della loro presenza; timore che scompare
per dar luogo ad una indifferenza, fino a pensare che non parlo con
loro e fino a domandarmi se esistono o no... (diario, 6-3-1945).
Sento in me un fuoco ardente; mi brucia in tutti i sensi: tutto il mio
corpo è una fornace. Ho sete di Gesù, ho fame, molta fame di anime.
Vorrei inghiottire il mondo. Mi sento sempre più madre sua. Che pazzia
la mia, per il mondo che è inganno, fango e immondezza! Sono madre, ma
oh! che madre pazza! Sono madre che piange la perdita dei suoi figli;
sono madre che non può vederli in tanto disordine, in tante miserie e
atrocità. Sono madre che piange lacrime di sangue che bagnano tutta
l'umanità. Non posso resistere a tanto dolore, non posso concedermi
tregua: voglio salvare il mondo, voglio soffrire tutto, voglio dare per
lui la vita. In un momento in cui le ansie erano insopportabili alzai a
stento lo sguardo a Gesù e Gli dissi: - Gesù! Povero mondo! Voglio
salvarlo. Lasciami entrare nel tuo divino Cuore con quelli che mi sono
cari; lasciami entrare con quelli che mi appartengono e si raccomandano
alle mie preghiere; lasciami entrare con tutti i sacerdoti e i
peccatori induriti; lasciami entrare con chi mi ha offesa, lasciami
entrare con l'umanità intera. Nessuno rimanga fuori dal tuo Cuore, e
così passi alla nostra Patria, al Cielo che Tu hai creato per tutti.
Voglio amarti e lodarti con tutti, eternamente... - (diario, 8-3-1945).
La notte del più grande miracolo (Momenti della Passione)
... Fin dal mattino incominciai a sentire che Gesù piangeva dentro di
me. Io ero la città di Gerusalemme ed ero Gesù. Io ero l'amore e
l'ingratitudine. Dal mio cuore uscivano verso la città i più dolci e
teneri sguardi. Erano sguardi di richiamo, sguardi di compassione. Ma
dalla città cosa usciva mai! La rivolta contro di me. Nel tardo
pomeriggio mi sentivo riunita agli amici. O mio Dio, cosa avvenne!
Scene tanto differentti! Io ero Gesù e, sul mio cuore, sentivo
reclinarsi qualcuno, ed io ero quel qualcuno. Io ero la tavola, ero il
pane ed il vino; io ero il calice che conteneva il vino; io ero le
tazze ove venivano servite le vivande. Io ero Giuda; ero tutto. Io ero
la dolcezza e la mansuetudine di Gesù; io ero la disperazione ed il
tradimento di Giuda. Che notte! Che santa notte! La più grande di tutte
le notti. La notte del più grande miracolo, del massimo amore di Gesù!
Il suo divin Cuore era legato a coloro che gli erano tanto cari: per
poter partire, doveva rimanere tra loro; per salire al cielo, doveva
rimanere sulla terra; Lo obbligava a questo il suo divino Amore. Vorrei
chiarire queste cose, ma non posso, non sono capace. Lo sguardo
allucinato del cattivo discepolo rimase impresso nel mio cuore, come
anche quel silenzio profondo di nostalgico congedo. L'amarezza della
mia anima non poteva essere maggiore... (diario, 8-3-1945).
Ogni momento che passa è una eternità; mi pare di essere sempre nello
stesso luogo; il cielo non arriva. Solo i venerdì passano e ritornano
subito: posso quasi dire che sono sempre presenti. La notte l'ho
trascorsa nell'agonia dell'Orto. Che triste solitudine! Il cielo
pareva rivoltarsi contro la terra ingrata. Io udivo il rumore della
gente, il tintinnio delle armi. Dentro di me sentii dire ad uno che mi
si era avvicinato: - Amico, per che cosa sei venuto? - O dolce parola!
O dolcezza, tenerezza, amore di Gesù!
Sono passate alcune ore e tutto è ancora impresso in me. Il mio corpo è
stanchissimo: per l'agonia nell'Orto e nella prigione, per i flagelli e
le spine, per i maltrattamenti e il viaggio sul Calvario... Arrivata là
mi trasformai nella montagna, nella croce, in Gesù. E in me vi era
Mammina: i due cuori uniti, il mio ed il suo. Quanti sentimenti, quanto
dolore, quanto amore! Amore che si estendeva su tutta l'umanità; amore
che costringeva a tanto dolore, allo spargimento di tutto il sangue.
Ah, se potessi mostrare chiaramente come chiaramente rivissi ciò che
hanno sofferto Gesù e Mammina!
... Gesù mi disse: - Sei colma di grazia, figlia mia, perché Gesù è con
te. Sei colma di luce, purezza e amore, perché su te è disceso ora dal
cielo lo Spirito Santo; abitava già in te, ma ora più che mai si infuse
in te; in te come già negli apostoli. D'ora innanzi avrai luce per
comprendere pienamente la grandezza del mio amore, del mio potere,
della mia misericordia e della gravità della colpa contro il mio divin
Cuore... Desidero vivamente che la tua vita sia conosciuta; ma non può
esserlo senza grande dolore, immolazione e sacrificio. ... È giunta
l'ora: vi sia luce, si faccia luce! Il mondo ha bisogno, il mondo ha
fame della mia vita nascosta in te. Chiedi preghiera, riparazione,
cambiamento di vita. Chiedilo! Non sarà fatto se non chiesto; non può
essere chiesto se non sono conosciuti i miei desideri. In fretta, in
fretta! Penitenza! Riparazione per il peccato della carne. L'impurità è
la finestra aperta per tutti i peccati gravi. Il mondo si converta!
Povero mondo se non si converte presto... Riceverai da Me tutto per
dare tutto alle anime. Sei di Gesù, vivi di Gesù! Da' alle anime ciò
che è di Gesù. (diario, 9-3-1945).
Questa luce non lascia nulla di occulto
Da venerdì [9-3] sento nel mio capo una luce forte che si riflette nel
cuore con la stessa intensità. Sento contemporaneamente di essere una
torre di altezza senza pari da cui quella luce illumina il mondo
intero. Tale luce nuota in un mare di dolore, in un mare di notte; il
mare sono io, il dolore è mio, ed anche la notte è mia. La luce non mi
appartiene: appartiene al mondo, è soltanto per il mondo. Talvolta mi
stanco, resto sfinita per le molte cose che questa luce mi fa vedere.
Mio Dio, cosa avviene mai nel mondo! Come corre pazzo verso la
perdizione! Ma egli è mio, mi sento tanto madre sua! Non posso
sopportare che si perda per il suo disordine. La mia anima lo vede in
tutte le strade di perdizione. Ah, mio Dio, che devo fare? Ho già dato
tutto, e mi pare di avere fatto tutto per salvarlo. Ho dato e fatto
tutto senza sentirmi madre ed ora [che mi sento tanto madre] è grande
il mio dolore per non avere più nulla da dare a Gesù per il mondo.
Vi sarà qualcuno che comprenda questo dolore? Come lo soffro io,
soltanto Gesù lo sa. O cuori, o cuori di tutto il mondo, se
comprendeste quanto vi ama Gesù!... (diario, 13-3-1945).
... Sento che la torre innalzata in me è sempre più alta. L'artista
incaricato dell'opera non cessa di lavorare. A quale altezza sono
salita, poiché sto salendo in questa torre, o meglio, sono la torre
stessa! La luce sale con me. La fatica per il tanto vedere mi estenua.
La luce è del mondo, non è mia; è per illuminarlo e allo stesso tempo
perché io lo veda: rimane qui tanto in basso! Valuto la distanza dal
cielo alla terra. Ahi, come io vedo il mondo! Questa luce non lascia
nulla di occulto; penetra nel più intimo e fa sì che io pure vi
penetri. Quale miseria nelle anime, che fango copre i corpi
stendendosi su tutta l'umanità! Che orrore! O mondo, come ti vedo mai!
Quanto più sale la torre più la luce illumina; più il mondo è fango e
più il mio cuore soffre... (diario, 15-3-1945).
Una visita di riconciliazione
... Lunedì, ancor prima che io ricevessi il mio Gesù, Deolinda mi
disse che desiderava venire a visitarmi la ragazza che era vissuta con
noi. Io desideravo con ansia questa riconciliazione, non perché mi
sentissi colpevole, ma perché ero del parere che fra persone pie non
devono sussistere dissapori, motivo di cattivo esempio e di dispiacere
a Gesù. Fino ad ora, al pensiero di un incontro con chi mi aveva fatto
tanto soffrire, sebbene senza riflettere ed involontariamente, avevo
l'impressione che ne avrei ricevuto un colpo al cuore. Desideravo tale
incontro ma temevo di non resistere. Quando mia sorella me ne parlò,
Gesù trasformò la mia anima: non ebbi più quell'impressione nei
riguardi di quella persona; rimasi indifferente come davanti a una cosa
che non mi interessa. Nella Comunione affidai la questione a Gesù,
chiedendogli di risolverla secondo la sua divina Volontà. Passai la
giornata in ansia, timorosa di non fare la volontà del Signore e con un
aumento di sofferenze. Oggi mi è stato riferito che forse in mattinata,
dopo la Comunione, avrei avuto quella visita. Mi sono rivolta allora al
Cuore di Gesù: - Fa' che la riceva con la bontà e l'amore del tuo divin
Cuore. Dammi la tua umiltà. Fa' che dimentichi il dolore causatomi,
come desidero che Tu dimentichi la mia ingratitudine verso di Te. -
Mammina, per la tua agonia presso la croce, per i tuoi dolori, fa' che
mi comporti in modo da dare a Gesù tutta la consolazione e sia grande
il vantaggio per le anime. - Ho ricevuta la ragazza con il sorriso e
con la maggiore mansuetudine possibile, facendo molta violenza su me
stessa. Il cuore ne era soffocato e talvolta stentavo a parlare e a
respirare. Le ho fatto comprendere il suo cattivo comportamento e,
quando mi ha chiesto perdono, le ho detto: - Io non chiedo al Signore
che ti castighi, anzi chiedo che non ti castighi. Voglio dimenticare
tutto, come desidero che Egli dimentichi le mie ingratitudini e quelle
del mondo intero. -
Il mio cuore è stato inondato di compassione per lei e l'ho perdonata
con tutta l'anima. Ho visto in lei il Signore. Non ho avuto un momento
di gioia, perché mi è parso che la cosa non mi riguardasse... (diario,
13-3-1945).
II dolore della Madre (Momenti della Passione)
... Sentii che Qualcuno con amore pazzo, con amore di Madre, andava di
strada in strada, cieca di dolore, per vedere dove poteva incontrarmi.
Il frastuono era spaventoso.
Rivestita con una veste da re, ma per scherno, mi posero in mano una
canna. Quale barbarie contro di me! Erano moltissimi coloro che
gareggiavano a inventare tormenti per maltrattarmi con maggior
crudeltà. Lungo il cammino del Calvario era tutto un urlare ed uno
schiamazzare dietro a me: non erano grida di dolore ma di odio e di
ingiuria. Ma vi era Chi piangeva e si affliggeva per me, Chi voleva
consolarmi, darmi sollievo e curarmi le piaghe. Questo Qualcuno mi
causava ancor più dolore: era un dolore unito al mio dolore, era un
dolore che non poteva addolcire il mio. La Mammina... quanto ha
sofferto con Gesù! Sul Calvario e sulla croce era Lui con Lei un solo
Cuore, un'anima sola, un solo dolore, un solo amore. Gesù abbandonato,
Mammina abbandonata nel vedere suo Figlio in tale stato. Se il mondo
conoscesse e comprendesse questo, non peccherebbe. Gesù era in croce,
ma era dentro al mio cuore.
Al grido « Padre mio, perché mi hai abbandonato? » diceva nel suo
Cuore: - Guarda, o mondo, in che stato mi hai ridotto con le tue
cattiverie. - Lo sentii affidare la sua Anima all'eterno Padre. Con
quale gioia lasciò il suo santissimo Corpo e fu ricevuta in cielo! Già
in unione con il mio Gesù, Lo vidi in croce, ma dentro di me, a
spargere il resto del preziosissimo Sangue del suo divin Cuore già
aperto e, infine, gocce d'acqua. Mi disse: - Il peccatore indurito ed
impazzito per le passioni è lontano da Me, molto lontano... Vieni,
figlia mia, dal tuo Gesù a ricevere la medicina, la vita e la luce per
condurlo a Me... - O Gesù, solo con la luce del tuo divino Amore io
posso dargli luce. Ho sete, tanta sete di darti anime, tutte le anime.
- La tua sete è la mia: saziamela... - ... (diario, 16-3-1945). «
Comprendano la mia vita divina nelle anime ». ... Venne Gesù a dirmi: -
Gli uomini sono lontani, molto lontani dal comprendere la mia vita
divina nelle anime, e questo è causa di grande dolore al mio Cuore
divino. Ecco perché è tanto piccolo il numero delle anime riparatrici,
di coloro che giungono alla santità nella sua perfezione.
È grande il numero delle anime chiamate, ma tanto esiguo quello delle
anime perseveranti e fedeli all'invito divino. Sai perché? Perché sono
pochi i miei discepoli i quali comprendono questa vita divina; sono
pochi che le sanno guidare e sostenere fino a che arrivino a Me. Ad
alcune tagliano le radici; le buttano a terra e sovente hanno gravi
cadute... Altre dalla loro malizia sono portate per vie sbagliate.
Altre le condannano, dicendo che è falso ciò che è reale, o che è umano
ciò che è divino.
... Come potranno essere salvati i peccatori? Come potrà salvarsi l'umanità? -
- Mio Gesù, solo Tu lo sai: pensaci Tu ed abbi compassione degli uni e degli altri. -
O vittima delle anime, il grande rimedio, il miglior rimedio sta nelle
tue mani e non nelle mie: accetti le sofferenze che sto per
chiederti?... - Accetto tutto, ma desidero udire da Te la promessa che
non mi abbandonerai un solo momento e che non permetterai che io Ti
offenda o per sfinitezza o per scoraggiamento... - ... Non verrò a
parlarti al venerdì e nei primi sabati. Non terminerà la tua passione;
anzi sarà più dolorosa; sarà davvero più completa. Resterai peggio dei
ciechi che non conobbero la luce: essi non la videro mai, ma credono
che esiste; tu resterai come se non credessi in nulla. Avrai bisogno di
assistenza e di chi ti affermi sempre che la luce esiste, che i tuoi
cammini sono i miei... Io, anche se nascosto, insieme alla mia Madre
benedetta, non ti abbandono mai...
È la tua ultima fase, e la più dolorosa. Oh, che agonia sarà la tua...
Dopo di questo, immediatamente, giungerai al cielo. Quanto sarà
meravigliosa la tua morte! Avverrà nella più grande agonia, ma anche
colma del più grande amore... Per chi mi offri le ultime sofferenze? -
Per tutto quanto è Volontà divina: voglio soltanto questo. - Mia amata,
voglio che tu mi offra una parte di esse per i sacerdoti, affinché
abbiano luce divina e comprendano la mia Vita nelle anime, la
posseggano sempre più per comprenderla sempre meglio; non abbiano
altra vita se non la Mia. Per coloro che non la comprendono, affinché
la studino, perché, non avendola studiata né compresa, non tentino
spegnere la luce ed estinguere quella stessa Vita. Quindi per quelli
che mi offendono gravemente. L'altra parte delle tue sofferenze offrila
per il mondo intero, perché ti appartiene: te l'ho affidato... -
(diario, 23-3-1945).
« Ti lodo per la tua fedeltà » (Momenti della Passione)
... Sento la perdita di Gesù e di tutte le creature. Sono sola, senza
nessuno, nessuno per me... Non posso pensare che Gesù tralascerà di
parlarmi: non posso resistere. Mi è di tormento il dover scrivere
quanto avviene nella mia anima, mi sono di tormento i colloqui con
Gesù, per il timore di me stessa, di introdurvi qualcosa di mio; ma che
sarà di me quando Gesù si nasconderà per davvero? Se avessi volontà per
scegliere, preferirei i colloqui e il dover scrivere tutto, anche
giorno e notte senza pausa, se fosse possibile. Soffro perché Gesù
viene a parlarmi e soffro orribilmente perché tralascerà di farlo.
Quando? Non lo so: ecco la schiava del Signore! Mio Dio, quando e come
vorrai! Sii con me! ... Oggi fu un giorno di grandi ricordi, di tristi
anniversari: tre anni di digiuno e senza la mia amata crocifissione
[fisica] ! Piansi di nostalgia per le due cose. Ma la mia anima era in
pace, contenta delle disposizioni ed attenzioni tenere di Gesù... Mi
colarono lacrime lungo le guance, che aumentarono la mia pena temendo
con esse di averlo rattristato. - Mio Dio, le lacrime non sono di
disperazione; sono lacrime di amore e di rassegnazione. Mi conformo con
la Tua volontà. Con questo dolore e queste nostalgie posso pensare e
sentire più al vivo ciò che sono le tue ansie, la tua fame delle anime
e il dispiacere che Ti causa la loro perdita... - ... (diario,
27-3-1945).
Il mondo fugge da me; non so come riuscire ad attrarlo. Muoio di fame e
di sete per lui... Vorrei dire e mostrare l'amore di Gesù per i suoi
figli; non lo so mostrare, non lo so dire, ma so sentirlo e
comprenderlo... Il mondo fugge da me, il mondo si perde e non lo posso
impedire: nel vederlo correre verso l'abisso, verso la perdizione,
cado a braccia aperte, cado sfinita. Ho dato tutto e non ho evitato la
sua perdita. Mi sento in lotta con la morte; l'ora non è ancora giunta;
le sofferenze avrebbero già dovuto farmi morire.
È notte e l'anima sente come non mai che è notte di amore: la notte
santa. Gesù sta per partire e vuole rimanere fra noi. Che vincoli di
amore partono dal suo Cuore verso i cuori di coloro che Gli sono cari!
Che ansie di andare e di rimanere! Il mio cuore sperimenta tutto
questo: io sono pane, sono vino, sono ostia, sono tabernacolo. Che
notte feconda, che notte bella! Scesero gli angeli ad adorare questo
grande mistero... (diario, 29-3-1945).
... La mia anima ed il mio corpo hanno avvertito che mi conducevano
legata e che alcuni, spinti dalla manifestazione di una moltitudine
formata dalla feccia più vile, si prendevano beffe di me e mi
condannavano a morte.
I miei orecchi udivano le parole « muoia, sia condannato! » scandite
all'unisono. Che urla! Presi la croce, caddi parecchie volte; ad ogni
passo stavo per spirare. Cadevo e su di me rimaneva la croce. Non per
compassione, ma per timore volevano qualcuno che la portasse. Vi fu chi
la prese, non per amore, ma per ordine avuto. Ciononostante, sentii che
il mio cuore gli dispensò tanto amore. Che grande ricompensa!
Il mio corpo veniva consegnato ai malfattori, il mio spirito era tutto concentrato in Dio.
Sul Calvario il sangue scorreva da tutte le ferite del mio corpo. Che
ore di tanta agonia! Sentivo nella mia anima tutti i sospiri di Gesù;
tutti gli sguardi che Egli levava al cielo furono impressi nella mia
anima. Poco prima di spirare, solo di tanto in tanto dava un sospiro; e
nell'intervallo, tra un sospiro e l'altro, stava come se non avesse
vita. E la mia anima sentiva tutto questo. Come era bello! Che lezioni
mirabili ci dà Gesù: tanto maltrattato e tanto pieno di tenerezza e di
amore! ... Venne Gesù: mi fece dimenticare, per poco tempo, il dolore.
Il mio cuore si dilatò e si incendiò. - Vengo, figlia mia, a
felicitarmi con te per il tuo compleanno, per la tua vita piena di
meraviglie, così ricca di virtù e di amore. - - Sono per Te, o Gesù, le
felicitazioni e le lodi. Che faccio io senza il mio Gesù? Cosa sono
senza di Te? La grandezza è Tua, la miseria è mia. -
- Ti lodo per la tua fedeltà e corrispondenza alle mie grazie divine;
ti lodo per la tua riparazione. Quante vittime ho scelto e si
rifiutarono! Quante ne chiamai e non mi ascoltarono! Quante ne invitai
a grande elevazione verso di Me e nulla ottenni. In te mi consolai, da
te tutto ricevetti... La tua vita è di meraviglie: se vedessi le anime
che per te si salvarono, e specialmente in questi tre anni del tuo
digiuno! Che grande mezzo per soccorrere i peccatori! Manifesto in te
il mio potere, le mie ansie e il mio amore per loro... Il tuo martirio
giungerà al massimo e il tuo amore alla massima altezza, per una
riparazione senza pari. Ricevi ora, figlia mia, il sangue del mio divin
Cuore: è la vita di cui necessiti, è la vita che dai alle anime. - Vidi
il Cuore di Gesù ardere in fiamme e traboccare d'amore... (diario,
30-3-1945, venerdì santo).
Che sarà mai perdere Gesù eternamente?
« È con molto sacrificio, perché priva di forze, che le scriva per
ringraziarla della lettera inviatami con tanta carità. Il Signore la
ricompensi. Per me, non è consolazione ricevere lettere o notizie
riguardanti persone che tanto stimo e che fanno da sostegno e guida
alla mia anima; è appena un sollievo che fa rivivere la mia vita più
che morta.
Siccome voglio soltanto ciò che Gesù vuole, la mia volontà sta
solamente nella Sua. Lo benedico e lodo per tutto, abbandonata alla sua
divina Provvidenza e ricevo tutte le spine come carezze deliziose del
cielo. Le manda Gesù. Per suo amore e per le anime sorrido a tutto.
Continuano le paure per gli assalti del demonio, anche se in questo
mese ne sono stata più risparmiata. Ma quando viene... oh quanta
malizia!
Che io lo desideri o no, a volte devo comparire alla presenza di Gesù;
altre volte non Lo sento, sperimento la Sua perdita. Se sapesse, padre,
l'orrore che tutto questo mi causa! Cosa sarà mai perdere Gesù
eternamente? Provo il dolore Suo per la perdita delle anime; provo i
sentimenti e l'amore che ha per loro: non vi sono parole ed
intelligenze umane capaci di spiegare. L'immaginetta allegata con la
frase che parla di spine è per lei; sull'altra [immaginetta], dal
momento che non posso mandarne una per ciascun novizio e confratello di
codesta santa Casa, ho scritto un pensiero che interessa tutti: è mio
desiderio che tutti lo pratichino. Deolinda e tutta la famiglia
ringraziano per i saluti e li ricambiano con gli auguri di una santa
Pasqua. Da parte mia, auguro a lei e alla comunità le tenerezze, le
benedizioni e l'amore di Gesù resuscitato. E lei quando verrà? Le ho
preparato un grande calvario, nevvero? Mi perdoni e, per carità, non mi
dimentichi nella preghiera. lo ricordo molto tutti a Gesù e a
Mammina... » (lettera a d. Umberto, 31-3-1945).
La mia morte sia vita per il mondo
Non vissi, non risuscitai con Gesù. I miei occhi non videro; i miei
orecchi non udirono; il mio cuore non amò, il mio corpo non sentì se
non dolore. Lo sguardo dei miei occhi non era mio, né l'ascolto dei
miei orecchi, né il sentire del mio corpo, né l'amore del mio cuore, né
il sorriso che copriva tutto questo, neppure il sorriso era mio. A chi
apparteneva? Gesù lo sa, io non so dire nulla. Le gioie sono per chi
Gesù vuole, eccetto che per me. Ma sono contenta: io non vivo, viva Lui
con la sua vita divina nelle anime; non risuscitai, risuscitino loro
per Gesù. Non ho amore, non ho nulla da offrire al mio Signore; Gli
giungano graditi l'amore di tutti i cuori e l'offerta totale di tutte
le sue creature. Non ho lingua per lodarlo; Gli giunga gradita la lode
della terra e del cielo. Tutta la terra e il cielo Lo lodano; soltanto
io, poveretta, sono stata esclusa; resto da parte. Non posso unirmi ai
beati del cielo, ai giusti della terra. Tutta la cattiveria e la
miseria del mondo sono mie: che vergogna! Che orrore!
Ho perduto Gesù! Che perdita eterna! Mai più Lo posso vedere. Non v'è
rimedio per tale perdita. Non posso pensarvi. La mia anima non resiste
a questo dolore: perdere Gesù, per,derlo per sempre! ... Venne Gesù: -
Figlia mia,... ti accompagno nel dolore, nell'amore, nelle lotte contro
il demonio. Sono con te in questo mare immenso di martirio nel quale
sei immersa. Sorridi con le tue labbra, nascondendo il dolore e
l'amarezza nei quali stai sepolta... - O mio Gesù, confido che mi
accompagni, che tutto vinci in me; ma perché, nel medesimo tempo, sento
tanto dolore a parlare con Te? - Perché sia completa la mia
consolazione, siano completi il tuo martirio e la tua riparazione... -
Se è così, consólati, o Gesù, gioisci nel mio dolore! Non voglio la
mia, ma la Tua gioia; non voglio il mio trionfo, ma quello delle anime.
Accetta il mio martirio e fa' che la mia morte sia vita per il mondo e
la mia cecità luce per i cuori. Voglio che il povero mondo viva solo
per Te, veda, ami e benedica solo Te... - (diario, 3-4-1945).
Un edificio mondiale in costruzione di amore e di purezza (Momenti della Passione)
Continuo a sentire due cose contemporaneamente: la perdita di Gesù e
quella delle anime. La prima mi causa tale orrore e rivolta da non
potersi dire: volontà di maledire questa perdita e di maledire la
terra. Mi pare che mi tormentino tutti gli orrori dell'inferno. Sento
che era meglio soffrire tutto, perdere tutto, piuttosto che perdere
Gesù. Mi basta questo per massimo martirio del corpo e dell'anima. Mio
Gesù, perderti!
E su questo grande dolore cade il peso della giustizia divina.
Tormento e dolore senza pari. E la perdita delle anime, ahi, quanto
costa! Il mio cuore le rincorre, dispensa loro tenerezza e amore. La
mia anima ne vede la fuga e agonizza. Non vi è amore che le fermi, non
vi sono parole che le commuovano: corrono, corrono verso la perdizione.
Quale dolore per Gesù e per me che sento questo! Non posso rassegnarmi
che le anime si perdano. Stamane, con la venuta di Gesù sacramentato,
sono spuntate in me nuove ansie che hanno dato inizio ad un nuovo mondo
nel mio cuore. E’ un edificio mondiale in costruzione. Le ansie sono di
purezza e di amore: l'edificio deve essere costruito con questo. Che
fiamme ardenti, che fuoco bruciante! Questa purezza e questo amore non
sono miei: sono per l'edificio, per il mondo. Mio Dio, ansie che
consumano! Vorrei parlare al mondo intero, vorrei parlare solo in amore
e purezza; vorrei che vivesse soltanto di queste ricchezze... (diario,
5-4-1945).
Continua in me l'edificio mondiale, insieme ai desideri e alle ansie di
amore e purezza. Voglio il mondo in fuoco d'amore, in purezza di
corpo, anima e cuore.
Sollevo gli occhi al cielo e grido sovente: - Che posso fare perché il
mondo si purifichi, si incendii e viva soltanto del Tuo divino amore? -
Con queste ansie uscii dalla prigione; percorsi molte strade
abbracciando fortemente la mia croce; amavo con tutto l'amore le spine
che circondavano il mio capo. Dall'elmo di spine sgorgavano fiotti di
sangue che scorreva lungo il mio corpo ed irrigava la terra. Sentivo
che Mammina veniva, pazza, alla mia ricerca, o meglio, alla ricerca del
suo Gesù; si apriva il varco fra la moltitudine per vedere dove poteva
incontrarlo. Il suo Cuore santissimo scoppiava, si dissolveva in
dolore e faceva scoppiare e dissolvere quello di Gesù. Nei momenti di
queste sofferenze, venne il demonio ad aumentarle di più; mi tormentò
al massimo...
Mi pareva perder la vita; venne Gesù a ridarmela. - Coraggio, figlia
mia, non hai peccato... Unisci il tuo dolore al mio e a quello della
mia Madre benedetta... -
Sul Calvario sentivo la vita del buon ladrone spirare nel mio cuore:
con quale pace egli dava la sua anima a Gesù! Si fece buio sul
Calvario, tutta la terra tremò e fece tremare la croce. Gesù
consegnava il suo Spirito all'eterno Padre, mentre un gran numero di
curiosi atterriti scendevano come formiche dall'alto della montagna. È
venuto Gesù ad addolcire il mio grande dolore e a togliermi il terrore
che tutto questo mi causava: - Coraggio, figlia mia, universo di
dolore, di purezza e di amore! Ciò che opero in te l'ho destinato alle
anime! La tua vita osservata, letta e divulgata, sarà una manna
celeste, feconda di una immensità di amore, di vita e di salvezza. È
questo l'edificio che ho innalzato in te...
È a tua imitazione che in futuro il mondo mi amerà; ècon la tua
purezza che si purificherà. Gli uomini impediscono che sia dispensata
alle anime la medicina che ho loro destinata; ciò che non proibiscono,
perché non possono, è che lo continui le mie meraviglie in te... Io
sono l'artista divino: lavoro in te ed opero i più grandi prodigi. Chi
ti ammira, ammira Gesù; chi ti ama, ama Gesù; chi ti imita, imita Gesù.
Ho ritratto Me in te: sei la copia più fedele di Cristo crocifisso. Il
mondo esulterà di gioia quando conoscerà ciò, che fu la tua vita sulla
terra. - O Gesù, se parlassero così coloro che non mi conoscono e non
sanno quanto Ti ho offeso,... ma parli Tu che tutto conosci e cui nulla
della mia vita è occulto... che vergogna e confusione io sento!
Rimedia Tu a tutto il male, purificami, colmami di amore, coprimi della
tua Grazia, affinché possa essere per le anime la medicina che vuoi Tu
... - ... (diario, 6-4-1945).
« È vicina l'ora della pace »
... Ho tanta nostalgia del Cielo! Faccio un grande sacrificio a non
chiedere a Gesù di portarmi presto lassù. Quante volte, tra l'altro,
sto per dirgli: - Dopo questo, vieni a prendermi per il cielo - ma,
ricordando la mia promessa di non chiederglielo, mi faccio violenza e
dico: - Compi in me i Tuoi disegni divini. - Mi pare che sarebbe un
sollievo per me se potessi chiedere a Gesù di accelerare la partenza
per la mia Patria. Comunque sia, non chiedo, non voglio mancare alla
promessa... Dopo la Comunione, si è fatta udire la voce di Gesù, più
soave della musica degli angeli: - ... Sono balsamo salutare, sono
medicina della tua anima tanto sacrificata per Me e per le anime. -
Mentre Egli parlava, il mio cuore si dilatava, pareva uscirmi dal petto
ed elevarsi molto in alto: come era grande! - Che cosa è questo, mio
Gesù? Che grandezza è mai quella che sento in me? - Mia figlia amata, è
l'edificio dell'amore; è la grandezza del tuo amore per il mio Cuore
divino e per le anime. È con questo amore che lo voglio essere amato; è
con questo amore che il mondo sarà salvo. È prossima l'ora della pace.
Se il mondo, ripeto, e ancora più il Portogallo, saprà ringraziare per
la grazia che gli è stata concessa, la pace sarà duratura... Se [gli
uomini] non mi ringrazieranno, se non faranno orazione e penitenza, se
non si rialzeranno dai loro grandi crimini, molto presto cadrà sul
mondo non fuoco di armi, ma fuoco della giustizia divina... - O Gesù,
rimasi tanto triste quando ti chiesi di lasciarmi in vita sino alla
fine della guerra, ma Tu lo sai che voglio soltanto la tua divina
Volontà. - Sono stato Io, figlia mia, ad ispirarti di chiedermi di
prolungare la tua esistenza terrena per dare una prova più chiara a
coloro che si sono opposti alla mia divina Volontà... - ... (diario,
7-4-1945).
Pensare solo a Lui, parlare solo di Lui, soffrire tutto per Lui
« Vorrei dirle tante cose e non posso. Gesù e Mammina le dicano per me.
Le facciano comprendere quanto soffre la mia anima, affinché lei abbia
compassione di me, implori e faccia implorare che dal cielo mi venga
tutta la grazia e la forza di cui ho bisogno.
Quante ansie, tristezze, amarezze, quanto sfinimento nella mia povera
anima! Tutto ciò che faccio che possa disgustare Gesù è involontario.
Vorrei soffrire tutto con la maggior perfezione e con il più grande
amore; non vorrei ferire Gesù.. Piuttosto l'inferno, migliaia di volte.
Ma, padre mio, le dico con la massima franchezza e verità: voglio e non
posso; non trovo in me nulla di bene, di virtuoso, nessun amore per
Gesù; sono miseria, soltanto miseria. Come sarei contenta se amassi il
mio Gesù e potessi dargli soltanto amore! In tutta questa mia miseria
che sento rimangono unicamente le ansie e una volontà fortissima di non
voler vivere se non per Gesù, parlare solo di Lui, pensare solo a Lui,
soffrire tutto per Lui. Creda, padre, questa è la realtà; non faccia
come me cui pare di non credere a ciò che dico. Il demonio ne combina
di quelle!... Mi fa soffrire tanto! Quanto è cattivo! Non so nulla di
lei, ma sento che soffre, e non solamente per la proibizione di
confessarmi. Questa sofferenza e tutte le altre di cui io sono causa,
sebbene involontariamente, costituiscono il calvario cui feci
riferimento... A tutta la comunità il mio ringraziamento e i saluti.
Grazie della lettera scritta con tanta bontà e piena di parole
confortanti e stimolanti. Quando potrà venire a Balasar? Ho alcune
lettere cui rispondere, ma non lo faccio senza un suo consiglio...
(lettera a d. Umberto, 9-4-1945).
L'amore oltrepassa tutti i dolori (Momenti della Passione)
Che fuoco nel mio cuore! Mi brucia tanto che pare lo distrugga. Quanto
darei, quanto vorrei soffrire per ottenere che questo fuoco fosse mio e
fosse fuoco di amore per Gesù. Voglia amore: voglio amore da dare al
mondo perché ami soltanto Gesù. Povera come sono, non ho nulla da
dargli; non so come acquistarlo; non so come consegnarlo a Gesù. Lo
vedo fuggire: fugge verso un altro mondo di perdizione. Rimango con le
braccia aperte e lo sguardo al Cielo. Come rimediare a questo male? - O
Gesù, veglia sul mondo che mi hai dato ed affidato: custodiscilo, è
tuo, soltanto tuo. Dammi il tuo amore: solo così lo potrò conquistare.
Ansie grandi grandi dalla terra giungono al cielo.
Mio Dio, vedo le anime piene di lordura e i corpi distrutti dalla
lebbra: conseguenze del peccato. Che luce, questa, che mi obbliga a
vedere tutto! Come è ridotto il mondo! Dolce Gesù, il tuo divin Cuore
non ne può più. Io mi sento tra il mondo e Gesù per evitare che la
malvagità degli uomini ferisca il suo Cuore tanto amante. Flagelli,
spine, maltrattamenti colpiscono me. Non vedo Gesù ma Lo sento come
oppresso, pieno di spavento che attende i colpi di questo torrente di
malvagità. ... Senza pensare alla Cena di Gesù con i suoi discepoli, mi
sono sentita a mensa. Il mio cuore era il calice, era il vino, era il
pane. Tutti venivano a mangiare e a bere a questo calice. Da allora in
poi quella Cena si sarebbe ripetuta. Ma oh, che orrore ciò che ho
veduto! Tanti Giuda a mangiare e a bere indegnamente. Che lingue
sudice! Peggio ancora: mani tanto indegne a distribuire questo pane e
questo vino; mani indegne, cuori demoniaci. Che orrore di morte! Ne
provai tanto dolore e orrore da sembrarmi che l'anima si lacerasse e il
cuore si spezzasse. Non so esprimere meglio quanto ho visto, sofferto.
E su tutto questo, l'amore di Gesù, un amore indicibile: amore - che si
può apprezzare soltanto se sentito... (diario, 12-4-1945).
... Mi svegliai da un leggero sonno e mi sentii subito legata ai
fianchi, trascinata per i capelli, flagellata, coronata di acute spine
le quali mi causavano tali dolori da sembrare che il mio capo bruciasse
nel fuoco... Un amore irresistibile, uscito dal cuore, mi legava sempre
più alla croce. L'amore oltrepassava tutti i dolori. Sulla croce provai
sofferenze atroci nel dover stare con il capo unito al legno: le spine
mi penetravano sempre più profondamente; il dolore raggiungeva il suo
massimo. Dopo lunga agonia e orribile abbandono, sentii che la terra si
scuoteva e si apriva e le rocce si spezzavano: tutto tremò. Rimasi come
se l'anima mi abbandonasse e io non avessi vita, Il cuore fu aperto e
diede le ultime gocce di sangue e di acqua e rimasi così senza la vita
della terra e senza la vita del cielo... (diario, 13-4-1945).
L'amore trasforma, il fuoco purifica »
Il mio petto arde, mi brucia il cuore: che fuoco ardente! L'edificio è
sempre dentro di me: è in fiamme, e brucia violentemente. Sento di
nuovo che su questo edificio ss è stata posta una roccia mondiale. Io
la batto, vi giro attorno, devo scuoterla. Le fiamme dell'edificio
ardono sotto e attorno. II fuoco non si spegne; la roccia tutt'attorno,
qua e là, si sfascia a pezzi, come legna. Sento scivolare le schegge
della roccia. Ma, mio Dio, con quanta fatica! C'è tanto da fare! Questo
fuoco non può cessare: la roccia deve essere tutta trasformata, fusa
nel fuoco divino. Vorrei vedere solo fuoco: fuoco nei corpi, nei cuori,
nelle anime. Il mio povero cuore è stanco di ardere, stanco di ansie.
Ma Gesù deve essere amato; Gesù non deve essere offeso... Cammino più
frettolosa verso tenebre spaventose. La mia anima si sgomenta: devo
immergermi in un abisso della massima oscurità. La mia anima lo sente;
già lo scorge venire verso di me, mentre io cammino verso di lui. O mio
Dio, che sarà di me? Sono tenebre mai viste, attraverso le quali non
sono mai passata... (diario, 17-4-1945).
Sento molte scosse; la mia anima è in continui soprassalti; non so cosa
presagisce. Nuove « carezze » di Gesù? Mi curvo alla maestà divina: è
il mio segno di accettazione. Abbraccio la mia croce, per quanto penosa
sia. Arde l'edificio: le fiamme raggiungono la sommità della roccia,
che si sgretola a poco a poco. Come trapassarla tutta? È impossibile
trasformarla tutta in fiamme: alcuni pezzi restano senza che il fuoco
li consumi. Sopra la roccia sto io, ma non sono io. La roccia è tutta
bagnata da lacrime che cadono dai miei occhi: sono lacrime di dolore,
di amarezza; sono lacrime di compassione. E non sono mie queste
lacrime: escono da me, ma vengono dall'alto; scorrono sulle mie guance,
ma sgorgano dagli occhi di Gesù. Oh, che pena! Tanta sofferenza e tanto
amore perduti!... Venne il demonio rabbioso a tormentarmi il corpo e
l'anima... Mi pareva che sigillasse le mie labbra per impedirmi di
invocare i nomi di Gesù e di Mammina... Mio Dio, dopo tutto questo,
come può darsi che io non abbia peccato? In questo affanno, venne il
mio Gesù: - Figlia mia, offrimi i tuoi dubbi ed i tuoi timori...
Voglio i tuoi dubbi per quelle anime che non hanno scrupoli
nell'offendermi gravemente; voglio i tuoi timori per quelle che battono
sempre i cammini dell'impurità, senza timori di offendermi e di
perdersi... Confida, che non mi offendi. - Mio Gesù, credo nella tua
divina Parola, e confido in Te; temo solo la mia fragilità. - Resta in
pace: sono raggiri del demonio; è la riparazione che esigo da te. Sei
mia, soltanto mia. - Poco dopo questo colloquio, sentii Gesù nella mia
anima e Lo vidi con uno sguardo tristissimo spargere lacrime sulla
città di Gerusalemme, che era anche dentro di me. Versò lacrime per
molto tempo: aveva sguardi tristi, accompagnati da parole di invito e
di minaccia. Già durante la notte sentivo la mia veste incollata al
corpo e bagnata di sangue, sentivo il rompersi delle vene e
un'angoscia di morte. Vedevo gli ulivi dell'Orto, la luna impallidita
ed il triste brillio delle stelle come triste era il Cuore divino di
Gesù; tutto appariva triste tra le fronde degli ulivi e tale tristezza
invitava al silenzio ed al raccoglimento. Come già altre volte, ma
molto più al vivo, sentii il bacio di Giuda, lo stramazzar a terra dei
soldati, lo sfoderare della spada. Se io potessi mostrare la tenerezza,
la mitezza, l'amore di Gesù verso tutti coloro che lo offendevano! Non
vi è nulla sulla terra che si possa paragonare a Lui. Egli rimediò al
male fatto da Pietro con tanta dolcezza"; con altrettanta si lasciò
legare, consegnandosi ai malfattori... (diario, 19-4-1945).
... Già salendo al Calvario non potevo aprire gli occhi per il sangue
che mi colava dal capo. Camminavo con il massimo sforzo; sentivo che
non erano forze umane che portavano la croce, perché le sofferenze
subite quante volte mi avrebbero già causato la morte!... Inchiodata
sulla croce, sentivo che molti di coloro che mi circondavano, mi
sputavano perfino sul viso: sugli sputi cadevano le lacrime di Gesù,
si univano a quelle di Mammina ed Egli, pieno di amore, chiedeva
perdono per tutti all'eterno Padre... Terminò l'agonia con la consegna
dell'anima... Rimasi così per un po' di tempo, stupita del ritardo di
Gesù: Egli non veniva, anzi tardava. Quando venne, mi parlò così: - Ho
ritardato, figlia mia, perché sto preparandoti alla mia assenza, o
meglio, alla mia presenza in te, ma nascosto. Il terreno è pronto;
preparati per un nuovo martirio, martirio senza pari. Il terreno
preparato è saldo; ho piena fiducia in te. Con tale martirio mostrerai
alle anime l'intensità del tuo amore, la massima intensità di amore
per Me... Ho portato lontano le catene del tuo amore... Quante scosse
ho provocato con esse al presidente dell'America. Quante volte l'ho
richiamato! È stato salvo per te. Quale responsabilità la sua! E quante
anime si sono salvate nello stesso tempo! Ho usato l'offerta dei tuoi
occhi e per la salvezza dei governanti: uno è salvo e ti prometto di
salvarne altri. Non ti ho tolto la luce degli occhi, ma la luce
dell'anima: ecco perché sei nelle tenebre più spaventose. Accetto
quanto mi dai: sei generosa nel dare e Io nell'accettare... È al calore
di questo amore che il mondo si riscalderà; è con le fiamme di questo
edificio sorto in te che la roccia si trasformerà: la roccia è il mondo
ed è sull'edificio dell'amore. L'amore trasforma, il fuoco purifica.
Se vi sarà amore, se vi sarà purezza, il mondo sarà salvo...
Le schegge che senti non trasformate, sono le anime che non si lasciano
compenetrare dal fuoco del mio amore divino, che non si purificano...
Le anime che attraverso i tempi non si incendieranno e non si
purificheranno in questo edificio di purezza e di amore, dovranno
incendiarsi nel fuoco della giustizia divina, saranno dannate
eternamente... (diario, 20-4-1945).
Il mio cuore è tutto fuoco (Momenti della Passione)
Esiste nel mondo la gioia? In qualche giorno della mia vita l'ho, per
caso, conosciuta? Se talvolta l'ho sperimentata, ora è per me morta in
modo tale come se mai l'avessi conosciuta. Mi dà un po' di coraggio il
pensiero di accettare e di compiere con il cuore e con l'anima la
volontà di Gesù. Ma subito mi tormenta questo altro pensiero: sto
facendo davvero la volontà del Signore? Di qui, grandi agonie e
tristezze per l'anima mia.
Sono schiacciata tra il cielo e la terra, tutta trasformata ed immersa
in tenebre. Tremendo orrore, mio Gesù! Ho paura di me stessa. Chi senza
Gesù potrebbe sopportare tanta afflizione? Chi potrebbe vivere e
camminare attraverso una oscurità così nera senza guardare con gli
sguardi di Gesù? Muoio, mio Dio, muoio spezzata, maciullata nella
tremenda notte. Il mio cuore, così oppresso dal dolore, lancia sprazzi
di luce che sento e vedo diffondersi per il mondo: è tutto fuoco.
Vorrei che questi raggi andassero a ferire tutti i cuori ed il fuoco
che esce dal mio incendiasse tutti affinché, nel mondo, vi fosse
soltanto il fuoco dell'amore di Gesù... ... Triste notte del giovedì!
Oh, come Gesù mi associa ai suoi dolori e alla sua Passione divina!
Sento le ansie di passare sopra a tutte le spine e di andare incontro
alla croce, abbracciarla, e con essa proseguire fino alla morte.
.. Sento in me il braciere e coloro che vi si riscaldano attorno; sento
uno, alquanto scostato, che atterrito e timido si avvicina e rinnega
Gesù; sento le sue lacrime di pentimento; sento nel mio cuore il gallo
che apre il becco per cantare; ma soprattutto sento la sofferenza
infinita di Gesù, il suo amore e la mansuetudine verso tutti...
(diario, 26-4-1945).
Stamattina, quando mi svegliai da un sonno leggero e breve, le tenebre
della mia anima erano tali che mi pareva di vedere davanti a me una
muraglia alta e nera: mi spaventai e il mio corpo tremò. Non erano gli
occhi del corpo che vedevano, ma quelli dell'anima; mi sentivo
atterrita. A poco a poco mi avvolsi sempre più in quelle tenebre
spaventose.
Mi preparai a ricevere Gesù [Eucaristico]: Egli entrò nella mia
oscurità e nella oscurità rimase. Povero Gesù, dove scese mai! Senza
luce, ma sempre unita a Lui, percorsi il cammino del mio calvario.
Cadevo e sopra di me cadeva la croce; ero trascinata e trascinata con
me era pure la croce. Sentivo una sete bruciante ed il più grande
abbandono. Udii uscire dal mio cuore questo grido: - Ho sete, ho sete!
- Compresi che era Gesù e mi ricordai che ha sete di anime. Nello
stesso istante sentii passare sulle mia labbra, più di una volta, una
spugna. La sete delle mie labbra non fu estinta e quella del cuore
aumentò. Il grido continuava: non è la sete delle labbra che vuole
essere saziata; è la sete del cuore, sete di anime. Rimasi con questa
sete ed in questo abbandono per molto tempo, con lo sguardo al cielo e
il corpo schiacciato dal peso di tutta l'umanità. E Gesù non veniva;
tardò tanto a venire; io aspettavo, aspettavo! Venne finalmente e mi
disse: - Il Re abita nel suo palazzo con tutta la sua grandezza,
potenza e amore, anche se la regina non lo vede e non lo sente. Costa
molto allo sposo separarsi dalla sua sposa; ma la separazione non è
reale: rimango nascosto in te; rimango a governare la tua anima
attraverso la parola di chi ho scelto per sostenerti e dirigerti; li ho
condotti lo al tuo fianco. Coraggio, figlioletta, vieni al mio Cuore a
ricevere vita...; vieni a ricevere il mio Sangue: hai bisogno di vita
divina perché, momento per momento, perdi la vita umana. Vivi
miracolosamente, vivi del mio Sangue divino: è il tuo alimento. - Gesù
unì il suo Cuore al mio...; fece scendere il Sangue divino dal suo
Cuore nel mio, che, tanto piccolo, cominciò a dilatarsi: mi pareva che
il petto non potesse più contenerlo... - Scorre nelle tue vene, figlia
mia, il Sangue di Cristo! Come non sarai corredentrice? Scorre nelle
tue vene il Sangue verginale di Cristo: come non sarai vergine pura,
angelica e vittima senza pari? Scorre nelle tue vene il Sangue
dell'Onnipotente: come non sarai potente? Sei potente per tutto. Dai
il tuo sangue per mio amore ed lo per amore tuo travaso in te il Mio.
Dai il tuo sangue per dare vita [alle anime] ed lo ti do il Mio per
darti vita. Chiedi ciò che vuoi. Ad ogni preghiera che eleverai in
favore di un peccatore, subito sarà scritto nel libro della scienza
divina il nome del salvato. Quando sarai in cielo e il tuo nome sarà
invocato in favore di peccatori, appena mi chiederai perdono per loro,
tutti gli eletti si uniranno alla tua preghiera e sarai ascoltata...
(diario, 27-4-1945).
Vittima per la pace - Invito alla preghiera e alla penitenza (Momenti della Passione)
Il primo maggio chiesi a Mammina di ottenermi tante cose. Mi consacrai
a Lei affinché mi consacrasse a Gesù. Tra l'altro chiesi forza per
saper soffrire: quanto necessito dell'ausilio del Cielo, della forza
della cara Mammina, per sopportare il peso di così grande croce! Subito
il secondo giorno ricevetti una « carezza » del cielo, una spina che mi
ferì e lacerò il cuore. Ne ringraziai Mammina: l'accettai e l'offersi
come prova del mio amore a Lei perché l'offrisse a Gesù. In me tutto è
dolore. Che orrore! Il mio cuore e l'anima mia sono in lutto pesante:
non so perché. Sento in me strappi violenti come se mi togliessero
dalla bocca quanto contiene il mio corpo. Quanto bramo, con ansie quasi
disperate, di sentir dire che la guerra è terminata! Soltanto Gesù sa
quanto soffro. A Lui rinnovo l'offerta di vittima perché venga la pace.
Sento una grande compassione per quei governanti che si dice siano
morti. Prego per loro e mi pare che a loro sia stato legato il mio
cuore. Il mio corpo è sempre in fiamme e sento come se la mia cameretta
bruciasse insieme a me. Voglio soccorrere il mondo, prenderlo,
imprigionarlo, collocarlo tutto in queste fiamme: in questo fuoco che
non mi dà luce. Che sgomento, vivere in tali tenebre! La mia camera è
come un carcere ove non entrano mai il sole né la luce del giorno:
tenebre nell'anima, nel corpo; tenebre in cielo e in terra. Mi pare che
mai più potrò vedere Gesù; sento che non è mio, che l'ho perduto per
sempre. Anche così voglio amarlo. Sento ansie folli di amarlo e,
siccome non mi sembrano mie e non mi sembra mio l'amore, Gli dico: -
Gesù, questa brama non è mia, è tua; e tuo è l'amore. Sei Tu che ami
con ciò che è tuo, e sei Tu che soffri e porti la mia croce. Guarda
questa poverella che nulla fa e non ha nulla: è solo notte, solo
miseria. Sono la tua schiava, sono tua e di Mammina... (diario,
3-5-1945).
Come dettare le cose orribili che avvengono nella mia anima, se non ho
forze per questo? O Gesù, questa forza l'aspetto dal Cielo, dal momento
che questo è il tuo volere [che io detti]. Stamane uscii dalla prigione
e, per ore, percorsi molte strade, sfinita, cadendo qua e là: rimanevo
col volto a terra e la terra premeva le mie labbra soffocando i gemiti
del mio dolore. Sentivo giungermi da lontano le sghignazzate di
scherno e di soddisfazione. Con quanta fatica salii il calvario! Lassù
mi tolsero le corde che avevo al collo e alla cintola. Quali dolori!
Erano infossate nella carne, imbevute di sangue; nello strapparle mi
lasciarono nel corpo, al quale erano incollate, il segno di grandi
ferite. Mi costò assai l'essere svestita in pubblico: con i vestiti mi
asportarono lembi di carne.
Non gli occhi del corpo ma quelli dell'anima vedevano che con la spada
tagliavano i vestiti per distribuirli. L'anima sentiva tutto. Con gli
occhi al cielo, sgomenta per le tenebre e l'abbandono, udii uscire
molte volte dal cuore questo grido: - Padre, Padre, non distogliere da
me il tuo Volto; non allontanare da me il tuo sguardo! -
I miei occhi, immersi nelle tenebre, non potevano vedere nulla; vi
erano in essi altri occhi che vedevano tutto; vedevano, attraverso i
tempi, la sofferenza che sino alla fine del mondo doveva ferire un
Cuore che era vicino al mio. Quel Cuore sentiva tutta l'ingratitudine
del mondo. Le orecchie avevano altro udito per udire gli insulti, le
cattiverie, i delitti di tutti i tempi. Onde continue si alzavano nel
mare immenso di sofferenza. Nel mio corpo sentivo Gesù: era Lui il
crocifisso, era Lui che dall'alto della croce contemplava Mammina in
una agonia di dolore e mormorava: - Mamma, Mamma mia, perfino Tu mi
servi di martirio: il tuo dolore aumenta il mio; neppure Tu puoi darmi
sollievo. - Mi pareva che il cuore e l'anima fossero tagliuzzati da
pugnalate. Posso dire che da sola non avrei resistito a tanta
sofferenza: forze umane non l'avrebbero potuto.
Venne Gesù: - ... Guarda, figlia mia, come sono coronato da tante e
acute spine: sono i sacerdoti che mi feriscono così; mi offendono
tanto. Questa piaga che vedi aperta mi è stata fatta dall'ambizione
delle nazioni e resa più profonda da tutte le malizie e vizi.
L'impurità! L'impurità! Padri che non rispettano le figlie; figli che
non rispettano le madri; i mariti non sono fedeli alle mogli e le
mogli ai mariti; mi offendono gravemente fratelli con sorelle. Non vi è
modestia nelle famiglie; è scomparso dai focolari il timore di Dio.
Che dolore, il mio! Ripara, ripara! Io voglio, mia figlia amata, che la
voce del Santo Padre echeggi nel mondo intero molto sovente e lo inviti
alla preghiera, alla penitenza e all'amore. La preghiera è l'arma più
forte; la penitenza è il mezzo potente per attirare le benedizioni, le
grazie e le misericordie del Signore. L'amore purifica il mondo. Voglio
essere amato e voglio vedere amata la Madre mia benedetta; voglio che
tutta l'umanità veda e ascolti nel Santo Padre la voce stessa di Gesù:
è lui che invita il mondo ad entrare nel mio Cuore; sono Io che
attraverso le sue parole chiamo il mondo a Me. Figlia mia, come per le
tue labbra è stata chiesta la consacrazione [del mondo] alla mia Madre
benedetta, chiedo ora, prima della tua partenza per il cielo, che il
Papa, con la sua dolce voce di padre, inviti insistentemente la povera
umanità a riconciliarsi con Me, ad uscire dalla sua cecità, a vivere di
purezza, di preghiera e di amore... ... Scrivi tutto: non avere dubbi:
lo Spirito Santo è con te. Mai permisi né mai permetterò che tu ti
inganni... (diario, 4-5-1945).
I dubbi sono un vero martirio
... O mio Dio, che sarà di me! Che tremenda confusione! Ho perduto
tutto il conforto del cielo e della terra. Il demonio danzava per la
contentezza: pareva che tenesse nelle sue mani il mio cuore... Muoio di
dolore, schiacciata fra tenebre: tenebre del cielo, tenebre della
terra... Giunse Gesù nella mia agonia: Confida che non ti inganni, né
sarai ingannata da satana: Io veglio su di te... Coraggio, perché tanto
sconforto? Non ami la tua croce? Non sai che lo sono con te?... -
Perdona, Gesù, il mio sconforto! Perdona tanti dubbi! Sai bene che
dubito solo di me: la mia miseria è senza pari... - ... Per un po' di
tempo rimasi confortata; poi mi immersi nuovamente nelle tenebre per
potere in esse nascondermi a tutti e per sempre... (diario, 5-5-1945).
« ... Sabato [5 maggio], al grande dolore e alla tristezza si aggiunse
il dispiacere di aver fatto soffrire lei per non avere dato mie
notizie. Neppure ieri ho dettato qualche parola perché alla domenica
qui in paese non si può spedire. Non fu per dimenticanza, né per
mancanza di volontà, ma di forze. Soffro e prego sempre per lei. Se
anche sapessi oggi che lei è contro di me, di opinione contraria in
tutto, creda che mai tralascerei di pregare ugualmente come prova della
mia gratitudine per il molto che ha fatto per me. Soffrire tutto, sì;
ma essere ingrata, giammai! Sono stata molto malata, senza poter
parlare neppure sottovoce. Ma ora, dopo aver preso qualche "cotoletta
ed alcune uova", posso già dettare qualcosa. E la mia anima, padre mio?
Il mio soffrire è indicibile. Non so perché, perfino in questo mi pare
di mentire, di esagerare. Soffro e non conosco la sofferenza. Soffro e
non sono io che soffro. Che mondo, che corpo e che vita di tenebre! Non
ho più nulla: solo tenebre e miseria. Il mese di Mammina, che amo
tanto, mi passa come indifferente; trascorre nelle tenebre, nella
freddezza. Il poco che prego, non sono io a pregare; così il poco che
amo si nasconde, scompare nelle tenebre. I dubbi sono un vero martirio.
Che grande confusione! Sentire che inganno e che mi inganno!
Dio mio, perdere tutto e tutti, ma non ingannare coloro che mi sono
tanto cari e si sacrificano tanto per me. Non voglio essere per loro
motivo di umiliazione. II demonio continua la sua parte infernale: in
tutto e con tutto trova modo di tormentarmi. Quanto temo di offendere
Gesù!... » (lettera a d. Umberto, 7-5-1945).
Sigillo divino: la configurazione con Cristo
In nessun anno mi sono sentita presente a Fatima nel giorno 13 maggio
come quest'anno. Non so il perché: il mio cuore si scioglieva e si
scioglie ancora in ringraziamenti a Mammina. Passo colà molto tempo.
Voglio amarla, lodarla e ringraziarla sempre per la pace tanto
desiderata. È forse per questo che Gesù mi ha tanto unita alle
manifestazioni della Conca di Iria e mi ha fatto sentire l'entusiasmo e
le preghiere fervorose di tanti cuori riconoscenti. Sia benedetto Dio!
Ed Egli continui a dare alla terra la sua pace divina e non tardi a
darla alle nazioni che ancora non l'hanno, perché il suo regno si
estenda su tutta l'umanità: regni soltanto Lui... Ringrazio senza un
barlume di luce, ringrazio schiacciata sotto un cielo dì tenebre. Il
cielo sta per riversarsi sulla terra e io sto attraversando mondi e
mondi di quelle tenebre spaventose. Il peso del cielo di tenebre mi
obbliga a penetrare in questi mondi: ne ho tanti da attraversare! Sono
mondi sotto mondi, tutto è per me. Vado come chi va verso il martirio;
cammino come chi cammina verso la morte. Il mio martirio, la mia morte,
sono queste tenebre che mi tolgono la vita per non ridarmela più. Di
momento in momento mi sento sempre più atterrita e stanca per tanta
oscurità. Vado come chi scende in un pozzo senza fondo, pozzo che porta
all'incontro con la morte. Sento che morirò sola e senza luce, il cuore
teme e sanguina di dolore, ma non cessa di benedire il Signore. Solo la
povera natura è spaventata; la volontà è salda: è come abbracciata a
Gesù e alla croce per non lasciarla più. Non vedo, ma confido; non
sento, ma credo: Gesù e Mammina non mi abbandonano e mi verranno
incontro all'ultimo momento... ... Da alcuni giorni sento nei miei
occhi uno sguardo che non mi appartiene. Non è uno sguardo malizioso,
non uno sguardo del demonio, come alcune volte ho sentito nelle lotte
con lui. La differenza è più di quella che vi è tra il cielo e la
terra. Questo sguardo è tenero, ha dolcezze e fascini, ha amore. Questo
sguardo attira e penetra dappertutto, dà luce: è come uno specchio nel
quale tutto si riflette, al quale nulla si può nascondere. Questo
sguardo è come un proiettile che raggiunge tutti. Vede dentro e fuori,
vede tanto con gli occhi aperti come chiusi, vede tutto e non so cosa
abbia in sé che attira. Sento che questa attrazione investe il mio
cuore che io apro con tutta dolcezza perché accolga tutto ciò che vuole
entrarvi! Questo sguardo ha pure chiavi che chiudono; sono chiavi che
servono solo nel cuore; che chiudono al sicuro solo ciò che questo
sguardo attrae a sé. Mio Dio, non so esprimere meglio i miei
sentimenti, non so chiarire di più ciò che avviene in me. Mi disfo in
amore, bontà, tenerezza.
Che ricchezza sento in me! E nulla di ciò mi appartiene. Mio è il
dolore generato da questi sentimenti. Temo e tremo. Mio Gesù, non
permettere che tutto questo nasca da me, ma da Te solo... (diario,
15-5-1945).
Talvolta il fuoco che sento nel mio cuore pare non si spenga più. Che
voglio e che debbo fare? Neppure io lo so. Voglio salvare il mondo;
voglio che questo fuoco si estenda sulla terra e raggiunga tutti i
cuori. Mi pare di andare pazza a battere alla porta di tutti, per
invitarli ad abbandonare il peccato, ad amare solo Gesù. Devo vedere,
devo far nascere un mondo nuovo, un mondo puro, un mondo di cielo. Devo
soffrire e agonizzare per lui; devo morire nelle tenebre per dare
luce. E cammino in fretta verso di esse: mi spinge l'amore, soltanto
l'amore. Vi sono sempre in me gli sguardi che non mi appartengono:
oltre che attrarre, legano fortemente a sé. Che confusione per me!
Anche il sorriso delle mie labbra non è mio. Mi pare un sorriso che ha
braccia per abbracciare eternamente e balsamo per guarire ogni piaga.
Non so cosa avvenga in tutto il mio corpo. Ciò che vi è in esso non mi
appartiene. Questi legami, tenerezze, dolcezze e amore non riguardano
me, non vi è nulla che si possa attribuire a me. Questo corpo non è
mio, questa vita neppure. Tutto si svolge nelle mie tenebre. Se io
sapessi esprimermi! Se io sapessi mostrare tutto quanto provo per il
bene delle anime e per la gloria del mio Gesù, cesserei di essere
vittima... Vedo tutto quanto mi aspetta. Vado come pecora muta che non
sa dire. Vedo l'ingratitudine, il sangue che devo spargere, il
calvario e la morte. Sento le anime che devono essere bagnate nel
sangue. Fisso i miei occhi al cielo: venga qualunque cosa, devo dare il
Cielo al mondo; devo comprarlo con la moneta della mia sofferenza.
Stamattina nella Comunione, sentendomi più unita a Gesù, ho osato
chiedergli: - Se non ti reco dispiacere, dimmi cosa significano le
scosse e i soprassalti che mi hai fatto sentire. - No, figlia mia, non
mi fai dispiacere; domandami tutto ciò che desideri. Le scosse sono
quelle delle nazioni che stanno ponendo termine alla guerra di
ambizione, mentre agonizzano nel loro cattivo comportamento. Sei e
sarai la loro vittima. Per mezzo tuo e della Madre mia benedetta hanno
avuto la pace. Quante scosse hanno sentito i loro governanti! Hanno
preferito la morte alla umiliazione. I soprassalti riguardano la mia
divina causa. Ti faccio sentire ciò che sentono i suoi nemici e i suoi
amici. I nemici provano in sé rivolta e rimorsi; non vogliono cedere,
non sanno che fare. Gli amici soffrono nel vederti soffrire senza
poterti aiutare. Ma beati coloro che ho associato alla tua sofferenza,
al tuo martirio, perché li amo... (diario, 17-5-1945).
Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire per Lui Benedirò
il Signore In questo mese benedetto consacrato a Mammina ho ricevuto
un'altra prova: altre spine che si sono conficcate nella piaga del
cuore, sempre sanguinante, impedendole così di cicatrizzarsi. Di tanto
in tanto viene esacerbata violentemente. Benedirò sempre Gesù e
Mammina, ma confesso che, senza le forze del cielo, mi sarei disperata
e sarei morta...
Con loro ho vinto e vincerò sempre... Sono come una colomba, a becco
aperto, che batte le ali, sul punto di perdersi senza aver dove
posarsi. Ho sete di luce, ho sete di conforto. Poiché sulla terra mi
sbarrano ogni via, o Gesù, o Mammina, lasciatemi entrare nei vostri
Cuori amantissimi. Anche se non sento nulla, lasciatemi almeno la
certezza che vivo in Loro: li, nei vostri Cuori, sarò libera da odii e
persecuzioni; sarò certa che Vi amo e non Vi offendo. Oh, se il mio
corpo potesse avvolgersi nelle tenebre per non essere più visto né
ricordato, come nelle tenebre fu avvolta la mia anima! Così morirei,
così non si parlerebbe più di me, come desidera il mio arcivescovo. È
con tutto l'amore che io accetto i suoi ordini ed obbedisco `. In me
non è sorta la più piccola ombra di odio contro di lui né contro i suoi
collaboratori. Al contrario, ho sempre detto così: - Mio Gesù, abbi
compassione di loro, non comprendono e non conoscono le sofferenze di
un'anima. - Potessi, o Gesù, prostrarmi davanti a Te, a mani alzate;
sapessi ringraziarti per queste prove! - Col cuore sanguinante di
dolore, non potei con le labbra recitare il « Magnificat », ma lo feci
mentalmente. - Dammi forza, o Gesù, per soffrire. Non condannarmi Tu:
la sentenza degli uomini a null'altro serva se non a darmi maggior
martirio. Gli uomini mi hanno preparato la sofferenza di oggi per
rendermi più simile a Te e perché Ti fossi più unita sul cammino del
calvario... I miei sguardi continuano a non essere miei. Fissano con
tenerezza questo o quell'altro cuore che maggiormente si lascia
compenetrare da loro tanto pieni di dolcezza e di amore. Ma non si
rivolgono verso tutti alla stessa maniera: è la rispondenza dei cuori
che fa meritare quanto questi sguardi racchiudono. Ho tanto da dire in
proposito! Sono molti coloro che vorrei attrarre ed abbracciare a me!
Che è questo, mia Gesù? È sempre la mia croce... - Ti amo tanto, figlia
mia! Ho reso te simile a Me e il tuo calvario al mio. Abbi coraggio!...
Sei ricca di Me: è per questo che i tuoi sguardi attirano, hanno
tenerezze, dolcezze, attrattive, amore. E’ per questo che il tuo
sorriso ha mitezza, ha tutto ciò che è del cielo. Non vivi tu, vivo Io.
Sono mezzi di salvezza e di richiamo per le anime. Non è vero, figlia
mia, che durante la mia vita, nel mio Calvario, avevo due vite, l'umana
e la divina? Anche in questo sei simile a Me: nel tuo calvario hai
anche la vita divina: è Cristo che vive in te. Non temere... Le mie
meraviglie in te non rimarranno occulte, devono brillare: sono gloria
mia, sono salvezza per le anime. Tutto sarà scritto, mia maestra in
scienze divine, tutto sarà conosciuto nel libro della tua vita. Sei
l'eroina dell'amore, l'eroina del dolore... - Tornai alle tenebre ed
al mio dolore, ma ardendo sempre nella sete di consolare il mio Gesù e
salvare il mondo. Non vi è sulla terra gioia più grande che il soffrire
per Lui (diario, 18-5-1945).
Vengano le umiliazioni ed i disprezzi... muoio per le anime ...
Il cielo era coperto di nuvole nere e pioveva a dirotto, ma nella mia
anima erano più nere le nubi e la pioggia di dolore più forte ancora.
Attraverso la finestra i miei occhi vedevano le foglie verdeggianti
delle viti avide della pioggia fresca che il cielo mandava loro. Che
bella lezione per me! Mi venne in mente e mi domandai: che faranno gli
uccelletti per riparare dalla pioggia i loro figliolini? Stendono
sopra di essi le ali. Il Signore si cura di loro, dissi, non li
abbandona; come potranno Gesù e Mammina cessare di curarsi di me, che
ho un'anima? Oh, come devo gioire con tutto ciò che il cielo mi dà...
Vengano le umiliazioni ed i disprezzi: io voglio salvare le anime...
(diario, 19-5-1945).
« Mio buon padre, non cessiamo di lodare Gesù e Mammina per tante
"carezze". Non so se devo dettare per lei queste parole. Ma se le cose
sono arrivate a tal punto che lei non possa più scrivere a me né io a
lei, chiedo il favore di bruciare la lettera senza leggerla. Non voglio
disgustare Gesù né concorrere a che altri lo disgustino. Se io non
riceverò più notizie sue, stia tranquillo. So già: è perché non può...
Spero dal cielo la forza di vincere tutto. È proprio vero, padre mio,
che se Gesù non mi avesse sostenuta con i suoi divini aiuti, sarei già
morta di dolore. Prendiamo le cose come venute dalle Sue mani: Egli sa
che è per Lui e per le anime. Vorrei proprio, se fosse possibile, che
il mio nome morisse e non si parlasse più di me. Non mi meraviglio che
vi sia anche chi lo voglia, ma per altro fine. Quante lotte nella mia
anima! Preghi per me, mio buon padre; anch'io non la dimentico. E se
non consentiranno più che ci vediamo ancora in questo mondo, ci vedremo
in cielo. Colà, liberi da qualsiasi proibizione, non cesseremo di
amare Gesù e Mammina, nella stessa unione, nello stesso amore. Non
potendo fare altro, mi aiuti con la preghiera, affinché non soccomba
sotto questa croce tanto pesante...
Povera me, disprezzata e senza luce!... » (lettera a d. Umberto, 21-5-1945).
... Sto perduta in un mare tempestoso, in una notte quanto mai nera e
spaventosa... Odo il sibilare dei venti: le onde si alzano a grande
altezza, poi si abbassano di nuovo calme. Ed io così sola, senza
nessuno! Al sentir la tempesta tanto disastrosa, la fisso, la ascolto,
ma con serenità: se devo morire in essa, muoio per Gesù, per le anime.
Confido, spero: il mio corpo può soffrire tutto, può scomparire
distrutto dal furore della tempesta, ma l'anima ha la sua meta: deve
andare incontro a Gesù. Egli la deve ricevere, sostenere e portare
fino a Sé. O mondo, quanto sei stato ingrato verso di me! E io ti amo;
ti amo non per le tue false attrattive, ma perché sei di Gesù...
(diario, 22-5-1945).
Che valore può aver la vita, se non soffro, se non amo? (Momenti della
Passione) In questi due giorni ho avuto tanto da offrire a Gesù e a
Mammina: ho sofferto molto nel corpo e nell'anima. O dolore, o
benedetto dolore! Solo tu sei la mia gioia sulla terra: solo da te
ricevo qualcosa da dare a Gesù e alle anime...
Mari e mondi di tenebre mi hanno separata per sempre dal mio Gesù. Sono
come cieca nel corpo e nell'anima: sono immersa in mari di oscurità
senza sapere nuotare. Alzo le braccia per trovare sicurezza in Qualcuno
e questo Qualcuno è la cara Mammina. Voglio avanzare tanto in queste
tenebre, voglio sprofondarmi tanto quanto Gesù vuole. Ma voglio
convincermi che vado aggrappata ad una Madre tanto tenera, e che sono
avvolta nel Suo manto per non temere, non vacillare, non disperare. Da
sola morirei di sgomento e offenderei il mio Gesù. Sento sulle mie
spalle una enorme croce; il suo peso mi obbliga a morire tra i più
terribili orrori. Questa croce abbraccia il mondo, pesa una umanità.
Gesù non attese che spuntasse la mattina del venerdì per farmela
sentire; con la differenza però che oggi non sono inchiodata su di
essa. La mia anima piange in silenzio, nasconde i suoi gemiti, vede le
nere tenebre della morte, vede come tutti già si preparano per
catturarmi e togliermi la vita ad ogni costo. Orto, Calvario, morte,
orrore e sgomento. Che roccia mondiale mi nasconde il cielo! Quanto
soffrono il corpo e l'anima mia! Quanto ha sofferto Gesù! Ingratitudine
del mondo... (diario, 24-5-1945).
... Gesù è venuto con tutta la forza del suo divino amore. Il mio cuore
palpitava fortemente: era piccolo per contenere un Cuore che possiede
la grandezza e l'amore senza pari. Gesù si è soffermato a parlarmi, ma
mi bastava il Suo amore: - Ardi, figlia mia, nel mio divino amore.
Purifica il mondo, vergine fedele! Voglio amore, grazia e purezza. Per
mezzo tuo, messaggera di Gesù, le anime riceveranno ricchezze e tesori
divini. - Gesù, ho il cuore stanco. - Stanco di amore, figlioletta. -
Stanco nel possedere il tuo amore, la tua grandezza, ma non di amarti,
perché non Ti amo affatto. Ben lo sai che di mio ho soltanto miseria: è
questa che io vedo in me. - No, tu ami il mio divin Cuore fino a non
poterne più. Sei stanca di amore: anche l'amore consuma. E deve essere
così per l'alta missione che ti ho affidato... - Grazie, mio Gesù. Da'
a tutti i cuori, da' a tutte le anime questo tuo amore. - Dallo tutto
tu, figliolina, ti autorizzo: sei signora del mio Cuore divino, sei
signora del mio amore. Distribuiscilo come vuoi: i tuoi desideri sono i
miei. - ... (diario, 25-5-1945).
Termina il mese di Mammina. Mi spiace che finisca. Sarà davvero il mio
ultimo maggio sulla terra? Sento pena di non aver amato molto Mammina e
Gesù. Tutto passa, tutto si nasconde; appare soltanto la mia miseria e
più chiaramente nei mondi delle mie tenebre. Tendo le braccia al cielo
per abbracciare il mio martirio e con esso Gesù e Mammina.
Ho una sete che qui non può essere saziata. Ho fame e non vi è nulla
che la soddisfi; neppure la sofferenza. La temo, ma la voglio per dar
vita alle anime, per consolare il mio Gesù. O soffrire, o morire! Che
valore può avere la vita se non soffro, se non amo? Non sopporto più di
vedere il mondo nella sua corsa pazza e cieca verso la perdizione. Lo
vedo in un incendio di passioni: voglio spegnerlo con il fuoco d'amore
che ho nel cuore e con le tenerezze che racchiude, ma vedo che sono
preferiti il fuoco delle passioni e le attrattive del male. Il fuoco e
la tenerezza non sono miei: è tenerezza che salva, è fuoco che
purifica... Possiedo in me ciò che non è mio: sento e riconosco che è
del cielo. Sono stanca; voglio unire il mondo a questo fuoco, a questa
vita del cielo, e non posso. Mentre sento le catene di amore di Gesù
con cui vuole legarlo, sento quelle del demonio che vuole trascinarlo
alla perdizione. Il mondo non ascolta la voce di Gesù, non bada ai suoi
sguardi, non accetta le sue affettuose sollecitudini, non si lascia
attrarre da Lui... (diario, 31-5-1945).
Inabissata nelle tenebre... non cedo: devo dare la vita (Momenti della Passione)
Le mie ansie hanno slanci che mi fanno volare verso la morte. Bramo di
dare la vita. Le strade restano segnate con il mio sangue; cammino nel
più profondo silenzio. Ho sete di dare la vita per possedere vite. Vedo
il sepolcro che avrà il mio corpo: è sepolcro che toglie dal sepolcro
le anime, molte anime corrotte, già quasi morte. Salgo la grande
montagna del Calvario. Cado molte volte ed ogni volta rimango come se
il mio corpo fosse già un cadavere: un cadavere irriconoscibile per il
sangue che cola lungo il volto; è un corpo in condizioni peggiori di
quello di un lebbroso in disfacimento. Il cuore è bramoso di andare
avanti: deve vincere per le anime, deve morire per loro!
Mentre ero inchiodata alla croce, il suolo sussultava tanto che faceva
tremare la mia croce e quelle che erano ai miei fianchi`. Le tenerezze
del cuore si diffondevano verso coloro che vi erano crocifissi: alla
destra erano accettate, alla sinistra rifiutate; sentivo la rivolta di
colui che le rifiutava e l'amore di chi le riceveva. Con l'anima
sentivo e vedevo Mammina che, ai piedi della croce, tentava aprire le
braccia per accogliere Gesù che stava crocifisso in me: voleva fare a
Gesù, ancor vivo, ciò che Gli avrebbe fatto appena morto: abbracciarlo,
bagnarlo con le sue lacrime. È inspiegabile ciò che soffrivano i Cuori
di Gesù e di Mammina! Quanto dolore anche nel mio cuore!... Venne Gesù:
- Figlia mia, stella sfolgorante, il tuo splendore illumina le anime;
sei luce che le guida al mio Cuore divino... - Dal suo divin Cuore
ricevevo sangue; il mio cuore si dilatava... - Ricevi, figlia mia, il
sangue che genera le vergini, dà purezza, grazia e amore. È la vita
divina che do alle mie spose più amate... Dónati alle anime: per
salvarle ti ho affidato il mondo; ed egli non corrisponde... Son tanto
poche le anime che mi amano; sono tanto poche quelle che praticano la
pietà come dovrebbero; sono tanto poche quelle che sanno soffrire bene,
che conoscono il valore della loro croce e la amano; è grande invece il
numero di quelle che mi offendono; vi è tanta malizia; sta scomparendo
dal mondo la castità. Ripara, figlia mia...; soffri contenta, soffri
con Me. - Soffrire, sì, mio Gesù; ma non con Te. Voglio soffrire io, ma
che non soffra Tu... - ... Di' a tutto il mondo che ascolti la voce del
suo pastore [il Papa], che è la voce di Gesù: chiedo amore, purezza,
cambiamento di vita. La voce del Santo Padre sia per il mondo un forte
richiamo come quello di Noè... Che egli parli alle nazioni, a tutti i
governanti, affinché si adoprino per porre termine a tanta
immoralità... (diario, 1-6-1945)
È il mondo ed è Gesù
... Soffrire per amore è dolce, ma costa molto! Volere Gesù, amarlo
sempre, vivere solo per Lui mentre sento che nulla amo, nulla faccio
per consolarlo! Passano i giorni e con essi le ore e con esse passo io
pure, senza progredire nel cammino della virtù. Passa tutto e tutto
pare restare sempre nello stesso luogo. Passano i giorni, i giorni che
sono sempre notti; ed io sempre nelle tenebre, sempre inabissata in
esse!... È un quadro di tenebre sempre davanti agli occhi; un quadro
che mi mostra il presente ed il futuro: mi aspettano solo gli orrori
delle tenebre... Mi pare di non avere compassione alcuna per il mio
Gesù; nel vederlo crocifisso sento che tutta la compassione è svanita,
che non ho pietà delle sue sofferenze; il mio cuore è tanto impietrito
che non si commuove nel vedere il sangue che per me fu sparso; non ho
pena del suo martirio: non ne ho e ne ho al tempo stesso: una forza
irresistibile, più forte di me, che non vuol soffrire, non vuole amare,
non vuole lasciarmi neppure guardare né ascoltare Gesù... Tremendo
orrore! E la tenerezza dei miei sguardi fissa tutto questo, accompagna
tutti i passi errati... In tutta questa lotta benedico Gesù e Mammina,
benedico la croce che voglio baciare ed abbracciare sempre...
Improvvisamente Gesù si fece sentire nel mio cuore: - Ho freddo, ho
sete, ho fame. Mia Alexandrina, dammi ricovero, sazia la mia sete, la
mia fame. -
- Come, mio Gesù? Come posso ospitarti in mezzo alla mia miseria?... -
Gesù sorrise dicendomi: - Dammi asilo nel tuo cuore, sazia la sete che
ho di amare per quelli che non mi amano, estingui la mia fame di
anime... - ... (diario, 5-6-1945).
Dove potrò trovare balsamo ai miei dolori? Sulla terra mi pare proprio
di no: tutto per me è causa di maggior sofferenza. Soltanto unita a
Gesù potrò da Lui ricevere qualche sollievo; e questo sfuma in fretta:
è come brezza che passa facendo sentire solo per un istante il suo
benefico refrigerio. Nella mia Comunione di ieri e di oggi mi sono
sentita più unita al mio Gesù. Egli faceva passare dal suo Cuore al mio
catene pure, fini catene d'amore. Da allora ho nel mio cuore un nuovo
cuore e in esso vi è Qualcuno che lancia queste catene alle anime; mi
richiama alla mente il pescatore nella sua barca mentre lancia le reti
per la pesca. Sento dentro di me il pescatore delle anime fare la
stessa cosa con ardore. Sento un amore immenso sul mio cuore: è l'amore
del Cuore di Gesù... Che tenerezze, dolcezze e amore! Un altro cuore di
lacrime si è collocato nel mio. Queste lacrime sono versate sulla
umanità intera: la coprono. Sono lacrime di dolore perché è disprezzato
l'Amore. Sono lacrime di agonia perché è disprezzato questo Cuore colmo
di ricchezze. Questo Cuore ha una piaga aperta e profonda per
accogliere tutti: pare l'uccello con le ali aperte per difendere i
suoi figlioletti... Mi sento sovraccarica per il peso della umanità.
Debbo versare su di essa tante lacrime. Questo peso mi strappa dal
corpo le vesti, mi dà la croce, il calvario, la morte. A nulla cedo,
venga ciò che vuole; devo dare la vita... (diario, 7-6-1945).
«Vengano i saggi al libro delle meraviglie divine» (Momenti della Passione)
Pensavo oggi di amare tanto il mio Gesù: Gli ho chiesto nella festa del
suo divin Cuore tutto l'amore fino a perdermi in esso. Non sono stata
capace di amarlo e non ho saputo dirgli nulla. Speravo perfino di udire
da Lui qualche parolina, ma non l'ho udita.
Ho fatto la preparazione alla Comunione freddamente; L'ho ricevuto come
un estraneo; non so parlargli... Soffro nel dettare i miei sentimenti e
soffro per non saperli dettare. Benedetta sia la mia croce! Oggi soffro
come non mai. Appena dopo la Comunione si è elevata in me una enorme
massa di tante cattiverie, di tanti crimini. Pareva che mi aprissero il
petto e salissero fino al cielo a ferire il Cuore di Gesù. Queste
cattiverie, giunte alla massima altezza, ricadono da tutte le parti,
coprono il mondo e gli tolgono la vita. Ho passato così le ore con il
petto aperto, il cuore ferito, senza poter fare nulla. Gesù non ne può
più. Sento la potenza della sua misericordia, sento la forza del suo
divino Amore che vuole diffondersi e penetrare in tutto questo. Tutto è
respinto, nulla è accettato... Come ho sofferto! Mi pareva che tutte
quelle cattiverie fossero mie, che io fossi la causa delle sofferenze
di Gesù, che io fossi ingannatrice... Gesù venne e mi fortificò
dicendomi: - Non inganni, figlia mia, sei vittima... Vengano i saggi e
coloro che si dicono saggi al libro delle meraviglie e della scienza
divina. Vengano: gli uni a provare e gli altri ad imparare che cosa è
un'anima vittima: i prodigi della Grazia e l'azione di Gesù in tale
anima. Ciò che senti in te sono mezzi di salvezza. Ciò che oggi senti
in te, anch'Io lo sentii nel mio Calvario... Di' tutto, scrivi tutto;
lo Spirito Santo abita sempre nel cenacolo del tuo corpo... (diario,
8-6-1945).
La montagna mondiale di miserie è sempre nel mio cuore piagato, aperto
con una grande ferita. La sofferenza del cuore non può affrontare tanta
malizia; gli occhi dell'anima non sopportano tanti crimini... Che
grande dolore! Sento Gesù come agnello innocente; sento il mondo come
belva feroce che gli si avventa per ferirlo senza pietà: triste scena
il vedere Gesù così buono davanti a tanta malizia e crudeltà!...
Intanto vado ricordando, senza volerlo, la mia permanenza alla « Foce
»; soffro ancora in tutti i suoi particolari quell'esilio. Che Gesù
accetti questo martirio affinché si salvino le anime... (diario,
14-6-1945). Se in questi giorni non ho potuto parlare senza enorme
sacrificio, oggi ancora di più. Mi aiutino Gesù e Mammina. Debbo
riassumere. Se non fosse per obbedienza, non direi nulla. Stamane mi
sentivo in ginocchio, legata alla colonna: una scarica di flagelli
cadeva sul mio corpo e una pioggia di brandelli della mia carne e di
gocce di sangue cadevano attorno a me, macchiando il suolo e coloro che
mi circondavano. Coronata di spine, andai poi verso il calvario. Caddi
varie volte sfinita, volto e labbra incollati alla terra al punto di
sentirmi soffocare. Andavo cieca verso il dolore; soffrivo tutto come
se nulla vedessi; ma vedevo chiaramente l'amore che mi obbligava a
camminare e a vincere. Inchiodata sulla croce, sentivo sempre in me il
cumulo delle grandi cattiverie ed il cuore aperto, sempre
sanguinante... Gesù non si affrettò, ma venne; non mancò. Mi unì a Sé
fortemente. Venne come chi è affaticato da una lunga giornata; si posò
nel mio cuore e mi disse: - Figlia mia, sono stanco di tanto soffrire.
Lasciami riposare in te, nel palazzo del tuo cuore; voglio deliziarmi
all'ombra delle tue virtù. Sono qui assetato, voglio dissetarmi
all'acqua cristallina della tua fonte: è acqua di riparazione, di
purezza e di amore... - Momento di grande conforto: con Gesù che riposa
in me! Quale unione la nostra! - Gesù mio, che delizie puoi trovare in
questo povero cuore? Che conforto Ti può venire da tanta miseria? Che
sete puoi saziare in tanta aridità e freddezza? Quale vergogna per me!
Cerca, o Gesù, e vedi se trovi; poni Tu in me qualcosa per poter
ricevere... Mi sento sovraccarica di miserie! - Gesù sorrise, ma
tristemente: - Non sono tue, figlia mia, le cattiverie che mi hanno
ferito. Sei vittima, ma vittima innocente. Perché sei vittima ti
faccio soffrire così; ecco la ragione per cui ti lascio in così
tremendo abbandono. - Ma, Gesù, non mi sgridi mai per le mie mancanze
eppure Ti dispiaccio tante volte! - Nuovo sorriso, ma questa volta più
gioioso: - Le tue mancanze sono necessarie per nascondere lo splendore
della mia grandezza; sono nuvolette che attenuano i raggi splendenti,
perché tu possa essere avvicinata dalle creature. È necessario
nascondere un poco il mio splendore. Pensi tu che, se occorresse, non
saresti da Me sgridata severamente? Ma non occorre: tu soffri come lo
voglio. Per provarti che soffri come lo voglio ho finto di lasciarti
sola in questa dura sofferenza... Da te ricevo, mia amata, quanto posso
ricevere da una mia creatura. E tu ricevi tutto dal tuo Gesù, dal tuo
Creatore... - (diario, 15-6-1945).
«Il tuo cuore è un globo d'amore » (Momenti della Passione)
Mi pare di non sapere se sono nel mondo; se vivo ancora in esso. Quanto
costa lottare! Quanto costa vincere!... Soffro perché Gesù soffre;
soffro perché Lui è offeso. Voglio unire il mondo a Gesù; voglio
legarlo a Lui, ma non ci riesco. Lavoro e non raccolgo nulla per Lui;
soffro e non Lo consolo. ... Mio Dio, come posso amarti, senza vita? Mi
è fuggito tutto; è rimasta solo la miseria. Ho perduto tutto: è rimasto
il peccato soltanto; ne sono schiacciata. E anche il demonio mi
schiaccia con il peso della sua malizia... Il maledetto ha inventato
nuove forme per tormentare la mia anima... Costa molto soffrire, e in
tale maniera; ma l'amore vince. Costa molto di più vedere Gesù offeso e
sentire l'inferno delle anime (diario, 19-6-1945).
Sento che sono morta sotto il peso del mondo: mi ha ridotta a nulla;
ed è questo nulla che si immerge continuamente nelle tenebre. Quanto
più mi coprono, tanto più mi sprofondo in esse e più tenebre vedo.
Quando cesserò di vederle? Quando cesseranno di terrorizzarmi? E sono
tanto sola, senza nessuno! Disprezzo ed abbandono terribili! Non vedo,
non sento conforto né dalla terra né dal cielo. Come posso, mio Dio,
stare qui così? Mi preoccupa tanto la salvezza del mondo. Non reggo a
vedere Gesù così ferito. Non ho nulla in cui Egli si possa consolare: è
stata la massa delle cattiverie che mi ha distrutta. Voglio amare il
mio Gesù e non ho cuore per amarlo; è scomparso da me; non so a chi
appartiene; confido che appartenga a Gesù. Vorrei avere sangue per
darlo al suo divino amore, goccia a goccia, e non l'ho; sento che sono
scomparse le vene del mio corpo; non ho nulla; non posso fare nulla
per Gesù e per le anime. Solo il demonio non cessa. Che grande
tormento!... Udii Gesù: - Figliolina, coraggio! È la riparazione più
fine e delicata che ti chiedo; è il fiore più puro. - E vedevo davanti
a me uno specchio tanto grande e tanto limpido! Era meraviglioso il suo
splendore. Rifletteva chiarore: ero circondata da fiori. Gesù continuò:
- Ecco, figlia mia, lo specchio della tua anima! I fiori sono fiori di
purezza. Confida, la tua anima non si è macchiata... Da' a Gesù, da'
alle anime, mostra al mondo la riparazione massima, il maggiore eroismo
nella sofferenza... -
Le parole di Gesù sono come mani amiche che mi sollevano, sfinita, dal
fosso della strada. Ma appena sono in piedi, tutto si nasconde e fugge.
Stanotte, non so a che ora, mi apparve Gesù inchiodato sulla croce.
Questo Gesù e questa croce si trasformarono in me. Ho passata la
giornata e sono già in un'altra notte, sento sempre lo stesso Gesù, la
stessa croce dentro di me. Il mio cuore è quello di Gesù, il mio corpo
è quello di Gesù. E’ Lui che soffre, vive ed ama. Tutto ciò è per me
motivo di maggior sofferenza, ma tutto è per Lui. Soffro, ed è Suo il
dolore. Io non vivo: chi vive è Lui. Mi trovavo nella solitudine
dell'Orto; dal mio corpo sgorgava una pioggia di sangue che non cadeva
su di me, ma usciva da me; inzuppava le vesti ed irrigava la terra. Che
massa di sangue! (diario, 21-6-1945).
Gesù è sempre sulla Croce e dentro di me: in me che non, vivo né
esisto. Il dolce Gesù, con le braccia e il cuore aperti! Vorrei dire
quanto soffre ed ama. So sentire, ma non so dire: non mi bastano le
parole; non sono capace. Soffro e muoio di dolore. Quanto non darei per
far comprendere a tutti cosa è un'offesa al Cuore divino di Gesù e
come Egli ci ama, nonostante tutto! Camminai così verso il Calvario,
con questa sete di farmi conoscere dalle anime, di donarmi e di morire
per loro. Non sono mai caduta tante volte come oggi: quante cadute! Che
enorme sfinimento! Il mio corpo, senza sangue, gelava; il cuore non
palpitava, le labbra non si muovevano... Le mie labbra moribonde
avevano una sete ardente, ma il cuore era ancora più assetato. Vuol
bere l'amarezza fino all'ultima goccia; vuol soffrire tutto perché ama
tutti; vuol dare tutto per ricevere tutto. Dall'alto della croce
sentivo nel mio corpo i maltrattamenti del mondo. Ero come lapidata da
tutti e sentivo proprio le pietre a ferirmi. Dal Cuore di Gesù, in me
crocifisso, vidi uscire alcuni raggi di fuoco: parevano raggi di
sangue. Quei raggi si diffondevanosu tutti coloro di cui il mio corpo
sentiva i maltrattamenti. Che tenerezza e compassione uscivano dal quel
Cuore tanto amante! Dai miei occhi moribondi, già spenti, uscivano
verso, il mondo gli sguardi più dolci, più teneri ed amanti: erano
sguardi che penetravano tutto e tutti, vedevano tutta la malizia e
l'ingratitudine. Fu in questo momento che venne Gesù e sostò in me un
po' di tempo senza parlarmi. Prese nelle sue divine Mani il mio cuore e
ne fece un grande globo che poco dopo collocò al posto del cuore,
dicendomi: - Mia figlia, il tuo cuore è un globo di amore. Amami, amami
per il mondo che non ama. Amami, amami per quelle anime che dovrebbero
amarmi e - da cui speravo amore. Tu sei pazza di amore per Me e per le
anime... Amale perché sono mie... Ti vorrei in cielo, ma ho tanto
bisogno di te qui in terra. - Se mi vuoi là, o Gesù, unisci ai miei
desideri i tuoi. Non Ti dico altro, perché ho promesso di non chiederti
il cielo. - Cuore d'oro, fonte di amore, ho accettato il tuo
sacrificio. Abbi coraggio: ti darò tra poco il cielo, anche se non lo
chiederai... - (diario, 22-6-1945).
Edificio di purezza e amore. Scala di salvezza (Momenti della Passione)
Ho una croce tanto grande dentro di me: è posta in alto ed io le sono
abbracciata. Non v'è forza umana che me ne separi: mi pare di essere
impazzita per suo amore. Le mie braccia sembrano incollate ad essa.
Quanto più la voglio, più cresce. La amo con un amore che non mi
appartiene. Sarei beata se tale amore alla croce ed al dolore fosse mio.
Si è eretto in me un nuovo edificio: è tanto grande, tanto bello! Tanto
ben disposto; tutto pieno di arcate. Non so cosa rappresenti. Cuore e
anima sorridono, le mie braccia vogliono stringerlo. Ma nulla di
questo mi appartiene, neppure la gioia nel vederlo crescere. lo sono
soltanto miseria e non posseggo se non dolore. Bramo di lasciare il
mondo, di partire per il cielo; soffro perché non voglio avere volontà.
Voglio il giorno, voglio l'ora che il mio Gesù sceglierà. Ho una sete
così grande di amore da non poterne più; ho tanta fame di anime:
sarebbe saziata solo se le possedessi tutte... (diario, 26-6-1945).
« Mio buon padre, voglio e non posso. Bramo darle mie notizie, ma non
ho forze; non è affatto dimenticanza. E’ vero che con le mie lettere
temo di causarle maggiore sofferenza oed è cosa che non vorrei. Sia io
sacrificata, sempre, ma che non sacrifichi altri cui devo molto. I mali
del mio corpo si aggravano. Non so cosa Gesù vorrà da me. Sia fatta la
sua divina Volontà. Non mi è difficile rispondere alle domande che mi
fa.
Preferirei farlo a viva voce, ma poiché non è possibile, mi sforzo di
rispondere meglio che posso. È vero che ho sentito molte volte Gesù a
lavorare dentro di me, ritoccando con tutta delicatezza il mio corpo.
Alcune volte ha operato da pittore. Con quale impegno e perfezione
lavorava! Dipingeva se stesso in me: io ero proprio Lui. Gesù era lo
stampo e del mio corpo faceva un altro stampo che univa in uno solo. È
avvenuto lo stesso con lo Spirito Santo: il mio cuore e l'anima mia
erano un'altra colomba.
Gesù mi alimenta di Sé e a Lui mi rende somigliante.. Non so
precisamente l'epoca in cui cominciai a sentire questo. Forse nel
periodo in cui non scrivevo? Non lo posso, giurare. Ancora adesso,
qualche volta, sento questo, ma senza sollievo. Siccome il mio corpo
non vive, non è in me che Gesù lavora: è quanto sento... » (lettera a
d. Umberto, 26-6-1945). ... Il grande edificio con arcate è ancora in
me: è bianco, più bianco della neve. Vi è una scala all'entrata di ogni
ambiente e questa scala sono io. Sento di esserlo e sento che su di me
salgono continuamente viandanti che vanno raccogliendosi in
quell'edificio. Li sento salire; sento che vanno al porto di salvezza e
non ne gioisco, non mi consolo. Voglio che salgano, mi sforzo perché
non corrano pericolo, ma io, povera me, rimango sempre avvolta nelle
tenebre... (diario, 28-6-1945). Durante la notte venne Gesù incontro
alle mie sofferenze dell'Orto. Prima di sapere che era Lui lo avevo
udito piangere per molto tempo: quei gemiti, quelle lacrime, mi
causavano tanto dolore ed impressione: mi pareva di morire. Dopo,
sentii che Gesù si avvicinava di più a me e veniva come uno che chiede
rifugio. - Figlia mia, abbi pietà di Me: nascondimi nel tuo cuore; sono
offeso, sono ferito, consolami... - Erano tanto grandi i desideri che
avevo di nasconderlo, che volevo possedere tutti i cuori del mondo,
fonderli tutti insieme e collocarvi Gesù più addentro possibile... Alla
mattina venne Gesù adolescente a prelevarmi dalla prigione; mi prese
per mano; fu il mio compagno, il mio Cireneo durante tutto il cammino
del Calvario. Io avanzavo sfinita, coperta di sudore e di sangue, ma
sapevo che Gesù mi accompagnava; quando cadevo, Egli mi stendeva le
sue Mani santissime per rialzarmi...
Giunsi alla cima e lo stesso Gesù adolescente si unì a me e fu con me
crocifisso. Oh, quanto Gesù ha sofferto sin da questa tanto tenera età!
Agonizzai ed Egli nuovamente mi parlò: - Figlia mia, sono più
consolato... Accetta come ricompensa il sangue del mio divin Cuore. -
... Gesù trasfuse in me il suo sangue divino. Poi mi disse: - Voglio
mostrare per mezzo tuo le mie meraviglie, il mio potere e la mia
sapienza, per dar lezione al mondo e più ancora a quelli che dovrebbero
sapere e non sanno, ma voglio che tu senta la sofferenza di tutto ciò
che è umano: ha così tutto lo splendore la mia divina causa. Semina,
semina già da questa terra, semina sopra i cuori e le anime...
Immergiti contenta nelle tenebre... Quante più tenebre e orrori per te,
tanta più luce e più amore per le anime... Ascolta, mia colomba amata,
fiore puro e delicato; sai che significa questo nuovo edificio in te,
tanto bianco e tanto bello? E’ la continuazione della redenzione: sei
nuova corredentrice; stai a concludere ciò che lo ora non posso.
Che studino, che studino quanto lo ti rendo simile a Me. Con la mia
Passione ho aperto alle anime le porte del cielo, e tu, con la tua, con
il tuo martirio senza pari, continui ad aprirle a quelle anime per le
quali erano chiuse a causa della loro degradazione. Tu sei edificio
maestoso di purezza, di amore e conquista.. Sei la scala per cui le
anime assetate di Me ed i peccatori salgono all'edificio di purezza e
amore e da esso passano al cielo: sei conquistatrice delle anime.
Soffri contenta: non va perduta la tua sofferenza. La mia Passione e
Morte non salvò tutti, perché non vogliono salvarsi. La tua passione e
morte darà la vita eterna a - quanti vogliono godere della mia
Patria... - (diario, 29-6-1945).
« Chi vive con te, vive con Cristo » (Momenti della Passione)
... Non so ricevere bene la Comunione: non ho posto per ricevere Gesù.
Non ho lingua per lodarlo, né cuore per amarlo. Ho perduto tutto: fra
le tenebre appare soltanto la miseria; tenebre che hanno ingoiato e
annientato tutto. Mi pare di non poter credere a quanto avviene in me.
In me, dico io, in me che non sono io, in me che non esisto.
In tutto appare miseria; in tutto vedo tenebre. Le grandezze di Gesù
non sono mie. Almeno fossero miei il martirio e il dolore che sento,
per darli a Gesù! Lo amassi per chi non Lo ama, quale fortuna sarebbe
la mia! L'edificio è in piedi; io sono la scala, ma la vedo e la sento
rovinarsi per la corruzione: mi causa persino nausea; che confusione!
Mi offro sovente a Gesù; Gli ripeto che sono la sua vittima; mi pare
però di non potere essere accettata da Lui. Voglio soltanto ciò che
Egli vuole e sento che nulla voglio, nulla accetto come Egli vuole. Ho
perduto il gusto delle persone più care e intime; l'ho perduto per
sempre; mi pare di non amarle, di non averle mai amate. La stessa cosa
avviene nei riguardi di Gesù. Gli dico che voglio tralasciare di amarlo
quando tralascerà di essere Gesù e che voglio amarlo incessantemente
come incessantemente corrono le acque dei fiumi verso il mare. Povera
me! Non so parlargli, non so darmi a Lui e alle anime. Anche così non
mi stacco né mi staccherò dalla croce: è Lui che me l'ha donata;
voglio possedere almeno una cosa sua... Il demonio si ostina, tenta di
portarmi al peccato... Talvolta pare rivestirsi del mio corpo; tutto in
me è malizia: braccia, piedi, cuore, intelligenza. Tutto il mio essere
è uno specchio di iniquità... Nell'ultimo attacco di oggi, tra i più
violenti che abbia avuto, sentivo che il pavimento si apriva e che
appariva l'inferno per seppellirmi. Che orrore! Ed i maledetti, come
cani, si sbranavano di rabbia gli uni con gli altri: tutti volevano
peccare ed avevo l'impressione di volere peccare io pure; ma ripetevo
sempre a Gesù che no: soffrire tutto ma non offenderlo... Venne Gesù: -
Figlia mia, ti amo; sta' tranquilla; confida, non hai peccato;
coraggio, l'inferno non si apre per te, ma, se non ci fosse la tua
riparazione, dovrebbe aprirsi per molti... - Rimasi fiduciosa di non
avere offeso Gesù, ma, o che vergogna la mia! Non potevo ricordarmi
della Sua divina presenza: mi sentivo immersa nella terra come il più
piccolo e vile insetto. Gesù mi accarezzò e aggiunse: - Dammi, o mia
amata, la tua confusione e vergogna per quelli che non ne hanno... -
(diario, 5-7-1945).
Non sono sulla terra né in cielo. Non so dove stanno questi mondi di
tenebre in cui sono avvolta. Non so che vita è questa né a chi
appartiene. Il cielo è chiuso per me. Mi trovo come se mi avessero
buttata fuori dalle mura di questo mondo, chiudendo per me le porte.
La mia vita è tenebre... - Gesù, dammi amore per amarti. Il mio cuore
non Ti sente; i miei occhi non Ti vedono; i miei orecchi non Ti odono.
Abbi pietà di me. Sono tua e voglio che siano tue tutte le anime. -
Furono legate attorno al mio collo grosse corde; il mio corpo fu
flagellato con palline di ferro, o cose simili. Cammino verso il
Calvario attraverso strade strette e cupe. Il sangue scorre. I dolori
alle ginocchia e alla testa sono insopportabili, quelli alle orecchie
mi trapassano da un lato all'altro. Le mie labbra sembrano incollate:
non possono aprirsi per pronunciare parola. Il cuore va assetato, vuole
fare un volo fino alla cima del Calvario: desidera con ansietà dare al
mondo una nuova vita: per questo corre, si butta pazzo e cieco nelle
sofferenze.
Sulla cima del Calvario, mentre stavano inchiodandomi sulla croce, vidi
il soldato che, con grande crudeltà, dava le martellate senza
esitazioni: il suo sguardo era crudele e terrificante. Fu tale il
dolore, che il mio cuore rimase soffocato e mi parve di perdere la
vita: durante tutta l'agonia della croce non tornai a ricuperarla...
Venne Gesù e mi disse: - Attraverso le tue tenebre scendo ai tuoi
dolori; vengo incontro al tuo martirio, figlia mia. Anzi, non sono
sceso, non ho attraversato, non sono venuto: ho visto tutto; tutto mi
era presente, perché sono in te. Mi faccio sentire appena. Voglio
convincerti che abito in te; che non ti abbandono neppure un istante.
Coraggio, coraggio sempre! Le tue tenebre dànno luce; il tuo martirio,
i tuoi dolori, la tua morte, dànno vite. E’ con il tuo dolore che le
anime risuscitano; è con le tue tenebre che ricevono grazia e accolgono
la mia vita divina. Ti ho tolta dal mondo per darti al mondo. Accetta
il Cuore del tuo Gesù... Non è per ricevere Sangue, ma per ricevere
vita. Non ricevi sangue perché non può riceverlo il tuo cuore ora tanto
indebolito... Compio il miracolo di conservarti la vita... Mostro così
di più il mio potere, conservandoti la vita in questo tuo stato.
Prendi nelle tue mani il mio divin Cuore: hai la chiave per aprirlo e
chiuderlo: è chiave di grazia, purezza, amore. Il Cuore è mio, la
chiave sei tu. Aprilo e racchiudi in esso le anime che vorrai. Il cielo
assiste gioioso a questa consegna del mio divin Cuore a te. Che grande
meraviglia! Unisci questa grazia all'insieme di grazie che da Me hai
ricevuto. - ... Rimasi confusa, non sapendo che dire a Gesù, nell'udire
da Lui tante cose e nel vedermi depositaria di così enorme ricchezza.
Vorrei custodire il mondo intero in questo scrigno divino che mi è
stato consegnato... (diario, 6-7-1945).
Questa notte, a mezzanotte, tutto era tristezza e morte. Mi sentivo in
un grande bosco, circondata da lupi e cani che ululavano e volevano
assalirmi: erano demoni...
Lottai con violenza e per molto tempo... Terminò la lotta e Gesù non
venne: rimasi tanto triste... Dopo la Comunione, Gesù, stringendomi a
Sé, mi parlò: - Permetto la tua sofferenza e la tua riparazione... Sei
vita per le anime, sei salvezza per loro... Sai perché ti ho addossata
la riparazione di questa notte? Perché era urgente che tu riparassi in
quell'ora. Fu in riparazione delle famiglie, dei focolari. Io voglio
figli e uccidono i miei figli! Io sono più padre di loro. Guarda quanto
soffro! E sono offeso allo stesso modo da un gran numero di non
sposati; - e mi precisò la condizione (erano sacerdoti) con molta
tristezza. Si reclinò verso di me con grandi sospiri. - Sono ferito,
sono ferito, circondato da spine. O mia sposa cara, soffri con Me...
Balsamo delle mie piaghe, medicina delle anime... Nel tuo cuore sta il
Mio, nella tua intelligenza sta la Mia, sulle tue labbra, nelle tue
parole, stanno le Mie. Tutto il tuo essere è Cristo, hai la vita di
Cristo. Chi vive con te, vive con Cristo; chi tratta di te, tratta di
Gesù. Dónati al mondo, dónati alle anime. Madre mia benedetta, vieni a
dare alla nostra figliolina conforto e vita che quasi non ne ha più. -
Venne Mammina... io rimasi fra Lei e Gesù... (diario, 7-71945).
... Non riesco a dimenticare quanto soffre Gesù per il mondo. Soffro
con Lui. Quanto lo offendono le famiglie!... Se gli uomini vedessero
le scene orribili e ripugnanti, la follia per il piacere che vi è
dovunque e che ho veduto con gli occhi della mia anima, ne sentirebbero
nausea e avrebbero vergogna di se stessi. - Se io posso riparare, mio
Gesù, fa' che io soffra sempre... - Su questo punto il demonio mi
tormenta molto... Oggi mi assalì con tutta la violenza... Lottai, ed in
pericolo molto grave; Gesù ebbe compassione di me: solo Lui sa quanto
mi costa questa riparazione. Tutto mi costava immensamente, ma questa
delle famiglie mi costa ancora di più. Che tristezza!... (diario,
9-7-1945).
“Il tuo amore per le anime assomiglia al Mio” (Momenti della Passione)
O cielo, o Gesù, o Mammina, soccorretemi! Se non venite in mio aiuto,
cado e non mi rialzo più... Mi sento ammanettata mani e piedi, il corpo
legato con nere catene di ferro. Sembro un condannato dell'inferno. Le
catene sono i peccati: è stato il demonio a mettermi queste manette, a
legarmi... Con le mani incrociate sul petto, nella peggiore agonia,
fisso il Cuore di Gesù e la cara Mammina; il mio grido è continuo: -
Triste vita, la mia! O Gesù, o Mammina, non resisto, siate con me! -
Dai miei occhi sgorgavano lacrime abbondanti; piangevo amaramente. Il
mio cuore pareva venire meno, stava per morire. - Gesù, non ho cuore
sufficiente per resistere all'amore né al dolore. Non permettere, o
Gesù, che le mie lacrime siano di disperazione; voglio che siano solo
di amore. Accettale tutte come atti di amore per i tuoi tabernacoli.-
Chiedevo a Gesù che le mie lacrime non fossero di disperazione, ma non
perché mi sentissi disperata; la mia anima era in pace, e ne lodo Dio.
Era il timore di me stessa; erano le mie agonie; era la vista delle mie
miserie che non potevano essere maggiori; non potevo sopportare il mio
nulla, le mie cattiverie...
Che sarà di me, se le anime buone cessano di elevare al cielo preci in mio favore?...
Sento che Qualcuno dentro di me prende il mio cuore e, come fosse un
calice, lo innalza più volte al cielo. La fonte del mio cuore non si
esaurisce: è uno sforzo costante, son tutti i mezzi usati per obbligare le anime a venire a bere ad essa. Ma,
povere loro, che resistono, non vogliono bere, muoiono di sete!...
(diario, 12-7-1945). Durante tutta la mattinata sperimentai in me un
amore e una ingratitudine fortissima. L'amore era immenso, riempiva il
cielo e la terra. L'ingratitudine era molto grande e molto grave,
combatteva questo amore... Ricevetti l'ingratitudine senza cessare di
amare. Con il corpo disfatto camminavo verso il mio calvario.
Improvvisamente sentii come se sulle mie gote scorressero due rivoli
di lacrime. Subito dopo questa sensazione mi è venuta incontro Mammina:
il suo sguardo era angosciato. Uscirono da me altri sguardi e La
fissarono: che sguardi di dolore e di amore! Senza aver tempo di
poterla contemplare per la fretta con cui mi trascinavano, mi rimase il
cuore legato a Lei mentre camminavo sempre. Ella pure camminava,
guidata dallo sguardo che Le aveva ferito e attratto il Cuore e
l'anima. Giunti sul Calvario, Ella assistette a tutta la scena e
angosciata rimase in piedi presso la croce. Io ero in uno stato di
grande sfinitezza... Il demonio prendeva l'occasione della mia estrema
debolezza per convincermi che tutto era illusione e falsità... La
venuta di Gesù lo fece fuggire. - Coraggio, figliolina!... Non Mi
offendi, Mi ami, Mi consoli... - Gesù calmò la tempesta ed io rimasi
sulla croce in agonia, in un dolore quasi insopportabile. Mi pareva che
mi strappassero il cuore per gettarlo fuori perché fosse calpestato e
distrutto dalle belve. Ma un altro cuore rimaneva in me, con una grande
ferita sempre aperta a versare sangue. Mi pareva di liberare le braccia
dalla croce per alzarle ad invocare soccorso dall'eterno Padre: che
dolore e tremendo abbandono! E Mammina osservava tutto. Improvvisamente
sentii come se la volta del cielo scendesse verso di me... ii Gesù
dire: - Figlia mia, discese il Cielo a te per ricever la fragranza del
tuo dolore e del tuo amore... - Mi sentii in esenza della Santissima
Trinità, della cara Mammina e udii un coro di inni armoniosi. Mi sentii
rapita: non ero della terra, vivevo una vita che non era terrena, ero
come se non fossi mai stata sulla terra. Il coro si faceva sentire
sempre meglio e compresi che cantavano: - Gloria, gloria, onore e
amore, gloria, gloria, al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo. Gloria,
gloria, onore e amore alla Madre di Dio, figlia e sposa della Trinità
Augusta... - Un grande calore ardeva sempre in me. Gesù continuò: - ...
Sto per darti a goccia a goccia il mio divino Sangue. Sono tuo Padre,
sono tuo Sposo, e anche tuo Medico divino. Te lo devo dare a gocce
affinché a gocce tu lo dia ad ogni anima: non puoi sopportarlo in
abbondanza... Sai chi dentro di te, sposa amata, prende ed alza il
calice al Cielo? Sono Io che lo offro molte volte all'Eterno Padre per
placare la giustizia divina. E’ il calice della tua amarezza e del tuo
dolore. La tua amara agonia, il tuo dolore assomigliano ai miei e al
mio amore assomiglia il tuo per le anime. Sei il ritratto più
somigliante a Cristo. La tua vita è vita di Cristo, il tuo cuore è il
Cuore di Cristo. Poiché la tua vita è la mia e sei tutta trasformata in
Me, unisco a Me le tue sofferenze, la tua crocifissione, il tuo duro
martirio; e in questa unione faccio l'offerta all'Eterno Padre. Tu
continuerai la tua vita di redenzione sulla terra... - (diario,
13-7-1945).
Staccata da tutto ciò che è della terra Unita a Gesù in una preghiera continua
... Mi pare di non vivere più la vita della terra, ma di vivere in una
regione diversa, sconosciuta... - Gesù, quando giungerà il mio grande
giorno? Quando Ti vedrò tale quale sei? - ... - O Gesù, staccami da
tutto ciò che è della terra! Io non ho volere; voglio solo la Tua
volontà e possederti interamente... - Soffro tanto per l'aggravamento
dei miei mali fisici, che si uniscono all'aggravamento di quelli
dell'anima... Domenica scorsa, sentendomi morire, ho esclamato: -
Gesù, sono sola! - Ed Egli rispose: - Non lo sei, figlia mia! Sono nel
profondo del tuo cuore. Che vuoi di più? Sono il tuo Sposo e ti amo
tanto. Sono lo Sposo fedele che mai ti abbandona. Sono Io che ti privo
di tutto: per questo senti l'abbandono delle persone care. Ti posseggo
Io interamente. Ti ho staccata da tutto ciò che è della terra. Possiedi
il mio Cuore con tutte le sue ricchezze. Hai tutto il mio amore che non
ti verrà meno. Cammina fiduciosa e spera in Me. - Queste parole di Gesù
non furono di consolazione, ma di sollievo al peso delle mie
sofferenze. ... Negli ultimi giorni è ritornato il demonio a
tormentarmi l'immaginazione, con la mia vita di illusione, come afferma
lui, e a scuotermi il letto con forza. Mi sento frantumata dal peso di
una giustizia che cade su me. Mi pare che il mio corpo ne sia distrutto
e le mie vene strappate. Contemporaneamente provo grande soddisfazione
nel dare a quella giustizia il mio sangue, che sembra piovere sino alla
fine del mondo come riparazione. Quando ho saputo che durante la
settimana non avrei avuto la Comunione, ho sofferto molto. - Anche Tu
mi lasci? Come farò senza di Te? - Oggi, insperatamente, ho ricevuto la
visita di Gesù Eucaristico, appena entrato nel mio cuore, mi parlò: -
Eccomi, figlia mia! Mi dono a te sacramentato! Non puoi vivere senza
questa vita divina, perché non hai se non questa. Sono esigenze del mio
Cuore divino. Sono Io che permetto tutto questo...
Il mio grazie a chi concorre per la mia venuta qui, a sollievo della
tua anima. Non hai altro appoggio se non Gesù. Chiedo che ti
sostengano, che ti confortino... - (diario, 18-7-45). Non ho forza per
pregare. Da piccola pregavo tanto e amavo la preghiera. Con il passar
degli anni venne la malattia e aumentò l'amore alla preghiera. Se
talvolta tralasciavo qualche formula rituale, ne rimanevo
insoddisfatta. La malattia si aggravò. Per mancanza di forze, dovetti
riassumerle. Ma aumentò la mia unione con Dio. Tuttavia, soffrivo
quando dovevo tralasciarle. Che cosa è oggi la mia vita di preghiera? È
quasi soltanto mentale, ma posso dire che è quasi ininterrotta. Dico a
Gesù che mi abbandono tra le sue braccia; è in esse che voglio pregare,
in esse che voglio soffrire e vivere anche durante i miei leggeri
sonni. Quante volte la mia orazione continua, mentre chi mi visita
parla! Se la conversazione non mi interessa, rimango unita a. Gesù
anche se non Lo sento né Lo vedo per l'oscurità delle tenebre. Ma Gesù
sa che sono con Lui e voglio soltanto ciò che Egli vuole... (diario,
19-7-1945).
... La grandezza, l'amore di Dio! (Momenti della Passione)
... Sento che ogni tanto il mio cuore tenta abbandonare il mio corpo,
tenta di volare in alto, molto in alto. Assetato ed impazzito, sale
come il fumo che scompare in alto: vuole scomparire, immerso in una grandezza incomparabile. È una immensità, è
un cielo illimitato ed egli vuole andarvi e restare per sempre in
quella grandezza che lo attrae e per cui sospira. Vorrei esprimere i
sentimenti della mia anima: è impossibile. La mia lingua non sa
muoversi per descriverli: la grandezza di Dio, la potenza di Dio, la
bontà di Dio e l'amore di Dio! Benedetto sia Gesù che mi fa conoscere
tutto questo! Vorrei che tutto il mondo conoscesse questa grandezza:
non vi sono lingue capaci di descriverla né cuori capaci di sentirla; è
necessaria una possibilità sovrumana per sopportarla.
Se il mondo comprendesse che cosa è una offesa fatta a tale grandezza!
E se ne commettono tante! Ho una luce, che non mi appartiene, che vede
e comprende tutto con chiarezza; mi viene da piangere per non sapere
esprimere queste realtà (diario, 19-7-1945).
Stamattina presto sentii che mi condussero fuori dalla prigione. La
sfinitezza, il peso delle umiliazioni mi fecero cadere per terra,
appena uscita... ... Era tale la brama e la premura di lasciare il
mondo, per nascondermi in quella purezza e grandezza somma, che il
cuore non si acquietava: non voleva macchiarsi nel fango di questo
mondo; volava con sforzo, senza interrompere il volo per non cadere; si
struggeva in nostalgie indicibili per il Cielo. Povero cuore! Soffriva
tanto per non poter arrivare alla sua Patria!... - O mio Dio, muoio
nelle tenebre! Potessi vederti! Potessi amarti!... Dammi forza e
coraggio... - Insperatamente si fece sentire ai miei orecchi ed
echeggiò nel mio cuore una voce: - Vieni, vieni, sposa del mio Figlio!
Cammina, abbi coraggio! - E la mia anima vide stendersi verso di lei
braccia per accoglierla; braccia che rialzavano il mio corpo da sì
grande sfinimento e lo aiutavano a camminare. Questa voce e queste
braccia venivano dall'alto, molto dall'alto. Fu un invito, fu un aiuto
dal Cielo che mi attrasse ancora più in alto. Il cielo! Potessi
rimanervi per sempre! Questa voce e queste braccia erano dell'Eterno
Padre. Posso affermarlo, la mia anima Lo vide. Il demonio non vuole
che io lo dica; lo faccio per obbedienza. Egli è al mio fianco, pieno
di rabbia; mi accusa di essere falsa e bugiarda. Questa attenzione del
Cielo non mi portò gioia alcuna, ma mi fortificò per salire il
Calvario. L'agonia continuò... Sulla cima del Calvario, già crocifissa,
sentivo con me Gesù crocifisso e vidi che Egli stese lo sguardo su
tutto il mondo a contemplarlo e l'agonia aumentò. Che grande dolore al
vedere tanta sofferenza inutile per molti!... Rimasi nell'amarezza per
molto tempo. Venne Gesù: - ... Tu sei il canale attraverso il quale
giunge al mondo tutto ciò che è divino. Se sapesse apprezzarlo, se
corrispondesse alle grazie che gli do per mezzo tuo!... Figlia mia, sto
per chiederti ancora una grande riparazione: tante lotte con il demonio
e senza il mio conforto divino; verrò solamente quando sarai prossima a
vacillare nelle tue tenebre ed amarezze. Accetti?... - - Tutto, tutto,
mio Gesù: io sempre ferita e Tu sempre amato... -
- ...Nella maggior parte dei focolari scomparve il vero timor di Dio.
Se non vi sono buoni genitori, non vi possono essere figli buoni. Che
orrore le spiagge, i casinò, i cinema e le case del vizio! Non
interviene chi dovrebbe, non se ne preoccupa chi potrebbe. Soccorrilo
tu il mondo. Dammi la tua riparazione, addolcisci gioiosa il dolore del
mio divin Cuore... Come premio della tua accettazione e come ricompensa
dell'anniversario che oggi ricorre, anniversario in cui donasti a Me e
al mondo la grande prova del tuo amore e del tuo eroismo nella
sofferenza, Mi dono a te sacramentalmente. Non voglio lasciarti senza
la mia Eucarestia, senza la vita di cui vivi. Mi do a te tramite il tuo
angelo custode. - Un gran numero di angeli, cantando armoniosamente,
discesero sopra il mio letto; la mia anima cessò di vedere Gesù in
forma di uomo per contemplarlo in una Ostia bianca... L'angelo che mi
porgeva l'Ostia pronunciò le parole: « Corpus Domini nostri Jesu
Christi... »... (diario, 20-7-1945).
Mi sento casa aperta
... Pareti della mia camera, testimoni di tanto dolore, quanto avreste
da dire se poteste parlare! Sia benedetto il Signore e benedetta la mia
croce! Il mio cuore vola verso la grandezza del Cielo, fugge colmo di
amarezze, molto oppresso dal dolore. Ma, nel vedere chiaramente tanta
grandezza e tanto amore, dimentica tutto; tenta di non ricordare il
dolore per perdersi in quell'oceano infinito di meraviglie del Signore.
Con quale impegno si innalza per non macchiarsi nella polvere immonda
della umanità! Voglio e non posso; non voglio la polvere ma me ne sento
intaccata. Come sono sporca e bagnata dal fango immondo! Che vergogna
io sento davanti a Gesù! E che spavento io sento per la giustizia
divina! Mi pare che si squarcino le nubi, scoppino tuoni, e lampi
enormi di fuoco vengano a distruggere un corpo. Gesù mi ha preavvisata
ed è verità. Quante amarezze nell'anima: non so dirle; è impossibile.
Talvolta mi pare di non poterne più.
Non so dire altro a Gesù se non questo: - Per Tuo amore e per le anime;
sono la tua vittima. Fa' come vuoi. Fa' che io Ti ami quanto lo
desidera il tuo Cuore divino. -
Gesù dentro di me continua ad offrire al cielo il calice dell'amarezza.
Povero Gesù! Chi soffre è Lui. L'amarezza che offre appartiene soltanto
a Lui, anche se sono io sempre amareggiata. È Lui che soffre, non io.
Sento nella mia anima che continuano i cattivi giudizi e i falsi
apprezzamenti a mio riguardo e a riguardo del mio primo direttore.
Sento che molti cuori sono induriti e ciechi alla luce della verità. Benedetta croce!
Ho detto « falsi apprezzamenti »; non sono falsi, perché, povera gente,
non comprende di più. Non sa il dolore di un'anima abbandonata fra le
lotte e le tenebre. Sofferenza amata! Sono così pochi quelli che ti
conoscono e ti comprendono!
Da alcuni giorni sento che il mio corpo è una casa aperta a chi vuole
entrare: mi costa tanto questa nuova sofferenza! Oggi, in momenti di
amarezze quasi insopportabili, in cui il demonio voleva spingermi alla
disperazione, insinuandomi che la mia vita è di inganni e false
illusioni, forzandomi a non confidare in Gesù... io vedevo crollare
tutto.
Avrei voluto dire a quelli che mi amano, anche se io non sento di
essere da loro amata, di dimenticarsi di me, di abbandonarmi pure; così
non sarei per loro di grande umiliazione, così non soffrirebbero tanto
nel timore che la mia vita si riveli falsa.
Con gli occhi rivolti a Gesù e a Mammina, giuravo di non perdere la fiducia in Loro.
Il demonio, più rabbioso, venne come un ladro: ebbi la sensazione
che
mi portasse via il cuore... Fu allora che io sentii più al vivo di
essere quella casa di cui ho parlato. In essa entravano quanti
volevano: era la casa del peccato ed il peccato stesso: disposta a
tutto.
Mio Dio, che orrore! Quanti peccati, quanti crimini! Lottai molto e il
demonio si mostrava contentissimo di fare di me tutto quel che voleva.
Dissi a Gesù ripetutamente che ero la sua vittima e che non volevo
peccare… La mia vita, Gesù mio! Cosa è mai la mia vita! Sia Gesù la mia
forza per poter resistere a tutto. Sia Lui la guida nelle mie
tenebre!... (diario, 23-7-1945).
... Gesù oggi mi ha chiesto due riparazioni dolorose, a breve
intervallo l'una dall'altra. Ho lottato quasi un'ora con il demonio.
Sudori e palpitazioni afflittive del cuore parevano quasi uccidermi...
Mi sentivo quella casa dalla porta aperta per cui entrava chi voleva.
Prima ho visto entrare molta gente pazza per il piacere, che tentava
camuffarsi per non farsi conoscere. Poi ho riparato per la famiglia...
Quanto si pecca e quanto si offende Gesù!... (diario, 26-7-1945).
... Gesù mi disse: - Fiore vezzoso del giardiniere divino, va' a
conquistarmi anime. Porta la ricchezza ed i tesori immensi che ti
affidai. Portami le anime, comprale a qualsiasi prezzo; lo scrigno di
queste monete è il tuo cuore insieme al Mio. Va', di', figlia mia, che
ascoltino la voce del pastore universale, di' che il mondo sarà salvo
se cambierà completamente vita. Non si è mai peccato tanto come oggi.
Non vi sono sulla terra giusti a sufficienza per cancellare tanta
iniquità e gravità di peccati... Si faccia penitenza, penitenza...
(diario, 27-7-1945).
Mi sfugge la vita, mi sento morire... Che cosa mi aspetta ancora? Che
altro dovrò affrontare? Ahi, quanto la mia anima è triste, triste fino
alla morte!
Appena uscito dalla camera il mio santo medico, chiesi a Gesù che desse
a lui e a quanti ama il Suo amore, le Sue benedizioni e grazie, come
ricompensa dei sacrifici fatti per me e per tante parole incoraggianti
e piene di fede. Da lui imparo a confidare in Gesù...
Venne di nuovo il demonio... Lottai... mi parve per qualche momento di
essere in pericolo di peccare... Si calmò la tempesta; ma rimasi
triste nel dubbio di avere peccato. Venne Gesù con molta dolcezza e,
piano piano, come una mamma che non vuole svegliare il suo figlio. Con
molta tenerezza mi disse: - Mia figlia, è grande la lotta; è grande la
riparazione perché sono grandi la malizia e la iniquità del mondo. Te
le faccio sentire nell'anima... Ma Io sono sempre con te e avrai sempre
la luce dello Spirito Santo... Non hai peccato: la tua purezza non si è
macchiata... Esigo ancora la riparazione per le famiglie e per un altro
male che va dilagando nel mondo e che mi ferisce gravemente. Ecco
perché ti senti spogliare e divenire corrotta: è l'immodestia, figlia
mia, delle persone provocatrici le quali vanno quasi svestite a
invitare al male; corrompono i loro corpi e, ciò che è peggio, anche
le loro anime... (diario, 9-8-1945).
Un cuore mondiale di pietra (Momenti della Passione)
Durante la notte ho sofferto molto, ma in unione con Gesù. Anche Lui
soffriva molto: prigione, scherni, schiaffi. In Lui, con Lui iniziai al
mattino il viaggio al Calvario. Nelle mie mani sentivo le Sue; con i
miei piedi Egli camminava, stava in tutto il mio corpo e soffriva. Ma
in me e fuori di Lui vi era un cuore di pietra. Questo cuore era il
mondo; vedeva tutte le sofferenze di Gesù: la flagellazione, la
coronazione di spine, i capelli intrisi di sangue e tutta la tragedia
lungo il cammino della montagna; nulla lo rattristava, nulla lo
commoveva. Le corde che mi trascinavano con Gesù continuarono lungo il
Calvario a lacerare il mio corpo come già i flagelli. Gesù fu con me
inchiodato sulla croce ed in me piangeva nel vedere la durezza di quel
cuore che era in me. Soffersi tanto nell'avere in me contemporaneamente
Gesù e quel cuore indurito che non aveva compassione per nessuna
sofferenza. Sentii che il peso schiacciante della giustizia del Padre
cadeva su Gesù e non su quel cuore indurito. Gesù era colmo di
vergogna, schiacciato; e quel cuore mondiale non dava segno di
compassione... (diario, 10-8-1945).
Che il Cielo sia con me! Mi sento come fossi condannata all'inferno.
L'anima mia sente quegli orribili supplizi; i suoi occhi vedono i
demoni tormentatori; in tutto il corpo mi pare di sentire quel fuoco
nero e distruttore; le mie orecchie odono le urla dei demoni e tutta
quella disperazione infernale... - Mio Dio, condannata all'inferno!
Spero che per la Tua bontà infinita non sia così. - Quando mi sento in
quella disperazione eterna, mi schiaccia il peso della giustizia
divina. Volere vedere Dio e non potere! È di gran lunga il più
doloroso tormento dell'inferno. L'anima mia trema sgomenta per la
paura. Quali indicibili sofferenze vi sono in me!... Il mio stato mi
porta a pensare che sto per morire... (diario, 13-8-1945).
... Oggi ho cominciato a sentire come se nella mia anima si svolgessero
danze mondane, eseguite con tanta malizia e che da esse si passava a
peccati orribili...
Dopo un po' di tempo venne il demonio: inviti al peccato seguiti da
scene e da parole turpi... Mi sono offerta vittima a Gesù e sono
rimasta triste nelle mie tenebre, nel mio penare... (diario, 14-8-1945).
... Che sarebbe di me se per un solo momento perdessi la fede e la
fiducia? « Perdere Dio, non vederlo mai! » E’ questo il grido che esce
dalla mia anima di tanto in tanto, spontaneamente. ... Continuo a
sentirmi condannata all'inferno. Ieri, giorno di Mammina [Assunzione],
questa sofferenza fu molto dolorosa. Mi sentivo in quel carcere
infernale e legata con catene di ferro... Senza potermi rassegnare alla
perdita di Dio, sentivo tale disperazione, ma non ero io ad essere
disperata, che mi obbligava a rivoltarmi contro Dio stesso, a maledire
Lui, il mio angelo custode, genitori e compagni di peccato e le strade
che mi condussero a peccare; maledicevo me stessa, tutto il cielo e
tutta la terra. Che orrore continuo! Sapevo di essere degna soltanto
dell'inferno, ma non mi adattavo a quel luogo e alla perdita di Dio.
Coprivo il più possibile tutta questa sofferenza con il sorriso che
contrastava con ciò che avveniva nell'anima mia; perciò il mio sorriso
mi pareva falso, bugiardo, molto bugiardo. O triste giorno
dell'assunzione di Mammina!...
Sola, nelle tenebre dell'anima, nell'oscurità della cameretta, nel
sentirmi assalita dal demonio ed abbandonata completamente non potei
trattenere le lacrime: piansi a lungo. Chiesi a Mammina di portare le
mie lacrime a tutti i tabernacoli del mondo per consolare Gesù... Venne
Gesù: - ...Non temere, figlia mia, non sei condannata! La tua
sofferenza è per evitare che si condannino le anime... Coraggio,
coraggio!... - (diario, 16-8-1945).
Calamita di amore per le anime (Momenti della Passione)
... Coperta di insulti e scherni presi la croce e camminai verso il
Calvario. Soffrivo tutti i tormenti della Passione e il tormento
dell'inferno. Il mio calvario si svolgeva attraverso l'inferno: tra il
fuoco, le disperazioni e le maledizioni, senza rassegnazione per la
perdita di Gesù e sotto il peso di tutta la giustizia divina. Arrivai
alla cima: il mio corpo non era corpo: era uno scheletro macchiato di
sangue, coperto di polvere e sputi. Così fui inchiodata sulla croce:
croce di tenebre, morte di tenebre, feretro e sepoltura di tenebre.
... - Mio Gesù, come può esservi ancora nel sepolcro l'inferno e il
peso della giustizia divina? Non abbandonarmi, o Gesù; vedi che senza
di Te non resisto. -
In queste sofferenze la mia anima fu ferita da violente spine che, come
bombe micidiali, rapidamente distrussero tutto. Scomparve lo scheletro
del mio corpo insanguinato: rimase il dolore, rimasero un cuore che
soffriva tutto e occhi che versavano molte lacrime. E’ impossibile
dire la mia amarezza... Le lacrime scorrevano lungo le guance ed io le
offrivo a Gesù mentre pensavo: saranno perfette le mie lacrime? Saranno
lacrime dovute a colpa mia? Esaminavo la mia coscienza, la quale non mi
dava segno di accusa. Mio Dio, forse che non so esaminarmi? Solo una
cosa mi pesava: il tono da me usato in alcune parole che avrà forse
umiliato qualcuno? Mio Gesù, Tu ben sai che non era quello il mio
scopo. Una voce molto dolce mi susurrò: - Procedesti bene, così doveva
esser fatto. - ... In questo prolungato martirio, anche senza veder
nulla, sentii nell'animo una nuova trasformazione: una brezza soave
cancellò ogni dolore. Subito dopo apparve Mammina con Gesù Bambino in
braccio. L'anima mia, per un istante, vide solo tutta la sua
bellezza... Molto sorridente, il Bimbo mi tendeva le braccia tentando
staccarsi da quelle di Mammina. Quasi come volando saltò tra le mie e
subito si nascose nel mio cuore; Mammina sparì. La sua Voce divina si
fece udire dentro di me: - Mia figlia, per ogni tuo dolore, per ogni
tua virtù ti è data una scala: per quelle dei dolori possono salire
continuamente i peccatori, per quelle delle virtù, le anime assetate di
Me. Ripara: vedi come salgono. - Le scale erano tante, tante; era
molto grande il numero delle anime che vi salivano; alcune salivano
tanto rapidamente: la mia anima sorrideva al vederle... Gesù continuò:
- Sono scale sicure, non vi è tempesta che le faccia crollare, non vi è
lama che le tagli, non v'è fuoco che le bruci... Sono scale calamitate
che attraggono... Anche se qualche anima cade, non si stacca e
ricomincia a salire... Sono colombe che ritornano alla loro
colombaia... La calamita sei tu, tu sei la colombaia, sei il palazzo di
amore: là, dall'alto, diffondi l'amore sulle anime... Coraggio! Vedi
quanto valgono i tuoi dolori... - (diario, 17-8-1945).
Il più doloroso tormento è la perdita di Dio
Quando potrò tralasciare di obbedire circa l'obbligo di dettare i
sentimenti della mia anima? Vorrei che essi morissero e scomparissero
in me come io sento di essere morta e scomparsa. Tutto vive, tutto
canta e benedice il Signore; gli uccelli e ogni creatura Lo lodano;
eccetto io: da me non è lodato, non è amato. La mia vita non esiste; fu
una vita perduta. Quante volte sgorgano dalla mia anima violenti
impulsi e sfoghi quasi disperati: « Maledetta la mia vita! Meglio non
fossi nata; maledetto il latte che mi ha nutrita, e maledetti coloro
che mi hanno allevata ». Le fiamme dell'inferno si estendono su di me.
Colà tutto è orribile ma il maggiore e più doloroso tormento è la
perdita di Dio. Lo potessi almeno vedere! Nonostante il peso della sua
divina giustizia, vorrei amarLo. Almeno Lo amassi qui: voglio dire che
in mezzo a queste sofferenze che lacerano l'anima non perdessi la
serenità e la pace. A volte mi pare di disperare. Ma il mio Gesù
misericordioso mi soccorre e solleva il mio spirito;... io abbraccio la
mia croce con maggiore amore e più fiducia. Il demonio mi dice che sono
io che invento le mie lotte per aver da dettare. Mio Gesù, vorrei
amarti, ma non vorrei avere da dettare... Ebbi con il demonio due
attacchi violenti e di lunga durata... Il cuore mi batteva così forte
da non poter più resistere, il sudore mi bagnava tutta... Stavo
abbracciata al mio crocifisso, lo stringevo con tutta la forza
possibile, dicendo: - O Gesù, o Mammina, amarvi sempre; riparare sì,
peccare no, piuttosto l'inferno. - Le mie forze non resistevano più:
né quelle dell'anima né quelle del corpo. Venne Gesù e pose termine
alla lotta: - Maledetto, maledetto, sia tu maledetto ancora, maledetto
nella eternità. Vieni, figlia mia, vieni, mia vittima... sono
testimonio della tua riparazione: non Mi hai offeso... - (diario,
21-8-1945).
«Tu sei la fonte, Io sono l'acqua» (Momenti della Passione)
... Vedo avvicinarsi la morte e tutto il martirio che mi causerà; ma
sono obbligata a camminare: l'amore è una forza irresistibile. Sento
nell'anima la preparazione della grande cena: la cena dell'amore e
sento che sono io il cibo di quel grande banchetto; sento che vado a
darmi in alimento, che sono la vita delle anime. Sento, ma non sono io;
so che non sono io: è Gesù, solo Gesù. Il mio cuore è sgomento e i miei
occhi già piangono lacrime di sangue. L'amore copre e dimentica; ma gli
orrori continuano. Giovedì, triste giovedì! Sei tu che mi porti la
morte (diario, 23-8-1945).
... Vivevo simultaneamente due stati d'animo: sentivo i tormenti
dell'inferno e quelli della Passione. Nelle sofferenze dell'inferno
sentivo il fuoco negli occhi, nella lingua, nel cervello, nelle
orecchie, tutto il mio essere era incandescente; maledicevo la croce
avuta nella vita perché non ne avevo tratto profitto per salvarmi.
Mentre soffrivo questo, percorrevo le strade del Calvario, tanto
oppressa dal dolore che non potevo pronunciare parola. Le lacrime dei
miei occhi erano di sangue. Schiacciata sotto il peso della croce,
curva fin quasi a terra, cadevo sfinita.
Dopo l'incontro con Mammina incominciai a sentire nel mio due altri
Cuori: quello di Gesù e dentro di esso quello di Mammina... Quei due
Cuori soffrivano un'agonia di morte. Nessun grido né gemito era
accettato dall'Eterno Padre; persino la consegna dello Spirito pareva
non essere accettata. Il dolore di avere offeso Gesù mi accompagnò sino
alla fine di questa agonia... Dopo questo prolungato martirio venne
Gesù: - Figlia mia... il tuo cuore è una fonte inesauribile che Io feci
zampillare: tu sei la fonte e Io sono l'acqua... Voglio che vi bevano
le anime che per Me sospirano, affinché si incendino del mio amore;
voglio che vi bevano i peccatori, affinché si purifichino... Sei sempre
la mia sposa, la mia Alexandrina. Tu sei per il mondo e non sei del
mondo... Nel mare tempestoso della vita, nella notte tremenda di
perdizione eterna, sei tu il faro, sei tu la luce dell'umanità intera.
Coraggio! In te ci sono Io. La tua notte, le tue tenebre e il tuo
martirio aumenteranno, perché si avvicina il tuo cielo. Non vi sarà
luce capace di illuminarti, né parole che ti possano confortare
davvero. Giorno per giorno sentirai sempre meno in te il mio divino
amore e ti parrà quasi falsità la mia presenza in te. Ma ci sono
sempre: confida! Se tu ti senti privata di Me e quindi condannata
all'inferno, è per soccorrere le anime... - (diario, 24-8-1945).
Solo oggi posso parlare dei sentimenti della mia anima e con tanto
sacrificio che mi pare mi vengano strappate le viscere. Arde l'inferno
dentro e fuori di me. Ho perduto Dio, ho perduto il Cielo; mia
abitazione è l'inferno e lo sarà eternamente. Che orrori! Sento che mi
sono accecata ed uccisa da me stessa. Sono stata io, io sola, la causa
della mia perdizione eterna... Le tenebre affogano la mia anima;
acciecano gli occhi dell'anima e del corpo; si è oscurato il mondo
intero. È notte nel tempo e sarà notte nell'eternità. Non v'è chi mi
aiuta; ho perduto Gesù, ho perduto gli amici; ho perduto coloro che mi
amavano tanto e che io tanto amavo. È scomparso tutto; non fu un
taglio, fu un fuoco che tutto distrusse. O mio Dio, mio Dio, il mio
abbandono! Sono sola in mezzo al mondo! Ho perso tutto per non
possedere più nulla. Mio Dio, credo in Te. Permetti almeno che io
confidi in Te... Quanto soffro viene da Te, è da Te permesso; così
credo; ed è per Te che l'accetto. Per Te e per le anime... Sento grande
necessità di castigare il mio corpo: tutta la penitenza è poca: è una
esigenza di Gesù; dovrebbe essere fatta dal mondo intero, e tutto cade
su di me: il mio corpo è lo strumento di questa penitenza.
... Soffersi molto con il demonio... Tre attacchi violenti vennero a
tormentare il mio corpo... Potei finalmente invocare i nomi di Gesù e
di Mammina: chiesi che mi aiutassero in così tremendo pericolo,
affermando che non volevo peccare. Cessò la lotta... Venne il mio Gesù:
Confida, che non ti abbandono, che sto in te. - ... Non posso più
resistere alle nostalgie della alimentazione. Non posso più resistere
ai desideri che mi sia ridato il mio padre spirituale. Non sopporto più
le ansie di dare Gesù alle anime e le anime a Gesù. Ho sete e questa
sete è di Gesù. Voglio saziarla e non posso: soltanto un mondo di amore
lo può saziare, ed io non lo posseggo... (diario, 30-8-1945).
O inferno, inferno! (Momenti della Passione)
Cosa sono io? L'insetto più vile, lo straccio più immondo e inutile.
Mi sono perduta, mi sono perduta! La mia vita è inferno, il mio letto è
inferno, la mia morte è inferno, la mia eternità è inferno. Mi sento
bruciare in esso, tormentata in tutti i sensi dal demonio. Che antri
spaventosi! Odori nauseanti tormentano perfino l'anima!
E la perdita di Dio! Non più vedere quella Perfezione che affascina
cielo e terra! E perderla per sempre! Solamente la sua Potenza,
solamente la sua Giustizia sono presenti anche nell'inferno e mi
annientano. E la mia rivolta contro di esse è disperata. Non ho parole
che mi soddisfino per poter maledire tutto... Sento, molto
frequentemente, che un Cuore dentro al mio è ferito, pugnalato: so che
è il Cuore del mio Gesù. Questo mi tormenta tanto! Come si può aver
l'ospite più amato dentro di sé e avere il coraggio: di trattarlo in
questo modo? Coprirlo di spine, farlo sanguinare?
Queste spine... dal Cuore di Gesù penetrano nel mio e lo trasformano in
una massa di sangue. E così resta questo dolore unito in un solo cuore.
Il Cielo scende e presso di me si apre un vulcano di fuoco: scende come
bomba distruggitrice che incendia tutto. E’ la giustizia dell'Eterno
Padre, che non può sopportare di vedere Suo Figlio così ferito.
Ho paura perché sono sola; mi hanno abbandonata: mi odiano i nemici e
gli amici mi abbandonano... Il calice della mia amarezza, nella notte
silenziosa dell'Orto è offerto all'Eterno Padre, mentre, incuranti, gli
amati del mio cuore dormono. Io soffro, Gesù soffre... O passione, o
dolore e amore di Gesù che non siete conosciuti!... (diario, 6-9-1945).
Che paura di Gesù, che pena per Gesù, che nostalgia di Gesù! Paura
perché sento avvicinarsi la morte e temo nel dovergli dare i conti;
sento di offenderlo e pena di vederlo offeso; nostalgia di vederlo e
goderlo eternamente... Soffro nel soffrire e soffro sorridendo...
Continuai a vedere Gesù camminare con la croce sulle spalle; con quale
compassione Lo contemplai!... Ad ogni momento Gesù cadeva, ma questa
volta cadeva in me, perché il cammino del Calvario ero io stessa.
Quando asciugarono il suo Volto Santissimo, lo lasciò impresso in modo
tanto vivo; io sentivo che quel Volto, quel ritratto senza pari, doveva
essere contemplato sino alla fine del mondo.
Avesse il mio cuore la generosità di quella donna che si avvicinò a
Gesù! Fu grande la ricompensa che da Lui ricevette. Stavo sul Calvario,
nell'agonia della croce e mi sentivo anche nell'inferno con demoni e
fiamme su di me. Le fiamme salivano, ma non consumavano né
distruggevano la croce su cui ero inchiodata; non facevano scomparire
le sofferenze della Passione; anzi facevano splendere la Croce...
Continuai a restare in croce in un abbandono irresistibile... Vengo,
figlia mia,... vengo con sete; lasciami bere al tuo cuore... bere al
tuo cuore perché nel mondo non posso bere. Vado di cuore in cuore
chiedendo di entrare, come in grembo a mia Madre andai di casa in casa
per la città di Betlemme; quasi nessun cuore, come allora, mi vuole
accettare. In te lo sazio la mia sete... - (diario, 7-9-1945).
Una lettera a Mammina
« Vengo ai tuoi piedi umiliata, confusa e pentita. E perché vengo? A
salutarti, a felicitarmi con Te nella festa della tua Natività. Tu sei
benedetta, Tu sei pura, sei bella, sei santissima! Benedetto sia Colui
che Ti ha creata! Benedetta sia l'ora in cui sei venuta al mondo! Senza
di Te non avrei Gesù! Mammina, vorrei avere una infinità di anime da
offrirti, di cuori per amarti, di lingue per lodarti! E non ho nulla!
Il mio corpo non possiede quell'anima, quel cuore, quella lingua degni
di esserti offerti. Che povertà, che miseria! Mammina, accetta la mia
offerta, non respingerla: come prova del mio amore Ti do la mia
verginità, la mia purezza, il mio corpo, interamente.
Sono tua in tutto e per sempre. E per consolarti di più e meglio, per
riparare le ingiurie fatte al tuo Cuore immacolato, Ti offro il Tuo e
mio Gesù nella Comunione di oggi e le sofferenze di questo giorno,
insieme ai fiori creati dal loro Autore. Mammina, non ho altro da
darti, non so più cosa offrirti. Sono la tua figlia più povera e
indegna.
Conservami per Gesù. Dammi il tuo amore.
Sarà questa l'ultima lettera che Ti scrivo? Fra un anno sarò già in
cielo? Non pensavo di essere ancora sulla terra. Ma spero tra poco di
venire a lodare Te e Gesù eternamente. Mammina, accetta l'amore, le
felicitazioni di coloro che mi sono cari. Conservali tutti nel Tuo
Cuore e in quello di Gesù. Difendi anche il mondo intero.
Baci e saluti dalla tua povera figlia e da coloro che sono cari al mio cuore... » (8-9-1945).
Nel giorno di Mammina mi sono sforzata assai per consolarla e provarle
il mio amore, senza riuscirvi. Ho scritto di mio pugno quanto avevo nel
cuore... Ho fatto collocare la lettera ai piedi della statuetta con un
mazzo di fiori: mi sono mostrata gioiosa ed entusiasta, ma dentro di me
tutto era morte; mi pareva di ingannare e mentire a me stessa. Nel
raccomandarle nuovamente quanto Le dicevo nella lettera, sentivo come
se non Le fosse gradito e lo respingesse. Da allora sono rimasta come
se la mia vita vagasse tra cielo e terra: non sono del mondo, non sono
del cielo... (diario, 11-9-1945).
Ridurrò i Miei colloqui, ma resto in te come mai» (Momenti della Passione)
... - Non temere il peso della croce: venga ciò che deve venire; ti
ferisca ciò che ti deve ferire; vincerai con Me. La barchetta avanzerà
sicura nel mare, anche se la tempesta la insidierà da ogni parte. La
mia divina causa vince. - Sentivo come se io fossi una barchetta che
andava tra le onde alte di impetuose tempeste. Non ne era scossa, non
affondava, non temeva, perché in essa vi era Gesù. - Figlia mia,
ridurrò i miei colloqui e la loro durata... Il mio amore e la mia
divina Luce saranno in te come il sole che filtra fra le nubi e a mala
pena riesce ad illuminare e a riscaldare. Tutto corre verso la fine:
persino le meraviglie che opero in te e gli effetti sensibili del mio
amore. Abbi coraggio! Più che non mai tu Mi ami e più che non mai Io
sono in te. Ora mi dono a te nell'Eucarestia. Come prova che sei la mia
vera crocifissa, ti prometto di non lasciarti alcun venerdì senza la
Comunione: l'avrai per mezzo dei miei discepoli, o degli angeli oppure
da Me stesso, come sto per fare ora. - Gesù prese nelle Sue santissime
mani un'Ostia e disse: - Corpus Domini Jesu Christi... Sono la tua
vita, il tuo alimento. Credi che sono Io? Chiedimi ciò che vuoi. -
Credo, perché credo nella Tua parola... - Mi fece gustare una gran
pace. - Gesù, Ti chiedo di essere santa, come Tu lo vuoi, se lo vuoi..
- (diario, 14-9-1945).
« ... Grazie per quanto ha fatto per me e per i miei. Soltanto Gesù la può ricompensare.
Perdoni il mio silenzio; le mie poche energie non mi consentono di
più; se non fosse per la mia forza di volontà, non farei nulla. Le
sofferenze del corpo e dell'anima sono talvolta insopportabili; quanto
si soffre, padre mio! Il mondo non lo comprende. Io non vivo se non
per soffrire, e, tante volte, mi pare di vivere solo per peccare...
Muoio nell'abbandono, nelle tenebre, senza amore per Gesù, e quasi
sempre tormentata dal demonio che tanto fa perché io offenda Gesù.
Preghi, padre mio, e faccia pregare per me Gesù e Mammina perché abbia
la forza di resistere a tutto. Sono soltanto miseria, ma non voglio
davvero peccare, né macchiare la mia anima.
Il giorno 11 mi sono unita alla festa dei novizi. Li ho racchiusi tutti
nel Cuore divino di Gesù e per tutti ho chiesto amore. Non potendo
scrivere a tutti, non scrivo a nessuno, ma possono star certi che Gesù
è contento di loro, se non Lo offendono, se Lo amano e fanno la Sua
divina volontà... » (lettera a d. Umberto, 15-9-1945).
Sono pazza di vergogna e di amore (Momenti della Passione)
Passai la notte triste, ma in unione con Gesù... Uscii dalla
prigione... Sentivo in me Gesù che, pazzo di amore, camminava tra una
moltitudine, preoccupato soltanto di dare a tutti il cielo: solo
l'amore di un Dio poteva affrontare così grande martirio... Lo vidi
cadere; vidi il Suo santissimo Volto contuso, ferito, con sguardo di
compassione e profonda tristezza. Quali sguardi dolci che invitano e
attirano le anime! Io non potevo resistere a quell'invito di Gesù; non
sopportavo quel dolore, stavo per svenire. Lo vidi molto chiaramente:
croce sulle spalle, un ginocchio a terra e l'altro alzato mentre faceva
un grande sforzo per rialzarsi. Dietro di Lui camminava una donna; non
ne ho veduto il volto, ma solo la folta capigliatura sciolta... Quando,
giunta al Calvario, mi tolsero le vesti, brandelli di carne vi rimasero
incollate. I dolori dei nervi, o non so di che, furono tali che si
ripercossero nel cuore a tal punto che mi lasciarono senza respiro e
quasi senza vita. La mia lingua ferita era tanto gonfia che mi pareva
non poterla contenere nella bocca. Il mio volto non era volto: sentivo
che non aveva forma umana... (diario, 21-9-1945).
Tornai a ricevere Gesù Eucaristico. Dove scese mai! Nella cecità del
mio spirito, nelle tenebre orribili, nel mare immenso e spaventoso di
corruzione... Questo mare, lo sento in me e, allo stesso tempo,
separato da me: mi causa orrore e non mi appartiene. Non posso
permettere che Gesù vi scenda e non so come fare. Egli si lascia
trasportare e va a ferirsi in questo fango tanto avvelenato: è
immondizia che ha spine le quali feriscono e lo fanno sanguinare.
Vorrei impedire che Gesù si posi in esse e non riesco. Sono pazza di
vergogna e pazza di amore: di vergogna nel sentirmi in quello stato, di
amore che va in cerca di tutti i mezzi possibili per impedire che Gesù
si posi su ciò che tanto Lo ferisce.
Ma questa mia pazzia di amore si avvolge nella notte tenebrosa del mio spirito...
Il mio povero spirito, rifiutato dal cielo e dalla terra, vaga in una
regione che non vide mai luce. Va come l'uccello che, senza tregua,
batte le ali, giorno e notte, e non riesce a riposare: se sale, non
trova via d'uscita; se scende e si immerge, non la trova ugualmente;
non c'è cammino per cui io possa uscire dalle tenebre. Il cuore e
l'anima tremano e piangono sgomenti. Che orrore, mio Dio, che
disperazione in me! Ma sono disperazioni che mi permettono di restare
calma e serena. È la Tua volontà divina, o Gesù, e io l'accetto.
Quante volte sento bere avidamente nel mio cuore fino alla stanchezza!
Chi beve lo fa con molta dolcezza, lo fa con tanto gusto ma non è mai
sazio. Io pure non mi sazio; non vi è nulla che mi soddisfi e consoli.
Per quanto soffra, nulla soffro e nulla ho da offrire per consolare
Gesù. E le mie anime muoiono di fame; voglio salvarle; non posso
vederle morire... (diario, 24-9-1945).
Anniversario della mia prima crocifissione
« .. Come è stata dura la nostra prova! Come si può resistere a tanto?
Se è per la gloria di Dio e per il bene delle anime, sia benedetta! Gli
uomini ci hanno separato, ma Gesù no. Creda, mio buon padre, fu grande
e doloroso questo penare, ma la sento molto intimamente unita nel cuore
e nell'anima. Quanto Gesù unisce gli uomini non possono separare. Nella
nostra lontananza e nel nostro silenzio si sono raddoppiate le
preghiere; e lei è sempre nel luogo ove Gesù l'ha collocata: il primo
posto nel mio cuore. Gesù non è ingrato, e soltanto Lui sa quanto le
devo, sa quanto lei mi ha insegnato ad amarlo. È un peccato che le cose
di Gesù siano così mal comprese. Non ho parole per dire quanto ho
sofferto e fatto soffrire, anche se involontariamente, coloro che mi
attorniano. Per quanto volessi nascondere il mio dolore, non ho avuto
forze per fare di più. Padre mio, sono stata quasi abbandonata, con le
sole briciole che le anime sante mi vogliono dare. Ma queste stesse
briciole me le hanno nuovamente tolte, lasciandomi sola, senza luce,
senza conforto, senza niente. Povera me, se non ci fosse il mio medico!
Quante ore per infondermi coraggio e fiducia! Ma, padre mio, ora non ne
posso più. Gesù la porti qui in fretta per guidare l'anima mia a Lui e
a Mammina, perché io possa andare a riposare nella mia Patria. Ho
iniziato questa mia il giorno 24 per terminarla il 3 ottobre. Che
triste data! Sette anni fa, la mia prima crocifissione! Se Gesù mi
avesse mostrato subito tutto, sarei morta di paura. Quante sofferenze
mi ha procurato la prima crocifissione! Che vita così mal compresa! Ma
che amore e follia di Gesù per la mia anima! Sì, io voglio soffrire
tutto per amore di Gesù e delle anime! Prego per coloro che mi hanno
fatta soffrire: non voglio male a nessuno; voglio vedere tutti in
cielo. Padre mio, questa lettera rimane qui ad attenderla. Non voglio
disobbedire mai. Gesù è degno del nostro sacrificio... » (lettera a p.
Pinho, 24-9-1945).
... Senza volerlo vidi la mia vita di grande sofferenza: mi si presentò
tutto dalla data della mia prima crocifissione, avvenuta sette anni
fa; ho rivissuto ogni ora, ogni momento. Ho risentito gli spaventi, gli
sgomenti di quelle ore amare; ho provato l'afflizione che il mio
direttore in questa occasione ha sofferto presso di me; ho sentito le
lacrime che i miei, terrorizzati, hanno versato. Se Gesù mi avesse
mostrato tutto, la morte avrebbe vinto; senza un miracolo sarei morta.
E ho sofferto tutto questo in una grande cecità di spirito. Il demonio
ne approfittò per i suoi fini... A notte alta, mentre era grande la
mia agonia del corpo e dell'anima, venne Gesù; con un gesto della Sua
mano santissima fece cessare la lotta infernale: - Vattene, non vinci;
la vittoria è della mia vittima... Figlia mia, vengo ad assicurarti che
non hai peccato; sono Io che voglio questa grande riparazione: la posso
chiedere soltanto ad un cuore puro. Vengo a sollevarti dalla tua
sfinitezza, ad alleggerire il peso della tua croce... Tu sei un tesoro
per i peccatori. Guai a loro senza la tua dolorosa crocifissione! Dopo
questa lotta, non potevo lasciarti in così grande prostrazione e non
potevo lasciar trascorrere le ultime ore dell'anniversario del felice
giorno in cui ti ho crocifissa per la prima volta [senza venire]; abbi
fiducia!... La tua crocifissione è la più reale e la più assomigliante
alla mia. Quanto ti amo e quanto amo le anime! Faccio tutto per loro.
Ritorna alle tue tenebre, riprendi la tua croce, portala contenta per
amore. - Le parole di Gesù sono state per me come una brezza che passa,
una luce che sparisce. La mia croce!... (diario, 4-10-1945).
O santa obbedienza che tutto puoi!
« ... Non ho proprio forza né disposizione per nulla, proprio per
nulla. Gesù e Mammina abbiano compassione di me. Non so dire la
sofferenza della mia anima: è impossibile descriverla. Ho paura di lei
e di tutti gli amici. Non so dove fuggire, né dove nascondermi. Che
cosa sarà di me? Sono diventata cieca [spiritualmente]; la mia cecità è
completa. Quanto costa vivere così! Appare soltanto la mia miseria, il
mio nulla, e tanto chiaramente che mi causa dolore. Preghi per me, mio
buon padre, e chieda a tutti di codesta santa casa che si faccia lo
stesso. ... Ho fiducia in Gesù, ma il mio stato di salute molte volte
mi fa cadere nella desolazione. Se è necessario, Deolinda può venire ad
Oporto, ma gli orari dei treni sono scomodi, a meno che faccia la linea
di Póvoa; non sa dove sia la vostra casa; ella dovrà avere la bontà di
farcelo sapere. Mio Dio, tanti sacrifici e fatiche per causa mia! ...
Ha bisogno di venire da me? Ho tanta paura! Sono sazia di domande! Se
non fosse per amore di Gesù e potessi sfuggire a tutti, lo farei.
Vuole obbligarmi a scrivere sempre? Io non ne posso più! Porto questa
croce trascinandola, ma non come chi la vuol portare a destinazione: è
di malavoglia e per obbligo, che la trascino. O santa obbedienza che
tutto puoi!... » (lettera a d. Umberto, 11-10-1945).
La Mammina dei dolori - O se i cuori comprendessero!
(Momenti della Passione)
Allo spuntare del giorno uscii dalla prigione... Il ricordo di quella
prigione e dell'amore di Gesù mi spingeva a camminare... Mi venne
presto incontro la « Mammina dei dolori ». Fu necessario che Gesù mi
infondesse la sua forza perché io potessi guardarla, tanto era
addolorata e potessi in più sopportare il dolore che Ella sentiva per
me. Seguiva i miei passi di strada in strada, o, meglio, seguiva i
passi di Gesù che era in me, carico della croce. Gli occhi dell'anima,
gli occhi che possedevano gli sguardi di Gesù La vedevano venire dietro
di me, piangente e con il cuore attraversato da molte frecce. Che
dolore, il Suo! Dolore che nessuna creatura sarebbe capace di
sopportare: non potere avvicinarsi a Gesù e rialzarlo nelle sue cadute!
Avrebbe voluto baciarlo, pulirlo, lavargli le ferite con le sue
lacrime. Tutto questo la mia anima vide ed il mio cuore sentì. È la
scena più dolorosa che il mondo possa osservare... Sul Calvario fui
sollecitata alla fretta con spintoni bruschi. Gli occhi non potevano
aprirsi per il sangue, ma anche la vergogna mi obbligava a tenerli
chiusi: essere spogliata in pubblico! Sentii subito che Mammina, con
il suo manto, voleva coprire Gesù che era in me; siccome non le fu
consentito, le frecce che le trafiggevano il cuore la ferirono
maggiormente. Io ero fissata sulla croce e la croce sul Calvario.
Sentivo in me due vite, o due nature: una che non resisteva a tanto
dolore, l'altra che tutto vinceva... Quando Gesù venne mi disse: - Il
Calvario e la croce sono la moneta del più alto valore per comperare le
anime. Dammi anime!... Mi consolo, uccellino bianco e puro, nel
vederti battere le ali in cerca di nuova vita. Tu voli, voli,
uccellino celeste, senza stancarti, senza fermarti e non incontri o -
ignori la vita che desideri: è la vita che vivi, vita che non comprendi
e ti prepara la vera vita, la Patria celeste. Soltanto là comprenderai
la vita che ora ti faccio vivere...
Quanto dolore ti aspetta nell'ultima fase della vita! Ma che morte di
amore! Che grande gloria e potere sulle anime ti aspettano nella Patria
celeste!... - (diario, 12-10-1945).
Non so soffrire, non so vivere questa vita che Gesù mi dà. Non riesco a
capire come, vivendo giorno e notte unita il più possibile a Gesù,
arrivi alla fine della giornata, arrivi alla fine della notte a mani
vuote, in una morte totale di tutte le cose. Arrivo alla fine del
giorno e della notte come se non vivessi e non mi ricordassi di Gesù:
senza fare nulla per Lui, per il prossimo, per le anime. Che vita
triste, sebbene mi mostri lieta! Mi pare di ingannare me stessa e gli
altri. È cambiato lo scenario delle mie tenebre: sinora penetravo e
camminavo in esse, ma sempre su terreno duro. Adesso invece sono mari
infiniti di tenebre senza fondo ed io non so nuotare. Voglia o no, mi
sprofondo in esse, ma devo avanzare sempre. Vado, immergendomi come un
pesce che non può nuotare, come uccello che non vola e deve cadere al
suolo. Cammino in questa orribile oscurità di spirito come bambina
timida che non può né sa inoltrarsi... (diario, 16-10-1945). Lasciai
cadere dalle spalle la mia croce e io pure caddi sfinita, incapace di
rialzarmi. E non ho il coraggio di alzare gli occhi al cielo. Ma a che
servirebbe se non vedo? Si è accecato il mio spirito e sento come se
fossero accecati anche gli occhi del corpo. La mia cecità vede solo
morte e miseria in tutta l'umanità. E tutta questa umanità la vedo
rappresentata dentro di me: mi sgomenta il guardarla. Il mio cuore
sente l'eco fragorosa di tuoni distruttori... e gli occhi dell'anima
vedono il lampeggiare accecante tra nuvole nere... È giustizia, è
giustizia divina! Gesù viene, afflitto, nel mio cuore; prende da esso
un calice amaro, lo trasforma, lo unisce al Suo e lo offre all'Eterno
Padre. Ma Egli non lo vuole accettare... Che amarezza, quella di Gesù!
Povera me! Tutto questo mi porta alla costernazione. Gesù vuole
soccorrere il mondo e non può... Mio Dio, che posso fare per questa
povera umanità? Il mio corpo è come il lino nella cardatrice: è
dilacerato. La mia cardatrice è formata da spine, ma dalla sofferenza
che mi causa non nasce nulla di utile; eppure in me, posso dirlo, vi
sono soltanto dolori, talvolta insopportabili.
Se Gesù non si affretta a porre termine ai miei giorni, io, da sola,
non resisto a questo martirio; non riesco a superare tanta oscurità...
Ed è attraverso tale oscurità che oggi devo giungere all'Orto. Già lo
vedo, è per me; lo vedo perché è dolore e amarezza; la mia oscurità mi
lascia vedere soltanto tutto ciò cheè dolore. Dietro di me vi è la
città, città di crudeltà e di ingratitudini; davanti, l'Orto; di
fianco, il Calvario su cui devo dare la mia vita. O Orto pieno di
agonia, di tristezza! O grotta dove vado a pregare! O suolo su cui vado
a prostrarmi! L'anima tutto vede, tutto sente... Oh, quali sofferenze
nell'Orto! Il mondo non le conosce; non sa quanto vi ha sofferto Gesù.
Ma io, Lo sento soffrire in me. È in me che la sua sacra Passione si
rinnova... Vorrei poter riprodurre in un quadro le sofferenze di Gesù
che sento nella mia anima e poterle stampare in tutti i cuori perché le
sentissero e comprendessero e non peccassero più... (diario,
18-10-1945).
Spoglia di tutto... Gesù, non resisto! (Momenti della Passione)
... Gesù mi disse: - Riposa qui un poco, mia colomba, amata, per
riprendere poi la tua sofferenza senza pari, per portare fino alla
meta la tua croce. Riposa senza le mie consolazioni. Va' poi a
chiedere al mondo orazioni e penitenza. - Ho riposato, vicino a Gesù,
come chi stanco si rifà all'ombra di un albero. Non sentivo né gioia
né dolore: era come colui che dorme. Dopo alcuni minuti mi sentii senza
Gesù; mi riavvolse il dolore...
Fino al termine di questa giornata, sia nelle piccole che nelle
evenienze più importanti... tutto fu tristezza profonda e un continuo
navigare nella mia oscurità. Sia benedetto Gesù: sono la Sua vittima
(diario, 19-10-1945).
... Sento forti tentazioni contro la fede. A volte mi pare di non
credere alla vita di Gesù, alle sue cose, grandezze, meraviglie e
prodigi. Mi pare che nulla sia vero... Mi pare di non essere nel mondo,
di esserne scomparsa completamente; vi è rimasto solo il mio dolore, la
mia oscurità, la mia miseria, con un senso di vergogna senza limiti.
Ho paura di vedere vicino a me coloro che mi sono cari; potessi nascondermi da tutti!
È notte, per me non è mai giorno; non potrò più avere nel mondo un momento di gioia.
Perdonami, o Gesù, i miei sfoghi. Sono felice di soffrire per tuo amore, senza sentirlo... (diario, 23-10-1945).
Fuori dal cielo, fuori dal mondo, sono vissuta in una regione
sconosciuta; ma anche là, spoglia di tutto, vergognosa e confusa. La
mia anima vorrebbe gridare, ma quelle grida che si sprigionano in me
sono grida disperate: - Gesù, non resisto! Abbi pietà di me! Chi mi
soccorre in così grande dolore? Ho paura e sete di Te! Ho vergogna, ma
ansie ardenti di possederti eternamente. Non posso stare qui di più. O
cielo, quando verrà il cielo?
Voglio venire, Gesù, voglio volare, ma temo di comparire a darti i miei
conti. Vedo su di me un mondo di miserie di cui io debbo rispondere.
Non posso camminare. Non so nuotare; affogo nelle mie tenebre... Sento
i gemiti dell'inferno, mi sento coinvolta in essi, O Gesù, perderti per
sempre! Però anche là vorrei vederti, abbracciarti, e non posso! Che
disperazione! Sento che si avvicina la vera morte, che voglio chiamare
vita. Spade di fuoco, spade di amore vengono a darmi il taglio
definitivo. Sono spade che vengono da Gesù; questo amore viene da Lui;
quell'ultimo momento sarà di amore... (diario, 25-10-1945).
Questa notte si unirono due orti; non me lo aspettavo. Mi pareva che
quello permesso da Gesù potesse bastare, invece se ne aggiunse un altro
da parte delle creature. Come posso resistere a tanta sofferenza? Ma
non sono io che resisto; è Lui in me; e questo basta ad aumentare la
mia croce: non posso sopportare che Gesù soffra; vorrei che vincesse in
me, e non soffrisse... Fin da questa mattina presi la croce... il mio
corpo si sentiva tanto sfinito come non avesse più una goccia di
sangue... La forza per resistere, la vita che vivevo, erano forza e
vita di Gesù... Sempre in croce, in tanto abbandono e oscurità, sentii
e vidi con gli occhi dell'anima una nube dalla quale uscivano strumenti
di supplizio... Tutto si scaricava sopra di me: era spaventoso!...
Venne Gesù: - Figlia mia... Gli strumenti di supplizio che hai visto
sono per il mondo se non si converte... -
- O mio Gesù, allora il mondo non si salverà? Non valgono a nulla le
mie sofferenze? Che posso fare di più? - Sta' tranquilla, figliolina.
Se il mondo non si può vincere con l'amore, si deve salvarlo col
dolore e il terrore dei supplizi. Abbi coraggio!... Penitenza,
penitenza! Preghiere, preghiere!... La madre che dà la vita ai suoi
figlioli, la dà attraverso il dolore; tu, che io scelsi madre
dell'umanità, è attraverso il dolore ineguagliabile che la salverai...
... Le spade di amore che hai sentito ferirti sono simbolo del tuo
distacco dalla terra: sarà quell'amore che ti strapperà verso il cielo,
anche se in quel momento la tua cecità non ti consentirà di vederlo né
di sentirlo... - ... (diario, 26-10-1945).
« Più di così non puoi amarmi » (Momenti della Passione)
... Vorrei fuggire allo sguardo di tutta la gente, amici e nemici, se
ne ho, ma più ancora degli amici... I miei sorrisi sono forzati,
persino ingannatori: escono forzati dai dolori più atroci e dalle
tenebre più profonde... Mammina cara, come resistere senza l'aiuto del
cielo? Esso si è chiuso, si è nascosto in modo tale che gli sguardi ed
i sorrisi Tuoi e di Gesù non giungono fin qui. È morto il cielo, è
morto Gesù, è morta Mammina, morto tutto ciò che è vita, tutto ciò che
è amore. Solo le iniquità mi ricoprono, solo la morte spaventosa esiste
con il dolore, lasciatemi dire, col dolore insopportabile... Oggi,
subito dopo la Comunione, cominciai ad aprire il mio cuore a Gesù, non
con il fine di avere risposta, ma per sfogare il mio dolore... Dopo
avergli detto che la mia vita mi pareva solo inganno e che io non
volevo ingannare né me né altri, per provargli la mia fiducia in Lui,
gli dissi: - Ti giuro, Ti giuro, mio Gesù, che confido in Te. - Egli mi
rispose: - Confida, figlia mia: questo basta; nulla di più è
necessario... Confida, non aspettare una vita diversa... Tutta la
sofferenza che ti verrà è per tenerti sempre salda nello stesso amore,
non per aumentarlo, perché più di così non puoi amarmi... - (diario,
29-10-1945).
... Confido nella bontà del mio Signore, nella misericordia di Gesù!
Prima di rendere conto a Dio, nei miei ultimi momenti, vorrei poter
dire al mondo: - Muoio per tuo amore, perché sei figlio di Gesù! Muoio
per darti la vita... Cesserai di calunniarmi, di abbandonarmi, di
perseguitarmi? Ti sei saziato di ferire il mio cuore? Anche così giuro
che ti amo, giuro che vado da Gesù a intercedere per te, che ti voglio
dove voglio essere io. Amo quelli che mi amano. Amo i giusti e i
peccatori. Amo quelli che mi feriscono perché vedo in tutti Gesù e amo
tutti per amore di Gesù. O mondo, addio. Non essere più ingrato; non
peccare più! Vado a Gesù, ma continuo a vegliare su di te... (diario,
1-11-1945). ... Durante la notte vidi il grande ingrato che osò
schiaffeggiare Gesù; vidi il rancore con cui Gli diede lo schiaffo...
Era alto, magro, bruno, di cattivo aspetto. Gesù ricevette lo schiaffo
con la maggior serenità e mansuetudine. Nel periodo in cui soffrivo la
Passione fisica sentivo molte volte quello schiaffo sul mio volto, ma
non avevo mai veduto chi glielo dava, con quel volto tanto arcigno...
Durante il cammino lungo il Calvario sentii che Gesù girò il capo per
fissare Qualcuno: era Mammina. In tutto il tragitto sentii come se Gesù
avesse sempre il volto girato da un lato e gli occhi fissi in Lei e
fosse a Lei legato anima e cuore. Quanto mi costò questo! Che dolore
indicibile!
Già sulla croce, sentii che Gesù avrebbe voluto staccarne le braccia
per mostrare al mondo il suo divin Cuore e dirgli: - Prima ancora che
sia aperto dalla lancia, è aperto dall'amore per accoglierti. - Gesù
dimenticava tutta l'ingratitudine, discolpandoci presso il Suo Eterno
Padre... Che agonia! In tanto abbandono Gesù doveva render conto per
tutta l'umanità... Sentivo che il peso della giustizia divina si
scaricava sulla croce, su di me e su Gesù: schiacciava tutto... Dentro
di me Gesù stava per spirare: solo di tanto in tanto sentivo la Sua
respirazione. ... Gesù cominciò a parlarmi: - Vengo, figlia mia, a
darti la vita: soltanto così potrai vivere. E perché tu viva lo opero
prodigi: ti do gocce del mio Sangue; è con esso che vivi. Faccio questa
trasformazione sacra, divina: trasformare Me in te, trasformare te in
Me... Questo sangue è manna che preparo alle anime, manna che viene dal
Cielo; distribuiscila al mondo. È sangue di purezza, sangue che
rigenera: sangue di Cristo e della sua sposa e vergine. Studino,
studino i dottori della Chiesa, studino i saggi; lo ripeto: studino i
dottori e i cultori delle scienze divine, le meraviglie, i prodigi che
opero nella tua anima... - ... Mentre Egli diceva « le meraviglie, i
prodigi che opero in te », sorrideva e mi fece comprendere la grande
ricchezza, il valore del suo Sangue divino... Appresi che era grande
come Dio ciò che da Lui ricevevo. - Mio Gesù, come sono piccola,
davanti alla Tua grandezza! Vorrei dirti tante cose ma non so parlarti.
- Tu parli, figlia mia, con i tuoi desideri: il tuo silenzio Mi dice
tutto. Di mano in mano saprai dirmi sempre di meno. Abbi coraggio!
Tutto passa, tutto muta, solo Io no... (diario, 2-11-1945).
Mendicare dalle anime amore per Gesù
Ricevetti Gesù nella Comunione... Mi fece subito sentire la Sua unione
e la Sua presenza reale nella mia anima... Dopo alcuni minuti disse: -
Figlia mia... non può naufragare la barchetta della quale Gesù è timone
e pilota. Coraggio, coraggio, sempre salda e fiduciosa!... - Gesù mi
parlò di alcune anime della mia famiglia, mi comunicò che Lo offendono
molto ma mi promise di salvarle. Mi chiese di sopportare per loro tre
assalti del demonio; inoltre di riparare per le famiglie e per alcune
persone della parrocchia e di fuori: uomini e donne di età già
avanzata. Ripara, ripara per loro. - ... Vorrei lanciarmi tra le fiere
per essere da loro divorata; vorrei strapparmi il cuore per farlo
calpestare da tutte le creature; infine vorrei soffrire tutto pur di
non vederti ferito e di salvare le anime. - Rallegrati della tua
sofferenza, figlia mia, perché con essa si possono salvare. E ora di'
al caro padre spirituale [p. Pinho] che gli uomini non vincono... Che
non è soltanto lui ferito; lo sono Io pure per il modo con cui si
comportano. Con la sua sofferenza innocente egli arreca grande
vantaggio alle anime...... - ... (diario, 3-11-1945).
... Soffro per la presenza di anime che battono strade errate: quanto
soffre Gesù! Anche se mi costa la loro presenza, voglio consolarle e
legarle al Suo divin Cuore. Ma non so e non vedo come fare. Non ho chi
mi insegni e mi dia luce: mi rubano tutto; resto sola. Ho il mio santo
medico, ma sento come se non l'avessi: egli mi dice parole di conforto,
e talvolta mi pare di non udirlo né vederlo. - Gesù, ricompensalo per
quanto ha fatto per me ... - ... (diario, 6-11-1945).
Non posso parlare: mi mancano le forze. Confido e temo... Ho detto
molte volte a Gesù: - Voglio darti il mio sangue fino all'ultima
goccia, per Tuo amore e per soccorrere i peccatori, come Tu lo hai dato
per me. - Non pensavo che Gesù prendesse le cose tanto alla lettera.
Soltanto ieri mi ricordai della mia offerta, sentendomi senza sangue e
senza vita... ... Io devo aver fiducia in Gesù che mi perdoni gli
scoraggiamenti che talvolta forse Gli dispiacciono; infatti in alcuni
momenti ho la sensazione di essere pentita delle mie offerte e del mio
dono totale a Lui. Ma non è questo il vero sentimento della mia anima:
io sono e voglio essere sempre di Gesù e delle anime...
Povera me, se non confido in Te, o Gesù! O Cielo, se a te non ricorro,
chi potrà aiutarmi? Dalle creature non aspetto nulla; mi pare anzi di
aborrirle, anche quelle che più amavo; ho l'impressione di disprezzarle
e di esserne disprezzata. Sono sola... Ho perduto tutto perché non ho
un cuore capace di amare, di soffrire. Non sono utile né per il cielo
né per la terra... Ah! Se io sapessi mendicare amore e in tanta
oscurità lo potessi, non farei altro che mendicare dalle anime amore
per Gesù... (diario, 8-11-1945).
« Avrai i doni dello Spirito Santo » (Momenti della Passione)
... Il mio cuore camminava in un intrico di spine; in mezzo ad esse
dovevo dare la vita con una grande prova d'amore. Il cuore non era mio:
era di Gesù; a me nulla apparteneva, se non un fragile involucro. In
tutto il percorso del Calvario il mio corpo ricevette colpi
innumerabili. Appena giunta alla cima si riprodusse in me il vero e
doloroso Calvario. Cuori afflittissimi circondavano la croce. Ma
quello di Mammina era ben diverso dagli altri: neppure tutti i dolori,
uniti insieme, si potevano paragonare al suo. Fra nubi oscure di morte
irruppe Gesù, apparve rifulgendo con splendore massimo; vinse tutto, su
tutto trionfò. Ma io non Lo accompagnai in quella vittoria, in quel
trionfo, in quella luce; rimasi sempre nel mio dolore amaro. Egli
andò, immerso nel gaudio della luce trionfale, ma continuò a rimanere
in me: unito a me e trasformato in me, soffriva. Vorrei saper parlare
di questa separazione circa il gaudio ed allo stesso tempo della unione
dolorosa nel mio corpo, ma non sono capace. Posso dire soltanto che
l'agonia continuò: il sangue scorreva dalle mie piaghe e le tenebre
restavano ad accecare tutto il mio spirito. Continuava il mio grido
senza che il Padre acconsentisse a confortarmi. Gridavo più forte per
essere udita, ma ciò aumentava soltanto la mia agonia. Stavo per
morire. Venne Gesù: - La mia pace è con te, figlia mia... Vegliai
sempre su di te e continuo a vegliare sino alla fine. Fatti coraggio!
Mancava ancora che tu assomigliassi a me in questo: anch'Io ebbi
timore della sofferenza e della morte. Fu lo sgomento che nell'Orto mi
fece sudar sangue. Sei la vittima che più assomiglia a Cristo. La
perdita del tuo sangue è una crocifissione continua: è un nuovo mezzo
di riscatto... Basterebbe questo, non sarebbe necessario altro perché
gli uomini comprendessero la mia potenza divina nella tua anima. E’ la
più grande delle mie meraviglie... Figlia mia, i giorni, le ore che
stanno trascorrendo sono di grande pericolo per l'umanità. Chiedi
preghiere, penitenza e riparazione. In fretta! È ancora tempo... - -
... Perdonala, Gesù e immola sempre me. - Vieni, innamorata delle
anime... Avrai i doni dello Spirito Santo: la Sua Luce divina per
vedere e comprendere tutto negli altri, la Sua forza per tutto
sopportare e vincere. Coraggio!... Ti do una trasfusione di sangue:
altre tre gocce, ma più piccole: così andrò diminuendo sino alla
fine... Un miracolo per tenerti in vita... - ... (diario, 9-11-1945).
L'aumento delle mie sofferenze fisiche aggravò quelle morali... L'Orto
di ieri, il Calvario di oggi... In questa agonia mi venne incontro
Gesù: - Mia figlia, quando sarà conosciuta la tua vita di sofferenze
senza uguali, che dirà il mondo, che diranno molte anime che nulla
conoscono e nulla comprendono di Me?... Che non ti amavo con amore di
Padre, con amore di Sposo; che non ti amavo come affermo. Che enorme
inganno! Dovrebbero dire: « Oh, come Gesù amò quest'anima e come amò
noi pure! Quanto Egli fece mai per salvarci! ». Sì, figlia amata,
quanto faccio è per soccorrere i peccatori...
... Non puoi parlare, ma tutto continua fino a che durerà questo tuo
soffio di vita sulla terra. La voglio debole così, ma continuano a
parlare alle anime i tuoi sguardi, i tuoi sorrisi, la tua dolce
serenità e rassegnazione nelle sofferenze, il tuo amore alla croce.
Esse parlano e dicono tutto: invitano le anime a venire a Me.
Voglio che il tuo medico faccia una relazione di ciò che accade in te,
per provare che non cessò la mia vita divina nella tua anima... -
Quattordici giorni or sono ricevetti la visita di un sacerdote
sconosciuto e che abita lontano. Ignoravo la sua vita. Ho subito
sentito che in fondo era buono e con buone qualità; nonostante questo,
ho sofferto molto. Nei primi istanti del colloquio ho avuto una luce
che mi ha fatto vedere tutto... tutto, mio Dio! Gliel'ho fatto capire.
Ed egli, pieno di buona volontà, voleva sapere che cosa esigeva da lui
Gesù. Oggi stesso Gesù me ne ha parlato. Mi ha promesso di perdonarlo e
di salvarlo; mi ha indicato il cammino che egli dovrebbe seguire. Come
è buono Gesù... (diario, 16-11-1945).
«Dalla tua voce indebolita esce un fascino che attrae» (Momenti della Passione)
Devo desistere: mi mancano le forze, non posso parlare per dettare i
sentimenti della mia anima. Ed ora che non lo posso fare, mi viene da
piangere... Mi tormenta perfino il pensare che il mio corpo debba
essere toccato, posato sul letto, o sfiorato anche da un lieve d'aria.
Vorrei poter rimanere sospesa nell'aria ove nulla mi toccasse. Che
orrore tremendo! Ho il corpo e l'anima feriti! Provo nausea e paura del
mio letto. Quante volte, istintivamente, avrei voglia di chiamarlo
maledetto e scomunicato! Vorrei abbandonarlo. Non posso starvi sopra.
Ho paura, tanta paura! O mio Gesù, chi può resistere a tutto questo?
Solo Tu, solo Tu. Sapessi dire ciò che sento! Ebbi un nuovo assalto del
demonio: violento, ma di breve durata. Non avrei resistito se Gesù non
fosse venuto... (diario, 29-11-1945).
- ... Coraggio, sta' salda nel tuo Gesù...
Confida in Me: non temere di vacillare. Dai tuoi occhi, dai tuoi
sorrisi, dalla tua voce indebolita esce un fascino che attrae, esce
abbondanza di amore, escono balsami soavissimi per le piaghe dei
peccatori... - (diario, 1-12-1945).
... Come sono tremende le sofferenze della mia anima e del mio
corpo!... Parlo del corpo e dell'anima, ma mi pare di non avere né
l'uno né l'altra. Al posto del corpo sono rimasti i dolori fisici e al
posto dell'anima i dolori morali... Povera me! Non so dire ciò che
avviene... ... E il mio letto? Non posso starvi su. Ho paura, voglio
abbandonarlo e sparire. Sento nascere il desiderio di dire a Gesù che
non voglio soffrire. Che tentazione del demonio contro la fede! Il
Cielo non esiste, non v'è Dio, non vi sono anime da salvare, non vale
la pena soffrire così. Non so esprimere le mie amarezze...
L'Orto, ieri, fu tanto duro al mio cuore... Ed il Calvario di oggi?! Io
ero come una palla che rotolava dalla cima alla base e dalla base alla
cima, in mezzo alle sofferenze: ero come palla da gioco per gli
aguzzini. Scendevo quando ero trascinata dal furore; salivo quando la
violenza mi faceva salire e soprattutto l'amore: sì, esso mi obbligava
a camminare. Sul Calvario sentivo Gesù in diversi modi. Prima, a
braccia aperte, e ne udivo lo scricchiolio delle ossa slogate; poi con
il capo inclinato sul mio cuore, ad agonizzare e a gridare, quasi senza
vita; infine L'ho sentito appena spirato: il silenzio della sua morte
si confaceva con la morte e l'oscurità del mio spirito.
Venne Gesù: il sole si affacciò tra le nubi, l'anima ebbe vita: -
Figlia mia, i chiodi che ti fissano alla croce sono chiodi di amore: è
ciò che vi è di più forte; sono chiodi inflessibili. Fatti animo,
coraggio! Il peso della giustizia divina ti schiaccia? Non temere: è
perché non venga schiacciato il mondo; nulla vedi a causa delle tenebre
ed oscurità del tuo spirito? Rallegrati: è perché le anime escano dalla
oscurità del peccato e non ne soffrano poi eternamente. In cielo
vedrai, figlia cara del mio Cuore divino, quanto le tue sofferenze
furono utili alle anime. Tra poco, in cielo, vedrai la vita
meravigliosa, ricca e divina, cresciuta in te... La tua vita fu sempre
del cielo e non del mondo. Per te ho vigilato, in te ho seminato, in te
ho raccolto i frutti più deliziosi per Me e per le anime. O vita tutta
di amore!... - (diario, 7-12-1945).
Aumenta il peso della Croce
«Ti prometto molte conversioni sul tuo tumulo»
... Il giorno 10, verso le nove e mezza del mattino, ebbi la visita di
una persona amica; questa mi diede la triste notizia che forse il mio
padre spirituale [p. Pinho] sarebbe mandato all'estero. Tale notizia
fu come un pugnale nel cuore. Rimasi calma, serena e fiduciosa e dissi:
- Non mi convinco; non è possibile: il Signore non viene meno alle
promesse. I momenti di questa tranquillità furono pochi perché una
tempesta fortissima si scatenò subito nel mio spirito. Il demonio mi
presentò alla fantasia ogni cosa immaginabile. Vedevo la mia vita
ingannatrice e colma di illusioni... Versai molte lacrime: furono
lacrime di rassegnazione. Mi offersi a Gesù come vittima. A volte con
le labbra, altre volte con lo spirito, recitai il « Magnificat » per
ringraziare di tanta sofferenza... Nella Comunione del giorno 11 volevo
domandare a Gesù se era vero o no che il mio padre sarebbe partito; ma
non osai. - Gesù, voglio fare ciò che è più perfetto. Fa' che la mia
fiducia in Te cresca, cresca il più possibile. - Alla fine delle 24 ore
di questo martirio dissi: - Gesù, 24 ore di agonia senza luce: dammi
chi mi consoli! -
... Quante volte mi pareva di vacillare e di disperare! Alla fine delle
48 ore dissi: - Gesù, Tu sai che questa mia preoccupazione, tutto
questo martirio è per Te e per le anime, non è per me. Che io soffra
tutto, ma che non soffra la tua divina causa, non soffrano le anime...
- È venuto il mio medico con alcune persone amiche. Attendevo
conforto; non l'ho avuto: Gesù non lo ha permesso. Anzi mi ha
tormentata anche il ricordo che le mie lacrime e qualche parola non li
abbia edificati, o anche, forse, scandalizzati... Io non dubitavo di
Gesù, ma di me, soltanto di me: temevo di essere ingannata... Appena
ritorneranno da me, chiederò loro perdono per il cattivo esempio dato.
Faccio questo sacrificio di dettare i miei sentimenti per provare che
non sono stata io, ma il mio dolore a parlare quando ho detto che non
avrei più dettato... - Perdonami, Gesù; Tu lo sai che a me importa
rivedere sulla terra il mio padre spirituale non per me, ma per Te, per
le tue promesse, per le anime. Ma confido e spero in Te. - In questo
triste penare passai attraverso l'Orto, salii al Calvario con il cuore
oppresso, molto spremuto da mani umane. Io ero il chicco di grano
macinato, trasformato in farina, ma quella farina era continuamente
macinata fino a sparire. Io ero il grappolo d'uva spremuto nel torchio,
che dopo aver dato tutto il succo, doveva passare in altri torchi i
quali lo spremevano talmente da annientarlo... (diario, 14-12-1945).
Se mi trovassi alla fine della vita vorrei che la mia prima parola
fosse: « Sia fatta la Tua volontà! ». Poi, come striscia di sangue che
si estende per il mondo intero, vorrei ripetere con tutta la forza
possibile: « Amate, amate, amate Gesù! ». ... Sono solita chiedere a
Gesù e a Mammina che ogni momento sia per me come l'ultimo della mia
vita. Oggi ebbi una consolazione che non mi ha dato gioia e sento che
Gesù rimane molto soddisfatto nel vedere la mia disposizione
interiore, cioè che non mi rattristano affatto le cose di questo mondo
che mi riguardano... (diario, 19-12-1945). Ore di sollievo, momenti più
lieti per meglio portare la pesante croce e sopportarne l'aumento di
peso. Ho avuto vicino chi comprende bene la mia anima: ho potuto
aprirmi e sfogarmi. Non fu godimento, ma mi sono sentita un'altra: ero
più forte; mi pareva di avere un cuore nuovo con più vita. Non sapevo
come ringraziare il Signore. Ho recitato il « Magnificat »; mi sono
sforzata di lodarLo. Dopo poche ore cambiò tutto: ritornai ad essere me
stessa, ritornai alle mie tenebre, ai miei orrori, al mio soffrire.
Gesù Eucaristico è venuto a fortificarmi. Dopo il ringraziamento un
nuovo pugnale veniva a conficcarsi nella ferita già aperta: una
lettera, di una persona che non conosco, in cui mi si chiedevano
preghiere per il mio padre spirituale e mi si annunciava la sua
partenza per il Brasile. È impossibile esprimere il mio dolore; ma non
ho pianto: agonizzavo. Una forza venuta da non so dove mi obbligava a
sorridere. Con gli occhi fissi in Gesù e in Mammina dicevo loro: -
Accetto, accetto, ma soccorretemi e vegliate sudi me. - Con il passare
delle ore la tempesta si è sollevata fortissima. L'anima si è
mantenuta in grande pace e serenità, ma le lacrime scivolavano sul mio
volto. Le ho offerte a Gesù come atto di amore... (diario, 21-12-1945).
... Notte di Natale!... Ho fatto compagnia a Gesù nel presepio, senza
vita, senza avere nulla per fargli compagnia. Nelle mie tenebre, mi
sono affidata alle sue braccia e al suo Cuoricino. Al mattino, nel
riceverlo sacramentato, Gli ho aperto il mio cuore; Gli ho fatto la
consegna del mio padre spirituale... Se fossi solo io ad essere
umiliata, non mi affliggerei tanto. In questa offerta il cuore era
straziato dal più vivo dolore. - Sta' calma, tranquillizzati, figlia
mia. Io ho accettato la tua offerta e con essa hai consolato il mio
divino Cuore... Ti prometto, dopo la tua morte, molte conversioni sul
tuo tumulo. Verranno a visitarti e partiranno cambiati. Là, dal cielo,
veglierai su di loro; coprirai di benedizioni le loro anime... Sei
madre di tutti i peccatori... - (diario, 28-12-1945).